giovedì 27 ottobre 2016

The oddest taxes in history dating back to Georgian England.


Tutto il lusso sfrenato, tutta l'opulenza e lo sfarzo di cui diedero sfoggio i regnanti inglesi durante l'intero XVIII secolo, coniugato con le spese sostenute per le guerre, combattute soprattutto nelle colonie e nelle campagne napoleoniche, finirono, in quello che gli storici indicano come periodo Georgiano, con il collassare definitivamente le finanze dello stato, e quale mezzo più semplice da sempre esiste, per rimpinguare l'erario, se non imponendo tasse al popolo ? 



BEGGING no ROBBERY; i.e. Voluntary Contribution; or John Bull escaping a Forced Loan (1796) by James Gillray (1756-1815)



Ebbene, ai politici dell'epoca Georgiana va ascritto il merito di essere riusciti ad inventare una tassa per ogni oggetto di uso quotidiano ... tutto ciò che poteva essere soggetto ad imposta non sfuggì alla seppur minima tassazione !

Fu infatti istituita una tassa sul mattone - THE BRICK TAX - che prescriveva che venissero versati 4 scellini sull'acquisto di 1000 mattoni, al che, al fine di favorire i consumatori, talune fabbriche aumentarono le dimensioni dei mattoni che producevano - e la risposta del governo fu quella di fissare delle misure standard - e conseguentemente venne incrementato l'uso del legname come materiale edilizio ( va da sè che gran parte delle fabbriche furono così costrette al fallimento ); solamente nel 1850 tale tassazione venne abolita.


L'imposta sul vetro o GLASS EXCISE fu promulgata nel 1745 e rimase effettiva per un secolo esatto: ogni tipo di vetro era soggetto a tale dazio, da quello di una finestra a quello di una bottiglia e, mentre se dapprincipio l'onere gravava sulla quantità di materia prima utilizzata, dal 1811, dopo una decisa campagna promossa dalle industrie che producevano il vetro, la tassa venne applicata al prodotto finito, il che non era di notevole sgravio per i consumatori, essendo tutti gli oggetti in vetro dell'epoca Regency estremamente sottili, ma è anche vero che fu proprio durante questo periodo che acquistarono fama i pesanti vetri di cui erano fatte le ampie vetrate fatte di vetri molati colorati che decoravano le case tipiche dell'architettura del tempo e che divennero famose e ricercate in tutta l'Europa e che, ben comprendiamo, quindi, non tutti potevano permettersi; una casa luminosa, una serra in cui conservare verdure coltivate fuori stagione, etc., divennero esclusivo appannaggio dei più abbienti.

THE DUTY ON HAIR POWDER ACT o tassa sulla polvere per capelli del 1795 imponeva che chiunque utilizzasse della polvere per capelli ( che serviva per tenere in ordine le parrucche ) dovesse, a partire dal 5 maggio 1795, entrare in un ufficio del bollo, far registrare il proprio nome e pagare un certificato annuale del costo di una ghinea; ovviamente da tale onere erano esenti i regnanti, i loro servi, i facenti parte la milizia, il clero, insomma, tutti coloro che da sempre vantavano privilegi. Con l'inizio del XIX secolo il venir meno dell'utilizzo della polvere per capelli segnò il definitivo declino di tale tassa che venne del tutto abrogata, perché riconosciuta ormai infruttuosa, nel 1869.


La tassa sulle candele o sulla cera d'api - CANDLE OR BEESWAX TAX -, forse tra le più bizzarre imposte in questo periodo, impediva dal 1709 la fabbricazione in casa di candele a meno che non si possedesse una licenza, per cui venne utilizzata una forma alternativa d'illuminazione che da tassazione era esente, ma che era anche molto poco efficace: dei giunchi ( rushes ) venivano immersi in grasso animale reso fluido dal calore e poi lasciati in esso indurire. Essi potevano essere accesi ad ambo le estremità, ma erano di brevissima durata.

Lo stesso anno vide l'approvazione anche di una tassa sul sale, sulle spezie, sul carbone trasportato via mare, sulla birra, sul malto e sul luppolo, sul pepe, sull'uvetta e sul tabacco da fiuto ( Stephen Dowell, A History of Taxation and Taxes in England, Vol. 4: From the Earliest Times to the Year 1885; Taxes on Articles of Consumption, Classic Reprint, Forgotten Books, 2016 )

E' datata 1797 la CLOCK AND WATCH TAX, ovvero l'imposta sugli orologi da parete e da polso, che fortunatamente ebbe una breve storia ( venne abrogata dopo solo nove mesi ), che prevedeva venissero versati al governo cinque scellini per ogni orologio presente in ogni immobile, anche all'interno di una casa privata, due scellini e sei pence per ogni orologio da tasca d'argento o di altro metallo, e dieci scellini per quelli d'oro.


L'imposta sul sapone - SOAP TAX - fu talmente gravosa, sia per i produttori che per gli acquirenti di tale bene, che esso venne 'promosso' a bene di lusso fino a metà del XIX secolo: buona parte dei produttori chiusero la propria fabbrica per continuare a produrre sapone all'estero e la povera gente cercava di lavarsi il meno possibile anche perché dal governo provenivano voci che vietavano di lavarsi, come se si trattasse di qualcosa di blasfemo !

Visto come un modo facile per fare denaro, che crea dipendenza ed evade ogni tassazione, il gioco delle carte associato al gioco d'azzardo venne individuato come uno dei bersagli di tale programma di gravame fiscale e fu così che venne introdotta anche la PLAYING CARD TAX, ossia l'imposta sulle carte da gioco: al fine di evitare l'evasione fiscale l'asso di picche veniva trattenuto dalle autorità doganali e rilasciato solo quando la casa produttrice di carte da gioco aveva pagato la suddetta tassa che, pensate, di tutte fu la più longeva, poiché non venne abrogata prima del 1960.


Introdotta in Gran Bretagna nel 1712 la tassa sulla carta da parati - WALLPAPER TAX - prometteva ingenti guadagni, visto che l'utilizzo della carta da parati come alternativa a basso costo all'arazzo o alla boiserie stava dilagando; tale imposta fu originariamente fissata ad un pence per iarda quadrata, importo che raggiunse uno scellino a partire dal 1809. Il modo di evadere legalmente questo onere era abbastanza semplice, era sufficiente ricorrere a delle decorazioni con stampini fatti su carta comune ed è perciò inutile dire che questa tassa ebbe una vita piuttosto breve, poiché fu abolita nel 1836.

