martedì 24 febbraio 2015

Dove sovrano regna il silenzio ~ Into a Country Churchyard.



I went to Heaven, -
'Twas a small Town -
Lit - with a Ruby -
Lathed - with Down -

Stiller - than the fields
At the full Dew -
Beautiful - as Pictures -
No Man drew.
People - like the Moth -
Of Mechlin - frames -
Duties - of Gossamer -
And Eider - names -
Almost - contented -
I - could be -
'Mong such unique
Society -







Andai in Cielo -
 una piccola Città 
da un rubino illuminata,
piastrellata di piume -

Più silente dei campi
quando è al colmo la rugiada -
splendida come quadri
Che mai uomo dipinse.
I cittadini, simili a falene,
non ossa nei corpi, ma pizzi -
occupazioni tenui come velo
e nomi delicati, morbidissimi.
Di certo non potevo ch'esser lieta
in tale straordinaria compagnia -

Emily Dickinson, 374 (1862 - 1863),







Quanti sono i motivi per cui ammiro la cultura anglosassone ...

Persino i camposanti hanno un che di ammirevole per me, soprattutto quelli legati al culto anglicano, ancor più se vecchi, luoghi questi che esprimono il più alto concetto di umiltà e di democrazia, dove una lapide quasi non si distingue dall'altra, essendo 


[...] eretta quale semplice memoriale
Con rime semplici e scultura di poco prestigio, 
a implorare il tributo di un sospiro al viandante.2 *


Thomas Gray, Elegy written in a Country Churchyard, 1751




dove il corpo eternamente riposa coperto dal verde spontaneo che la Natura sceglie di donargli, in sintonia all'alternarsi delle stagioni ed allo scorrere del tempo, che per chi rimane, continua a fluire con una sua cadenza.






Non riesco a vedere quali fiori siano ai miei piedi,
Né quale incenso morbido sia appeso ai rami,
Ma, nella profumata oscurità, indovino ogni dolcezza
Con le quali ogni mese delizia ogni stagione
L'erba, il boschetto, e il selvaggio albero da frutto;
Il biancospino, e la pastorale rosa canina;
Le violette,che veloci sfioriscono,ricoperte di foglie;
Ed figlio maggiore di metà maggio,
La rosa muschiata, che giungerà, colma di vino rugiadoso,
Mormoreggiante dimora di mosche nelle serate estive.


John Keats, Ode to a Nightingale, 1819, 3 




E' questo per me la concretizzazione in immagine del più elevato concetto di Fede, dove non esiste la tomba del ricco accanto a quella del povero, dove fiori sgargianti non testimoniano una visita appena ricevuta, mentre altri, sciupati, attestano la dimenticanza o l'assenza di congiunti in vita ... non siamo forse tutti uguali innanzi alla morte ?

Ebbene, dai cimiteri anglosassoni questo lo si evince pienamente, i cimiteri anglosassoni non a caso vengono definiti campestri perché accolgono con la più spontanea ed originaria naturalezza le spoglie dei defunti, spesso accanto a praterie o pascoli.




La cultura del vecchio continente, eccezion fatta per i paesi germanofoni, associa il cimitero ad un luogo tetro, funereo, macabro, con fredde tombe di marmo, l'una diversa dall'altra, con i cipressi ed i tassi, alberi che la cultura classica associa alla morte della vita, perché ancora la nostra religione rimane vincolata al culto degli avi appartenente alle antiche tradizioni romane, non ci appartiene il concetto di cimitero quale luogo del naturale ritorno alla terra e del sereno sposalizio con essa delle spoglie del corpo senza vita ....




[...] Non ombra di cipresso
Non funereo tasso si stende sopra la sua tomba,




Ma gentili violette, rugiadose di pianto
Sopra le sue ossa intessono una ghirlanda di fiori perenni.


 Oscar Wilde, THE GRAVE OF KEATS, 1881,






( Vi ricordo che Keats morì il 24 febbraio del 1821 a Roma dove si recò nel tentativo estremo di trovare giovamento alla sua salute dopo essere stato colpito nel 1820 da un primo attacco di tubercolosi; le sue spoglie riposano nel cimitero acattolico della nostra capitale e la sua lapide ne attesta la provenienza anglosassone.)

La ghisa e così la pietra, materiali su cui il tempo sembra non avere potere alcuno, ci appaiono quali segno tangibile dell'eternità ....
solo i licheni, ricamando lentamente preziosi trini,






riescono a carpirne qualche stilla di rugiada e a trovarvi albergo, nel tentativo di strapparli alla loro immobile staticità, 





mentre il manto del prato che comincia a prendere vita dopo il torpore invernale, ci dà, per converso, l'idea del tempo che per noi continua a scorrere ... inesorabilmente ...



