domenica 28 dicembre 2014

Dedicato ad un amico speciale dal cuore colmo di ricordi - The Gardener's Daughter.




My first, last love; the idol of my youth,
The darling of my manhood, and, alas!
Now the most blessed memory of mine age. 1



La conferenza che ultimamente ebbi la gioia di tenere a Finale Ligure, mi diede la possibilità di conoscere, finalmente dal vivo, una persona con la quale già da mesi intrattenevo corrispondenza, ma solamente l'incontrarne lo sguardo mi ha rivelato gli aspetti più profondi del suo temperamento e del suo cuore.

Marco Giacinto è un uomo che ha vissuto, molto, che ha tante storie da raccontare, che ha dovuto, come spesso accade quando la vita ci riserva più eventi 
spiacevoli di quanti siamo in grado di sostenere, farsi forte e quasi costruire intorno a sé una corteccia che cela un cuore molto tenero, colmo di ricordi, da cui spesso trae il dovuto conforto, un animo gentile come raramente accade d'incontrare oggi; avrei voluto, quella sera, potermi intrattenere più tempo per godere della sua amabile compagnia, ma il giorno ormai volgeva al termine, avevamo ancora un viaggio da sostenere per rientrare per rientrare a casa, spero solo che presto il futuro mi riservi la possibilità di dialogare ancora con lui.

Ebbene, alcuni giorni prima del Natale ricevetti una mail in cui egli mi manifestava il suo entusiasmo per un post che avevo pubblicato il giorno 6 dicembre dal titolo
The Beauty of a modest soul, che ha come filo conduttore l'elogio della modestia « che io » mi scriveva " « ho da sempre considerato, assieme alla pazienza e alla tranquilla dolcezza, le virtù femminili per eccellenza. Non a caso erano anche le virtù più apprezzate nel "tuo" secolo, che probabilmente ti ha visto vivere, se mai la trasmigrazione delle anime non fosse solo un sogno di filosofie ed esotiche religioni.».

Scopersi allora il forte valore evocativo che per lui racchiudeva l'immagine protagonista del dipinto di Arthur Hughes, appartenente alla celebrata scuola dei Preraffaelliti, in quell'occasione già pubblicato;





egli mi confessò che questa immagine lo riportava a lieti tempi lontani, al passato contadino che a dispetto della sua affermata carriera di rinomato economista noto soprattutto nella metropoli milanese, ne costituisce le amate radici, alla giovinezza, a quello che fu per lui il Grande Amore.


E veniamo quindi alla storia di questo dipinto.
Come ormai ben sapete, la confraternita Preraffaellita tendeva a voler recuperare su tela personaggi femminili appartenenti alla mitologia, alla storia, alla poesia ( prediletti erano i temi suggeriti dal Ciclo Arturiano e dall'allora contemporanea poesia di John Keats, Walter Scott e Alfred Tennyson ) e questo dipinto non fa eccezione essendosi Hughes qui ispirato all'omonimo poema di Alfred Lord Tennyson, ( scritto nel 1835 e pubblicato per la prima volta nel 1842 ), per il quale scelse come modella, analogamente all'altro suo dipinto, più meramente autobiografico, dal titolo April Love (1855)





il suo primo e grande amore, Tryphena Ford, la giovane che maritò nell'inverno del 1855, pochi mesi prima che questo venisse esposto acquistando immediato consenso presso il pubblico londinese.

Ma veniamo a The Gardener's Daughter di Tennyson, che la tela omonima di Hughes ha ispirato e che tengo qui ad esporre; per l'estrema lunghezza che lo caratterizza mi è impossibile riproporvelo nella sua interezza, cercherò, riportandone almeno i passi principali, di farmi portatrice dei significati più salienti che lo connotano.

Questo poema che Tennyson ebbe a definire Idillio fa parte della raccolta che nel 1864 egli pubblicò con il titolo "Idyl of the Hearth" ed erano questi i primi suoi poemi giovanili, risalenti tutti a prima del 1850: In un giardino, che ha il duplice significato di luogo idillico, incontaminato, se volete anche in nome del significato Primo che le Sacre Scritture ci consegnano, e luogo per eccellenza del 'germogliare' del sentimento amoroso, egli, riporta in versi, ma si tratta di una vicenda del tutto autobiografica, la visione sublime di una fanciulla; perciò, in alcuni tratti, questo poema, per il lirismo che lo connota, assume le caratteristiche affini a quelle di un sonetto, essendo il tema amoroso quello dominante - non per la metrica, ovviamente -.


L'ora appena volata, quella del primo mattino, con tutto il suo suono,
(Ecco perché i Maggio di un tempo avevano il triplo della vitalità di questi nostri,)
Risuona ancora nelle mie orecchie. Il manzo dimentico di pascolare,
Laddove la siepe interrompe il sentiero,
Appoggiando le corna nel campo del vicino di casa,
Seguì i suoi simili. Dai boschi
Giunsero le voci di tortore ben liete,
L'allodola che per la gioia riusciva a stento a cantare le sue gaudenti note,
Ma lanciò il suo canto insieme con loro non appena si avvicinò
alla sua lieta dimora, a terra. A dritta e a
     manca
Il cuculo diceva il suo nome ad ogni collina;
Il merlo dolce fluttuava dentro l'olmo;
Il gallo* emise un fischio; e l'usignolo
     Cantava forte, come sapesse di essere l'uccello del giorno.2



In questo luogo paradisiaco Tennyson conosce la giovane dei suoi sogni e subito se ne innamora


Amore a prima vista, primogenito ed erede a tutto,
Fece questa notte così. D'ora in poi nè bufera
   né tempesta
Mi potevano tenere lontano da quell'Eden
         in cui ella dimorava 3




For Always, Walter Dendy Sadler (1854 - 1923) 



