giovedì 30 giugno 2016

'The Proposal' by Frank Stone: Victorian values and virtues taught in silence by a paintbrush.


IT WAS ENTIRELY accepted by the vast majority of the population that a central event in any woman's life was marriage. Women who remained unmarried had failed to fulfill their destiny, both biologically and psychologically. It was right for a woman to marry; it was what she was for. In her novel Reuben Sachs ( 1888 ), Amy Levy wrote of a woman with "beauty ... intelligence ... power of feeling, " who "saw herself merely as one of a vast crowd of girls awaiting their promotion by marriage." With that marriage came a home, the key to happiness; without marriage women could only hope to live as dependents is someone else's house. Unmarried men were pitied too, and considered to be living only half a life. 

Judith Flanders, INSIDE THE VICTORIAN HOME - A Portrait of Domestic Life in Victorian England, W.W. Norton & Company, New York - London, THE PARLOR, p. 214



The Proposal, Frank Stone ( between 1840 - 1859 )



ERA COMPIUTAMENTE accettata dalla stragrande maggioranza della popolazione la convinzione secondo cui il matrimonio fosse l'evento centrale nella vita di ogni donna. Le donne che non si maritavano non erano riuscite a compiere il proprio destino, sia biologicamente che psicologicamente. Era giusto per una donna sposarsi; era ciò per cui era nata. Nel suo romanzo Reuben Sachs (1888), Amy Levy scrisse di una donna con "bellezza ... intelligenza ... forza del sentimento," che "si vedeva sè stessa solo come una tra una vasta folla di ragazze in attesa della loro promozione garantita dal matrimonio". Con quel matrimonio arrivava una casa, la chiave della felicità; le donne che non si sposavano potevano solo sperare di vivere come dipendenti in casa di qualcun altro. Anche gli uomini non sposati erano oggetto di compassione, e considerati come se vivessero solo una vita a metà.



Essendo considerato lo sposalizio il più appropriato compimento della vita di una donna, alto, anzi, altissimo era il valore che veniva attribuito al corteggiamento, al fidanzamento ed infine alla proposta di matrimonio, passi da compiere, tutti, sempre seguendo un ben accorto rituale, ancora una volta governato da regole; ma qui oggi con voi mi piace andare oltre l'immagine che è rappresentata, con l'abilità degna di un maestro, quale Stone, peraltro, era, per leggere i significati che in essa, volutamente, il pittore ha inteso celare ... nulla di tutto quanto vi compare è casuale, in essa è rappresentato il corollario di valori e di virtù che alle spalle di un matrimonio si reputava dovesse esistere per garantire ai futuri sposi una convivenza serena e fondata su basi solide ed altresì vi compaiono simboli e metafore che ne rafforzano il significato.

Ma vediamo insieme I VALORI cui l'artista ricorre: 

quella che appare ai nostri occhi a tutta prima è una scena che immortala un luogo domestico, semplice, appartenente ad una famiglia di umili origini, ce lo fanno comprendere i pochi mobili che arredano le pareti, gli abiti di cui è vestita la fanciulla e di cui sono abbigliati i fratelli minori, i quali, al tavolo vicino la finestra, stanno imparando qualcosa dell'arte del leggere e dello scrivere probabilmente su istruzione della sorella maggiore, la quale cuce, entrambi elementi - quelli del non essere acculturati in un ambiente scolastico, ma direttamente da un famigliare, e l'essere abili con l'ago, che ci calano in una realtà estremamente modesta ( le donne di umili natali imparavano a cucire già da bambine per essere in grado non solo di rammendarsi gli abiti da adulte, ma per poterseli confezionare senza ricorrere a sarte o sartorie che erano appannaggio esclusivo delle famiglie benestanti ); la luce che illumina questa scena è una luce calda che infonde pace ed armonia e ci cala in una realtà che, anche se vissuta tra stenti, si palesa ai nostri occhi come lieta a e pacifica.

Se coloro che abitano questo luogo sono decisamente di condizioni sociali non elevate, il giovane che, innamorato, sta dolcemente chiedendo la mano della fanciulla, lo si può in tutta sicurezza giudicare di status sociale ben più elevato, elemento che ci è garantito, ancora una volta, dal suo abbigliamento: non era consuetudine che un giovane uomo di classe media sposasse una giovane donna di condizioni modeste, generalmente il matrimonio serviva all'uomo per consolidare la propria posizione nella società od, addirittura, per elevarla, perciò questa scena si configura essenzialmente come una scena di vero e sincero amore.


