venerdì 24 aprile 2015

A FAMILY PORTRAIT: Louisa May Alcott and her 'Little Women'.


Almeno una volta nella nostra fanciullezza ci siamo lasciate ammaliare e conquistare dalla famiglia ideale che questa amabile scrittrice ritrae nelle pagine del suo romanzo ( mi riferisco soprattutto al primo volume, 'Little Women or Meg, Jo, Beth and Amy' sicuramente il più affascinante ) pubblicato nel 1868 quando la guerra di secessione che aveva dilaniato, dopo aver diviso in due gli stati del continente nordamericano, si era da poco conclusa.... dico almeno una volta perché non esito ad ammettere che ho letto questi volumi più e più volte e forse, anzi sicuramente, hanno rappresentato il mio primo approccio alla cultura ed alle tradizioni del secolo scorso in America ed in Gran Bretagna, ed al periodo vittoriano, suscitando quel mio primo interesse che mi ha fin qui condotta oggi.






Illustrazione e copertina dalla prima edizione di Little Women




Ebbene, dopo avervi brevemente fatto menzione di alcuni particolari importanti circa Louisa May Alcott ( ella nacque il 29 novembre del 1832 a Germantown in una famiglia di origini modeste con cui si trasferì più volte in differenti dimore per raggiungere definitivamente Concord nel 1840, ricevette un'educazione privata annoverando tra gli altri suoi educatori Ralph Waldo Emerson and Nathaniel Hawthorn, amici del padre, lottò per l'abolizionismo e per l'emancipazione femminile ed a causa delle condizioni economiche in cui gravava la famiglia, fu costretta a lavorare fin da giovane come insegnante occasionale, sarta, governante, aiutante e, in seguito, scrittrice ),



prolifica ed adorabile autrice, che diede vita a ben più di quaranta testi, tra novelle, racconti e romanzi - anche se ciò che consolidò il suo successo fu senza alcun dubbio la 'Saga della famiglia March' pubblicata in tre volumi:

Little Women: or Meg, Jo, Beth and Amy (1868) pubblicata a partire dal 1869 con il titolo di
Good Wives (1869), che trattava delle sorelle March dalla adolescenza a Concord, Massachussets, fino alla loro età adulta ed al matrimonio;

Little Men (1871) focalizzato sulla vita di Jo a Plumfield School che fondò con il marito Professor Bhaer in conclusione di Good Wives; 

Jo's Boys (1886) -

intendo qui parlarvi oggi della sua vera personalità, e soprattutto della sua reale famiglia che del suo più famoso ciclo di romanzi fu autentica ispirazione e perciò desidero rifarmi alle parole di Herriet Reisen ( Louisa May Alcott, The Woman Behind Little Women, Henry Holt and Co, 2009 ) ovvero alla attenta descrizione che ella traccia del romanzo della Alcott:

Piccole donne è un affascinante, intima storia, che si evolve negli anni, dell'amore di una famiglia, della perdita, e della lotta per sopravvivere che si svolge in una pittoresca ambientazione che è quella della vita di metà Ottocento nel New England. Ciò che la caratterizza è la giovane donna che ne sta al centro. Il suo nome è Jo March, ma il suo personaggio è Louisa Alcott.
Jo March è un'invenzione abbagliante e originale: audace, schietta, coraggiosa, temeraria, leale, irritabile, di principio, e reale. E' una sognatrice ed un'instancabile scribacchina, felicissima nel suo bosco accovacciata accanto ad una vecchia ruota di carro o rintanata in soffitta, assorbita nella lettura o nella scrittura, colmando pagina dopo pagina con storie o drammi. Ama inventare scappatelle passionali, da mettere in scena e recitare in drammi sgargianti. Ama correre. Vorrebbe essere un ragazzo, per più motivi, tutti comprensibili: per esprimere ciò che pensa, andare dove le pare, imparare quello che vuole sapere - in altre parole, per essere libera.
Allo stesso tempo, Jo è devota all'immaginaria famiglia March, che era strettamente modellata sulla famiglia Alcott, composta da una madre saggia e buona, da un padre idealista, e quattro sorelle i cui personaggi sono un esempio dell'adolescenza femminile. Ma mentre Jo March si sposa e rimane all'interno della cerchia familiare, Louisa Alcott ha scelto un percorso indipendente. 1



The Orchard House, il luogo acquistato dai March presso Concord negli anni '40 che vide la 'nascita' di Little Women, in una foto scattata nel 1865 che ritrae Louisa, la sorella maggiore Anna con il suo primogenito Frederick, la mamma Marmee ed il padre Bronson durante una passeggiata in giardino.




