Per augurare a tutti voi una Felice Santa Pasqua, capace di donarvi la Pace e la Serenità dell'Animo, ho scelto questa fotografia del 1906, anno che si colloca praticamente al centro dell'Epoca edoardiana, principiata con l'ascesa al trono di re Edoardo VII il 22 di gennaio del 1901 e che si concluderà con la sua morte il 9 maggio del 1910; epoca breve, ma molto prosperosa, che vide il fiorire di tutto ciò che era nato e già era florido nell'epoca Vittoriana, dalla cultura, all'arte, all'industria, etc., quella edoardiana segnerà anche il progredire anche della fotografia che acquisisce i primi colori della realtà che immortala: era infatti il 1903 quando i fratelli Auguste e Louis Lumière ottennero il brevetto per la fotografia autocromatica, commercializzata a partire dal 1907.
Le fotografie cominciano ad acquisire i primi sbiaditi colori, sono quelli primari, miscelati al bianco e nero che permane sempre dominante, grazie ad un processo che ancora non smette di affascinarmi.
Diversamente dalle lastre utilizzate per la fotografia in bianco e nero, quelle per la fotografia monocromatica erano montate sulla macchina fotografica con il lato di vetro nudo rivolto verso l'obiettivo, in modo che essa ricevesse direttamente la luce ed inoltre l'utilizzo di un filtro speciale giallo-arancio da aggiungere infine alla macchina fotografica aveva il compito di bloccare la luce ultravioletta e limitare gli effetti della luce viola e di quella blu a cui la suddetta lastra era molto sensibile ... Ma quali erano le caratteristiche che tipizzavano tale lastra ?
Si trattava di una lastra di vetro semplice, ma molto sottile, che da una parte veniva cosparsa di granelli microscopici di fecola di patate tinti di rosso-arancione, verde, e blu-violetto che creavano un mosaico fittissimo ed occasionale, agendo come filtri di colore; il nerofumo riempiva gli spazi tra i granuli, e un'emulsione pancromatica, ovvero in grado di catturare tutti i colori dello spettro, a base di alogenuri d'argento in bianco e nero rivestiva la parte superiore dello strato filtrante.
Per fissare i granuli, il vetro veniva cosparso innanzitutto di uno strato adesivo che li potesse tenere attaccati al vetro; essi avevano una dimensione compresa tra 5 e 10 micrometri ( un micrometro equivale ad un centesimo di millimetro ) ed i tre colori erano così accuratamente mescolati ed eguali in proporzione da far apparire l'insieme di colore grigio, visto ad occhio nudo; erano necessari circa 4.000.000 di granuli per per pollice quadrato per rivestire il più uniformemente la lastra di vetro ed i mezzi precisi attraverso cui si evitava di lasciare lacune significative tra i granuli ed altresì di evitarne la sovrapposizione rimangono ancora poco chiari.
Per certo si sa che una pressione estrema produceva un mosaico che più efficientemente trasmetteva la luce, perché i granuli venivano così appiattiti leggermente, e perciò resi più trasparenti e più vicini l'uno all'altro, ma dato che era poco pratico applicare tale pressione all'intera lastra in una sola volta, un rullo compressore veniva utilizzato in più tempi su piccole porzioni della lastra; dopo l'utilizzo, come suddetto, del nerofumo per colmare i vuoti, la lastra veniva quindi rivestita con gomma lacca per proteggere i granuli e quindi, quando questa era completamente asciutta, una gelatina a base di acqua faceva da finitura per proteggere il tutto dall'umidità.
Così ultimata la lastra veniva tagliato in lastre più piccole delle dimensioni desiderate, che venivano confezionate in scatole dai quattro ciascuna ed ogni pezzo era accompagnata da un sottile cartoncino colorato di nero sul lato rivolto verso l'emulsione.
A causa della perdita di luce dovuta a tutto questo meraviglioso ed innovativo gioco di filtraggio, per le primissime fotografie colorate erano necessarie esposizioni molto più lunghe rispetto a quelle caratteristiche per le fotografie in bianco e nero, il che significa che un treppiede o un altro supporto dovevano essere utilizzati per reggere la macchina fotografica e che non era assolutamente pratico fotografare soggetti in movimento.
E dopo avervi spiegato nel modo più dettagliato possibile questa tecnica che per l'epoca era davvero rivoluzionaria, vi lascio con alcune fotografie monocromatiche che trovo semplicemente deliziose !
Autore ed anno sconosciuti
Woman by pond, ca. 1906-12. Fotografia autocromatica dei fratelli Lumière
Fotografia autocromatica di Leonid Andreyev dal titolo 'With Anna' che ritrae Andreyev ed Anna nel loro giardino.
Fotografia autocromatica di Etheldreda Janet Laing, 1910 - Image © National Media Museum, Science & Society Picture Library
Fotografia autocromatica, 1910
Fotografia autocromatica degli inizio del 1900
Fotografia autocromatica di Etheldreda Laing che ritrae la figlia Janet o Iris nel giardino della casa dei genitori ad Headington, Oxford.
Fotografia autocromatica, 1907
Fotografia autocromatica di Etheldreda Laing, One of the Laing sisters of Oxford, 1910
Woman in Historical Costume, ca. 1910.