Quanto alLA SIMBOLOGIA che vi compare:

la fanciulla è seduta dando le spalle alla finestra ed è lambita dalla calda luce del giorno riportandoci con la mente ad alcune immagini della Beata Vergine, soprattutto inerenti l'Annunciazione, a voler sottolineare il suo candore, la sua interezza, cosa che è ribadita anche dall'acqua che ricolma la caraffa che la madre, molto umilmente, sta recando facendo la sua comparsa da dietro la porta del 'parlor' ad indicare che anche la famiglia di ciò si fa garante; la fedeltà, che nel matrimonio è, ed era, in epoca Vittoriana, così importante, da parte della moglie al marito, è rappresentata dalla figura del cane che, introdotto in epoca barocca da Jan van Eyck, pittore fiammingo, spesso è presente nelle scene familiari proprio a simboleggiare tale virtù; l'orologio che è appeso alla parete, che non a caso ci appare quasi centrato rispetto alle figure degli innamorati, e quello che il giovane porge in dono alla fanciulla, sono entrambi palese simbolo del tempo, quello che egli intende trascorrere con lei, ovvero tutto quello che apparterrà alla sua vita, e, sempre in quanto a tempo, i fanciulli rappresentano il tempo futuro, la madre quello trascorso ed insieme simboleggiano il passare del tempo nella sua fluida continuità; la gonna della fanciulla che sia amplia evidentemente sui fianchi sta a simboleggiare la fertilità del suo ventre, mentre il colore giallo della sciarpa, che il giovane si è tolta ed ha riposto dentro il suo cilindro, in terra, è indice dell'impulsività, dell'avventatezza che spesso è connessa con la giovane età, ma più frequentemente tale tinta è sinonimo di infedeltà, visto che allora era fondamentale la dedizione della moglie verso il marito, ma non quella del marito verso la moglie: era consuetudine, infatti, che in epoca vittoriana la moglie dovesse condurre la casa e la famiglia, occupandosi di educare e di crescere la prole, mentre, per quanto concerneva la carnalità, vi erano le così dette 'donne di piacere' che alloggiavano in apposite case di tolleranza, frequentate ordinariamente da uomini coniugati benestanti; non dimentichiamo, però che qui tale capo è stato gettato in terra - vi era la seggiola su cui posare cilindro e sciarpa - il che è a mio avviso indice del voler ignorare un siffatto 'costume', ovvero sta ad indicare la volontà di misconoscere tale disvalore anteponendovi il vero amore che di questo incantevole, toccante dipinto è l'autentico, indiscusso protagonista. 


A questo punto, davvero a malincuore, devo annunciarvi che sono costretta a prendermi un paio di settimane di intervallo, lavori di ripristino in casa che da tempo si sommano a quelli ordinari, lavori impegnativi fuori e motivi di famiglia non mi concedono il tempo sufficiente per poter continuare a stare, in questo periodo, con voi in Blog-Land ... da tempo rimando, ma non posso più farcela ...
( Inoltre con l'inizio di Agosto parteciperò ad una conferenza e devo preparare il mio intervento )


Vi abbraccio con il cuore e già sento un pizzico di nostalgia ... so che mi mancherete, ma credetemi, avrei già dovuto farlo da tempo ... speravo di poterlo evitare !

A presto, miei cari 💕












IT WAS ENTIRELY accepted by the vast majority of the population that a central event in any woman's life was marriage. Women who remained unmarried had failed to fulfill their destiny, both biologically and psychologically. It was right for a woman to marry; it was what she was for. In her novel Reuben Sachs ( 1888 ), Amy Levy wrote of a woman with "beauty ... intelligence ... power of feeling, " who "saw herself merely as one of a vast crowd of girls awaiting their promotion by marriage." With that marriage came a home, the key to happiness; without marriage women could only hope to live as dipendents is someomne else's house. Unmarried men were pitied too, and considered to be living only half a life. 

Judith Flanders, INSIDE THE VICTORIAN HOME - A Portrait of Domestic Life in Victorian England, W.W. Norton & Company, New York - London, THE PARLOR, p. 214





- picture 1 - The Proposal, Frank Stone ( between 1840 - 1859 )





Being marriage considered the most appropriate fulfillment of a woman's life, it was high, in fact, highest the value that was attributed to courtship, engagement and finally to the proposal of marriage, all steps to take always following a well-realized ritual, once again governed by rules; but together with you, here today I like to go beyond the image that is represented with the ability worthy of a master, like Stone was, to read the meanings which in it, deliberately, the painter sought to conceal ... nothing of all that appears is casual, there is shown the corollary of values and virtues that behind a marriage was deemed should exist to ensure the bride and the groom a peaceful coexistence founded on solid basis and also they appear symbols and metaphors reinforcing this meaning.

But let's see THE VALUES which the artist uses:

what appears to us at first is a scene that captures a domestic, homely place belonging to a family of humble origins, we do understand it just looking at the little furniture decorating the walls, the clothes with which the girl is dressed and those which garbed her younger siblings, who, at the table near the window, are learning something of the art of reading and writing probably on instruction of their older sister, who is sewing, both elements - that of not being educated in a school but directly from a family member, and to be skilled with the needle - which introduce us to an extremely modest reality (women of humble birth learned to sew already as little girl to be able not only to mend their clothes, once became adults, but for do their dresses by themselves without resorting to seamstresses or taylor shops which were the exclusive of wealthy families); the light that illuminates this scene is a warm light that infuses peace and harmony and drops us into a reality that, although lived in hardship, is revealing to us as happy and peaceful.