Jo March, quello che sembra un personaggio ideale, un po' romanzato, altro non è infatti che la descrizione che Louisa May Alcott ci fornisce di sé stessa:

Le descrizioni di Louisa fornite dai suoi contemporanei ricalcano pienamente la prima descrizione della Alcott di Jo March in Little Women "Aveva quindici anni, Jo, era molto alta, magra e bruna, e ricordava un puledro, perché non sembrava sapere che cosa fare con le sue lunghe gambe, che erano molto particolari. Aveva una bocca decisa, un naso comico, e taglienti, occhi grigi, che sembravano vedere tutto, ed erano di volta in volta feroci, divertenti o pensierosi ". 2


Ma non solo, meno palese, ma non meno reale è la veridicità delle tre sorelle che nel romanzo, come nella vita la affiancano, a rendere il suddetto romanzo un romanzo quasi del tutto autobiografico: 




ANNA  ALCOTT

sorella maggiore di Louisa, era amabile, calma, ma amava le belle cose; si maritò con John Pratt, attore dilettante, all'età di 29 anni, ed ebbe due figli, Fred e John; Meg March, che ne rappresenta il parallelo nella finzione romanzata, sposò all'età di 20 anni John Brooke, tutore di professione, ed ebbe due figli gemelli, Daisy e Demi.










LOUISA  ALCOTT

soprannominata Louy, era irruenta, ma dolce ed amabile, devota alla recitazione e al teatro, visse a Boston adattandosi a fare qualsiasi lavoro, anche il più umile, per divenire infine facoltosa e vivere da anziana in una grande residenza, circondata da ben 10 servitori; Josephine March, soprannominata Jo, rimase invece sempre povera, legata alla 'volubile' zia March, anch'ella amante del teatro si trovò costretta a vendere i suoi lunghi capelli per ricavarne denaro ( mentre Loiusa lo dovette fare di conseguenza ad una grave malattia ), si sposò ed ebbe due figlioli, mentre Loiusa non si sposò mai, probabilmente per prendersi cura della piccola Lulu, figlia della sorella minore May, morta poco dopo il parto di febbre puerperale. 



ELIZABETH  PEABODY/SEWALL  ALCOTT

chiamata in casa “Lizzie,” “Betty,” raramente “Beth” è forse colei il cui personaggio è più aderente alla realtà; amante della musica e della casa, morì prematuramente all'età di 23 anni, mentre la Beth di Little Women lasciò questa vita all'età di 16 anni ( e credo che sia proprio questa l'unica differenza tra realtà e finzione ) 

Nel suo diario Louisa il giorno in cui la sua amata Lizzie 'volerà' in cielo, annoterà:

La mia cara Beth è morta alle tre del mattino, dopo due anni di paziente sofferenza. La scorsa settimana ha accantonato il suo lavoro, dicendo che l'ago era "troppo pesante"ed averci dato i suoi pochi averi, preparandosi alla separazione nel suo modo, semplice e tranquillo. Per due giorni ha sofferto molto, chiedendo l'etere, ma il suo effetto era svanito. Martedì giaceva tra le braccia del Padre, e ci ha chiamato intorno a lei, sorridendo soddisfatta, come ella stessa ebbe e a dire "Siamo tutti qui!" Penso che così ci fece un dono considerevole allora, mentre teneva le nostre mani e ci baciò teneramente. Sabato dormì, e a mezzanotte perse coscienza, respirando tranquillamente mentre la sua vita si andava allontanando fino alle tre; poi, con un ultimo sguardo dei suoi begli occhi, lei non c'era più. 3


ABIGAIL  MAY  ALCOTT ( MAY )

divenne una stimata artista grazie anche al sostegno finanziario della zia Bond che ne fu praticamente mecenate; graziosa e dolce,  diede lezioni di arte ed espose per ben due volte al Salon de Paris; si sposò all'età di 37 anni, ma morì a 39, poco dopo la nascita di Louisa May Nieriker ("Lulu") di cui, come vi dicevo sopra, si occuperà fino alla sua morte Louisa; Amy March ebbe nel romanzo le cose forse ben più semplici, poichè con il denaro che volentieri le elargiva la zia March girò l'Europa per diventare anch'ella un'artista, non così famosa come il suo 'parallelo ' nella realtà, e si maritò molto presto, a vent'anni, senza avere figli.





La scelta di vita differente, di cui anche la Reisen fa menzione, che nella realtà Louisa compì, a divaricarla infine del tutto dal personaggio di Jo March, fu quella per il nubilato; ma leggiamo come ne parla ella stessa in un'intervista rilasciata a Louise Chandler Moulton, "Sono più che certa di essere l'anima di un uomo messo da qualche scherzo della natura in un corpo di donna ... perché mi sono innamorata molte volte della beltà di alcune ragazze senza essere mai stata minimamente conquistata da un uomo". Tuttavia, la romantica storia della Alcott mentre si trova in Europa con il giovane polacco Ladislao "Laddie" Wisniewski è stata descritta con grande dovizia di particolari nei suoi diari, ma poi venne eliminata dalla Alcott stessa prima della sua morte; possiamo però quasi certamente pensare che ella identificò Laddie nel Laurie di Little Women, e che fu questa la più significativa relazione sentimentale della sua vita.




La piccola Louisa May - 'Lulu'




Inutile dire che già al suo tempo Little Women venne accolto favorevolmente dalla critica che vi vedeva un esempio da seguire per ogni età, ed è questo che rende tali romanzi così freschi ed ancora attuali, leggibili ed esemplari ai giorni nostri, in questo va vista la grandezza della Alcott, quello di aver stigmatizzato dei modelli quasi statuari che avranno un sempiterno valore e significato per ogni generazione, anche a venire.