Come colombe su una colombaia, che girano attorno
al loro desiderio primo, fino a quando non vi trovano
sistemazione.
Allora, in quel tempo ed in quel luogo, le parlai,
Chiedendole, nonostante sapessi che era già mia.
Non altro che per il piacere che traevo dal sentirla,
Chiedendole la sua mano quale dono più grande,
Il cuore di una donna, il suo cuore amavo;
E in quel tempo ed in quel luogo ella mi rispose,
E nell'arco di tre parole,
Più musicali che mai una sola fosse udita,
I frammenti d'argento di una voce emozionata,
Vacillante, fecero di me l'uomo più felice,"Io sono tua." 4


Dopo aver posto l'accento sulla forza dirompente e sempiterna di questo sentimento profondo, nelle ultime righe del poema predomina la consapevolezza dell'incapacità umana di mantenere la freschezza del sentimento giovanile in confronto alla potenza rigeneratrice della Natura... di fronte allo scorrere del tempo e alla morte i versi del poeta sembrano a poco a poco descrivere una fotografia, un'immagine fermata nel tempo, rubata allo scorrere dei giorni, immobile, inalterabile ed inalterata solo nella memoria, quell'immagine immortalata sulla tela dal pennello di Arthur Hughes ...

E in un mistico, quasi religioso silenzio, si leggono gli ultimi versi che concludono il poema:




Il mio primo, ultimo amore; l'idolo della mia giovinezza,
Il tesoro della mia maturità, e, ahimè!
 Ora il ricordo più benedetto dell'età mia. 5



Ripubblicando questo dipinto e tracciandone ed approfondendone la storia letteraria che ne fece da sottofondo, così affine a quella da lui vissuta in prima persona, ringrazio ancora Marco Giacinto per la delicatezza, la bontà del suo cuore e la tenera amicizia che tra di noi è nata.

Grazie.

E come sempre un grazie a voi, carissimi, che sempre mi siete accanto, lasciate che vi abbracci tutti con affetto augurandovi nuovo anno colmo di cose positive, portate con voi quanto di bello vi ha recato, lasciate indietro le cose meno belle e speriamo in un 2015 che ci consenta di proseguire il nostro 'viaggio' con la dovuta e tanto ambita serenità.
Grazie a voi, a tutti voi, agli amici di sempre e a quelli che si sono uniti quest'anno che sta per ultimare.
Grazie.


A presto 













Bibliografia: 


Goldman, Paul. Victorian Illustration: The Pre-Raphaelites, the Idyllic School and the High Victorians. Aldershot: Scolar, 1996.

Roberts, Leonard & Wildman, Stephen. Arthur Hughes: His Life and Work. Woodbridge: Antique Collectors' Club, 1997.

Suriano, Gregory. The Pre-Raphaelite Illustrators. London: The British Library, 2000.


Tennyson, Alfred, The gardener's daughter and other poems, Nimmo Publisher, Edimburgh, 1900





Note e citazioni:

* Nel testo originale si legge ' Redcap ',  che, selezionato nelle aree inglesi del Derbyshire e delle Pennine,  rappresenta una delle più antiche razze di pollame il cui nome deriva dalla sua incredibile cresta rosa, lunga circa cm. 7,60 e larga cm. 5, molto dentellata e molto lunga, che nei galletti giovani non si sviluppa completamente fino ai tre anni di vita, aperta come fosse la corolla di un fiore. I Redcap hanno orecchioni rossi e il loro piumaggio va dal rosso scuro al nero; il groppone e il collo sono di color arancione scuro. Le piume della coda sono nere; i tarsi grigio bluastro e gli occhi rossi. La gallina ha un bellissimo piumaggio marrone rossastro, con la parte terminale di ogni piuma in nero brillante. Stanno diventando alquanto rari, ma sono tutt'oggi ancora diffusi nella zona del Derbyshire.

1 - Tennyson, Alfred, The gardener's daughter and other poems, Nimmo Publisher, Edimburgh, 1900, pag. 20;

2 - Op. cit., pag. 11;

3 - Ibidem., pag. 15;

4 - Ibidem., pag. 17;

5 - Ibidem., pag. 20.











To a special friend with his heart filled with
memories.



The conference that recently I had the joy of holding in Finale Ligure, gave me the opportunity to know, finally, a man person with whom I already entertained correspondence for months, but just to encounter his gaze revealed to me the deepest aspects of his temperament and of his heart.

Marco Giacinto is a man who has lived 'a lot', who has many stories to tell, who had, as often happens when life brings us events most unpleasant than how we can bear, to drive him to be strong and to build around himself almost a bark hiding a very tender heart, full of memories, from which he often draws the due comfort, a kind soul as rarely happens to meet today; I truly wanted to be able to speak to him more time to enjoy his amiable company, that evening, but the time we had was very limited, the day was going to its end and we still had to consider our trip to come back home, I hope that soon the future will reserve us the opportunity to spend more time together.

Well, a few days before Christmas I received an email in which he expressed his enthusiasm for a post I published on December 6th, entitled The Beauty of a modest soul, which has as its theme the praise of modesty « » he wrote « I always considered it, along with patience and quiet sweetness, a female virtue par excellence. Not by chance they were also the virtues most valued in "your" century, who probably saw you live, if ever the transmigration of souls is not only a dream of exotic religions and philosophies.».
I discovered then the strong evocative power he found in the image protagonist of the painting of Arthur Hughes, part of the celebrated brotherhood of the Pre-Raphaelites, I already published on that occasion;



- picture 1 - 




he confessed to me it took him back to pleasant, happy, ancient times, to his farmer past which, in spite of his established career as a renowned economist, best known in the city of Milan, to his beloved roots, to his youth, to what was for him the Great Love.