If the inhabitants of this home are definitely not of high social conditions, the young man, in love, who is gently asking for the hand of the lovely maiden, can be safely judge of much higher social status, an element that is guaranteed to us once again by his clothing: it wasn't customary for a young middle-class man to marry a young woman of modest means, then, usually a man needed to get married to consolidate his position in the society or even to raise it, that's why this scene can be essentially considered as a scene of true and sincere love.


As for THE SYMBOLS that are portrayed:

the girl is sitting with her back to the window and is lapped by the warm light of the day thus bringing us with our mind to some images of the Blessed Virgin, especially regarding the Annunciation, to underline her candor, her integrity, which is also emphasized by the water which fills the jug that her mother, very humbly, is bringing doing her appearance from behind the door leading into the 'parlor' to indicate that even the family of this is the guarantor; loyalty, which in marriage is, and was, in Victorian times, so important, indeed, an essential virtue as for wives, is represented by the figure of the dog, which was introduced in the Baroque period by Jan van Eyck, Flemish painter, and since then is often present in paintings of family scenes just to symbolize this virtue; the clock hanging on the wall, which no for chance is almost centered between the figures of the lovers, and the one the young man is handing as a gift to the girl, are both evident symbols of the time which he intends to spend with her, that is all what will belong to his life, and, always as for time, the children represent the future time, the mother the elapsed time and together symbolize the passage of time in its fluid continuity; the skirt of the girl which clearly expands on her hips symbolizes her fertility, while the color yellow of the scarf, which the young man took off and has placed inside his cylinder, on the floor, is index of impulsivity, of the recklessness that is often associated with the young age, but more often this tint is synonymous with infidelity, because if then it was important the dedication of the wife to her husband, the same couldn't be sayid for the husband towards his wife: in fact, it was customary, during Victorian times, that a wife would lead home and family, working to educate and bring up the children, and, as for what concerned carnal pleasures, there were the so-called 'comfort women' who were staying in special brothels, usually frequented by wealthy married men; but let's don't forget, however, that here this item is thrown to the ground - there was the chair on which to lay both the cylinder and the scarf - which in my view shows that he want to ignore such a 'costume', it indicates his willingness to misunderstand this disvalue considering much more important true love, which is, of this charming, poignant painting the authentic, undisputed protagonist.


~
At this point, very reluctantly, I must announce that I have to take a fortnight of interlude: restoration works at home that for long have added to the ordinary ones, heavy and long works outside and family reasons do not give me enough time to be able to stay together with you in Blog-Land, in this period, alas ... I'm postponing this moment for some time, but now I cannot do it anymore !
(At the begin of August I'll also participate at a conference and I have to prepare my speech)

~


I embrace you with all my heart and already I feel a bit of nostalgia ... I know I'll miss you, but believe me, I would have done it a long ago ... I hoped I was able to avoid it !

See you soon 💕








martedì 21 giugno 2016

HISTORY OF FASHION ~ 1870s Summer Fashions.


Oggi voglio trasportarvi nell'era tardo vittoriana e più precisamente ai primi anni settanta, quando gli abiti femminili raggiunsero l'apice dell'eleganza, per rileggere con voi i dettami della moda che al tempo veniva proposta per l'estate; 



1873



per i testi citerò il Demorest Illustrated Monthly Magazine, del giugno 1873 ed il Godeys Lady's Magazine dell'agosto del 1871 mentre le stampe, come avrete modo di vedere, sono tutte parigine.

Concedetemi prima un breve cenno su William Jennings Demorest di New York City (1822-1895), uomo decisamente intraprendente e creativo, che divenne un grande editore americano di riviste di fama internazionale: egli, traendo spunto dai cartamodelli realizzati dalla sua seconda moglie, Ellen Demorest, nata Curtis, diede vita, insieme con lei, prima ad una rivista di moda, creando un impero di produzione e di commercio che raggiunsero il vecchio continente, poi lanciò altre quattro riviste e fondò una casa cosmetica; leader nella lotta per l'abolizione della schiavitù, brevettò, questa volta da solo, persino una macchina da cucire ed un velocipede.

Ma veniamo alla nostra rivista per leggere i consigli sulla moda dell'impellente estate !

Si è fatto un gran parlare di cambiamenti nella moda e della scomparsa totale del pouf, della tournure, della polonaise, e di altri elementi connotativi la moda di oggi. Ma tale baccano è finito, in quanto siffatti discorsi generalmente si concludono, vanno in fumo non essendo possibile apportare modifiche a ciò che è ormai divenuto uno stile popolare, a meno che non sia più pratico del basque bustle ( nella moda vittoriana, basque si riferisce ad un corpetto stretto aderente o ad una giacca che si estende oltre la linea di cintura sui fianchi N.d.A.);



 July fashion, 1875, France, L’Élégance Parisienne



dell'overskirt, della polonaise, e del walking dress

Elemento di rilievo nella moda della scorsa primavera è stato senza dubbio la redingote, letteralmente, "grande cappotto", fatta in cashmere, in panno di cammello, in Serge, e sicillienne, con il collare ed i polsini in velluto rivoltati secondo la moda inglese, e rifinita con bottoni placcati in argento. Questo capo, anche se semplice, è molto suggestivo in quanto ad aspetto e non è affatto a buon mercato, essendo il tessuto necessario per confezionarla obbligatoriamente buono e genuino, ed i bottoni, unico ornamento, molto costosi. 