Mi piace infine concludere proprio con le sue parole, sulle quali vi invio il mio più caloroso saluto ed il mio più sentito abbraccio, parole che esprimono così pienamente il valore che per me hanno le aspirazioni su cui si regge la mia vita:





Lontano, là, sotto la luce del sole, giacciono le mie più alte aspirazioni.
Non le posso raggiungere, ma posso guardare in alto e vedere la loro bellezza, credere in loro, e cercare di seguire dove conducono.

Louisa May Alcott




A presto   














Bibliografia:

Louisa May Alcott, HER Life, Letters, and Journals, EDITED BY EDNAH D. CHENEY, BOSTON, LITTLE, BROWN, AND COMPANY, 1898

Louisa May Alcott, The Journals of Louisa May Alcott, Joel Myerson, Daniel Shealy, Madeleine B. Stern Editors, University of Georgia, 1997

Frederick Llewellyn Hovey Willis and Henri Bazin, Alcott memoirs, Nabu Press, 2010

Herriet Reisen, Louisa May Alcott, The Woman Behind Little Women, Henry Holt and Co, 2009 




Citazioni:

1 - 2 : Herriet Reisen, Louisa May Alcott, The Woman Behind Little Women, Henry Holt and Co, 2009, Prologue;

3 - Louisa May Alcott, HER Life, Letters, and Journals, EDITED BY EDNAH D. CHENEY, BOSTON, LITTLE, BROWN, AND COMPANY, 1898, pag. 98.












At least once in our childhood we broke fascinate and conquered by the ideal family that this amiable writer portrays in the pages of her novel (I refer especially to the first volume, 'Little Women or Meg, Jo, Beth and Amy' certainly the most fascinating) published in 1868 when the Civil War that had torn, after splitting in two parts the States of the North American continent, had just ended .... I say at least once because I do not hesitate to admit that I read these books over and over again and perhaps, indeed certainly, they have represented my first approach to the culture and traditions of the last century in America and in Britain, and to the Victorian period, arousing that interest that first have so far conducted me today.



- picture 1 and  picture 2 - Illustration and cover by the first edition of Little Women



Although, after having briefly made mention of some important details about Louisa May Alcott's life ( she was born on November 29th, 1832 in Germantown in a family of modest origins with which she moved several times in different houses to reach definitivly Concord in 1840, received a private education counting among his other educators Ralph Waldo Emerson and Nathaniel Hawthorn, his father's friends, she struggled to abolitionism and women's empowerment and because of the economic conditions in which weighed the family, was forced to work as a young man as occasional teacher, seamstress, governess, aide and later, as a writer )



- picture 3



prolific and adorable author, who gave birth to well over forty books, including novels, short stories and tales - although what consolidated her success was undoubtedly the 'Saga of the March family' published in three volumes:

Little Women: or Meg, Jo, Beth and Amy (1868) published in 1869 with the title
Good Wives (1869), which dealt with the March sisters from their adolescence in Concord, Massachusetts, until their adulthood and marriage;

Little Men (1871) focused on the life of Jo at Plumfield School which she founded with her husband Professor Bhaer in conclusion of Good Wives;

Jo's Boys (1886) -

I mean here to talk to you today of her true personality, and above all of her real family which of her most famous cycle of novels was the genuine inspiration and therefore I want to refer to the words of Harriet Reisen ( Louisa May Alcott, The Woman Behind Little Women, Henry Holt and Co., 2009) for the careful description she traces of the Alcott's novel:

Little Women is a charming, intimate coming-of-age story about family love, loss, and struggle set in a picturesque rendering of mid-nineteenth-century New England life. What sets it apart is the young woman at its centre. Her name is Jo March, but her character is Louisa Alcott.
Jo March is a dazzling and original invention: bold, outspoken, brave, daring, loyal, cranky, principled, and real. She is a dreamer and a scribbler, happiest in her woodsy hideout by an old cartwheel or holed up in the attic, absorbed in reading or writing, filling pageafter page with stories or plays. She loves to invent wild escapades, to stage and star in flamboyant dramas. She loves to run. She wishes she were a boy, for all the right reasons: to speak her mind, go where she pleases, learn what she wants to know - in other words, to be free.
At the same time, Jo is devoted to the fictional March family, which was closely modeled on the Alcott family. a wise and good mother, an idealistic father, and four sisters whose personalities are a sampler of female adolescence. But while Jo March marries and is content in the family circle, Louisa Alcott chose an independent path. 1 




- picture 4 - The Orchard House, the place bought by the Marchs at Concorde in the 40s which saw the 'birth' of Little Women, in a photo taken in 1865 that portrays Louisa, her older sister Anna with her eldest son Frederick, their mother Marmee and their father Bronson during a walk in the garden.



