sabato 6 aprile 2013

Gusto vittoriano, incantesimo in giardino - parte 1^


Quanto fascino avvolge l'epoca vittoriana …
Protrattosi dal 1831 al 1901, il periodo durante il quale regnò in Inghilterra la regina Vittoria segnò un epoca non già solo che per il suo protrarsi nel tempo, ma anche e soprattutto per i mutamenti che comportò modificando il modo d'intendere e di vivere la politica, l'economia, la cultura, la scienza, il costume ..
Un argomento che tanto sento appartenermi, ma che è quasi impossibile affrontare in modo esaustivo!
Senza cercare discorsi storici e politici, qui con voi gradirei parlarne osservandolo dal punto di vista del costume e mi piacerebbe cominciare trattando dell'importanza che acquisirono, proprio nella seconda metà del XIX secolo, i giardini che circondavano le abitazioni e come quello del giardinaggio, oggi relegato a passatempo, venne sublimato a tal punto da divenire quasi un culto.
 

Con il progresso tecnologico promosso dalla rivoluzione industriale ed il crearsi di una nuova classe sociale, quella borghese, che crebbe velocemente in prosperità, il giardinaggio cominciò ad acquistare sempre maggiore importanza: ogni casa vittoriana aveva il suo giardino, poiché ogni signora che si rispettasse disponeva del tempo da potervi dedicare ...




                                    George Goodwin Kilburne, Watering the Flowers


non importava che fosse vasto, ma l'importante era che il giardino vittoriano fosse rigorosamente delimitato da una recinzione in legno o in metallo, preferibilmente in ferro o in ghisa, materiali facilmente forgiabili e ornabili con arabeschi che evocavano atmosfere esotiche tanto care ai vittoriani così orgogliosi dei loro mercati nelle lontane Indie Orientali.

Osservate come la cancellata d'ingresso a questo splendido cortile ricordi, con i suoi fregi, il piumaggio del pavone, uccello tropicale che conquistò immediatamente, con il proprio fascino, l'Inghilterra vittoriana.








L'ambizione che i vittoriani nutrivano nei confronti della propria dimora impediva loro di far salire piante rampicanti sui muri per evitare di incorrere nel rischio di occultarli irrimediabilmente e di deturparli nella loro struttura; senza contare che la possibilità dell'invasione di parassiti o il rischio del decadimento potevano compromettere in modo definitivo l'estetica degli edifici vittoriani, così tanto curati nei minimi dettagli architettonici e preferirono, così, provvedere ad inserire, nei propri giardini, elementi di arredo quali pergole, gazebo e padiglioni cui fare arrampicare le piante che la “moda” prediligeva, piante provenienti, perloppiù, proprio dalle colonie, quali hydrangee, clematis, lonicera, wysteria, per una coreografia decisamente suggestiva ed eterea.







Si crearono così dei veri e propri angoli conversazione all'aperto con la collocazione, nei punti più suggestivi, di panchine, poltroncine in rattan, tavolini, piccoli salotti impreziositi dalla presenza di voliere, statue, vasche con pesci rossi, orologi solari, urne che arricchivano l'atmosfera permeata di intensi profumi …

 A imponenti cespugli di agrigoglio, azalee, peonie, forsytzia, cydonia e syringa, ( non ultima la rosa che conobbe in questo periodo il propio apogeo) alternavano aiole dall'aspetto poco formale di perenni o annuali accostati con finezza di gusto, senza creare forti contrasti cromatici e seguendo puntigliosamente le regole della prospettiva per creare un risultato sì d'effetto, ma che si inseriva armoniosamente nell'architettura del giardino: alle delicate tonalità di lilla e di azzurro del delphinium, digitalis, e violaciocche, veniva accostato il bianco dell'alyssum, il rosa degli aster, il viola della lavanda, o le sfumature più intense della viola del pensiero, dei tulipani, della dalia, ed il tutto veniva alleggerito dal fogliame delle numerose varietà di hosta, o da quelle della bergenia, o ancora da quelle del profumatissimo mughetto ..







Tali bordure erano coltivate con la precisa intenzione di utilizzare i fiori per confezionare dei piccoli bouquets, da conservare in casa, magari su di una mensola o su di un tavolo, preferibilmente in una zona di passaggio, in modo da poterne più facilmente godere del colore e del profumo, oppure da donare, ed allora le signore vittoriane si rifacevano al significato simbolico che veniva attribuito ai fiori per trasmettere messaggi di amicizia, pensieri di affetto, auguri e tutti quegli stati d'animo per cui difficilmente si trova adeguata espressione verbale.
Ma del linguaggio dei fiori voglio parlarvi la prossima volta ..

Vi aspetto, a presto 


Dany







What a charm surrounds the Victorian era !
Lasting from 1837 till 1901, the period during which Queen Victoria reigned was a very prosperous era changing the meaning and the way of living economy, politics, science, culture ..
I feel this time belongs to me such a lot, but I also understand that it cannot be discussed in a comprehensive way, that's why I decided to start and argue about the Victorian era from a cultural point of view, paying attention to the importance of gardening.