Le redingotes sono indossate, e molto ammirate, principalmente con gonne di seta nera e si dividono gli onori con abiti da passeggio in seta e lana nera, quest'ultima ricamata e rifinita con pizzo Yak nero. La redingote estiva è realizzata in lino, piqué, raso e cotone per asciugamani di provenienza turca, il tutto montato su velluto nero e rifinito con bottoni di velluto nero, ma tutto ciò è discutibile in quanto a lavaggio, eccezion fatta per quelle Ladies che avendo domestiche a servizio, possono permettersi di passare loro gli abiti affinché possano rammendarli o comunque possano prendersene cura.



1872



E' raro che una così grande varietà di metodi di produzione siano ancora di moda come le plissettature, le ampie balze raccolte, le balze al ginocchio, le balze che coprono la gonna, e con tessuti rigidi, semplici nastri. C'è sempre qualcosa, però, che serve quale caratteristica distintiva di un elegante capo d'abbigliamento ed ora sembra essere il momento della fascia.



1874



Una rassegna di sete sta tornando in voga in questa stagione, e invece di essere rifinite con balze di mussola bianca, illustri leaders della moda le ornano con balze di garza nera, o granatina, ricamate, od ornate con pizzi. Una tunica o grembiule di garza viene aggiunto alla parte superiore della gonna, e il corpetto è coperto con una veste di garza, mentre le maniche sono di seta e mostrano un semplice 'arruffarsi' di garza, e sono bordate da una pieghettatura in tulle bianco ai polsi. Drappeggi di seta sono ornamento della veste e della gonna. 

Per la sera nei luoghi termali o balneari, abiti in garza nera e abiti neri accurati sono in fase di preparazione, gonfi longitudinalmente sulla gonna, con lembi che acquistano ampiezza verso il fondo. Ampie fasce di sottile seta Armuré nera, ricamate in tinta sulle estremità, e decisamente sfrangiate sono indossate con questi toilettes, e sia il corpetto che le maniche sono rifiniti con pizzo bianco Valenciennes, creando il miglior effetto.



PRINCESS DRESS



1875, France, L’Élégance Parisienne




1875



Uno stile molto elegante è quello Gabrielle altrimenti detto Princess ora molto di moda. La parte posteriore ha un basque bustle di nuovo taglio che cade sopra una gonna con tre poufs, mentre la parte anteriore è tagliato in uno stile semplice Gabrielle con il basque bustle sottolineato dalla rifinitura. Si adatta a tutti i tessuti eccetto quelli molto pesanti o molto sottili. Il taglio deve essere adeguato alla pesantezza del tessuto. Quello illustrato è adatto per abiti molto eleganti, ma uno stile più semplice sarà comunque di grande effetto.



MARCIA OVERSKIRT



1873



1875, France, L’Élégance Parisienne



E' inutile dire come è fatta, si tratta di una finitura che si sovrappone alla gonna con stili diversi a seconda dei gusti di chi le veste e delle abilità sartoriali di chi le crea. Un drappeggio di seta, sorretto da due fasce in seta, è una delle ultime idee, ma di solito l'ampia seta o velluto forma due drappi e finisce con tagli irregolari, che sono utilizzati nel modo più efficace possibile per aiutare a formare il drappeggio della tournure.




1870's turnure



POLONAISE OVERSKIRT



 1870s fashion plate: a polonaise in grenadine, v-neck open with chemisette, fringe & big bows on sides and skirt ruffle




Tygodnik Mód, 1874



Il Godey's Magazine dell'agosto 1871 identifica il termine polonaise con due capi separati, un corpetto e una overskirt:

abiti di un bel tessuto foulard, di seta naturale, e seta Serge, sono tagliati con semplici bande diagonali, maniche strette, e basque bustle o Polonaise; su questo un busto Polonaise in lino è indossato come fosse una protezione, strettamente abbottonato, e rifinito semplicemente con pieghettature laterali, la parte anteriore in stile Gabrielle, con tre o quattro profonde pieghe sul retro. Una Polonaise in lino in questo stile può essere indossata sopra una gonna di lino anche della medesima fantasia. [...] Overskirts o abiti in stile Polonaise o semplicemente le gonne Polonaise, devono essere molto lunghe e drappeggiate solo sui lati.