Jo March, whose character seems almost ideal, a bit fictionalized, she's nothing else thet the description that Louisa May Alcott gives us about herself:

Descriptions of Louisa by her contemporaries matched Alcott's first description of Jo March in Little Women. "Fifteen-yer-old Jo was very tall, thin and brown, and reminded one of a colt, for she never seemed to know what to do with her long limbs, which were very much in her way. She had a decided mouth, a comical nose, and sharp, gray eyes, which appeared to see everything, and were by turns fierce, funny or thoughtful". 2


But not only, less obvious, but no less real, is the veracity of the three sisters in the novel, who like in her life, here too are by her side, to make the aforementioned novel a novel almost entirely autobiographical:



- picture 5 - ANNA ALCOTT, Louisa's older sister, was amiable, calm, but loved the beautiful things; was married with John Pratt, amateur actor, at the age of 29, and had two sons, Fred and John; Meg March, which is her parallel in the novel, married at 20 yeras old John Brooke, tutor of profession, and had two twins children, Daisy and Demi.



- picture 6 - LOUISA ALCOTT, nicknamed inside her family Louy, was impetuous, but sweet and lovable, devoted to acting and theater, did any kind of work, even the most humble, subsequently becoming wealthy and live in a big old house, surrounded by as many as 10 servants; Josephine March, nicknamed Jo, however, in the novel will remain poor for her whole life, linked to the 'fickle' Aunt March, also a lover of the theater found herself forced to sell her long hair to get money (while Loiusa had to do it as a result of a serious illness) , married and had two children, while Loiusa never married, probably to take care of the littlel Lulu, daughter of her younger sister May, who died shortly after giving her birth due to puerperal fever.



- picture 7 - ELIZABETH PEABODY / SEWALL ALCOTT, called at home "Lizzie," "Betty," rarely "Beth", is perhaps the one whose character in the novel is closer to reality; lover of music and of the home, died prematurely at the age of 23, while Beth in Little Women departed this life at the age of 16 (and I think this is really the only difference between reality and fiction); Louisa in her journal, on the day that her beloved Lizzie 'flyes' in the sky, will write down:

My dear Beth died at three in the morning after two years of patient pain. Last week she put her work away, saying the needle was "too heavy" and having given us her few possessions, made ready for the parting in her own simple, quiet way. For two days she suffered much, begging for ether, though its effect was gone. Tuesday she lay in Father's arms, and called us round her, smiling contentedly as she said, "All here!" I think she bid us good-by then, as she held our hands and kissed us tenderly. Saturday she slept, and at midnight became unconscious, quietly breathing her life away till three; then, with one last look of her beautiful eyes, she was gone. 3


- picture 8 - ABIGAIL MAY ALCOTT (MAY), became a respected artist thanks to the financial support of the Aunt Bond who was practically her patron; pretty and sweet, gave art lessons and exhibited twice at the Salon de Paris; married at age 37, but died aged 39, shortly after the birth of Louisa May Nieriker ("Lulu"), of which, as I said above, will, until her death, take care Louisa; perhaps Amy March had in the novel an easyier life, because with the money of the wealty Aunt March she toured Europe to become an artist, not as famous as his 'parallel' in reality, and married very soon, when she was 20 years old, without having any children.



The different choice of life, which also Reisen mention, that in reality Louisa did to 'separate' her finally entirely from the character of Jo March, was that for the hen; but as we read where she talks about herself in an interview with Louise Chandler Moulton, 
"I am more than certain to be the soul of a man put, for some freak of nature, in a woman's body ... because I fell in love many times the beauty of some girls without ever being minimally conquered by a man. " However, the romantic story of Alcott while she was in Europe with the young Polish Ladislao "Laddie" Wisniewski has been described with great wealth of detail in her diaries, but was eliminated by her same before her death; but we can almost certainly think that she identified Laddie in Little Women's Laurie, and that this was the most significant romantic relationship of her life.



- picture 9 - The little Louisa May - 'Lulu'




Needless to say, already in its time, Little Women was welcomed by critics who saw it as an example to follow for all ages, and it is this that makes these novels still so fresh and current, readable and of example even to the present day, this should be seen in the greatness of Alcott, that of having stigmatized almost statuesque models that will have an everlasting value and meaning for every generation, even to come.

Finally, I like to conclude my writing with her words, on which I send you my warmest greetings and my heartfelt hug, words which express so fully the value that for me have the aspirations on which rests my life:




Far away there in the sunshine are my highest aspirations. 
I may not reach them, but I can look up and see their beauty, believe in them, and try to follow where they lead.

Louisa May Alcott





See you soon  












Bibliography:

Louisa May Alcott, HER Life, Letters, and Journals, EDITED BY EDNAH D. CHENEY, BOSTON, LITTLE, BROWN, AND COMPANY, 1898

Louisa May Alcott, The Journals of Louisa May Alcott, Joel Myerson, Daniel Shealy, Madeleine B. Stern Editors, University of Georgia, 1997

Frederick Llewellyn Hovey Willis and Henri Bazin, Alcott memoirs, Nabu Press, 2010

Herriet Reisen, Louisa May Alcott, The Woman Behind Little Women, Henry Holt and Co, 2009 




Quotations:

1 - 2 : Herriet Reisen, Louisa May Alcott, The Woman Behind Little Women, Henry Holt and Co, 2009, Prologue;

3 - Louisa May Alcott, HER Life, Letters, and Journals, EDITED BY EDNAH D. CHENEY, BOSTON, LITTLE, BROWN, AND COMPANY, 1898, page 98.