Spesso, forse dirà Pastor canuto,
La rugiada crollar giù da l’erbetta,
Frettoloso in su l’alba i’ l’ho veduto,
Per incontrare il Sol su l’alta vetta.


Thomas Gray, Elegy written in a Country Churchyard, 1751 5



Provengono queste incantevoli immagini da un piccolo antico cimitero anglicano situato nei pressi di Cirencester nei Cotswolds




una delle regioni più verdi dell'Inghilterra di cui tale piccolo centro è il caratteristico, fascinoso capoluogo.



Esso si trova sul crocevia di tre strade romane ed a quel tempo, quando il suo nome era Corinium Dobunnorum, si estendeva per oltre 250 ettari ed era secondo, quanto ad importanza commerciale, solamente a Londra in qualità di centro più prosperoso della Britannia Romana; con le invasioni sassoni del VI secolo le sue sorti cambiarono al punto da essere addirittura distrutto, ma fu durante il periodo medioevale che grazie alla fiorente produzione di lana e al conseguente commercio riconquistò importanza e prestigio, come attestano con orgoglio i fregi che si possono ammirare sulle facciate della Chiesa Parrocchiale di St.John Baptist, che tutt'oggi si affaccia su quella che è si è conservata quale piazza del mercato.

Ma diamo un ultimo sguardo al piccolo camposanto, luogo di pace e serenità sconfinata, prima di salutarci definitivamente



e torniamo là dove il silenzio governa da secoli e tanto la pace quanto la serenità sempiterno custodisce ...




Quelli - che morivano allora,
Sapevano dove andare -
Andavano alla Destra di Dio -
Quella Mano è amputata ora

E Dio non lo si riesce a trovare -





L'abdicazione della Fede
Rende l'Agire meschino -
Meglio un fuoco fatuo
Del buio totale -


Emily Dickinson, J1551 (1882) / F1581 (1882), 6




Vi saluto, quindi, con il cuore colmo di gioia e di gratitudine, e vi auguro ogni bene ... ah, dimenticavo, ancora un grazie particolare a Cristina che mi ha fatto dono di buona parte delle immagini che hanno ispirato e popolano questo mio post, scattate sempre con occhio maestro ed attento ai dettagli.


A presto 













Bibliografia

Emily Dickinson, EMILY DICKINSON TUTTE LE POESIE, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997,

Oscar Wilde, Poesie, Lorenzo Barbera Editore, Srl, Siena, 2006




Citazioni e Note:

1 -  Emily DickinsonEMILY DICKINSON TUTTE LE POESIE, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, pag. 409

2 - Thomas Gray, Elegy written in a Country Churchyard, 1751 


4 -  Oscar WildePoesie, Lorenzo Barbera Editore, Srl, Siena, 2006, pag. 94


6 - Emily Dickinson, op.cit.,  pag. 1479


- Sul finire del settecento, tra neoclassicismo e romanticismo, si andò definendo in letteratura un filone cosìdetto sepolcrale: Thomas Parnell con A Night-Piece on Death fu il primo e l'ispiratore di questo filone, cui fece seguito appunto Thomas Gray con la celeberrima Elegy Written in a Country Churchyard del 1751, Robert Blair con il suo The Grave del 1743, William Collins, James Hervey, con le sue Meditations among the tombs in prosa, il Reverendo Anthony Moore of Cornwall (1727-1760), autore di un Soliloquy written in a Country Churchyard, a imitazione di Gray, e di una Elegy written among the Ruins of a Nobleman's Seat in Cornwall, e soprattutto Edward Young con Night Thoughts del 1742.
I poeti sepolcrali inglesi arrivano a essere molto conosciuti e apprezzati in italia grazie alle traduzioni che ne furono fatte e sulla scia delle quali, ma talora con evidenti contaminazioni dantesche e col contributo di certa poesia secentesca, alcuni poeti preromantici scrissero opere di chiara ascendenza cimiteriale. Esse si ritrovano in alcune delle poesie giovanili di Ugo Foscolo, ( il componimento meno cimiteriale di tutti, contrariamente a quanto si possa pensare è il carme Dei Sepolcri ) in alcuni componimenti del classicista Vincenzo Monti, ma l'autentico fondatore della poesia sepolcrale in Italia fu Ippolito Pindemonte con I Cimiteri, I Sepolcri (in qualche passo del quale si può forse individuare una conoscenza del The Grave, dello scozzese Robert Blair ) e il Lamento di Aristo in morte di Giuseppe Torelli, la cui vena recupera molto proprio dal Gray e dalla sua soffice malinconia. In Pindemonte, più che immagini tetre e inquietanti alla Young, troviamo paesaggi colmi di quiete, dove il tempo sembra fermarsi in un istante particolare e rifiutarsi di avanzare per dare adito alla vita; si avverte spirare dai suoi versi un dolce senso di malinconia,  certo crepuscolare, ma ancora fortemente arcadica, perciò egli è stato definito il poeta "più romantico dei preromantici".