And then let's go to see the story of this painting.
As you well know, the Pre-Raphaelite brotherhood tended to want to recover on canvas female characters belonging to the mythology, history, poetry ( favorite were the themes suggested by the Arthurian cycle and the then contemporary poetry of John Keats, Walter Scott and Alfred Tennyson ) and this painting is no exception being Hughes inspired here by the eponymous poem by Alfred Lord Tennyson, ( written in 1835 and published for the first time in 1842 ), where his model, as in the other early painting of his, more purely autobiographical, entitled April Love (1855)



- picture 2 - April Love, Arthur Hughes, 1855



was his first and great love, Tryphena Ford, the young girl he married in the winter of 1855, a few months before it was exposed by purchasing immediate consensus at the London public.

But let's read The Gardener's Daughter by Tennyson, that inspired Hughes for the painting with the same name: for the extreme length that characterizes it, it's impossible to me to write it in its entirety, so I will try, reporting at least the main steps, to make me the bearer of the most salient meanings characterizing it.

This poem that Tennyson had to define Idyllic is part of the collection that in 1864 he published under the title "Idyl of the Hearth" which were his first youth poems, all dating back to before 1850: in a garden, which has the double meaning of idyllic, unspoiled place, if you want even in the name of Prime Meaning that the Holy Scriptures deliver to us, and the place par excellence where 'sprouts' the feeling of love, he brings in verse, but we do know that all this belongs entirely to his autobiography, the sublime vision of a girl; therefore, in some steps, this poem, for the lyricism connoting it, assumes the characteristics similar to those of a sonnet, being that of love the dominant theme - not for the metric, of course -.


The hour just flown, that morn, with all its sound,
(For those old Mays had thrice the life of these,)
Rings in mine ears. The steer forgot to grazw,
And where the hedge-row cuts the pathway, stood,
Leaning his horns into the neighbour field,
And lowing to his fellows. From the woods
Came the voices of well-contented doves.
The lark could scarce get out his notes for joy,
But shoots his song together as he near'd
His happy home, the ground. To left and
   right
The cuckoo told his name to all the hills; 
The mellow ouzel floated in the elm; 
The redcap whistled; and the nightingale
Sang loud, as tho' he were the bird of day.


In this heavenly place Tennyson knows the young girl of his dreams, and immediately falls in love with her


Love at first sight, first-born and heir to all, 
Made this night thus. Henceforward squall
   nor storm
Could keep me from that Eden
  where she dwelt 2 pag 15



- picture 3 - For Always, Walter Dendy Sadler (1854 - 1923) 



Like doves about a dovecote, wheeling round
The central wish, until we settled there. 
Then, in that time and place, I spoke to her,
Requiring, tho' I knew it was mine own,
Yet for the pleasure that I took to hear,
Requiring at her hand the greatest gift,
A woman's heart, the heart of her I loved;
And in that time and place she answer'd me,
And in the compass of three little words,
More musical than ever came in one,
The silver fragments of a broken voice,
Made me most happy, faltering "I am thine". 3 pag. 17


Having emphasized the disruptive power of this eternal and deep feeling, in the last lines of the poem predominates the awareness due to the human inability to maintain the freshness of youthful feeling in comparison to the regenerative power of Nature... In front of the passing of time and of the death, the poet's verses seem gradually to describe a photograph, an image stopped in time, stolen from the passing of the days, unmoving, unchanging and unchanged only in memory, that image immortalized on canvas by Arthur Hughes' brush ...

And in a mystical, almost religious silence, you read the last verses concluding the poem:



- picture 4


My first, last love; the idol of my youth,
The darling of my manhood, and, alas!
Now the most blessed memory of mine age. pag 20






Republishing this painting and tracing and deepening the literary history which has made its background, so similar to the one Marco Giacinto has personally experienced by himself, I do thank him for the gentleness, the kindness of his heart and the tender friendship that between us was born.



Thank You.

And as usual, thank you, my dearest friend, to be always beside me, let me embrace you all with my love while wishing you a new year full of positive things, bring with you everything beautiful this year has gifted you, left behind the things less beautiful and let's hope in a 2015 that will allow us to continue our 'journey' with the due and much coveted serenity.
Thank you, all of you, friends of all time and friends who have joined this year that is about to go to its end.
Thank you.


See you soon 














Bibliografia: 


Goldman, Paul. Victorian Illustration: The Pre-Raphaelites, the Idyllic School and the High Victorians. Aldershot: Scolar, 1996.

Roberts, Leonard & Wildman, Stephen. Arthur Hughes: His Life and Work. Woodbridge: Antique Collectors' Club, 1997.

Suriano, Gregory. The Pre-Raphaelite Illustrators. London: The British Library, 2000.

Tennyson, Alfred, The gardener's daughter and other poems, Nimmo Publisher, Edimburgh, 1900




Notes and quotations:

In the original text we read 'Redcap', which, selected in the areas of Derbyshire and English Pennine, is one of the oldest breeds of poultry whose name comes from its incredible pink crest, long about cm. 7.60 and wide cm. 5, very jagged and very long, and which in the young cockerels doesn't develop fully until three years of life, open like the corolla of a flower. They have red earlobes and their plumage ranges from dark red to black; the rump and neck are dark orange. The tail feathers are black; the hen has a beautiful reddish brown plumage, with the end of each feather in shiny black. They are becoming quite rare, but they are still prevalent today in the area of Derbyshire.

1 - Tennyson, Alfred, The gardener's daughter and other poems, Nimmo Publisher, Edimburgh, 1900, page 20;

2 - Op. cit., page 11;

3 - Ibidem., page 15;

4 - Ibidem., page 17;

5 - Ibidem., page 20.

mercoledì 24 dicembre 2014

Yes, Virginia, there is a Santa Claus.