Nel 1783 il governo britannico fissò un'imposta da pagarsi sui farmaci - MEDICINE TAX - qualora fossero stati venduti da chi non era chirurgo, speziale o farmacista. Nel 1812 ad essa venne sostituita la Medicine Stamp Act secondo cui l'imposta di bollo da pagare doveva essere necessariamente allegata alla confezione, qualora il preparato fosse realizzato senza seguire una ricetta ben nota ed era proporzionale al costo del farmaco, ovvero ammontava ad un pence e mezzo per ogni scellino.


Fu un tentativo fallito quello di imporre una tassa sulle parrucche, poiché esse divennero automaticamente tralasciate e considerate fuori moda, ma il governo aveva il suo asso nella manica, aveva già pensato ad una tassa sui cappelli - HAT TAX -: i cappelli dovevano essere venduti solamente da rivenditori autorizzati e recavano al loro interno una sorta di bollo che, su richiesta, doveva essere esibito, per cui mai doveva essere rimosso; il sovrapprezzo che veniva applicato su quello del cappello era ad esso proporzionale ed ovviamente, chi aveva più denaro e poteva permettersi un cappello per ogni occasione, era colui che maggior denaro versava all'erario. La Bonnet-Rouge; -or- John Bull evading the Hat Tax Gillray, James, 1849 ca (1756-1815)

Dato il successo economico rappresentato dalla tassa sui cappelli, varata nel 1784, nel bilancio dell'esercizio successivo William Pitt il Giovane decise di aggiungere una tassa anche sui guanti - TAX ON GLOVES -: egli propose che una marca da bollo fosse applicata ai guanti e che l'imposta dovesse essere pagata dal commerciante al dettaglio. A suo parere la vendita di guanti era al tempo decisamente elevata tanto che ciascuno possedeva almeno un paio di guanti e quindi 9.000.000 paia sarebbero stati acquistati ogni anno. Questo il sistema di tassazione che egli propose:
Un centesimo doveva essere aggiunto al prezzo di tutti i guanti che costavano sotto i dieci  pence, due pence a quelli che costavano da dieci a quindici pence e tre pence per tutti i guanti che costavano oltre quindici pence.
La sua stima era che l'ammontare delle entrate sarebbe stato di circa 50.000 £. Già dopo il primo anno non si realizzò il successo sperato e quando il governo realizzò che l'imposta stava generando un massimo di poco più di £ 6.000 all'anno, invece delle previste £ 50.000 nel marzo del 1794 tale imposta venne al fine abrogata.

Ma vi erano anche altre imposte, non crediate che fossero tutte qui !
Vi era la tassa sui giornali, sui profumi, sui cavalli a noleggio e per coloro che erano così facoltosi da possedere oggetti preziosi, argenterie, personale di servizio maschile e carrozze private erano previste tasse anche per questi agi.

Beh, tutto sommato l'esordio del XIX secolo fu  davvero un periodo piuttosto buio, da un punto di vista fiscale, fortuna che delle imposte che abbiamo visto, quelle che ancora non erano state abolite verranno abrogate durante il periodo vittoriano, poiché faceva parte della politica della Regina Victoria quello dell'alleggerimento fiscale, evviva !



 John Bull and the sinking fund - a Pretty scheme for reducing the Taxes & Paying-off the National Debt !, by James Gillray (1756-1815)





Spero vivamente che il vostro tempo trascorso in mia compagnia qui a ~ My little old world ~ oggi sia stato piacevole e che abbia rappresentato una gradevole evasione per ciascuno di voi, amici che vi trovate a passare di qui per la prima volta ed affezionati lettori e 'compagni di viaggio' ...

... a voi tutti giunga benaccetto il mio più caloroso abbraccio,

a presto 💕














All the unbridled luxury, all the opulence and splendor which the English kings, during the entire XVIIIth century, gave display of, married to the expenses incurred for the wars, fought primarily in the colonies and in the Napoleonic campaigns, ended in what historians indicate as Georgian period, with the definitive collapse of the state finances, and which is, since ever, the most simple way to replenish the treasury, if not by imposing taxes to the people?




- picture 1 - BEGGING no ROBBERY; i.e. Voluntary Contribution; or John Bull escaping a Forced Loan (1796) by James Gillray (1756-1815)



Well, at the Georgian era's politicians should be ascribed the merit of being able to invent a fee for each item of daily use ... all that could be subject to tax didn't escape at least the minimal taxation!

It was in fact instituted THE BRICK TAX which called to be paid 4 shillings on the purchase of 1,000 bricks, to which, in order to encourage consumers, some factories increased the size of the bricks they produced - and the response of government was to establish standard measures - and consequently was increased the use of wood as a building material (it goes without saying that most of the factories were thus forced into bankruptcy); only in 1850 this tax was abolished.


- picture 2 on the left - THE GLASS EXCISE - also known as Window Tax - was promulgated in 1745 and remained effective for exactly a century: each type of glass was subject to that duty, that of a window and that of a bottle and, while at first it was weighed the quantity of raw material used, since 1811, after a determined campaign promoted by the industries producing glass, the tax was applied to the finished product, which was not of great relief for consumers; all the glassware durng the Regency age were extremely thin, but it is also true that it was during this period that it  acquired fame  throughout the whole Europe the heavy panes of coloured cut glass with which the large windows that decorated the houses typical of the time were made of and we do well understand, then, that not everyone could afford them; a bright house, a greenhouse where to store and to grow vegetables out of season, etc., became an exclusive chance of the wealthy ranks.

THE DUTY ON HAIR POWDER ACT of 1795 required that anyone who would use the powder for hair (useful to keep in order wigs) had,  since May 5th, 1795, to enter a stamp office to register his name and pay an annual certificate of the cost of 1 guinea; of course there was who was exempt, such as rulers, their servants, those belonging to the militia, the clergy, in short, all those who have always boasted privileges. With the beginning of the XIXth century the disappearance of using wigs and thus of the powder for hair marked the final decline of this tax, which was repealed altogether, because now recognized unsuccessful, in 1869.