- picture 1





I went to Heaven, -
'Twas a small Town -
Lit - with a Ruby -
Lathed - with Down -

Stiller - than the fields
At the full Dew -
Beautiful - as Pictures -
No Man drew.
People - like the Moth -
Of Mechlin - frames -
Duties - of Gossamer -
And Eider - names -
Almost - contented -
I - could be -
'Mong such unique
Society -



Emily Dickinson, 374 (1862 - 1863),





- picture 2






How many are the reasons why I admire the British culture ...

Even cemeteries have something admirable to me, especially those related to the Anglican worship, even more if ancient, these are places expressing the highest concept of humility and democracy, where a grave is almost no different from the other,




[...]  Some frail memorial still erected nigh,
With uncouth rhymes and shapeless sculpture deck'd,
         Implores the passing tribute of a sigh. 2



Thomas Gray, Elegy written in a Country Churchyard, 1751




 where the body rests eternally covered by green and spontaneous flowers that Nature chooses to give him, according to to the alternation of the seasons and the passage of time, for those who remain, still flowing with its cadence.




- picture 3






I cannot see what flowers are at my feet,
Nor what soft incense hangs upon the boughs,
But, in embalmed darkness, guess each sweet
Wherewith the seasonable month endows
The grass, the thicket, and the fruit-tree wild;
White hawthorn, and the pastoral eglantine;
Fast-fading violets covered up in leaves;
And mid-May's eldest child,
The coming musk-rose, full of dewy wine,
The murmurous haunt of flies on summer eves.



John Keats, Ode to a Nightingale, 1819, 3




And this is for me the realization in image of the higher concept of Faith, where there isn't the tomb of the rich next to that of the poor, where there are bright flowers testifying a recent visit, while others, wasted, attest forgetfulness or the absence of relatives still living ... are we all equal in front of the death?

Well, in the Anglo-Saxon cemeteries this it can be seen fully, the Anglo-Saxon cemeteries not by chance are defined Country Churchyards because they welcome, with the most spontaneous and original naturalness, the remains of the deceased, often next to grasslands or pastures.




- picture 4




The culture of the old continent, except for the German-speaking countries, associates the cemetery to a gloomy funeral, macabre place, with cold marble tombs, different one from another, with cypresses and yew, trees that the classical tradition associates to death, because even our religion remains bound to the cult of the ancestors belonging to the ancient Roman traditions, it doesn't belong to us, the concept of the cemetery as the place of the natural return to the earth and of its peaceful marriage with the remains of the dead body ....




 No cypress shades his grave, no funeral yew,  



- picture 5



  But gentle violets weeping with the dew  
Weave on his bones an ever-blossoming chain.


Oscar Wilde, The Grave of Keats, 1881, 4





- picture 6




(I remind you that Keats died on February 24th, 1821 in Rome, where he went in an attempt to find beneficial to his health after he was shot in 1820 by a first attack of tuberculosis; his remains rest in the Protestant Cemetery of our capital and his tombstone certifies its Anglo-Saxon origin.)


The cast iron and so the stone, inert matters on which time seems to have no power, appear to us as a tangible sign of eternity ....
only lichens, embroider slowly tracery-works of embroidery,




- picture 7


- picture 8


- picture 9




managing to steal a few drops of dew and find a hotel, in an attempt to snatch their property static,




- picture 10


- picture 11




while the mantle of the lawn beginnning to come back to life after the winter slumber, gives us, conversely, the idea of the time which for us goes flowing ... inexorably ...


These beautiful images come from a small old Anglican cemetery located near Cirencester in the Cotswolds,




- picture 12




one of the greenest regions in England of which this small town is the charming chief town.




- picture 13




It is located on the crossroads of three Roman roads and at that time, when its name was Corinium Dobunnorum, it stretched for more than 250 acres and was second, as for commercial importance, only to London being he most prosperous center of the Roman Britain; with the Saxon invasions of the 6th century its fortunes changed to the point that it was even destroyed, but it was during the medieval period that, thanks to the flourishing wool production and the consequent trade, it regained importance and prestige, as proudly attested by the friezes that we can admired on the facades of the Parish Church of St. John Baptist, which still overlooks on what has been preserved as the market square.