Abiti [...] in cretonne sono la novità della stagione: sono stati introdotti l'anno scorso alle stazioni termali francesi, e solo pochi sono stati importati qui in questa stagione. Sono destinati alla moda di campagna poiché sono fatti di chintz in fantasia e del cretonne utilizzato per il rivestimento dei mobili; i motivi sono di colore nero, marrone, verde, blu, giallo cuoio, con grandi fiori colorati brillanti e figure. Sono composti di una gonna arruffata e Polonaise, con aggiunta di grandi fiocchi di velluto nero. Questi abiti sicuramente ci portano indietro ai giorni delle nostre nonne, e, temiamo, incontreranno poco favore se non che per una stagione; ma se diverranno moda, ci sarà sempre chi seguirà questa tendenza. 



1870 - Polonaise e combinazione di Polonaise e Watteau overdress a destra




WATTEAU OVERDRESS

L'overskirt ha un ampio grembiule drappeggiato ed un'ampia piega Watteau è portata fino alle spalle e fissata alla cintura. Questa è rifinita tutt'attorno con plissettature e drappeggiata ai lati. E' nota come l'overdress "Watteau".




MANTELLI E MANTELLINE PER LA  PRIMAVERA - ESTATE 



1873



I nuovi mantelli della stagione sono un semplice rilancio di quelli di venti anni fa. 
Molti di essi sono fatti allo stesso modo da strisce alternate di seta in tinta unita marezzata e di pizzo, bordati con un sottile cordoncino o da passamaneria. Altri sono fatti di faille rigido, a collo alto o basso, con brevi alette squadrate, con o senza plissettatura sul retro che segna la vita. La rifinitura è costituita da frange, pizzi, o da una balza di seta.

Più avanti nella stagione verrà introdotto il pizzo come tessuto per le mantelline, che verrà fissato in vita dietro con fusciacche, e all'estremità con dei fiocchi in tinta [...]

Più semplici, e molto meno costosi sono la garza a righe, le sciarpe in granatina, che, essendo bianca e nera, può essere indossata con quasi tutti i tipi di toilette, o gli ampi mantelli di mussola bianca, rifiniti con pizzo, che spogliati del loro nastro di guarnizione possono, nelle mani di un'abile lavandaia, ri-apparire come nuovi.

Ma senza dubbio il pizzo, nelle mantelline portate su di una tunica o polonaise bianca o nera, rende al meglio. Queste possono essere usate inquasi tutte le occasioni, sia in casa, come finitura per una cena in semplice toilette in seta, come aggiunta ad un abito per l'opera o per un concerto. Non vi è limite agli impieghi che ne possono essere fatti, né alla figura che sono in grado di offrire.




PARASOLI


1874



1875



Il nuovo parasole, od ombrello per il sole, è l'Union League Club. E' un parasole dal manico corto e sottile montato su di un'impugnatura dorata o in agata, con bacchette d'avorio, di argento placcato, o in conchiglia, ed è corredato di una catenella per legarlo alla chatelaine ( catena cui le donne tenevano appese le chiavi di casa ). Blu e prugna sono i colori che fanno tendenza. Questi costano da $ 7 a $ 10.
Ombrellini in seta veneziana intercambiabile, in morbido Serge spigato, in due tonalità, sono molto popolari. I loro prezzi vanno da $ 7,50 a $ 18,00.

Uno stile molto utile ed elegante è quello in seta nera foderata con un tessuto colorato, o di un tessuto colorato foderato di bianco. Questi sono grandi, hanno cupole profonde, e sono bordati con doppia frangia nei due colori. Prezzo $ 10. Per le visite e per recarsi in chiesa, sono utilizzati piccoli parasoli bianchi o di colore chiaro, ricoperti di pizzo, montati su bastoni finemente scolpiti in avorio giallo o in finto legno. Solamente i bastoni hanno un costo che va da $ 6 a $ 20. Il pizzo nero Llama costa da $ 3 in su mentre il vero Chantilly parte da 15 $. I costi di pizzo in filo vanno da $ 22 in su.


Vi ringrazio infinitamente per avermi seguita fino a qui e vi abbraccio calorosamente augurandovi una splendida estate, 

a presto 💕
















Today I want to take you back to the late Victorian age, to be more exact to the 70's, when the women's gowns reached the pinnacle of their elegance to read together with you the dictates of fashion which at that time was proposed for the Summer; 





- picture 1 - 1873




as for texts I'm going to quote the Demorest Illustrated Monthly Magazine, June 1873 and the Godeys Lady's Magazine, August 1871 whereas the fashion plates, as you could see, are all Parisian.


But let me first do a brief mention of William Jennings Demorest from New York City (1822-1895), very enterprising and resourceful man, who became a great American publisher of internationally renowned magazines: inspired by the patterns made by his second wife, Ellen Demorest, neè Curtis, he gave life together with her, first at a fashion magazine, creating an empire of production and trade that reached the old continent, then launched four other magazines and founded a cosmetics company; leader in the fight for the abolition of slavery, patented, this time by himself, even a sewing machine and a velocipede.

But let's get to our magazines to read tips on fashion about the impending Summer!