Santa Claus, William Holbrook Beard ( 1825 - 1900)


Nel 1897 la piccola Virginia O'Hanlon aveva solamente otto anni, viveva nell'Upper West Side a New York City e come tanti bambini a quell'età si questionava sulla verosimiglianza e sull'esistenza di Santa Claus (Babbo Natale);





i suoi compagni di scuola, con le loro parole ed affermazioni, rafforzarono questi suoi dubbi e quando ella chiese spiegazioni al padre, un medico che lavorava per il New York Police Departement, questi le suggerì  di inviare uno scritto al quotidiano The Sun, che la famiglia acquistava e leggeva ogni giorno con diletto, che dedicava una colonna di una delle proprie pagine alle questioni che i lettori ponevano.
E così ella fece, certa che il direttore, dall'alto della sua formazione culturale, avrebbe saputo sicuramente fornirle la risposta che cercava.
Leggiamone insieme la pubblicazione risalente al 21 settembre 1897:




"Siamo lieti di rispondere pubblicando il seguente annuncio, esprimendo allo stesso tempo la nostra grande gratificazione poiché consideriamo la sua autrice come annoverata tra gli amici più fedeli di The Sun:

Caro Editore

Ho 8 anni. Alcuni dei miei piccoli amici dicono che Babbo Natale non esiste. Papà dice: "Se lo vedi nel sole è così." Ti prego, dimmi la verità, esiste Babbo Natale?

Virginia O'Hanlon
115 Ovest Ninety Fifth Street





Originale della lettera spedita da Virginia



Virginia, i tuoi piccoli amici sono in errore. Sono stati colpiti dalla scetticismo che affligge un'epoca scettica. Non credono se non a ciò che vedono. Pensano che non esista nulla al di fuori di quello che non sia comprensibile dalle loro piccole menti. Tutte le menti, Virginia, siano essi di uomini o di fanciulli, sono ben poca cosa. In questo nostro grande universo, se consideriamo un uomo, con il suo intelletto, paragonandolo al mondo sconfinato che lo circonda, è come un semplice insetto, una formica, commisurato all'intelligenza in grado di cogliere tutta la verità e la conoscenza.

Sì, Virginia, Babbo Natale esiste. Egli esiste certamente come esistono l'amore e la generosità e la devozione, e tu sai che esistono in grande quantità e danno alla tua vista la sua più grande beltà e gioia. Ahimè ! Come sarebbe triste il mondo se non ci fosse Babbo Natale ! Sarebbe triste, come se non ci fossero 'Virginie'. E poi non ci sarebbe alcuna fede infantile, nessuna poesia, nesssun tipo di romanticismo a rendere tollerabile questa esistenza.

Non dovremmo rallegrarci se non che per il senno e la vista. La luce esterna con cui l'infanzia colma il mondo si sarebbe spenta.

Non credere a Babbo Natale ! Si potrebbe anche non credere alle fate. Potresti chiedere al tuo papà di assumere degli uomini che controllino in tutti i camini alla vigilia di Natale per catturare Babbo Natale, ma anche se non lo vedi scendere, questo cosa dovrebbe provare ? Nessuno vede Babbo Natale, ma questo non significa che Babbo Natale non esiste. Le cose più vere del mondo sono quelle che né i bambini né gli uomini possono vedere. Hai mai visto le fate ballare sul prato? Certo che no, ma questo non prova che non ci siano. Nessuno può concepire o immaginare tutte le meraviglie che non vediamo e non possiamo vedere nel mondo.

Si rompe il sonaglio di un bimbo per vedere ciò che vi suona dentro, ma c'è un velo che copre il mondo invisibile che neppure l'uomo più forte, e nemmeno la forza unita di tutti gli uomini più forti che siano mai vissuti potrebbe lacerare. Solo la fede, la poesia, l'amore, il romanticismo, possono spostare quella tenda e mostrarci e rappresentarci la bellezza suprema e la gloria che vi è al di là. E 'tutto vero? Ah, Virginia, in tutto questo mondo non c'è niente altro di reale e di sempiterno.

Non esiste Babbo Natale ! Grazie a Dio egli vive e vivrà per sempre. Mille anni da oggi, Virginia, anzi 10 volte 10 mila anni da oggi, egli continuerà a rallegrare il cuore dell'infanzia.





Francis Pharcellus Churc





Articolo originale tratto dalla pagina del The New York Sun del 21 settembre 1897




... E cosa sarebbe la nostra vita anche da adulti senza la Fede nella Magia e nell'Amore del Natale !
Gli auguri, amici miei carissimi e cari lettori, i miei, vi giungano colmi di affetto, per un Natale di Pace e Serenità.





Buon Natale !





La prima cartolina di Natale disegnata da John Calcott Horsley e spedita ad Henry Cole, 1843





"Il meraviglioso non suscita in noi nessuna sorpresa, perché 

il meraviglioso è ciò con cui abbiamo la più profonda 

confidenza. La felicità che la sua vista ci procura sta 

propriamente nel fatto di veder confermata la verità dei nostri 

sogni" 




Ernst Jünger ~

( Filosofo tedesco, 1868 -1943 )




A presto 


















- picture 1 - Santa Claus, William Holbrook Beard ( 1825 - 1900)




In 1897 the little Virginia O'Hanlon, eight years old, was living on the Upper West Side in New York City and as many children of her age she wondered about the existence of Santa Claus; 




- picture 2 - Virginia O'Hanlon




her friends at school, with their words and statements, reinforced her doubts and when she asked for an explanation to her father, a doctor working for the New York Police Department, he suggested her to send a letter to the newspaper The Sun, that the family bought and read every day with delight, which dedicated a column of one of his pages to the readers' questions.
And so she did, certain that the editor, given his cultural background, would surely know the answer she was looking for.
Let's read together this publication dating back to September 21st, 1897:




We take pleasure in answering thus prominently the communication below, expressing at the same time our great gratification that its faithful author is numbered among the friends of The Sun:

Dear Editor—

I am 8 years old. Some of my little friends say there is no Santa Claus. Papa says, "If you see it in The Sun, it's so." Please tell me the truth, is there a Santa Claus?