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sabato 18 aprile 2015

Charles Joshua Chaplin and the boundless grace of his paintings.










Charles Joshua Chaplin nacque l'8 giugno dell'anno 1825 nel Les Andelys, Eure, Francia, da madre francese, Olympia Adelle Moisy, e da padre inglese - John Chaplin era un rigattiere d'oggetti d'arte che provenivano dall'Inghilterra; dopo aver  studiato presso l'Ecole des Beaux-Arts di Parigi dal 1840, e aver preso lezioni private nello studio di Michel Martin Drolling, nel 1845 espose il 'Ritratto della madre dell'artista' al Salon de Paris, la mostra d'arte ufficiale della Académie des Beaux-Arts, presentandosi sia come ritrattista che come paesaggista e, grazie al successo che da allora riscosse, qualificandosi così come uno dei pochi artisti che godettero di successo ancora in vita.
nato come pittore dei paesaggi della campagna circostante Auvergne, una contea situata nel cuore della Francia, si dilettò in giovane età anche nel ritrarre composizioni floreali anche se il suo stile può decisamente essere inquadrato nel movimento artistico del Realismo che nella Francia tardo ottocentesca prese il sopravvento sul Romanticismo in cui era invece coinvolto l'intero vecchio continente.

A poco a poco alle tonalità del fango utilizzate da Chaplin si sostituiscono le sfumature del rosa, del grigio e del bianco, che diedero ai suoi modelli una opalescente carnagione madre-perlata; dopo aver dipinto ritratti ed aver sperimentato le sue abilità nell'ambito della pittura ornamentale, Chaplin comprese, a partire dal 1850 circa, che i suoi soggetti preferiti erano quelli che incarnavano la grazia femminile vista nei momenti di vita quotidiana di una giovane donna, ritratta in differenti pose, dal canto, 





al riposo,











alla lettura,













al momento del rigoverno della casa







come se catturata casualmente, 






con leggerezza e noncuranza, ponendo l'accento sugli elementi decorativi del dipinto.
I suoi ritratti di donne e ragazze, spesso in pose sensuali e collocate in ambienti sfumati, adorne di abiti trasparenti,





attirarono l'attenzione dell'alta società e dell'aristocrazia parigina durante la Terza Repubblica francese (1870-1940) facendosi garanzia di successo e di agio, tanto che fu uno dei pittori più popolari del suo tempo.

L'Imperatrice Eugenia



Empress Eugénie by Disderi



moglie di Napoleone III e grande ammiratrice dello "stile Pompadour", rapidamente cadde sotto l'incanto dello stile neo-rococò di Chaplin che divenne a far presto parte degli artisti preferiti a corte. Nel 1859, quando il suo ritratto di Aurora venne bandito dai giudici del Salon definito "troppo eroticamente allusivo", Napoleone III accorse in sua difesa e fece rimettere in gara il dipinto. In tarda età Chaplin venne anche valutato per la decorazione d'interni, tanto che ricevette l'incarico di ripristinare gli interni delle camere dell'Imperatrice. 

Tra le altre opere che gli furono commissionate vanno citate la pittura delle porte e dei numerosi pannelli vetrati che le sovrastavano nel Salon des Fleurs al Palais de le Tuileries, oggi purtroppo non più esistente, poiché distrutto da un incendio nel 1871 venne velocemente demolito, e la decorazione al Salon de l'Hémicycle del Palais de l'Elysée.

Ammirato al suo tempo anche da personaggi celebri quali Émile Zola, Théophile Gautier ed Édouard Manet, oggi i suoi dipinti sono sparsi tra collezioni private e grandi pinacoteche un po' in tutto il mondo, dalla Francia, al museo dell'Hermitage a San Pietroburgo agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna.


Spero di avervi intrattenuto con un argomento capace di trovare rispondenza nella delicatezza dei vostri animi, cari amici e lettori, almeno tanto quanto ha toccato me; come sempre prendo congedo da voi con tutto il mio affetto e la mia gratitudine, ma non prima di avervi augurato ogni bene.

A presto  




















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Charles Joshua Chaplin was born on June 8th, 1825 in Les Andelys, Eure, France, from a French mother, Olympia Adelle Moisy, and an English father - John Chaplin was a broker of art objects coming from England; after studying at the Ecole des Beaux-Arts in Paris from 1840, and taking private lessons in the study of Michel Martin Drolling, in 1845 he exhibited the 'Portrait of the Artist's Mother' at the Salon de Paris, the official exhibition of the Académie des Beaux-Arts, introducing himself both as a portrait and a landscape painter and, thanks to the success that since then he was able to have, we may say that he can be qualify as one of the few artists who enjoyed their success still alive.
Born as a painter of the landscapes of the countryside surrounding Auvergne, a county located in the heart of France, he delighted himself as a young man also in portraying floral arrangements although his style can definitely be framed in the art movement of the Realism that in France, during the late XIXth century took over Romanticism on which, instead, it was involved the entire old continent.