SUMMER MATERIALS AND COSTUMES.
from Demorest Illustrated Monthly Magazine, June, 1873

THERE has been much talk of changes in fashion and of the total disappearance of the pouf, the tournure, the polonaise, and other distinctive parts of the modern costume. But it has ended, as such talk generally does end, in smoke. No changes being perceptible in the general features of what have grown to be popular styles, and none likely to take place, unless something is suggested more convenient and becoming than the basqueN.d.A. : in Victorian fashion, basque refers to a tight bodice or a jacket that extends beyond the waistline to reach the hips );




- picture 2 -  July fashion, 1875, France, L’Élégance Parisienne




the overskirt, the polonaise, and the walking skirt. The prominent spring fact is undoubtedly the redingote—literally, “great coat,” which has been made in cashmere, camel's-hair cloth, serge, and sicillienne, with English turn-over collar, and cuffs of velvet, and mounted with oxydized silver buttons. These redingotes, though simple, are very striking in appearance and not at all cheap, the material being necessarily good and genuine, and the buttons, the only ornaments, very costly. They are worn principally with black silk skirts, and divide the honors with walking costumes of black silk, and black wool, the latter of which embroidered, and trimmed with black Yak lace, are greatly admired.

For summer wear the redingote is made in linen, piqué, satin and Turkish toweling, all mounted with black velvet, and trimmed with black velvet buttons, but this is objectionable on the score of washing, except to those ladies who can afford to pass their soiled clothes over to their maids to be ripped, or otherwise taken care of.




- picture 3 - 1872




It is seldom that so great a variety of methods in making are fashionable as now—side pleatings, gathered flounces, flounces to the knee, flounces covering the skirt, and, upon solid materials, plain bands. There is always something, however, which serves as the distinguishing feature of an elegant costume; just now it is the sash.




- picture 4 - 1874




Shot silks are coming into vogue again this season, and instead of being trimmed with white muslin flounces, distinguished leaders of fashion are ornamenting them with flounces of black gauze, or grenadine, embroidered, or trimmed with laces. A tunic or apron of the gauze is added to the upper part of the skirt, and the bodice is covered with a veste of the gauze, while the sleeves are of the silk, and only show a ruffling of the gauze, lined with a plaiting of white tulle at the wrists. Bows of the silk ornament the veste and skirt.

For evening wear at the watering places, black gauze and black net dresses are being prepared, puffed lengthwise upon the skirt, the bouillons widening toward the bottom. Wide sashes of thin black armure silk, embroidered in colors upon the ends, and deeply fringed are worn with these toilettes, and the bodice and sleeves are trimmed with white Valenciennes lace, with the best effect.





PRINCESS DRESS.




- picture 5 - 1875, France, L’Élégance Parisienne


- picture 6 - 1875




A very dressy style of the favorite “Gabrielle,” or “Princess” dress which is now so fashionable. The back has a basque of a new cut, falling over a skirt with three puffs, and the front is cut in a plain Gabrielle style with the basque simulated by the trimming. It is adapted to all goods excepting those very heavy or very thin. The trimming must be selected to correspond with the goods. That illustrated is suitable for very dressy purposes; but a plainer style will be very effective.





MARCIA OVERSKIRT.



- picture 7 - 1873
  

- picture 8 - 1875, France, L’Élégance Parisienne



It is useless to tell how it is arranged, except that it is disposed upon the side. The styles of arranging are as various as the tastes of the wearers and the qualifications of the modiste. A pocket or satchel of the silk, depending from two straps of silk, is one of the latest ideas, but ordinarily the broad silk or velvet sash forms two loops and irregular ends, which are used as effectively as possible to aid in forming the drapery of the tournure.




- picture 9 - 1870's tournure





POLONAISE OVERSKIRT.




- picture 10 - 1870s fashion plate: a polonaise in grenadine, v-neck open with chemisette, fringe & big bows on sides and skirt ruffle


- picture 11 - Tygodnik Mód, 1874




The Godey's Magazine for August 1871 identifies the term polonaise with two separate garments, a bodice and an overskirt:

Handsome suits of fine foulard, pongee, and silk serge, are simply trimmed with plain bias bands, closely fitting sleeves, and basque waist, or Polonaise; over this a linen Polonaise is worn as a protection, closely buttoned, and trimmed simply with side plaitings, and a Gabrielle front, with three or four deep box-plaits at the back. This style of linen Polonaise can be looped up and worn over a corresponding linen skirt also. [...] Overskirts to the dress, or the Polonaise skirt, must be very long and only looped up at the sides.

[...] Cretonne costumes are the novelty of the season: they were introduced last year at French watering places, and a few have been imported here this season. They are intended for country wear only, and are made of the chintz figured cretonnes used for upholstering furniture; the grounds are black, brown, green, blue, buff, with large brilliant colored flowers and figures. They are made with a ruffled skirt and Polonaise, caught up by large bows of black velvet. These costumes certainly carry us back to the days of our grandmothers, and will, we fear, meet with but little favor for a season; but if fashion decrees, there will always be some to follow her mandate.[15]




- picture 12 - 1870 - Polonaise and combination of Polonaise and Watteau overdress on the right






WATTEAU OVERDRESS.