Virginia O'Hanlon
115 West Ninety Fifth Street




- picture 3 - The original letter Virginia sent




Virginia, your little friends are wrong. They have been affected by the skepticism of a skeptical age. They do not believe except they see. They think that nothing can be which is not comprehensible by their little minds. All minds, Virginia, whether they be men's or children's, are little. In this great universe of ours, man is a mere insect, an ant, in his intellect as compared with the boundless world about him, as measured by the intelligence capable of grasping the whole of truth and knowledge.

Yes, Virginia, there is a Santa Claus. He exists as certainly as love and generosity and devotion exist, and you know that they abound and give to your life its highest beauty and joy. Alas! how dreary would be the world if there were no Santa Claus! It would be as dreary as if there were no Virginias. There would be no childlike faith then, no poetry, no romance to make tolerable this existence.

We should have no enjoyment, except in sense and sight. The external light with which childhood fills the world would be extinguished.

Not believe in Santa Claus! You might as well not believe in fairies. You might get your papa to hire men to watch in all the chimneys on Christmas Eve to catch Santa Claus, but even if you did not see Santa Claus coming down, what would that prove? Nobody sees Santa Claus, but that is no sign that there is no Santa Claus. The most real things in the world are those that neither children nor men can see. Did you ever see fairies dancing on the lawn? Of course not, but that's no proof that they are not there. Nobody can conceive or imagine all the wonders there are unseen and unseeable in the world.

You tear apart the baby's rattle and see what makes the noise inside, but there is a veil covering the unseen world which not the strongest man, nor even the united strength of all the strongest men that ever lived could tear apart. Only faith, poetry, love, romance, can push aside that curtain and view and picture the supernal beauty and glory beyond. Is it all real? Ah, Virginia, in all this world there is nothing else real and abiding.

No Santa Claus! Thank God! He lives and lives forever. A thousand years from now, Virginia, nay 10 times 10,000 years from now, he will continue to make glad the heart of childhood.




Francis Pharcellus Churc






- picture 4 - Francis Pharcellus Churc



- picture 5 - Original article taken from the page of The New York Sun of September 21st, 1897



... And what would our lives as adults too without the Faith in the Magic and the Love of Christmas !
The greetings, my dearest friends and dear readers, those mine, arrive to you filled in with affection, for a Christmas of with Peace and  Serenity.




Merry Christmas!




- picture 6 - The first Christmas Card designed by John Calcott Horsley and sent to Henry Cole, 1843






"The wonderful doesn't arouse in us any kind of surprise, 

because is that with which we have the deepest

confidence. The happiness that Its view gives us is

precisely in the fact of seeing confirmed the Truth of our

dreams "




Ernst Jünger ~
( German philosopher, 1868 -1943 )




See you soon  












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venerdì 19 dicembre 2014

Il mio più bel dono per Natale.



"La storia che sto per raccontarvi comincia come la più bella della favole, una notte di Natale, ed ha per protagonista una principessa, un piccolo dono del Cielo di una leggiadria non comune;



 'Cabochon' in tessuto realizzato da Susanna Tesini



ella nacque in un castello*, sulle rive di un lago le cui acque profonde si tingono in quei giorni di un turchino che quasi inebria, in una delle più spettacolari e silvestri regioni della splendida Baviera ... e per circa 25 - 30 anni, della favola mantiene intatti i connotati: la principessa conosce giovanissima il suo Principe Azzurro e ne diviene sposa all'età di soli 16 anni, giungendo così a vestire la corona ed il diadema non da regina, bensì da Imperatrice, Imperatrice di un vasto impero, il più vasto e potente del vecchio continente che già allora ( 1853 ) contava 52 milioni di sudditi ....., ma non sempre le favole hanno un lieto fine e questa storia comincia a spogliarsi della sua fabulosità già molto, troppo presto.


Ma andiamo con ordine, senza accelerare troppo i tempi per tornare con la mente, ed il cuore, alla Notte Santa del 1837: i vagiti della piccola Elisabeth Amalia Eugenia echeggiavano negli ampi saloni del castello di Possenhofen, ed era così venuta alla luce la terza figlia della principessa Ludovica di Baviera e del duca Maximilian in Baviera che, in nome del piacere che traeva dall'attribuire appellativi famigliari ai propri figli, la chiamerà semplicemente Lisi o Sisi.

Il periodo vittoriano era appena cominciato, da chè il 20 giugno dello stesso anno era salita al trono all'età di soli 18 anni in Gran Bretagna la Duchessina di Kent Alexandrina Victoria, incoronata regina con il nome di Victoria, principiando così un regno che rimane tutt'oggi il più longevo che mai il Regno Unito abbia conosciuto ( ella regnerà fino al 1901 per un totale di quasi 64 anni )  e dando avvio ad un innovazione di tipo culturale e di costume che prenderà il nome di epoca vittoriana."






Dopo aver introdotto il discorso inquadrando il periodo vittoriano 




e cercando di presentare la regina Victoria che ne fu l'involontaria l'autrice, come pochi estranei alla monarchia britannica la conoscono, 



La regina Victoria in una fotografia che la ritrae mentre ammira una foto del suo amato consorte 



ovvero come si presentava al suo pubblico o nel privato, scevra di quel piglio autorevole che spesso anche i ritrattisti del tempo tenevano ad attribuirle, con queste parole mi addentravo domenica pomeriggio, alla conferenza di cui per la prima volta sono stata relatrice, nel cuore del tema che di tale incontro era l'argomento ispiratore, l'Imperatrice Elisabetta d'Austria 




ed il suo modo di porsi, senza alcuna volontarietà ed intenzionalità, obbedendo unicamente alla libertà del suo spirito, in antitesi con il suo tempo, con la sua cultura, con il ruolo che la storia l'aveva destinata ad 'interpretare', con i membri della corte e gli aristocratici in genere della Vienna del XIX secolo.