But let's take one last look at the little cemetery, a place of peace and boundless serenity, before saying goodbye 




- picture 14




and let's come back to where the silence rules for centuries and both peace and serenity everlasting guards ...





Those - dying then,
Knew where they went -
They went to God's Right Hand -
That Hand is amputated now
And God cannot be found -






- picture 15




The abdication of Belief
Makes the Behavior small -
Better an ignis fatuus
Than no illume at all -

Emily Dickinson, J1551 (1882) / F1581 (1882), 5





I'm greeting you, with my heart filled with joy and gratitude, and wish you all the best ... ah, I was going to forget ... once more a special thank to Cristina that made me the gift of the most part of the images that have inspired and populate my post, always taken with a master eye, always attentive to details.


See you soon 















Bibliography

Emily Dickinson, EMILY DICKINSON TUTTE LE POESIE, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997

Oscar Wilde, Poesie, Lorenzo Barbera Editore, Srl, Siena, 2006



Quotations:

1 -  Emily DickinsonEMILY DICKINSON TUTTE LE POESIE, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, page 408

2 - Thomas Gray, Elegy written in a Country Churchyard, 1751

3 -  1819, ODE TO A NIGHTINGALE, John Keats

4 -  Oscar Wilde, The Grave of Keats, 1881

5 - Emily Dickinson, op.cit.,  page 1478

* - At the end of the eighteenth century, between neoclassicism and romanticism, it went in defining in literature a trend so-called burial: Thomas Parnell with A Night-Piece on Death was the first and the inspiration for this line, which was followed precisely just with Thomas Gray with his famous Elegy Written in a Country Churchyard of 1751, with Robert Blair's The Grave of 1743, William Collins, James Hervey with his Meditations Among the tombs in prose, the Rev. Anthony Moore of Cornwall (1727-1760), author of Soliloquy written in a Country Churchyard, in imitation of Gray, and an Elegy written among the ruins of a Nobleman's Seat in Cornwall, and especially with Edward Young's Night Thoughts of 1742.
The English sepulchral poets became very well known and appreciated in Italy thanks to the translations that were made and in the wake of which, but sometimes with obvious contamination from Dante and with the contribution of some seventeenth-century poetry, some pre-romantic poets wrote works clearly burial. We may fnd thos kind of inspiration in some of the early poems by Ugo Foscolo, ( the less burial among all, contrary to what we might think, is the poem Dei Sepolcri) in some compositions of the classicist Vincenzo Monti, but the real founder of the burial poetry in Italy was Ippolito Pindemonte with I Cimiteri, I Sepolcri (in some steps of which which we can identify a knowledge of The Grave, by the Scottish Robert Blair) and the Lamento di Aristo in morte di Giuseppe Torelli, whose very own vein recovers from Gray's poetry and from his soft melancholy. In Pindemonte, more than Young's bleak and disturbing images we may find landscapes full of tranquility, where time seems to stop in a particular moment and refuse to move forward to give rise to life; by his verses we may feel a sweet sense of melancholy, certainly crepuscolar, but still strongly Arcadian, that's why he has been called the "most romantic of pre-romantic" poets.



LINKING WITH:











giovedì 19 febbraio 2015

HOLLAND HOUSE, the Regency London's most celebrated salon, and its hostess, Baroness Lady Elizabeth Vassall-Fox.




Edificata nel 1605 per Sir Walter Cope

ed originariamente nota come Cope Castle, 




Holland House by John Wykeham Archer (1808 - 1864)


Holland House fu una delle prime grandi residenze costruite a Londra presso Kensington, per l'esattezza a due miglia dall'angolo di Hyde Park, alla fine di Kensington Road; alla morte di Cope l'edificio venne ereditato da suo cognato Henry Rich, I conte di Holland ed i suoi discendenti ne detennero la proprietà fino all'epoca vittoriana inoltrata.