The overskirt has broad draped apron, and a Watteau plait is carried up in the back and fastened to the waist. This is trimmed around with a puff, and is looped high at the sides. It is known as the “Watteau” overdress.





SPRING AND SUMMER CLOAKS AND MANTLES.




- picture 13 - 1873




The newest mantles of the season are a simple revival of the scarf mantelets of twenty years ago. Many of them are made in the same way of alternate strips of plain or watered silk, and dotted lace, edged with a narrow gimp or passementerie. Others are made of solid faille, high or low necked, with short square tabs, and with or without a pleating at the back which holds then in at the waist. The trimming consists of fringe, lace, or a ruffle of the silk with a heading.

Later in the season lace mantelets will be introduced, fastened into the waist behind with sash bows, and ends of colored ribbon [...]

More simple, and much less expensive are the striped gauze, and grenadine scarfs, which in white, and black, can be worn with almost any toilette, or the white muslin tunics, and scarf mantles, trimmed with lace, which divested of their ribbon garniture may, in the hands of a skillful laundress, re-appear as good as new.


But undoubtedly in lace, the best investment is a white or black llama tunic or polonaise. These can be used upon almost any occasion. For in, or out of doors, as a finish to a rather plain silk dinner toilette, as an addition to an opera or concert dress. There is no end to the uses to which they can be put, nor to the service they are able to perform.







PARASOLS.




- picture 14 - 1874


- picture 15 - 1875



THE new parasol, or sun-brella, is the “Union League Club.” It has a short, thick handle, mounted in gilt, agate, knobs and crosses of ivory, oxidized silver, or shell, and is furnished with a chain to attach it to the chatelaine. Blue and plum are the leading colors. These cost from $7 to $10.

Umbrellas in changeable Venetian silk, a soft twilled serge, in two shades, are very popular. Prices range from $7.50 to $18.00.

A very useful dressy style of parasol is in black silk lined with a color, or a color lined with white. These are large, have deep canopies, and are bordered with double fringe in the two colors. Price $10. For visiting and church, small parasols are used, these are white, or a light color, covered with lace, and are mounted on finely-carved sticks of yellow ivory, or fancy wood. These sticks alone cost from $6 to $20. Black Llama lace covers cost from $3 upwards. Some real Chantilly are shown as low as $15. Thread lace costs from $22 upward.



Thanks most sincerely for having followed me up to here, I embrace you warmly while wishing you a wonderful Summer,

see you soon 💕









LINKING WITH:












giovedì 16 giugno 2016

The 'Comte d'Orsay' and the decline of the 'dandy' image in the London which elected Victoria as its Queen.



« Bello di corpo come l'Apollo del Belvedere, alto sei piedi e tre pollici, straripante di salute, vivacità e gaiezza, spiritoso, sempre di buon umore, amato ed ammirato da tutti: così era il conte d'Orsay quando ne feci la conoscenza. Egli amava il denaro non per il denaro in se stesso, ma per gli agi che procura. Era straordinariamente generoso e gli piaceva dare anche quello che aveva preso a prestito ... » 1  



Mentre, il più famoso dei dandies, Lord George Brummell, nel 1840 si stava spegnendo in preda alla miseria nel suolo di Francia in cui si era stabilito per sfuggire a tutti i suoi creditori, nella Londra pre-vittoriana numerosi erano coloro che avrebbero meritato appieno il titolo di suoi successori, dandies forse altrettanto se non più eleganti e disinvolti, di sicuro meno esuberanti e più spiritosi, pronti a sostituirsi a lui nella realtà e nell'immaginario collettivo londinese: il 'semidio' Raikes, il capitano Gronow, che era inoltre un memorialista dotato di brillante spirito, lord Alvanley, Ball Hugues detto 'tutto d'oro', sir Saint Vincent Cotton, Lord Allen detto 'il re Allen' ed il famoso Comte d'Orsay proveniente da Parigi, che già ci è noto ( QUI potete leggere il post a cui mi riferisco ) per l'aver incontrato Lord e Lady Blessington e la di lei sorella nel 1823 in prossimità di Avignone - in sosta alla volta di Genova dove avrebbero incontrato il sommo poeta George Byron - e per essersi unito alla dilettevole comitiva al fine di conoscere l'allora già celebrato vate, sicuramente dei dandies del tempo il più ammirato.

Alfred Guillaume Gabriel Grimaud, conosciuto come Comte d'Orsay (1801-1852) « Era alto più di sei piedi ed avrebbe potuto servire da modello per una statua antica. Aveva il collo lungo, la vita sottile, le spalle larghe. Nulla superava la bellezza dei suoi piedi e delle sue caviglie. I suoi capelli castani scuri, i suoi baffi sottili ed i suoi favoriti erano naturalmente ricciuti. I suoi lineamenti erano regolari, gli occhi grandi e bruni. » 2 è questo il ritratto che farà il capitano Gronow di colui che divenne amico, commensale, compagno e probabilmente amante ( dopo gli otto mesi trascorsi insieme a Genova ) dell'avvenente Duchessa di Blessington, Marguerite.