Autochrome from the George Eastman House, ca. 1910-1920
Fotografia autocromatica di Etheldreda Laing che ritrae una delle sue figlie in giardino, ca. 1910-1914
Untitled, di Ducurtyl Collection Bibliothèque municipale de Lyon ©
Jeune femme à l'ombrelle - portrait en pied, di Clément Maurice
Iris Laing (left), aged around 11, and her sister Janet, aged around 16, c. 1914
Ci rivediamo il primo giorno di Aprile, vi aspetto per festeggiare il compleanno di ~ My little old world ~ !
A presto ♥
- picture 1
To wish you all a Happy Easter, able to give you the Peace and the Serenity of the Soul, I chose this photograph of the year 1906, the year that virtually lies at the center of the Edwardian Era, began with the ascension to the throne of King Edward VII on January 22nd, 1901, and ending with his death on May 9th, 1910; short, but a very prosperous age, which saw the blossoming of all that was born and was already thriving during the Victorian era, from culture, to art, to industry, etc., the Edwardian ones will also mark several progresses in photography, which acquires the first colors of the reality which it captures: it was 1903 when the brothers Auguste e Louis Lumière obtained a patent for autochrome photography, marketed for the first time in 1907.
The photos begin to acquire the first faded colors, they are the primary ones, mixed with black and white that remain always dominant, thanks to a process that still doesn't cease to amaze me.
Unlike the plates used for photography in black and white, those for monochrome photography were mounted on the camera with the bare glass side facing the lens, so that they could receive directly the light and a special yellow-orange filter which was finally added to the camera, had the task of blocking the ultraviolet light and limit the effects of purple and blue light in which, they said, the plate was very sensitive ...
But what were the characteristics of this so special plate?
It was a simple glass plate, but very thin, which by one side was sprinkled with microscopic starch potatoes grains dyed in red-orange, green, and blue-violet which created a dense and occasional mosaic, working as filters of color; the lampblack filled the spaces between the granules, and a panchromatic emulsion, able to capture all the colours of the spectrum, to base of silver halide black and white, coated the upper part of the filtering layer.
To fix the granules, the glass was first of all covered with an adhesive layer that could keep them stuck to the glass; they had a size comprised between 5 and 10 micrometers (a micrometer is equivalent to a hundredth of a millimeter) and the three colours were so thoroughly mixed and equal in proportion as to appear of gray color, seen by the naked eye; they were needed about 4,000,000 of granules per square inch to coat the more uniformly the glass plate and the precise means by which they avoided of leaving significant gaps between the granules and also prevented their overlapping, still remain unclear.
For sure, it is known that an extreme pressure created a mosaic that more efficiently transmitted the light, because the granules were thus slightly flattened, and, therefore, made more transparent and more close one to another, but since it was impractical to apply such pressure to the entire plate at one time, a compressor roller was used in several times on small portions of the plate; after using the lampblack to fill the gaps, as mentioned above, the plate was then coated with shellac to protect the granules, and then, when this was completely dry, a water-based jelly made the finish to protect the everything from humidity.
Thus completed the plate was cut into smaller pieces of the desired size, which were packed in boxes by the four each, and every piece was accompanied by a thin black colored cardboard placed facing the emulsion.
Because of the loss of light due to all this wonderful and innovative filtering game, for the very first coloured photographs were necessary much longer exposures compared to those characteristics for the photographs in black and white, which means that a tripod or another support were used to hold the camera and it was not at all practical photographing moving subjects.
And after having explained you as much detailed as possible this technique, which at the time was really revolutionary, I leave you with some monochrome photographs that I find simply delightful !
- picture 2 - Title and author unknown
- picture 3 - Woman by pond, ca. 1906-12. Autochrome (early color photograph) by the Lumière brothers.
- picture 4 - A Leonid Andreyev Autochrome entitled 'With Anna' showing Andreyev and Anna in their garden.
- picture 5 - Autochrome by Etheldreda Janet Laing, 1910 - Image © National Media Museum, Science & Society Picture Library
- picture 6 - Autochrome, 1910
- picture 7 - Autochrome photo from the early 1900's
- picture 8 - Autochrome taken between 1910 and 1915. It shows Janet or Iris Laing in their parents’ house and garden in Headington, Oxford.
- picture 9 - Autochrome, 1907
- picture 10 - Autochrome. One of the Laing sisters of Oxford, 1910
- picture 11 - Woman in Historical Costume, ca. 1910
- picture 12 - Autochrome from the George Eastman House, circa 1910-1920s
- picture 13 - Etheldreda Laing's autochrome, photo of her daughter in the garden ca 1910-1914
- picture 14 - Untitled. By Ducurtyl Collection Bibliothèque municipale de Lyon ©
- picture 15 - Jeune femme à l'ombrelle - portrait en pied. Clément Maurice
- picture 16 - Iris Laing (left), aged around 11, and her sister Janet, aged around 16, c. 1914
Wishing you again, with the most sincere affection, so much Serenity for the days to come, I am obliged to tell you that the commitments that for time I'm trying to postpone can no longer await, and so I decided to take a little break ... I don't do it willingly, but I'm forced, believe me, I prefer to be away rather than be present without having the time necessary to follow your lovely blogs, and to be not able to come and visit you !
See you on the first day of April to celebrate the birthday of ~ My little old world ~ !