- picture 3 on the right - THE CANDLE or BEESWAX TAX, perhaps the most bizarre tax amongst all of this period, prevented since 1709 the manufacture of candles in the house without possessing a license, that's why people used a lighting alternative that was exempt from taxes, but that was also very inefficient: rushes were dipped in animal fat made fluid by heat and then let harden. They could be lit on at both ends, but they were of very short duration.

The same year saw the approval also of a tax on salt, on spices, on coal transported by sea, on beer, on malt and hops, on pepper, on raisins and snuff ( Stephen Dowell, A History of Taxation and Taxes in England, Vol. 4: From the Earliest Times to the Year 1885; Taxes on Articles of Consumption, Classic Reprint, Forgotten Books, 2016 )

it is dated 1797 THE CLOCK AND WATCH TAX, which fortunately had a short history (it was repealed after only nine months), which stipulated that 5 shillings were paid to the government for every clock in every building, even in a private house,  2 shillings and 6 pence for each pocket watch made of silver or any other metal, and 10 shillings for those of gold.


- picture 4 on the left - THE SOAP TAX was so burdensome, both for producers and for purchasers of that good, that it was 'promoted' to luxury item until the middle of the XIXth century; most of the manufacturers closed their factory to continue producing soap abroad and poor people tryied to wash themselves as little as possible also because from the government came rumors prohibiting to wash, as if it were something blasphemous!

Seen as an easy way to make money, which is addictive and avoiding any taxation, the playing-card game associated with gambling was identified as one of the targets of this program of taxation burden and so it was that it was introduced THE PLAYING CARD TAX: to avoid tax evasion the ace of spades was detained by customs authorities and released only when the manufacturer of playing cards had paid that fee that, think, of all those belonging to this age, was the longest-lived, because it wasn't repealed before than 1960.


- picture 5 on the right - Introduced in Britain in 1712 THE WALLPAPER TAX promised huge profits given the widespreading use of wallpapers chosen as a cheaper alternative to tapestry or to the 'boiserie'; this tax was originally set at 1 pence per square yard, amount that reached 1 shilling since 1809. The way to legally evade this charge was quite simple, it was enough to use stencils for making decorations on common paper and therefore it is needless to say that this tax had a rather short life, since it was abolished in 1836.

In 1783 the British government enacted THE MEDICINE TAX to be paid if the medicine was sold by who was not a surgeon, a chemist or a pharmacist. In 1812 it was replaced by the Medicine Stamp Act according to which the stamp duty had to be attached to the wrapping, if the medicine was prepared without following a known recipe and it was proportional to the cost of the drug, which amounted to 1,5 pence for each shilling.


- picture 6 on the left - It was a failed attempt that to impose a tax on wigs, because they became automatically disregarded and considered out of fashion, but the government had its ace in the hole, it had already thought of a HAT TAX: hats were to be sold only by authorized dealers and had to bore a kind of stamp duty within them which, on request, had to be shown, so it never had to be removed; the surcharge that was applied on hats was proportional to their price and of course, those who had more money and could afford a hat for every occasion, were those who poured more money to the Treasury. 

Given the economic success represented by the tax on hats, launched in 1784, in the following budget William Pitt the Younger decided to add also a TAX ON GLOVES: he proposed that a stamp had to be applied on the gloves and that the tax should be paid by the retailer. In his view the sale of gloves was at the time decisively high so that each had at least one pair of gloves and then 9,000,000 pairs were purchased each year. This is the taxation system which he proposed:
1 penny had to be added to the price of all the gloves that costed under 10 pence, 2 pence to those costing from 10 to 15 pence and 3 pence for all gloves that costed over 15 pence.
His estimate was that the amount of this duty would have been about £ 50,000. Already after the first year it wasn't realized the expected success and when the government admitted that the tax was generating a maximum of just over £ 6,000 a year instead of the planned £ 50,000 in March of 1794 this tax was repealed.

But there were also other taxes, don't think that they were all here!
There was the tax on newspapers, on perfumes, on horses for hire and for those who were so wealthy by owning precious objects, silver plates, male service personnel and private carriages taxes were provided also for these luxuries.

Well, all things considered,  the debut of the XIXth century was actually a rather dark period from a fiscal point of view, but of all the taxes that we have seen, those which had not yet been abolished, will be repealed during the Victorian period, since it was part of Queen Victoria's policy that of tax lightening, hooray !


- picture 7 - John Bull and the sinking fund - a Pretty scheme for reducing the Taxes & Paying-off the National Debt !, by James Gillray (1756-1815)




I sincerely hope that your time spent in my company here at ~ My little old world ~ today has been pleasant and that has been an amusing escape for each of you, friends that are passing by here for the first time and loyal readers and 'travel friends'... 

... may it be welcome to you all my warmest hug,



see you soon 💕








giovedì 20 ottobre 2016

"Our poor Bertie, neither fish, nor flesh .." - King Edward VII of UK and his mistresses.


The birth of an heir apparent had been announced by Albert from Buckingham Palace on 9 November 1841.
'You have become an Uncle again' he wrote to his brother 'and this time it is a nephew. Victoria was confined at 10.45 o'clock. Mother and son are well. I am over-tired and have no end of letters to write, therefore I must close.' 
Bertie's birth came as a godsend to the people of Windsor, everyone got 4 pounds of beef, 2 pounds of bread, a pound of plum pudding, a peck of potatoes, 2 pints of ale and a sack of coal. The boys of Derby Grammar School, together with those of Harrow, winchester and Rugby, got an extended holiday.1



La nascita di un erede al trono fu annunciata da Albert da Buckingham Palace il 9 novembre 1841.
'Sei diventato nuovamente zio', scrisse a suo fratello 'e questa volta si tratta di un nipote. Victoria ha partorito alle ore 10.45. Madre e figlio stanno bene. Io sono troppo stanco ed ho una serie infinita di lettere da scrivere, quindi devo chiudere '.
La nascita di Bertie venne accolta come una manna dal cielo per la gente di Windsor, a tutti furono donati 4 libbre di manzo, 2 libbre di pane, una libbra di plum pudding, un sacco di patate, 2 pinte di birra ed un sacco di carbone. Ai ragazzi della Derby Grammar School, a quelli della Harrow, della Winchester e della Rugby, fu concessa una lunga vacanza.1 pag 145