Gradually, little by little, the hues of the 'mud' used by Chaplin were replaced by the soft shades of pink, grey and white, who gave his models an opalescent mother-pearled complexion; after painting portraits and experiencing his skills in painting ornamental, Chaplin understood, from about 1850, that his favorite subjects were those who embodied the feminine grace seen in moments the everyday life of a young woman, portrayed in different poses, such as while singing




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or resting



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or during her reading moments,




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or while doing the washing-up



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as if she would captured by chance,




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lightly and carelessly, with an emphasis on the decorative elements of the painting.
His portraits of women and girls, often in sensual poses and placed in shaded backgrounds, wearing transparent clothes,




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caught the attention of the high society and the aristocracy in Paris during the French Third Republic (1870-1940) making warranty of success and ease, that's why he became one of the most popular painters of his time.

The Empress Eugénie,




- picture 19 - Empress Eugénie by Disderi




wife of Napoleon III and great admirer of "Pompadour style", quickly fell under the spell of the neo-rococo fashion of Chaplin's painting who became soon part of the favorite artists at court. In 1859, when his portrait of Aurora was banned by the judges of the Salon defined "too erotically suggestive", Napoleon III saw in his defense, and he put in the painting in contest again. 
In old age Chaplin was also evaluated for interior decoration, so much so that he was commissioned to restore the interior rooms of the Empress.

Among the other works that he did we can mention the painting of the doors and numerous glass panels that hung over them in the Salon des Fleurs at the Palais de le Tuileries, we cannot, alas, admire anymore, since it was destroyed by a fire in 1871 and was quickly demolished, and the decoration at the Salon de l'Hémicycle of the Palais de l'Elysée.

Admired in his time even by celebrities such as Émile Zola, Theophile Gautier and Édouard Manet, today his paintings are scattered among private collections and major art galleries a bit all over the world, from France, to the Hermitage in St. Petersburg to the United States, to Great Britain.


I hope I have amused you with a topic that find correspondence in the delicacy of your hearts, dear friends and readers, at least as much as it touched me; as always I take leave of you with all my affection and gratitude, but not before having wished you all the best.


See you soon  















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lunedì 13 aprile 2015

FOR THE LOVE OF GARDENING - Henrietta Lady of Luxborough.




GARDENING IS ONE OF MY DELIGHTS; AND I CAN AMUSE MYSELF IN PROJECTS FOR IMPROVE A QUARTER OF AN ACRE AS MUCH AS IF HIS MAJESTY HAD GIVEN ME THE CARE OF KENSINGTON GARDENS. 

Catherine Talbot ( 1721 - 1770 ) 1 



Se vi lasciate prendere per mano quest'oggi vi porto con me 
nel XVIII secolo, quando ormai il giardinaggio si era consolidato 
quale attività di svago prettamente femminile.



Fino a solamente un secolo prima per il giardinaggio era considerato necessario quell'ingegno che unicamente del sesso maschile era ritenuto appannaggio e perciò a quello femminile veniva lasciata la cura del Kitchen Walled Garden, l'orto diremmo oggi, dove qua e là faceva la sua amabile comparsa qualche corolla da bulbi o sementi annuali; con il definirsi della politica quale 'impegno' sempre più coinvolgente la classe sociale nobile-aristocratica, il tempo per il giardinaggio venne meno e perciò esso venne affidato ad abili giardinieri, spesso seguiti dalle Ladies che rimanevano a casa e che talvolta, con grande diletto, ad insaputa dei mariti, li affiancavano. maturando passione per questa nobile attività.




Il volto soave della nobildonna che vedete ritratta nel dipinto qui sopra, uno dei pochi che di lei possediamo, è quello di Henrietta St.John, una deliziosa aristocratica che al giardinaggio legò il suo nome e la sua vita, anche se molto raramente se ne fa menzione ed, analogamente, i suoi meriti vengono riconosciuti.

Nata quale unica figlia femmina di Henry, visconte di St.John, e della sua seconda moglie, Angelica Magdalena, nota al suo tempo per le proprie doti di poetessa e scrittrice, di indole docile ed amabile, aveva un solo grande 'difetto', quello di aver raggiunto i 28 anni di età senza ancora essersi maritata e perciò il 20 giugno 1727 la giovane, allora considerata decisamente 'matura', fu forzata ad accettare il matrimonio con il nobile Barone Robert Knight di Burrells, Warwickshire, ma molto presto il matrimonio cadde in disgrazia a partire da quando il marito iniziò con il sospettare una relazione della moglie con Charles Peters, il suo medico.


 Horace Walpole riferisce che ella recava un ritratto del marito che le adornava i capelli quale segno del suo amore e rispetto per lui, ma un ulteriore sospetto causò la definitiva rottura del matrimonio: John Dalton lavorava come tutore al Castello di Hertford, residenza di Lady Frances Seymour-Conway, Contessa di Hertford, amica di Henrietta e dello stesso Dalton; divenuto amico anche della giovane sfortunata Henrietta, Dalton, ammirato anche come poeta, fu la causa definitiva della separazione dei coniugi Knight che avvenne nel 1736.

Ripudiata dal marito che le impedì anche di vedere i loro due figlioli per il resto della sua vita, Henrietta venne relegata con pochissimo denaro ed il divieto di comunicare anche con gli amici presso Barrell Estate, una proprietà della famiglia nota per la natura selvaggia del luogo, dal 1554 appartenente ai Knights.