L'Imperatrice Elisabetta d'Austria in una fotografia del 1855




L'aura di fascino e di carisma di cui si circondava per l'innata regalità dei suoi modi, del suo sguardo, della sua andatura, suscitavano l'ammirazione di chiunque la incontrasse pur ignorando chi in realtà fosse, e da questo personaggio, che dell'epoca vittoriana fu la vera attrice, non solo, l'autentica protagonista proprio per questo suo modo di vivere, al di sopra di ogni convenzione, di ogni conformismo, in un epoca ed in un ambiente rigorosamente etichettato da imposizioni, tanto da meritare l'appellativo coniato da Gabriele d'Annunzio di EROINA DEL SOGNO 1, mi ha conquistata dall'età della mia adolescenza ... questo regale cigno nero



L'Imperatrice Elisabetta in una fotografia del 1865 ritratta con uno dei suoi amati cani, Houseguard




- del cigno ella possedeva le movenze e le fattezze - elegante e raffinato, sempre desideroso di solcare nuove acque, spesso oscure e perigliose, pur di tentare di trovare il modo ed il luogo in cui lenire il proprio male di vivere, non già di guarirne, ma di giungere a riuscire a reggerne il peso, spesso troppo, troppo gravoso 


Il cavallo che si slancia e la vela che si gonfia le davano l'illusione delle ali. Le rugiade dei prati la conoscevano, e le sabbie salate, e le moltitudini marine, e i venti,  e le piogge, e le aquile, e le vie invisibili, e i perigli affascinanti. 2

.... i numerosi lutti che come fulmini non di luce, bensì di buio, squarciarono la luce del suo cielo ( quella della piccola Sofia prima, poi quello dell'unico figlio maschio erede al trono nella tragedia di Mayerling, quello dell'amato cugino Ludwig, che perse la vita nelle acque dello Stanberger See, la perdita del cognato Massimiliano, divenuto Imperatore del Messico e giustiziato dal suo popolo e della compianta Carlotta, sua moglie, sottratta alla vita dalla pazzia generata dal dolore, quella della sorella Sofia Carlotta divenuta monaca ed arsa viva nei pressi di Parigi in occasione di un incendio scoppiato durante una fiera di beneficenza, nel tentativo di salvare quante più persone poteva che fu l'ultimo, occorso l'anno prima della sua morte ) la portarono ad allontanarsi sempre più da Dio per abbracciare una sorta di panteismo percependo il Senso del Sacro nella Natura soprattutto nelle sue manifestazioni più incommensurabili e sconfinate ... il mare agitato, il vento, il cielo, il volo degli uccelli, l'immensità della luce ...
Per giungere infine a parlare della sua tragica ed improvvisa dipartita, occorsa il 10 settembre del 1898, poco dopo le 14,30, che sembra quasi il compimento delle sue volontà, senza dolore, senza sofferenza, non troppo avanti negli anni ...


Ella muore nell'ora panica, nell'ora fiammeggiante, questa creatura senza sonno che, ogni mattina, dall'alto di una prua o di un promontorio, salutava l'aurora con la parola d'Ifigenia - Niente è più dolce del contemplare la luce !-  Ella è colpita nell'atto in cui s'avanzava ancora una volta verso la riva, ancora una volta verso l'acqua maravigliosa e consolatrice che l'attirava sempre con la promessa di schiuderle visioni più profonde e di condurla in paesi più nascosti. 3
 

Preparare un incontro ambientato nell'epoca a cui così tanto sento di appartenere e parlare di personaggi che tanto amo, soprattutto farmi portavoce del fascino misterioso della amata Imperatrice che sovra ogni altro personaggio storico ammiro

Il ritmo che regolava la magnifica anima si mesce a quella melodia del mondo che così a lungo ella ascoltò coricata nell'erba o nella sabbia, sotto il sole e sotto le stelle sentendo l'immensità del suo dolore eguagliare i fiumi che scorrono e gli oceani che ondeggiano - 4

è stato per me il più bel dono che questo Natale potesse farmi .... e mi sono preparata innanzitutto spiritualmente, appellandomi a quanto di vittoriano già da sempre alberga dentro di me, scegliendo con cura gli abiti ed i dettagli con cui ornarli












come se davvero mi fosse riservato l'onore di viaggiare indietro nel tempo, in quel tempo in cui risiedono il mio cuore ed il mio animo 




... e questo viaggio, idealmente, lo compio ogni qualvolta mi siedo qui e dialogo con voi, miei cari amici, ma domenica è stato diverso .... dovevo ricreare un'epoca, un'atmosfera, farmene messaggera, portare con me un francobollo di storia raccontandola come piace a me, come mi piaceva e mi piace tutt'ora studiarla, come amo insegnarla, ovvero non tanto attraverso date, nomi, luoghi, ma attraverso le vite di coloro che la hanno vissuta e quindi ne sono stati gli attori, conferendole così, e solamente così, pieno fondamento ed autenticità, e quali figure meglio della regina Victoria e dell'Imperatrice Elisabetta rappresentano del periodo vittoriano la sintesi, il sunto, magnificamente espresso, come non spesso accade, da una dicotomia !

E poi gli oggetti, quelli di uso quotidiano al tempo, hanno infine dato verosimiglianza ad un'epoca che poi non è così tanto lontana da noi.