E' vero, a quel tempo la regina aveva già fatto esperienza di un parto, che era stato ben lungo e difficile: Victoria Adelaide Mary Louise, detta Vicky, futura Empress Federick, nata nel novembre dell'anno precedente, venne alla luce prematuramente dopo 12 ore di travaglio, tanto doloroso quanto concreto motivo di fondati timori ...'Non temete, il prossimo sarà un principe' 2 disse la regina ai dottori quando le comunicarono il sesso della sua primogenita ... e non si sbagliava !
Ella voleva che il futuro erede al trono fosse un maschio, non voleva che una donna dovesse succederle per trovarsi al suo posto vivendo i disagi che ella stessa stava provando, disagi che fortunatamente erano di gran lunga alleviati dal supporto costante del Principe Consorte Albert e dalla sua preziosa collaborazione.
Sta di fatto che non era di sicuro nelle intenzioni della Regina Victoria dare alla luce ad una sì lunga discendenza, fatta di ben nove figli - ne nasceva circa uno ogni 21 mesi, in media - ed anche se spesso la vediamo ritratta con sguardo ed atteggiamenti amorevoli nei confronti dei propri pargoli, in realtà ella detestava la gravidanza e decisamente non avvertiva trasporto per i bambini:

  
Queen Victoria, Empress Frederick and King Edward VII 
after a painting by Samuel Cousins (1801 - 1887) 


Queen Victoria, Empress Frederick and King Edward VII by Samuel Cousins (1801 - 1887)


Anche se la regina Vittoria diede alla luce nove bambini vivi, ognuno dei quali sopravvisse almeno fino a raggiungere l'età adulta, ella aveva poca pazienza con i suoi figlioli nonostante fossero di bell'aspetto e si comportassero correttamente, e nutrì sentimenti molto ambivalenti circa la propria considerevole nidiata. E più crescevano, più contrastanti divenivano i suoi stati d'animo. Per certo detestava i neonati, molto probabilmente non avendone mai visto uno prima di dare alla luce il suo primo figlio, la principessa Victoria, il 21 novembre 1840, alla quale ebbe a confessare per iscritto, diciotto anni dopo, che si sentiva come una mucca o un cane durante la gravidanza. In effetti, il solo concetto di gravidanza ripugnava la regina.

Praticamente un anno esatto separava Bertie ( Albert Edward ), nato il 9 novembre del 1841, 



dalla sorella primogenita Vicky, con la quale verrà sempre messo a paragone: lei precoce, d'intelligenza vivace - a due anni conosceva già non solo l'inglese, ma padroneggiava anche il tedesco - docile di carattere, lui tanto più riottoso e ribelle quanto più a lei veniva rapportato ( a due anni ancora non erano riusciti ad insegnargli gran ché ) ... 
La nascita di nuovi fratelli del suo stesso sesso lo metteranno dapprincipio molto più a suo agio nella nursery ( il quarto figlio e secondo maschio concepito dalla coppia reale britannica fu Alfred, detto Affie, nato a Windsor Castle il 6 agosto del 1844 ),



La regina Victoria con i suoi primi quattro figli; da sinistra Vicky, Alice, Alfred, Edward Albert 
( Bertie ), autore sconosciuto



ma Vicky continuerà a rimanere la prediletta tra le femmine, della regina e soprattutto del padre, che vagheggiava per lei un futuro senza pari ( l'avrebbe voluta imperatrice della Germania e lo diventerà quale moglie di Federico III di Germania, imperatore tedesco e re di Prussia ).


Albert Edward, Prince of Wales, with Prince Alfred, Franz Xaver Winterhalter, 1849


Alfred, il più curioso e talentuoso dei ragazzi, imparò a suonare il violino in segreto, in modo da sorprendere i suoi genitori, rappresentando in tal guisa un ulteriore ostacolo per il povero Bertie; lui era molto più costante e perseverante nei suoi intenti, cosa che compiaceva i genitori, mentre Bertie trascorse gran parte della sua infanzia in una sorta di catalessi.

Tra i figli maschi, Victoria si sentirà più trasportata verso Arthur, nato il primo maggio del 1850 ...


Prince Arthur, Franz Xaver Winterhalter, 1852


ella 'adorò il piccolo Arthur dal giorno della sua nascita' [...] 'il più caro di tutti gli altri messi insieme'. 5 


Painting of the young Queen Victoria and her children by John Calcott Horsley (1817 - 1903).



Senza troppe aspettative guardava al suo Bertie la Regina Victoria, non sapendo quali provvedimenti adottare per educarlo e crescerlo come il suo rango richiedeva, il suo Bertie dal carattere così tanto difficile ('L'unico di tutti i bambini che mai disegnò, scrisse, suonò [voleva dire uno strumento] o fece qualsiasi cosa per mostrare il suo affetto - al di là dell'acquisto di un tavolo per me in Irlanda - era Bertie. Oh Bertie, ahimè! ahimè! Qusto è un argomento troppo triste di cui trattare.'6... ella riponeva fiducia in sempre nuovi educatori, conscia che egli sarebbe stato re in futuro: era il Principe di Galles, erede al trono del Regno Unito, ma già con l'adolescenza non sembrava mostrare propensione per questo importante ruolo che il destino gli aveva assegnato.

Spesso le scelte sulle modalità educative da adottare per il loro figliolo porrà in contrasto la coppia regale, essendo Albert più propenso alle punizioni, Victoria più compassionevole e desiderosa di comprendere i motivi dell'indisciplinatezza e della natura così disobbediente del suo carattere, tanto da farlo sottoporre a delle visite neurologiche che potessero chiarire qualcosa a livello encefalico, magari un difetto nello sviluppo o una carenza genetica nella sua formazione cerebrale ... 