Completamente dimentica dei suoi nobili natali si appellò a tutte le proprie energie per dare vita ad una sorta di fattoria in cui allevava 'Tacchini, anatre, polli e faraone' e una ricca varietà di verdure, spesso ottenute dai semi forniti da suo fratello, che sempre le rimase fedele. Lattuga, meloni e cetrioli erano un successo regolare. 



At the Cottage door, Helen Allingham (1848 - 1926)





Baking Bread, Helen Allingham





Feeding the Kittens, Helen Allingham



Quasi condannata a proseguire la propria esistenza nel silenzio e nella solitudine, la povera Henrietta cercò di adoperarsi per ridare vita a questo luogo desolato,



The Staircase, Helen Allingham



curando in un secondo tempo anche lo spazio verde e trovando immenso diletto nel giardinaggio, anzi, in tutta onestà, è lecito dire che il giardinaggio divenne per la povera Lady l'unica ragione di vita; memore degli insegnamenti che le furono impartiti in giovane età dalla nonna materna e dalla madre, cominciò con il bonificare il luogo, piantare nuovi cespugli ( a lei si deve l'aver coniato il termine 'shrubbery' - arbusti -anche se si tende a  dimenticarlo ) ed alberi, eliminando quelli che, nati spontanei, potevano 'disturbare' la percezione prospettica dello spazio all'aperto ... Henrietta si andava così, del tutto inconsapevolmente, qualificando come la prima paesaggista della storia.

Al di fuori della parte così selvaggia Henrietta diede vita ad uno splendido giardino. Aveva costruito un 'ha-ha' per tenere lontani gli animali, segnò gli alberi da eliminare per creare un paesaggio visivamente emozionante evitando di sacrificare lo spazio necessario per i fiori e la frutta, assaporando la sfida di porre una panchina - o 'cattura-sguardo 'come lei le chiamava - anche se aveva pochi visitatori capaci di godere dei panorami ella che aveva creato. 3 

Ma dal giardinaggio si trae un diletto che innanzitutto è giovevole per lo spirito di chi lo pratica, poiché quasi come se osservando la vita che si genera e si rinnova dalla terra, questi trovasse rispecchiato in tutto ciò sé stesso e percepisse la forza creatrice della natura, più potente di ogni preparazione farmacologica ed ogni terapia.
Io stessa ho scoperto il giardinaggio ed ho dato vita alle zone più intimistiche e forse poetiche del mio grande ed la tempo selvaggio giardino in un momento di profondo turbamento, in cui credevo di aver smarrito per sempre la speranza e la possibilità di poter godere di qualsiasi forma di serenità; trascorrevo ore ed ore in un lavoro che dapprincipio fu molto faticoso, poi si fece di pazienza ed infine di manutenzione e di grande, grandissima soddisfazione, quella che si prova nel sentirsi vivi a dispetto delle avversità che fanno parte della vita.

Proprio negli anni in cui Henrietta si adoperava a Barrel Estate ( 1775 ) nasceva Friederich Schelling, filosofo tedesco appartenente con Fichte ed Hegel alla corrente dell'Idealismo, che identificherà nella natura «lo specchio finito dell'infinito»: egli sosteneva che essa avesse un'anima ed una forza vivificatrice che si attiva in forme sempre più perfette nel superamento del dualismo con lo spirito essendo essi due aspetti di uno stesso principio assoluto.

Ed infine, per concludere, mi piace citare le parole che alcuni giorni fa scrisse in un  commento proprio qui, su ~ My little old world ~ il DrSc Giuliano Russini




" C'è più potere ed energia in un boccio di fiore che si schiude, che negli arsenali di tutti gli eserciti di questo pianeta".



A presto, miei cari amici e lettori  













Bibliografia:

Catherine Horwood, GARDENING WOMEN - THEIR STORIES FROM THE 1600 TO THE PRESENT, Virago Press, Great Britain, 2010;

Jane Brown, My Darling Heriott: Henrietta Luxborough, Poetic Gardener and Irrepressible ExileHarper Collins, .....




Citazioni: 

1 - Catherine Horwood, GARDENING WOMEN - THEIR STORIES FROM THE 1600 TO THE PRESENT, Virago Press, Great Britain, 2010, pag. 99;

2 - Ibidem, pag. 93;

3 - Ibidem, pag. 94.












GARDENING IS ONE OF MY DELIGHTS; AND I CAN AMUSE MYSELF IN PROJECTS FOR IMPROVE A QUARTER OF AN ACRE AS MUCH AS IF HIS MAJESTY HAD GIVEN ME THE CARE OF KENSINGTON GARDENS. 

Catherine Talbot ( 1721 - 1770 ) 1 





If you were allowed to join hands today I bring with me

in the eighteenth century, when it had consolidated gardening

as a leisure activity feminine.