Sotto Henry Richard Vassall-Fox, 3rd Baron Holland PC (1773 – 1840 ), figura politica di spicco del movimento Whig, agli inizi del XIX secolo, la residenza divenne nota quale salotto letterario e politico di alto livello frequentato da personaggi eminenti dell'epoca, scrittori, letterati, filosofi, politici di stampo progressista quali George Byron, Thomas Macaulay, Benjamin Disraeli, Charles Dickens, Walter ScottUgo Foscolo, Sydney Smith e lo storico e politico John Allen cui ancor oggi una delle stanze è dedicata; Holland House fu frequentata anche in epoca vittoriana, quando fu promossa quale centro artistico di grande importanza, basti pensare che George Frederic Watts stabilì qui il proprio studio: dopo un contratto di ventun'anni che lo vedeva dipingere le proprie tele nella residenza principale, egli decise di farsi costruire un'ala chiamata Little Holland House, 


Little Holland House negli anni '60 del 1800



sempre all'interno di Holland Park, che divenne una sorta di casa-studio, fulcro della vita artistica londinese frequentato anche da Julia Margaret Cameron e da una nutrita quantità di altri luminari vittoriani. 
Purtroppo, dopo il bombardamento subito nel 1940 ben poco rimane di tale splendore, ovvero solo il piano terreno che, ripristinato, oggi è utilizzato quale ostello.


Holland House by John Buckler, 1812



Ma noi siamo in grado, con gli occhi della mente, aiutati da autentiche immagini del tempo, di tornare agli inizi del 1800, quando Holland House, dalle tipiche linee architettoniche, fatte dell'alternarsi di simmetrie e dai giochi di rientranze e sporgenze tipicamente dettate dallo stile Giacobino, era ancora totalmente immersa nel verde della campagna, circondata da boschi di secolari latifoglie e da ampie praterie; 


Holland House by John Preston Neal, 1815, ( Victoria & Albert Museum )



qui Lord Holland e sua moglie Lady Vassall-Holland crearono un salotto scintillante ed influente degno della fama che conquistò, poiché per oltre 30 anni, prima della Reform Act datata 1832, Holland House divenne il quartier generale del partito Whig, il luogo in cui gli uomini nuovi si incontravano, cenavano e discutevano; 



Lithotint by William L.Walton  (1796 - 1872)



come già detto Byron era uno degli ospiti prediletti e fu qui che egli incontrò e conobbe Lady Caroline Lamb, così come ospite fisso era Sidney Smith, conosciuto come spirito libero dell'epoca e Richard Brinsley Sheridan che lasciava Holland House spesso in preda ai fumi dell'alcool.

A quel tempo Lady Elizabeth Vassall - nata a Londra nel 1771 quale figlia unica di Richard Vassal, un possidente di piantagioni di zucchero in Jamaica ed in altre zone site nelle Indie Orientali, e di Mary Clarke - divenuta Baronessa Holland, era la padrona di casa e a lei si dovevano i sontuosi ricevimenti ivi organizzati; erede di una grande fortuna proveniente dai possedimenti terrieri curati dal padre ( non trovate anche voi che sembri quasi per ironia della sorte che i proventi del lavoro di schiavi venga utilizzato per promuovere idee progressiste ?) diede ai sontuosi ricevimenti che si tenevano in questa residenza patrizia lo splendore che fece sì che passassero alla storia.
Aveva quindici anni quando venne data in sposa ad un nobile molto più anziano di lei, Sir Godfrey Webster ( a sinistra: Elizabeth Vassall quale Lady Webster, Robert Fagan, 1793 ) e fu protagonista di un notevole scandalo quando all'età di ventitré anni lo lasciò - e con lui i tre pargoli che gli aveva dato - per fuggire con il politico Henry Fox, futuro Lord Holland



Lady Elizabeth Vassal Webster nei panni de "A Virgin of the Sun" by George Romney, c.1793



egli aveva vent'anni e si trovava come Lady Webster, fuggita a causa della violenza che il marito su di lei riversava, in Italia per il tradizionale Grand Tour.

Si conobbero a Firenze e si ritrovarono a Napoli ed ottenuto il divorzio dal marito il 4 luglio del 1797 sotto l'accusa di adultera,
Elizabeth Vassall sposò il nuovo amante due giorni dopo, avendo già in grembo la prima delle sette creature che sarebbero venute alla luce dalla loro unione.
Uomo d'indole docile, di nobili natali - era figlio di Stephen Fox, II Baron Holland e di Lady Mary, figlia di John Fitzpatrick, I Conte di Upper Ossory e va ricordato che i suoi nonni paterni erano Henry Fox, I Baron Holland, e Lady Caroline Lennox, la più anziana delle celebri sorelle Lennox e pronipote (attraverso una linea illegittima) di re Carlo II - e cresciuto respirando aria di progressismo già in famiglia non poteva non farsene a sua volta promotore; avvezzo alla politica - entrò giovanissimo in parlamento all'età di 19 anni ed ebbe il proprio seggio alla Camera dei Lords già nel 1996 - avendo incontrato e frequentato a Parigi anche Lafayette tornò in patria con la viva intenzione di dar vita ad un circolo riformista di stampo illuministico filo-francese capace di diffondere le idee progressiste Scozzesi. 
( A destra: Henry Richard Vassal-Fox, 3rd Baron Holland, by Loius Gauffier )
Questo divenne la residenza nobiliare di Holland House, e dopo aver ottenuto nel 1800 il permesso di legare al proprio cognome quello della moglie, essa divenne la dimora ufficiale dei Baroni Vassall-Holland; Lady Elizabeth 