Affie e Bertie nel 1855



certo è che la psicologia stava appena scorgendo la propria alba e nessuno poteva, in un siffatto atteggiamento, individuare un disagio emotivo - sociale che andava solamente compreso amorevolmente ... invece, il fatto che fosse destinato a divenire re, come da protocollo, lo vide isolare dal resto della sua famiglia all'età di soli sette anni per vivere esclusivamente in compagnia di tutori ed educatori, cosa che lo rese più facilmente acculturabile, ma vieppiù schivo ed introverso, insicuro di sé, della propria immagine, del proprio modo di essere, e che gettò così le basi per l'eccessiva ambizione che connoterà il suo carattere da adulto, ambizioso e mai sufficientemente soddisfatto della propria immagine, tanto da cercare continue conferme sulla propria compiacenza in sempre nuove relazioni adulterine.

In realtà molteplici furono i fattori che imbigirono l'infanzia di Bertie, fattori gravosi sui quali egli, purtroppo, non poteva esercitare alcun controllo: oltre alla presenza così 'pesante' della sorella Vicky, come suddetto, egli doveva convivere con l'ansia che gli procurava il fatto che la madre lo ponesse sempre a paragone con l'adorato marito, Albert, il padre fonte inesauribile di virtù, a modello del quale egli doveva crescere, 


The Family of Queen Victoria, Franz Xaver Winterhalter, 1846.
Da sinistra a destra: Principe Alfred e il Principe di Galles ; la Regina e il Principe Albert ; le Principesse Alice, Elena e Victoria



ed il timore di entrambi i genitori che in lui covasse il gene che guidò alla follia molti antenati della casa di Hannover ... c'è quasi da stupirsi che egli non abbia avuto un crollo nervoso prima e durante l'adolescenza, ma, se mi passate la frase, potremmo dire che egli scelse la strada parallela, forse, anzi, di sicuro per lui meno dolorosa. 

Incline all'ozio ed ai vizi cresceva perciò il giovane rampollo, e quando giunse l'età papabile per compiere, in compagnia degli amici e tutori adeguati, debitamente scelti dal padre, il 'grand tour' ed addestramenti militari lontano da casa, non si fece sfuggire l'occasione di concedersi anche le prime liberalità di natura passionale: quando egli si trovò con i Granatieri a Curragh Camp in Irlanda, nell'estate del 1861, conobbe, infatti, Nellie Clifden, una ballerina irlandese che divenne la sua prima amante quando egli aveva appena diciannove anni, la prima di una lunga serie, dico lunga perché neppure il matrimonio, contratto il 10 marzo del 1863 con la principessa Alexandra di Danimarca, figlia del Principe Cristiano IX, lo fermerà dall'intraprendere relazioni passionali, più o meno protratte nel tempo, con donne coniugate e non, appartenenti alle alte sfere ... e se ne contano più di sessanta !


Il Principe di Galles ed Alexandra di Danimarca in abiti per cavalcare.



Le notizie circa questo 'incidente' di percorso del giovane Principe di Galles raggiunsero i genitori ed il Principe Albert non tardò nei giorni immediatamente successivi a raggiungerlo a Cambridge, presso cui il giovane studiava, e, sotto una pioggia intensa, discussero sui valori morali e sull'importanza che una condotta irreprensibile avevano per lui. Albert si spense pochi mesi dopo, e la regina Victoria non smise di accusare il figlio per la morte del marito, lo avrebbero ucciso la sua terribile condotta e le preoccupazioni di cui essa fu fonte ... ne era e ne rimarrà per sempre convinta anche se studi recenti sembrano supportare la tesi di un decesso dovuto al cronicizzarsi del Morbo di Krohn, di cui egli avrebbe sofferto, o di un male incurabile allo stomaco, ma al tempo né l'uno né l'altro potevano essere riscontrati.


Il Principe di Galles e la sua famiglia ritratti nel 1867: Prince Albert Victor, Duke of Clarence ed Avondale, Alexandra, Princess of Wales con in braccio Louise, Princess Royal, Edward, Prince of Wales che tiene sulle ginocchia George V.




Ma leggiamo insieme questo estratto dal libro che reca il titolo Royal Bastards: Illegitimate Children of the British Royal Family che ci fornisce un'idea, anche se del tutto relativa, delle relazioni extraconiugali e dei figli illegittimi che con ogni probabilità Albert Edward, Principe di Galles, meglio conosciuto come Re Edoardo VII, ebbe con le numerose amanti che fecero parte della sua vita, argomento che rappresenta una sorta di secondo paragrafo di questo mio scritto, essendo la seconda parte della sua vita quasi una palese conseguenza del clima emotivamente così teso in cui egli visse l'infanzia.

Il defunto Theo Aronsen, nel suo libro 'The king in Love - Edward VII's mistresses' ha condotto assidue ricerche su qualsivoglia figlio cui il re può aver dato vita così come ha fatto Raymond Lamont-Brown nel suo libro Edward VII's Last Loves - Alice Keppel and Agnes Keyser ( 1998).
Come era di moda al tempo, la maggior parte delle sue amanti erano rispettabili donne sposate che, a torto o a ragione, facevano passare la loro prole, da chiunque fosse stata generata, come figli legittimi del marito. E 'quindi molto difficile per noi determinare la paternità di taluni con certezza, in quanto spesso non vi sono altro che prove circostanziali ed il test del DNA non era ancora stato scoperto.

Tre erano le amanti ufficiali del re, tutte sposate: in ordine cronologico i loro nomi erano Lily Langtry, Daisy, Countess of Warwick, e Alice Keppel, ma mentre ci sono stati indubbiamente molti Royal 'felings' non possiamo essere certi che nessuno di questi hanno portato alla nascita di ulteriori figli illegittimi, ma sappiamo che probabilmente a causa di un attacco di sifilide di cui probabilmente fu vittima forse non fu così che andarono le cose. Tuttavia, vi è un buon numero di persone che vantano diritti.

Nel suo libro The Fox Hunters of Vanity Fair, Gordon Fergusson afferma che le amanti di Edward erano innumerevoli e tra loro vi era Patsy Cornwallis-West il cui figlio George Frederik Myddleton Cornwallis-West (che in seguito sposò la vedova Lady Randolph Churchill) era nato il 14 novembre 1874; egli era un figlioccio del principe ed era nipote del marchese di Headford. Patsy era una delle favorite a corte e si dice che George fu concepito dal principe nei boschi a Eaton dove era ospitato dal Duca di Westminster. Una ragazzina che lavorava nella proprietà sostenne di aver 'visto il principe su di lei'. Tuttavia, come ben si può supporre, non vi è alcun riferimento a questo paternità reale nell'Almanacco di Nobiltà Inglese redatto da Burke (vedi de la Warr, E).