Until just a century earlier for gardening was considered necessary that kind of intelligence which only of males was considered the prerogative and therefore to women was left the care of the Kitchen Walled Garden, where here and there made its amiable appearance some annually corolla from bulbs or seeds; with the defined of politics as 'commitment' increasingly engaging the noble-aristocraticsocial class, the time for gardening wasn't enough anymore and then it was entrusted to skilled gardeners, often followed by the Ladies who remained at home, and who sometimes, with great delight, without the knowledge of their husbands, flanked them, maturing passion for this noble activity.



- picture 1



The sweet face of the noblewoman you see portrayed in the painting above, one of the few of her we own, is Henrietta St.John's, a delicious aristocratic who linked her name and her life to gardening, though very rarely it is mentioned and, similarly, her merits are recognized.

Born as the only daughter of Henry, Viscount of St.John, and his second wife, Angelica Magdalena, known as a poet and writer, docile and sweet-natured, she had only one big 'defect', that of having reached 28 years of age without getting married and that's the reason why on June 20th, 1727, the young, then definitely considered 'mature', was forced to accept the marriage with the noble Baron Robert Knight of Burrells, Warwickshire, but very soon this marriage fell out of favor from when her husband began to suspest a relationship of hers with Charles Peters, his doctor.



- picture 2 on the left - Horace Walpole says that she bore a portrait of her husband that adorned their hair as a sign of her love and respect for him, but another suspect caused the final breakdown of the marriage: John Dalton worked as a tutor at Hertford Castle, the residence of Lady Frances Seymour-Conway, Countess of Hertford, friend of Henrietta and of Dalton too; when he became a friend of the unfortunate young Henrietta, Dalton, also admired as a poet, was the definitive cause of the separation of the Knights that occurred in 1736.

Divorced from her husband that prevented her even to see their two children for the rest of their lives, Henrietta was relegated with very little money and prohibited to communicate with her friends at Barrell Estate, a property of the family known for the wild nature of the place, belonging to the Knights from 1554.
Forgetting completely her noble birth and appealed to all her energies, she tried to create a kind of farm where she raised 'Turkeys, ducks, chickens and guinea-fowl' and a varied vegetable plot, often from seeds provided by her brother, who always remained loyal to her. Lettuce, melons and cucumber were a regular success. 2




- picture 3 - At the Cottage door, Helen Allingham (1848 - 1926)


- picture 4 - Baking Bread, Helen Allingham


- picture 5 - Feeding the Kittens, Helen Allingham


Almost doomed to continue her existence amongst silence and solitude, the poor Henrietta tried to work to restore life in this desolate place



- picture 6 - The Staircase, Helen Allingham



devoting herself trying to restore, then, the green space and finding immense pleasure in gardening, indeed, in all honesty, it is permissible to say that gardening became for this poor Lady the only reason for living; mindful of the lessons that were taught as a young girl by her maternal grandmother and mother, she began with the clean up the place, planting new bushes (she was responsible for the coining the term 'shrubbery' even if history tends to forget ) and trees, eliminating those that, born spontaneously, could 'disturb' the perspective perception of the open space ... and Henrietta, unconsciously for sure, in this way, was going to qualify herself as the first landscape gardener in history.

Out of the wilderness Henrietta created a substantial garden. She had a ha ha built to keep out to encroached animals, she markead out trees to create a visually exciting landscape while making no sacrifices in the space needed for flowers and fruit, she relished the challenge of placing a seat - or 'eye-traps' as she called them - althought she had few visitors to enjoy her vistas. 3 


But gardening is a delight that draws first its beneficial to the spirit of those who practice it, because it's almost as if observing the life that creates and renews the earth, it can find itself reflected in everything and perceives the creative power of nature, more powerful than any drug preparation and each therapy.

I myself have discovered gardening and gave life to the most intimating and perhaps poetic corners of my large and at the time still wild garden in a moment of profound anxiety, in which I thought I had lost forever the hope and the chance to enjoy any form of serenity; I spent hours and hours in a work that at first was very tiring, then requiring patience and finally maintenance and then arrived a great, great satisfaction, that satisfaction you can feel when you feel yourself alive in spite of the adversities which are part of life.

Just in those years when henrietta was working so hard at Barrell Estate (1775) was born Friedrich Schelling, a German philosopher who, with Fichte and Hegel, belonged to the current of Idealism, and will identify the Nature as the "the finished mirror of the Infinity": he argued that it had a soul and a vivifying force that is active in ever more perfect forms in overcoming the dualism with the spirit since they are two sides of the same Absolute Principle.

And finally, I would like to quote the words that some days ago, right here, on ~ My little old world ~, DrSc Giuliano Russini wrote in a comment:




"There is more power and energy in a budding flower that's going to open, that in the arsenals of all the armies of this planet."




See you soon my dearest friends and readers  

















Bibliography:

Catherine Horwood, GARDENING WOMEN - THEIR STORIES FROM THE 1600 TO THE PRESENT, Virago Press, Great Britain, 2010;

Jane Brown, My Darling Heriott: Henrietta Luxborough, Poetic Gardener and Irrepressible ExileHarper Collins, ...




Quotations: 

1 - Catherine Horwood, GARDENING WOMEN - THEIR STORIES FROM THE 1600 TO THE PRESENT, Virago Press, Great Britain, 2010, page 99;

2 - Ibidem, page 93;

3 - Ibidem, page 94.






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