Indossare indumenti che conservano lo spirito del passato, mi dona una serenità interiore che neppure il più elegante o il più bell'abito di oggi mi possa donare, sento di essere pienamente me stessa, sembrerà poco verosimile, ma è reale, ve lo assicuro; questa volta desideravo che tutto acquisisse talmente concretezza per chi mi vedeva ed era venuto ad ascoltarmi, desideravo profondamente fermare il tempo per quel paio d'ore che avrebbero circoscritto la conferenza per poter recuperare quasi proustianamente il sapore del passato, al punto da desiderare che anche la mia capigliatura fosse adeguata e perfettamente intonata all'occasione ...





Inutile dirvi che ho tante, tantissime persone a cui dover essere grata per questo dono, a cominciare da Massimo Sannelli, che doveva essere al mio fianco, ma che all'ultimo momento per cause di forza maggiore non ha potuto essere presente, connotato da una amabilità, da una gentilezza e da una disponibilità d'altri tempi, e che mi ha fatto conoscere il dottor Marco Giacinto Pellifroni, splendida persona che ha con estrema cura organizzato l'evento, al prof.Giorgio Girard, già titolare della cattedra di Psicologia dell'Università di Torino direttore dell'Associazione Culturale Domenica Est presso la cui sede, a Finale Ligure, l'incontro si è svolto e le amiche che mi hanno aiutata a far sì che il mio aspetto fosse il più vittoriano possibile, Patrizia, autrice della splendida acconciatura realizzata con tutto l'entusiasmo con cui riesce a riprodurre fedelmente creazioni artistiche di coiffeures dell'epoca vittoriana, e Susanna, adorabile creatura, come un Angelo sempre al mio fianco, che realizza con estremo amore vere opere d'arte ( suoi sono i due cammei con il volto dell'Imperatrice )... ed infine mio marito 



che con amore mi segue ovunque sostenendo ogni mia iniziativa, appoggiandomi sempre e collaborando amorevolmente con me ... e poi ... e poi i miei genitori, ovviamente, raramente ci si pensa, ma da loro tutto parte e proviene, dal loro amore, innanzitutto.

Un dono, grande, immenso mi è stato offerto domenica, un dono che porterò per sempre nel mio cuore ... grazie a tutti, con immenso affetto e tanta, tanta riconoscenza.



A presto 















Citazioni e note:

* per dovere di cronaca tengo a precisare che la futura Imperatrice nacque nell' Herzog-Max-Palais costruito tra il 1828 ed il 1831 nella Ludwigstraße in München dove la famiglia trascorreva i rigidi mesi invernali.

-1, 2, 3, 4: dall'articolo La virtù del ferro, in «Il Mattino», 29-30 settembre 1898, riportato in Gabriele D’Annunzio, Scritti giornalisticiMeridiani, Mondadori, vol.II, ora anche sul web nella sezione ANTOLOGIA del sito UNA RAPIDA EBBREZZA, curato da Massimo Sannelli e Vincenzo Laura
http://unarapidaebbrezza.blogspot.it/2011/12/dannunzio.html )













"The story I'm about to tell you begins as the most beautiful of the tales, a Christmas night, and has as its protagonist a princess, a small gift from Heaven of an uncommon grace;



- picture 1 - 'Cabochon' made by Susanna Tesini



she was born in a castle*, on the banks of a lake whose deep waters are colored, in those days, of a blue that almost inebriates, in one of the most spectacular and wild regions of the beautiful Bavaria ... and for about 25 - 30 years of a tale it keeps intact the connotations: the young princess knows her Charming Prince and became married at the age of just 16 years, thus arriving to wear the crown and tiara not just of a queen, but of Empress, Empress of a vast empire, the largest and most powerful of the old continent that already then (in 1853) had 52 million subjects ..... but not always fairy tales have a happy ending and this one begins to undress its fabulosity much, too soon.


But let's go ahead with order, we don't have to accelerate too much the time and let's go back, with our mind, and our heart, to the Holy Night of the year 1837: the stirrings of the small Elisabeth Amalia Eugenia echoed in the large halls of the castle of Possenhofen, and was thus brought to life the third daughter of Princess Ludovica of Bavaria and the Duke Maximilian in Bavaria, who, in the name of pleasure that he drew ascribing family names to his children, will call her simply Lisi or Sisi.

The Victorian period was just beginning, for on June the 20th of that same year,at the age of just 18, in the UK the Little Duchess of Kent Alexandrina Victoria, had risen to the throne and was crowned queen with the name of Victoria, starting a kingdom that remains still today the longest that UK has ever known (she will reign until 1901 for a total of almost 64 years) and starting a kind of innovation in culture and customs that we all know with the name of Victorian age."



- picture 2


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After introducing the discourse framing the Victorian period



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and trying to present the Queen Victoria, who of this was the involuntary author, as few outside British monarchy knew her,



- picture 6 - Queen Victoria in a photograph depicting her while admires a photo of her beloved



I mean as she appeared in public or, better in her privte life, devoid of that air of authority that often the portrait painters of the time tried to attribute her, with these words, last Sunday afternoon, at the conference of which, for the first time I was rapporteur, I went into the heart of the theme that of this meeting was the inspiring topic, Empress Elisabeth of Austria



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and her way of being, without any voluntariness and intentionality, obeying only to the freedom of her spirit, in contrast with her time, with its culture, with the role that history had intended her to 'interpret', with the members of the court and the aristocracy in general of the Vienna of the XIXth century.