Poi vi fu il figlio della figlia del V ° Duca di Newcastle, Lady Susan Vane Tempest, cognome da nubile Pelham-Clinton, nato nel 1871, per l'educazione del quale fu richiesto al principe di contribuire. Altri ad essere menzionati furono il ​​figlio della Princesse de Jeanne Sagan, poi Duchesse de Talleyrand-Périgord, che potrebbe aver avuto un padre reale, dopo un flirt nel 1873 quando il Principe di Galles si recò in visita al Chateau de Mello, a sud di Parigi.

Olga, poi, baronessa de Mayer, figlia di Blanche, Duchessa di Caracciola, si dice sia stata la figlia illegittima preferita del principe, concepita in una delle visite a Dieppe, dove fu allevata con discrezione. Si diceva inoltre che Olga divenne una dei Winnarata, le amanti della Princesse de Polignac, molto prima che Viola Keppel / Trefusis condividesse il suo letto. Alcuni sostengono che Roderick Ross, il capo della polizia di Edimburgo e Sir Stewart Graham Menzies, capo del Secret Intelligence Service, su cui il personaggio di James Bond sarebbe stato modellato, fossero entrambi figli del principe.

Poi c'era Sophie, moglie del colonnello W.Hall Walker che era solita ricevere il re in incognito con lo pseudonimo di Duca di Lancaster, anche se, pensate, era di 35 anni più vecchio di lei; e anche Grazia Foster, nata Bloomfield, di Co Fermanagh che aveva un figlio Stewart Arthur Forster (nato il 30 agosto 1839) creduto da molti figlio del principe. A quanto pare Stewart fu deriso molto circa la sua paternità a Wincester e la conseguenza del vedere il padre forgiato su tanta parte della moneta del regno, fu che i suoi figli negarono a chiunque di sapere qualcosa ! 

C'era anche la signorina Margot Thorold di Boothby Hall nel Lincolnshire e Cora Pearl che amava essere servita su di un piatto d'argento 'à la nue' ... La divorziata, soffocante duchessa di Mouchy, e Sarah Bernhardt erano altre amanti e la lista continua. 7

Tra gli altri nomi al tempo noti si annoverano quello di Hortense Schneider, soprano francese, e di Lady Forbes, che furono amanti del monarca negli anni 1867-1868, Catherine Schneider, una delle cortigiane dell'epoca, che 'visse a corte' nel 1870 e persino Caroline Otero, la quale ebbe una relazione con il re nel 1897.


Re Edoardo VII ( autore sconosciuto )



Questo era THE PEACEMAKER OF EUROPE o L'ONCLE DE L'EUROPE, dati anche i numerosi legami di parentela che lo legavano alle principali case regnanti europee, da quella sovietica a quella tedesca, a quella greca, a quella spagnola, etc. il quale, politicamente parlando, dopo essere stato incoronato re nel 1901, tenne una condotta davvero irreprensibile.

Perdonate la prolissità, ma certi argomenti, come ben sapete, sollecitano il mio entusiasmo e non mi accorgo di quanto velocemente passi il tempo che trascorro insieme con voi scrivendo di spaccati di storia che tanto mi appartengono !

E perciò, velocemente mi congedo, abbracciando tutti voi con l'affetto e la gratitudine che meritate, grazie, 

a presto 💕












BIBLIOGRAFIA:

Peter Beauclerk-Dewar, Roger Powell, Royal Bastards: Illegitimate Children of the British Royal Family,  The History Press, 2008;

Michael De-la-Noy, Queen Victoria at Home, CARROL AND GRAF PUBLISHERS, New York, 2003;

Jane Ridley, Bertie: A Life of Edward VII – International Edition, Vintage Books, 2013.



CITAZIONI:

1 - Michael De-la-Noy, Queen Victoria at Home, CARROL AND GRAF PUBLISHERS, New York, 2003, pag. 145;

2 - op. cit., pag. 141;

3 - op. cit., pag. 139;

4 - op. cit., pag. 153;

5 - op. cit., pag. 151;

6 - op. cit., pag. 161; 

7 - Peter Beauclerk-Dewar, Roger Powell, Royal Bastards: Illegitimate Children of the British Royal Family,  The History Press, 2008, CHAPTER XV - VICTORIAN LOOSE ENDS - Edward, Prince of Wales, later King Edward VII (1901) (1841 - 1910).









The birth of an heir apparent had been announced by Albert from Buckingham Palace on 9 November 1841.
'You have become an Uncle again' he wrote to his brother 'and this time it is a nephew. Victoria was confined at 10.45 o'clock. Mother and son are well. I am over-tired and have no end of letters to write, therefore I must close.' 
Bertie's birth came as a godsend to the people of Windsor, everyone got 4 pounds of beef, 2 pounds of bread, a pound of plum pudding, a peck of potatoes, 2 pints of ale and a sack of coal. The boys of Derby Grammar School, together with those of Harrow, winchester and Rugby, got and extended holiday.1




- picture 1



It 's true, at that time the Queen had already experienced of giving birth to a baby, which had been well long and difficult: Victoria Adelaide Mary Louise, called Vicky, future Empress Federick, born in November of the previous year, entered the world prematurely after 12 hours of labor, as much painful as concrete reason of legitimate concerns ... 'Never mind, the next will be a prince.'2 the Queen told the doctors when they communicated the sex of her first child ... and she was right !

She wanted that the heir was a boy, she did not want that a woman should happen to experience the hardships that she herself was feeling, discomfort which fortunately was much relieved by the constant support of the Prince Consort Albert and his valuable work.