Today gardening is one of ours hobbies, but during the XIX century it really became a form of worship: you have to know that the industrial progress gave birth to a new social class, the middle class, fastly growing in importance and prosperity, so, little by little, every house had a garden beacuse every Victorian lady had the time for taking care of it,

- (painting by George Goodwin Kilburne)
and the most important thing was that the garden had an enclosure, better if in iron or in cast - iron, both easy to forge and to decorate with ornaments recalling the exotic atmospheres, so loved from Victorians, very proud of their overseas colonies.

Have a loook at this entrance railing and pay attention to how it evokes the plumage of the peacock, the tropical bird which immediately, with his charm, won the Victorian England.

- (picture 1)

The ambition that Victorians had for their houses prevented them from placing plants against the walls, for not to hide or disfigure irrimediably them, and let's think how the possibility of parasites invasion or the physiological decline could have compromised the aestethic of Victorian buildings, so cared in architectural details; taht's why people began and use bowers, pavilions and gazebo in their gardens for growing every plants the fashion imposed, plants just coming from the colonies, such as hydrangea, clematis, honeysuckle, wysteria, to create a very suggestive and ethereal atmosphere.

- (picture 2)

In this way were created real conversation corners outside with the location, in the most suggestive spots, of benches, rattan armchairs, coffee tables, small lounges embellished by the presence of aviaries, statues, ponds with goldfish, sundials, urns that adorned the atmosphere permeated with intense fragrances.

They alternated with huge bushes of holly, azalea, peonies, forsythia, syringa, cydonia (not least the rose that knew in this period its apogee) looking little formal flowerbeds of perennial or annual combined with refined taste without creating strong cromatic contrasts and following meticolously the rules of perspective to create a results of effect, of corse,but that fit harmoniously in the architecture of the garden: at the delicate nuances of lilac and blue of delphinium, digitalies and wallflowers was approached the white of alyssum, the pink of aster, the purple of lavender, or more intense shades of pansy, tulip, dahlia, and everything was lightened by the foliage of many varieties of hostas, or those of bergenia, or those of the sciented lily of the valley...

- (picture 3)

These borders were cultured with the precise intention to use the flowers for packaging small bouquets kept inside home, maybe on a shelf or on a table, preferably in a transition zone so as to be able to enjoy more easily the color and the perfumes, or to donate, and then the Victorian ladies was heavily influenced by the symbolic meaning they attributed to the flowers to convey messages of friendship, thoughts of love, best wishes and all the moods we cannot adequately express verbally, (and in this case they were called “Tussie Mussie” ), but we're talking about the language of flowers, o floriography, another time.

See you soon 


Dany

7 commenti:

  1. Molto interessante, ben fatto, aspetto un seguito.
    Un abbraccio.
    Max

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    1. Ciao Max !!
      Ti ringrazio, un seguito ci sarà sicuramente (ci sto già lavorando!), sono entusiasta di essere riuscita a creare questo blog ed il mio entusiasmo cresce se scopro di essere seguita, ovviamente !!
      Passa a trovarmi quando puoi ;)
      Buona giornata <3

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  2. Questo blog spunta come un fiore a primavera ed io ti accolgo con entusiasmo! Bella grafica e contenuto interessante anche se breve, perchè io avrei continuato a leggere e a perdermi tra le foto. Spero che frequentarti virtualmente per osmosi mi trasmetta il pollice verde. ciao

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  3. Questo blog spunta come un fiore a primavera ed io lo accolgo con entusiasmo. Bella grafica e contenuto interessante anche se breve perchè io avrei continuato a leggere e a perdermi tra le foto. Ben arrivata!!!

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    1. @ Julie
      grazie a te per le belle parole con cui esprimi "l'aria" che respiri qui !!
      Sono solo all'inizio, e non immagini quanto sia entusiasta di trovare rispondenza in voi, quanto sia importante per me !!
      Ti auguro un buon fine settimana e ti aspetto per nuove letture e nuovi momenti da condividere e trascorrere insieme.
      A presto ღ


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  4. E' piacevole leggere, ma anche guardare questo blog! Con i suoi colori delicati, con i fiori che sembrano volteggiare in un arcobaleno di emozioni! Immagini che aprono un mondo antico, che fa sognare e respirare aria di tenerezza! E in tutto questo si intuisce l'animo dell'autrice: dolce e sensibile! Complimenti!

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    1. @ Rosanna
      quanto mi rende felice questa tua visita, e quanto le tue dolcissime parole !!
      Grazie infinite mia cara, ti abbraccio con tanto affetto augurandoti un bellissimo fine settimana ✿⊱╮

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I THANK YOU WHOLEHEARTEDLY FOR YOUR THOUGHTS AND WORDS, SO PRECIOUS TO ME.