 Lady Elizabeth Webster, 1795, by Louis Gauffier



 "ebbe la sua posizione come signora di una splendida casa, suo marito, vivace ed esuberante, era un padrone incantevole, e lei stessa, nel pieno splendore della sua giovinezza e della sua bellezza, poté ancora una volta esercitare le sue abilità. Insieme hanno fatto di Holland House una calamita per i politici ancora attaccati alla norma ormai mal ridotta di Fox, in numero limitato, ma che diedero con il loto talento ciò che mancava in quanto a voti." 1



Lady Holland (con il figlio Godfrey Vassall) nel 1796 by Louis Gauffier 



Nell'allestire i sontuosi ricevimenti che di tale dimora fecero la fama era sovente aiutata dall'amica Georgiana Cavendish, Duchessa del Devonshire, ospite fissa ed altra frequente presenza femminile, il cui nome era facilmente legato a quello dei più rinomati salotti culturali del tempo poiché era una figura di spicco nel dibattito preromantico - a lei si dovrà la nascita del romanticismo - ( anche se non godeva di altrettanta simpatia da parte della padrona di casa ) era Madame de Staël e spesso figurava ospite alle cene che si tenevano ad Holland House anche Charles Maurice de Talleyrand-Périgord.
La magnificenza della residenza e quanto di fastoso e principesco offrivano il parco ed i giardini di Holland House, 





seppure ben apprezzati da Lady Elizabeth, la quale contribuì a renderli altresì più preziosi importando in Gran Bretagna il fiore della dalia alla quale legò indissolubilmente il suo nome, passarono in secondo piano rispetto agli intrattenimenti di cui essa era protagonista, come si evince anche dal suo diario. 
A tale proposito ci tengo a dirvi che un tentativo d'importazione del suddetto fiore era stato fatto nel 1789 dalla Marchesa di Bute, che recò la pianta dalla Spagna, ma non riuscì a propagarla. Nel 1804 Lady Holland si trovava a Madrid e ricevette dal botanico Antonio José Cavanilles i semi che ella subito inviò in Inghilterra, al signor Buonaiuti, bibliotecario di Lord Holland ad Holland House, il quale riuscì a crescerne con successo le piante; nel 1824 Lord Holland inviò alla moglie un biglietto contenente la seguente poesiola:



" La dalia che tu portasti alla nostra isola

Le tue lodi per sempre canterà;

Il cuore dei giardini sarà dolce come il tuo sorriso,

E di un colore luminoso come la tua gota. "





Henry Richard Fox Vassall 3rd Baron Holland nel 1820, by George Hayter



Si dice che con il passare del tempo Lady Holland abbia maturato un carattere irritante, altezzoso, ed una lingua tagliente, tanto, forse, da giustificare l'allontanarsi di parte dei suoi figli per raggiungere l'estero, ma i suoi salotti furono sempre e comunque frequentati e fu sempre avvolta dall'amore di un marito devoto che in occasione del proprio sessantesimo compleanno ebbe a dire:


I loved you much at twenty-four, I love you better at three score / 

Ti ho amato tanto quando avevi 24 anni, ti amo di più ora che ne hai il triplo


Quando nel 1845 Lady Elizabeth si spense, Charles Greville, nelle sue memorie annotò che con Lady Holland scomparve "una luce sociale che illuminò ed adornò l'Inghilterra, e l'Europa, per mezzo secolo". 




❦ 


Ebbene, dovendo ormai concludere, mi viene da pensare che, approfondendo, ricercando, leggendo e studiando, sempre più numerosi emergono dal passato esempi di personalità più o meno facoltose, dai nomi a noi più o meno noti, che in più modi si sono adoperati per migliorare le condizioni di vita del tempo in cui hanno vissuto, e sono riusciti, se non completamente, almeno in parte nei loro intenti, in modo imperituro, tanto che spesso ancor oggi noi ci gioviamo di cotali risultati e non posso fare a meno di domandarmi se anche in merito a questo dobbiamo nutrire nostalgia per i tempi trascorsi ...