The fact is that it wasn't for sure in the intentions of Queen Victoria to give birth to such an offspring made of nine children - about every 21 months, there was a birth - and although we often may watch her portrayed with loving glance and attitudes towards her babies, actually she hated pregnancy and definitely didn't like children:



- picture 2 - Queen Victoria, Empress Frederick and King Edward VII after a painting by Samuel Cousins (1801 - 1887) 


- picture 3 - 
Queen Victoria, Empress Frederick and King Edward VII by Samuel Cousins (1801 - 1887)



Although Queen Victoria gave birth to nine live children, all of whom survived into adulthood, she had little patience with children unless they both looked and behaved well, and entertained very ambivalent feelings about her own considerable brood. And the older they grew, the more ambivalent her feelings became. She positively detested babies, most probably never having seen one before giving birth to her own first child, Princess Victoria, on 21 November 1840, to whom she wrote eighteen years later to confess that she felt like a cow or a dog when pregnant. Indeed, the whole concept of pregnancy revolted the Queen.

Almost exactly one year separated Bertie (Albert Edward) who was born on November 9th, 1841,



- picture 4 - Albert Edward, Prince of Wales, with Prince Alfred, Franz Xaver Winterhalter, 1849, detail



from his eldest sister Vicky, with whom he'll always be put in comparison: she was precocious, gifted with a lively intelligence - at the age of two years she already knew not only English, but also mastered German - with a docile temper, he the more unruly and rebellious the more to her was compared (when he was aged two they still had not been able to teach him what a great) ...

The birth of new siblings of his same sex will put him, at first, much more comfortable in the nursery (the fourth child and second son conceived by the British royal couple was Alfred, said Affie, born in Windsor Castle on August 6th, 1844)



- picture 5 - Queen Victoria with her first four children - from left to right: Vicky, Alice, Alfred, Edward Albert (Bertie), by unknown painter



But Vicky will continue to remain the favorite amongst females, for the Queen and especially for Prince Albert, who dreamed for her an unparalleled future (he wanted her to become Empress of Germany and, as wife of Frederick III, German Emperor and King of Prussia, she will make his dream come true).



- picture 6 - Albert Edward, Prince of Wales, with Prince Alfred, Franz Xaver Winterhalter, 1849



Alfred, the most enquiring and gifted of the boys, learned to play the violin in secret, in order to surprise his parents, and he presented another obstacle to Bertie; he was much more persistent in his aims, which appealed to their parents, whereas Bertie spent much of his time in a trance.4

Among the boys, Victoria felt more transported toward Arthur, born on May 1st, 1850 ...



- picture 7 - Prince ArthurFranz Xaver Winterhalter, 1852



she 'had adored little Arthur from the day of his birth' [ ...] 'dearer than all the others put together'.




- picture 8 - Painting of the young Queen Victoria and her children by John Calcott Horsley (1817 - 1903).



Without too many expectations Queen Victoria looked at her Bertie, not knowing what action to take in order to educate and raise him as his rank demanded, his Bertie with such a difficult character ('The only one of all the children who neither drew, wrote, played [ she meant an instrument ]or did anything whatever to show his affection - beyond buying for me a table in Ireland - was Bertie. Oh Bertie, alas ! alas ! That ia too sad a subject to enter on.' ) ... she never stopped trusting new educators, aware that she would be king in the future: he was the Prince of Wales, heir to the throne of the United Kingdom, but already with his adolescence he seemed to show no inclination for this important role that fate had assigned to him.

Often the choices about the educational methods to be adopted for him will put in contrast the royal couple, Albert being more inclined to punishments, Victoria more compassionate and eager to understand the reasons behind the lack of discipline and the so disobedient nature of his character, so much to do undergo him to neurological visits that could clarify something about his brain, maybe a defect in the development or a genetic deficiency ...



- picture 9 - Affie and Bertie in 1855



It is certain that psychology was just seeing its sunrise and no one could, in such an attitude, identify an emotional and social distress which only needed to be treated lovingly ... instead, since he was destined to become king, as per protocol, he was isolated from the rest of his family at the age of seven to live exclusively in the company of guardians and educators, making him, in this way, more easily acculturabile but increasingly reclusive and introverted, unsure of himself, of his own image, of its own way of be, preparing the groundwork for his excessive ambition, which will characterize him as an adult, never sufficiently satisfied with himself, to the point to try to increase more and more his own complacency in ever new adulterous relations.

In fact many were the factors that darkened Bertie's childhood, harsh factors over which he unfortunately could not have any kind of control: in addition to the presence so 'heavy' of his sister Vicky, as mentioned above, he had to live with the anxiety that gave him the fact that his mother always put him in comparison with her beloved husband, Albert, the father who was inexhaustible source of virtues, a model for him, 



- picture 10 - The Family of Queen Victoria, Franz Xaver Winterhalter, 1846. From left to right: Prince Alfred and the Prince of Wales; the Queen and Prince Albert; Princesses Alice, Helena and Victoria



and the fear of both his parents that he harbored the gene that led many ancestors of the Hanover house to madness ... there is almost to wonder why he has not had a nervous breakdown before and during his adolescence, but, if you let me say, we could say that he chose the parallel street, maybe, indeed, for sure, less painful for him.

Disposed to laziness and vices, so grew the young and noble descendant, and when he reached the age to accomplish, in the company of friends and adequate guardians, duly chosen by his father, the 'grand tour' and some military training away from home, he didn't  miss the chance to also enjoy the first recreations of passionate nature: when he found himself with the Grenadiers at Curragh Camp in Ireland, in the summer of 1861, he met, in fact, Nellie Clifden, an Irish dancer who became his first lover when he was only nineteen, and she was the first of many, I say so many because not even the marriage with Princess Alexandra of Denmark, daughter of Prince Christian IX, got on March 10th, 1863 will stop him from engaging in passionate relationships, more or less prolonged, with married women and not belonging to the upper echelons ... and some thinks that they are more than sixty !



- picture 11 - The Prince of Wales and Alexandra of Denmark wearing riding clothes



News about this ''accident on the way" of the young Prince of Wales reached his parents and Prince Albert was not slow in the following days to join him in Cambridge, where the young man was studying, and, under a heavy rain, argued with him on moral values and on the importance of an irreproachable conduct for his future. Albert died a few months later, and Queen Victoria didn't stop to accuse her son for the death of her husband, it would kill his terrible behavior and the concerns of which it was a source ... she was and she'll remain convinced forever though recent studies seem to support the thesis of a death due to chronic, Krohn's disease, of which he would have suffered, or to an incurable disease of the stomach, but at the time neither the one nor the other could be tested.