- picture 8 - Empress Elisabeth of Austria in a photograph of 1855



The aura of charm and fascination of which she was surrounded by, the innate regality of her manner, her look, his gait, aroused the admiration of everyone who met her while ignoring who she really was, and this Woman, who of the Victorian era was the real actress, not only, the true Protagonist for this way of living her life, above every convention, every conformism, in a time strictly labeled by impositions, deserving the nickname coined by Gabriele d'Annunzio of HEROINE OF DREAMS 1, conquered me from the age of my adolescence ... this regal black swan



- picture 9 - Empress Elizabeth in a photograph of 1865 depicted with one of her beloved dogs, Houseguard



- of the swan she had the moves and the features - elegant and refined, always eager to plow new waters, often dark and perilous, trying to find the way and the place where ease her 'pain of living', not to heal of it but to come to be able and support its weight, often too much, too much heavy.

The rushing horse and the sailing that swells gave her the illusion of the wings. The dew of the meadows knew her, and so the salty sands, and the marine multitudes, and the winds and the rains, and the eagles, and the invisible ways and the fascinating dangers. 2

.... The many deaths that as lightnings not made of light, but rather of darkness, darken her sky (first that of the little Sofia, then that of her only son, heir to the throne, in the tragedy of Mayerling, that of her beloved cousin Ludwig, who lost his life in the waters of the Stanberger See, the loss of her brother-in-law Maximilian, Emperor of Mexico and executed by his people and that of Charlotte, his wife, who lost her life consequently a form of madness generated by this deep grief, and finally that of her sister Sophie Charlotte became a nun and burned alive near Paris during a fire broke out during a charity fair, occured while she was trying to save as many people as she could, which was the last,  the year before her death took her to move away by God to embrace a kind of pantheism, to feel the Sense of the Sacred in the Nature especially in its most immeasurable and boundless expressions  ... the rough of the sea, the wind, the sky, the flight of birds, the immensity of the light ...
To finally arrive to talk about her tragic and sudden demise, which occurred on September 10th, 1898, shortly after 14.30, which seems almost the fulfillment of her will, with no pain, no suffering, when she wasn't too old, yet ...

She died in the hour panic, the hour flamboyant, this creature without sleep, every morning, from a bow or a cape, greeted the dawn with the Iphigenia's words - Nothing is sweeter than to contemplate the light! - She is hit in the act in which she was going ahead towards the shore once more, once more toward the marvelous and comforter water that always attracted her by the promise of opening her deeper visions and to lead her in more hidden cuntries. 3

To prepare a meeting set in the era in which so much I feel I belong to and to talk about thoese characters I love so much, especially to make myself spokesman of the mysterious charm of the beloved Empress that over any other historical figure I do admire

- The rhythm which regulated the magnificent soul mingles with the melody of the world that she listened for so long lying in the grass or in the sand, under the sun and under the stars, feeling the immensity of her grief matchig  the flowing rivers and oceans swaying - 4

was for the best gift that this Christmas could make me .... and I prepared myself spiritually, as first, appealing to what of Victorian always dwells within me, carefully choosing the clothes and the details with which to adorned them



- picture 10 


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as if I really had received the honor of traveling back in time, in the time in which my heart and my soul reside



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... And this trip, ideally, is what I do every time I sit here and dialogue with you, my dear friends, but Sunday it was different .... I had to recreate an era, an atmosphere, to make me a messenger, bringing with me a stamp of history, telling it, as I loved and still love to study it, and as I love to teach it, I mean not so much through dates, names, places, but through the lives of those people who have lived it and of it they were actors, giving it, and just so, foundation and authenticity, and which personages better than Queen Victoria and Empress Elisabeth represent the synthesis, the summary of this age , beautifully expressed, as not often happens, from a dichotomy!

And then the objects, those used everyday at that time, they finally gave verisimilitude to an era that, after all, isn't so much far from us.



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To wear clothing preservimg the spirit of the past gives me an inner peace that even the smartest or the most beautiful dress of today cannot give, I am fully myself, maybe it seems unbelivable, but it's real, I assure you; this time I wanted everything acquired concreteness for those people who saw me and had come to listen to me, I wished profoundly to stop the time for that couple of hours that would have restricted the conference to be able to recover almost as Proust 'the flavor of the past', to the point of wishing that even my hair was adequate and perfectly attuned to this occasion ...



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Needless to say that I have many, so many people whom have to be grateful for this gift, beginning with Massimo Sannelli, which had to be present at my side, but at the last moment had to give up this commitment, characterized by a sweetness , a kindness and disposability of other times, who introduced me to Dr.Marco Giacinto Pellifroni, a wonderful person who has carefully organized the event, to Prof.Giorgio Girard, former professor of Psychology at the University of Turin, director of the Cultural Association Domenica Est at whose seat, in Finale Ligure, the meeting was held, and the friends who have helped me to make my appearance as much Victorian as possible, Patrizia, author of the beautiful headdress made with the whole enthusiasm with which she manages to reproduce artistic creations of coiffeures of the Victorian era, and Susanna, adorable creature, as an Angel always by my side, who achieves with extreme love true works of art (hers are the two cameos with the Empress face) ... and finally my husband



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which, lovingly, follows me everywhere supporting every initiative of mine, supporting me always lovingly and collaborating with me ... and then ... and then my parents, of course, we rarely think about it, but from them everything has been started and comes from their love, first of all.

A gift, big, huge, was offered to me last Sunday, a gift that will remain forever in my heart ... thank you all, with great affection and a lot of gratitude.


See you soon 














Citazioni and notes:

for the record I wat to point out that the future Empress was born in 'Herzog-Max-Palais built between 1828 and 1831 in the Ludwigstraße in Munich where the family spent the harsh winter months.

-1, 2, 3, 4: from the article La virtù del ferro, in «Il Mattino», 29-30 settembre 1898, collected in Gabriele D’Annunzio, Scritti giornalistici, Meridiani, Mondadori, vol.II, now also on the web in the section ANTOLOGIA of the site UNA RAPIDA EBBREZZA edited by Massimo Sannelli and Vincenzo Laura
http://unarapidaebbrezza.blogspot.it/2011/12/dannunzio.html )