Vi giunga colmo di gratitudine ed affetto il mio più caloroso abbraccio, miei carissimi amici e lettori.



A presto  
















Bibliografia:


Catherine Horwood, Gardening Women: Their Stories from 1600 to the Present, Virago Press Ltd, 2010

Linda Kelly, Holland House: A History of London's Most Celebrated Salon, I. B. Tauris, 2013



Citazioni:

1 - Linda Kelly, Holland House: A History of London's Most Celebrated Salon, I. B. Tauris, 2013, pag. 24













Built in 1605 for Sir Walter Cope


and originally known as Cope Castle,



- picture 1 - Holland House by John Wykeham Archer (1808 - 1864)




Holland House was one of the first large residences built in London at Kensington, exactly two miles from the corner of Hyde Park, at the end of Kensington Road; the death of Cope, the building was inherited by his brother Henry Rich, the Count of Holland and his descendants held the property until the forwarded Victorian era.


With Henry Richard Vassall-Fox, 3rd Baron Holland PC (1773-1840), prominent political figure of the Whig movement, in the early nineteenth century, the residence became known as a literary and political salon of a high-level frequented by eminent names of the era, writers, scholars, philosophers, politicians of progressive mold such as George Byron, Thomas Macaulay, Benjamin Disraeli, Charles Dickens, Walter Scott, Ugo Foscolo, Sydney Smith, and the historian and politician John Allen to whom even today one of the rooms is dedicated; Holland House was also frequented in the Victorian era, when it was promoted as an artistic center of great importance, considering that George Frederic Watts settled his study there: after a twenty-one years contract which saw him painting his canvases in the main residence, he decided to build himself a wing called Little Holland House,


- picture 2 - Little Holland House in the 1860s


always in Holland Park, which became a sort of home-study, center of the artistic life in London frequented by Julia Margaret Cameron and by a large amount of other Victorians luminaries.
Unfortunately, soon after the bombing in 1940, very little has remained of that splendor, actually only the ground floor, which, restored, is nowadays used as a hostel.


- picture 3 - Holland House by John Buckler, 1812


But we are able, with the eyes of our mind, helped by authentic images of that time, to come back to the early 1800s, when Holland House, with the typical architectural lines, made of the alternation of symmetries and from the games of indentations and protrusions typically dictated by the Jacobean style, was still totally immersed in the countryside, surrounded by forests of deciduous trees and large meadows;


- picture 4 - Holland House by John Preston Neal, 1815, ( Victoria & Albert Museum )


here Lord Holland and his wife Lady Vassall-Holland created a glittering and influential lounge worthy of the fame that it conquered, because for over 30 years, before the Reform Act dated 1832, Holland House became the headquarters of the Whig political party, the place where the new men met, dined and discussed;


- picture 5 - Lithotint by William L.Walton  (1796 - 1872)


as said Byron was one of the favorite guests, and it was here that he met and became acquainted with Lady Caroline Lamb, as well as a permanent guest was Sidney Smith, known as the free spirit of the time and Richard Brinsley Sheridan who often left Holland House far too drunk.


- picture 6 on the left - Elizabeth Vassall as Lady Webster, by Robert Fagan, 1793 -




At the time, Lady Elizabeth Vassall - born in London in 1771 as the only child of Richard Vassal, owner of sugar plantations in Jamaica and other parts situated in the East Indies, and Mary Clarke - already become Baroness Holland, was the hostess of such residence and was her to be responsible of the sumptuous receptions thet were held there; as a heir to a great fortune coming from the landholdings groomed by her father (don't you also think it seems almost ironically that the earns of slave labor were used to promote progressive ideas?) gave to the lavish receptions that were held in this patrician residence the splendor that caused them to pass into history.
She was fifteen years old when was married to a nobleman much older than her, Sir Godfrey Webster and was involved in a major scandal when at the age of twenty-three she left her husband - and with him the three little children who had given him - to escape with the politician Henry Fox, future Lord Holland:


- picture 7 - Lady Elizabeth Vassal Webster as "A Virgin of the Sun" , by George Romney, c.1793


he was twenty and was, like Lady Webster, who fled because of the violence that her husband poured about her, in Italy for the traditional Grand Tour.