- picture 12 - The Prince of Wales' family in 1867: Prince Albert Victor, Duke of Clarence and Avondale, Alexandra, Princess of Wales holding Louise, Princess Royal, Edward, Prince of Wales holding on his knees George V.



But let's read together this excerpt from the book, which is entitled Royal Bastards: Illegitimate Children of the British Royal Family who gives us an idea, even if entirely relative, of the supposed illegitimate children and of the extramarital relationships which Albert Edward, Prince of Wales, better known as King Edward VII, had with the many mistresses that were part of his life, a subject that is something like a second paragraph of my writing, being the second part of his life almost an obvious consequence of the so emotionally tense atmosphere which he lived during his childhood in.


The late Theo Aronsen, in his book 'The king in Love - Edward VII's mistresses' delved almost assiduously into any offspring that the king may have had as did Raymond Lamont-Brown in his book Edward VII's Last Loves - Alice Keppel and Agnes Keyser (1998).
As was fashionable at the time, most of his lovers were respectable married women who, rightly or wrongly, passed off their offspring, by whomsoever begotten, as the children of their husband. It is therefore very difficult for us to determine paternity with any certainty, as there is often nothing other than circumstancial evidence to rely upon for DNA had not then been discovered.

The king's three official mistresses, all married, in conological order, Lily Langtry, Daisy, Countess of Warwick, and Alice Keppel, but whereas there were undoubtedly many Royal 'felings' we cannot be certain that any of these have led to any further Royal Bastards possibly as a result of a bout of syphilis he is alleged to have had. Nevertheless, there are a number of claimants.

In his book The Fox Hunters of Vanity Fair, Gordon Fergusson states that Edward's mistresses were innumerable and included among their number Patsy Cornwallis-West, whose son George Frederik Myddleton Cornwallis-West ( who later married the widowed Lady Randolph Churchill ) was born on 14 November 1874. He was a godson of the Prince and was grandson of the Marquess of Headford. Patsy was a court favourite and it si said that George had been fathered by the Prince in the woods at Eaton whilst staying with the Duke of Westminster. An estate worker's little girl had 'seen the Prince on top of her'. However as might the be expected, there is no reference to this Royal paternity in Burke's Peerage ( see de la Warr, E ).

Then there was the child of the 5th Duke of Newcastle's daughter, Lady Susan Vane Tempest, née Pelham-Clinton, born in 1871, for whose upbringing the Prince was asked to contribute. Others mentioned were the son of Princesse Jeanne de Sagan, later Duchesse de Talleyrand-perigord, who may have had a Royal father, after a dalliance in 1873 when the Prince visited the Chateau de Mello, south of Paris.

Olga, later Baroness de Mayer, the daughter of Blanche, Duchess di Caracciola, is said to have been the Prince's favorite illegitimate child and that she was conceived on one of the Prince's visits to Dieppe, where she was brought up discreetly. It is further said that Olga went on to become one of Winnarata, Princesse de Polignac's lovers, long before violet Keppel/Trefusis shared her bed. Some claim that Roderick Ross, the Chief Constable of Edinburgh and Sir Stewart Graham Menzies, head of the Secret Intelligence Service, upon whom 'C' of James Bond fame was modeled, where both sons of the Prince. 

Then there was Sophie, wife of Colonel W.Hall Walker who used to receive the King ingognito as The Duke of Lancaster, even tought he was thirty-five years her senior; and also Grace Foster, née Bloomfield, of Co. Fermanagh who had a son Stewart Arthur Forster ( who was born 30 August 1839 ) and thought by some to be the Prince's son. Apparently Stewart was teased a lot at Wincester about his paternity and the effect that his father appeared upon so much of the coinage of the Realm, yet his children now deny knowing anything about it at all ! There was also Miss Margot Thorold of Boothby Hall in Lincolnshire and and Cora Pearl who liked to be dished upon a silver platter à la nue.. The Duchesse de Mouchy, the sultry divorcee and Sarah Bernhardt were also paramours and the list goes on. 7

Amongst the other names now known there are that of Hortense Schneider, a French soprano, and Lady Forbes, who were lovers of the monarch in the years 1867-1868, Catherine Schneider, one of the courtesans of the time, that 'lived at court' in 1870 and even that of Caroline Otero, who had an affair with the king in 1897.



- picture 13 - King Edward VII ( unknown painter )



This was THE PEACEMAKER OF EUROPE o ONCLE DE L'EUROPE, given the numerous family ties that bound him to the main royal families of Europe, from the Soviet to the German one, to the Greek, to the Spanish one, and so on, who, politically speaking, after being crowned king in 1901, was characterized by a really irreproachable conduct.

Please, forgive my verbosity, but certain topics, as you know, solicit my enthusiasm and I do not notice how quickly the time I spend with you is going on, while writing about such historical ages that I feel to belong to !

And therefore, I'm leaving you quickly, embracing all of you with the affection and the gratitude you deserve, thanks,

see you soon 💕










BIBLIOGRAPHY:

Peter Beauclerk-Dewar, Roger Powell, Royal Bastards: Illegitimate Children of the British Royal Family,  The History Press, 2008;

Michael De-la-Noy, Queen Victoria at Home, CARROL AND GRAF PUBLISHERS, New York, 2003;

Jane Ridley, Bertie: A Life of Edward VII – International Edition, Vintage Books, 2013.



QUOTATIONS:

1 - Michael De-la-Noy, Queen Victoria at Home, CARROL AND GRAF PUBLISHERS, New York, 2003, pag. 145;

2 - op. cit., pag. 141;

3 - op. cit., pag. 139;

4 - op. cit., pag. 153;

5 - op. cit., pag. 151;

6 - op. cit., pag. 161; 

7 - Peter Beauclerk-Dewar, Roger Powell, Royal Bastards: Illegitimate Children of the British Royal Family,  The History Press, 2008, CHAPTER XV - VICTORIAN LOOSE ENDS - Edward, Prince of Wales, later King Edward VII (1901) (1841 - 1910).




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