- picture 8 on the rigth - Henry Richard Vassal-Fox, 3rd Baron Holland, by Loius Gauffier -



They met in Florence and found themselves in Naples and, obtained a divorce from her husband on charges of adultery on July 4th, 1797 Elizabeth Vassall, two days later married her new lover , having already in her womb the first of the seven creatures that would come to life from their union.
Man of docile temperament, of noble birth - he was the son of Stephen Fox, 2nd Baron Holland and of Lady Mary, daughter of John FitzPatrick, 1st Earl of Upper Ossory and it has to be remembered that his paternal grandparents were Henry Fox, 1st Baron Holland, and Lady Caroline Lennox, the eldest of the famous Lennox Sisters and a great-granddaughter (through an illegitimate line) of King Charles II - and raised by breathing air of progressivism already inside his family, he could not fail to become in turn promoter of it; accustomed to politics - he entered Parliament at very young age of 19 and took his seat in the House of Lords in 1996 - and having met in Paris also Lafayette, he  returned home with the alive intention of create a circle of pro-French Enlightenment reformist, capable of spreading progressive Scottish ideas.
This became the noble mansion of Holland House, and in 1800 after obtaining the permission to link to his surname that of his wife, it became the official residence of the Barons Vassall-Holland; Lady Elizabeth


- picture 9 - Lady Elizabeth Webster, 1795 by Louis Gauffier


had her own position as mistress of a splendid house, her husband, lively and ebullient, was an enchanting host, and she herself, in the full glow of her youth and beauty, could once more exercise her skills. Togethr they made Hollan House a magntet for politicians still attached to Fox's tattered standard, few in number, but making up in talent what they lacked in votes. " 1


- picture 10 - Lady Holland ( together with her son Godfrey Vassall), 1796 by Louis Gauffier


In setting the palatial receptions that made the fame of this house was often helped by her close friend Georgiana Cavendish, Duchess of Devonshire, who was obviously a regular guest at Holland House and other feminine frequent presence, whose name was easily linked to that of the most renowned cultural salons of the time because she was a prominent figure in the pre-romantic debate - she will give birth to the Romanticism - although she didn't enjoy much sympathy from the hostess, was Madame de Staël and often appeared as a guest to the dinners which were held at Holland House was also Charles Maurice de Talleyrand-Périgord.
The magnificence of the residence and the luxuriosness offered by the park and the gardens of Holland House,


- picture 11

- picture 12


although well appreciated by Lady Elizabeth, who also helped to make them even more valuable introducing in Britain by importing the flower of dahlia to which she'll indissolubly link her name, passed in second place compared to the entertainment of which she was true protagonist, as evidenced in her diary.
By the way I want to tell you that an attempt import this flower dates back to 1789 when the Marchioness of Bute brought the plant from Spain, but she was unable to propagate it. In 1804, Lady Holland was in Madrid and received by the botanist Antonio José Cavanilles the seeds of dahlia that she immediately sent to England, to Mr. Buonaiuti, librarian of Lord Holland, to Holland House, who was able to grow successfully several plants; Lord Holland in 1824 sent to his wife a note containing the following little poem:


"The dahlia you brought to our isle
Your praises for ever shall speak;
Mid gardens as sweet as your smile,
And in colour as bright as your cheek"



- picture 13 - Henry Richard Fox Vassall 3rd Baron Holland, 1820, by George Hayter


It is said that with the flowing of the time Lady Holland has acquired an irritating, arrogant character, and a sharp tongue, and then, perhaps, it maight justify the move away from home to acheve abroad of some children of hers, but her soirée were still popular and she was always surrounded by the love of a devoted husband who, on the occasion of his sixtieth birthday, had to say:

I loved you much at twenty-four, I love you better at three score.

When Lady Elizabeth died in 1845, the diarist Charles Greville called Lady Holland "a social light which illuminated and adorned England, and even Europe, for half a century" 




❦ 



Well, having to conclude, alas, I'm thinking of that, researching, reading and studying, more and more examples of personality, more or less wealthy, by the names more or less known to us, emerge from the past, people that in many ways have worked to improve the living conditions of the time in which they lived, and have succeeded, if not completely, at least in part in their intent, imperishably, so that often we still we benefit of such results and I cannot do anything  but wonder if even about this we have to feel nostalgic for past times ...

May my warmest hug, filled with gratitude and affection, reach each of you, my beloved friends and readers

See you soon  
















Bibliography:

Catherine Horwood, Gardening Women: Their Stories from 1600 to the PresentVirago Press Ltd, 2010

Linda Kelly, Holland House: A History of London's Most Celebrated Salon, I. B. Tauris, 2013



Quotations:

1 - Linda Kelly, Holland House: A History of London's Most Celebrated Salon, I. B. Tauris, 2013, pag. 24