Marguerite, comtesse de Blessington (1789-1849) by Deborah Docherty (?)



« ... Era un pittore ed uno scultore di talento, un buon musicista, un magnifico cavaliere, un atleta completo, Eccelleva nel tiro e nella spada e benché i suoi gusti fossero nettamente virili curava la sua bellezza come avrebbe potuto farlo una bella donna.
Aveva l'abitudine dei bagni profumati e i suoi amici non hanno dimenticato l'enorme scatola da toilette d'oro che l'accompagnava in tutti i suoi viaggi e che doveva essere spostata da due uomini. Pace alle sue ceneri. Il mondo non vedrà più per molto un uomo così! »


Alfred Count d'Orsay by Sir George Hayter (1792 - 1871)



Il 1° dicembre 1827, il Comte d'Orsay sposò la quindicenne Lady Harriet Gardiner, figlia di primo letto di Lord Blessington e se va detto che tale unione rese il suo legame con la famiglia Blessington meno apparentemente equivoca rispetto a prima, va altresì ricordato che fu tale unione per altri aspetti decisamente infelice, tanto da condurre ad una separazione legale nel 1838: Lady Harriet pagò più di £100,000 ai creditori dell'ex marito ( anche se questa cifra spropositata per il tempo non fu comunque sufficiente a coprire tutti i suoi debiti ) ed in cambio d'Orsay rinunciò a qualsiasi pretesa sui possedimenti dei Blessingtons.



Portrait of Harriet Gardiner, nee Blessington by Lizinka Aimée Zoé De Mirbel (1796-1849)



Va da sé che non è possibile ostentare lusso e vivere agiatamente se non si possiede un reddito, per di più di una certa consistenza ... lo si può fare solamente contraendo debiti ed il Comte d'Orsay a forza di gettar via denaro a piene mani ne contrasse talmente tanti da esserne sommerso ed i suoi creditori, numerosi,anzi, molto numerosi, decisero di farlo incarcerare ( solo nel 1870 venne abolita la legge che imponeva l'arresto per debiti ), ma la legge che prevedeva tale arresto, decisamente bizzarra, lo consentiva solo a domicilio e lo vietava di notte e la domenica, motivo per cui egli a partire dal 1842 prese alloggio presso la dimora di Lady Blessington che gli aveva riservata una stanza tappezzata in seta in blu con ricami in argento ed usciva solo la sera, in tutta tranquillità, per recarsi al club e per rimanervi fino all'alba.


The Duke of Wellington and Mrs. Arburthnot meeting Prince de Talleyrand and  Count d'Orsay in Hyde Park by (?)



Sette anni più tardi, nel 1849, si recò in Francia con la propria 'protettrice' la quale lo seguì dopo aver venduto tutti si suoi averi, ma lo lasciò poche settimane dopo poiché si spense poco dopo aver raggiunto Parigi, ed il povero 'Comte', affranto ed in miseria cercò quindi di procacciarsi da sé il denaro necessario per sopravvivere ricorrendo all'estro artistico di cui era naturalmente dotato 



Dal pennello del Comte d'Orsay: Portrait of Lord Byron's daughter, Ada, who would become known as the mathematician Ada Lovelace; dal suo carboncino Portrait of a Gentleman e Selfportrait.




e proprio grazie al suo talento venne nominato da Luigi Napoleone, divenuto nel frattempo imperatore con il nome di Napoleone III conseguentemente ad un colpo di stato del 1851, direttore della Scuola di Belle Arti nell'anno 1852, ma pochi giorni sopravvisse a tale gesto di benignità, poiché la sua vita terminò il 4 di agosto presso la casa della sorella di conseguenza ad un'infezione spinale.

Un fatto fra mille può dare un'idea delle strane influenze che esercitò al tempo il M. le comte d’Orsay nel grande mondo britannico: un giorno i suoi amici del Jockey Club di Londra si riunirono e lo costrinsero a bastonate a pagare parte dei suo debiti, e si incontrarono insieme la sera stessa per ottenere una somma di quattrocentomila franchi. Non è chiaro chi sia da ammirare di più, se questi generosi amici dell'uomo o se piuttosto colui che aveva ispirato tali amicizie. Dal suo ritorno in Francia, nel 1849, M. le comte d’Orsay si era esclusivamente dedicato al culto dell'arte; busti di Lamartine, di Lady Blessington e la sua statua equestre di Napoleone furono notati nelle ultime sue mostre.

Dalla: Revue contemporaine. Bd. 3, 1852.


Ma non tutti i dandies erano di bell'aspetto e di gradevole compagnia, ahimè, tra di loro vi era anche chi del dandy sembrava quasi una caricatura: molto familiare ai londinesi Lord Allen del quale si diceva fosse grande, grosso, pomposo, con sempre addosso un cilindro nuovo, , splendenti stivali di vernice e egli anelli sui guanti, assomigliava a un pappagallo, sia per il naso fortemente arcuato, sia per l'abitudine di camminare lentamente incrociando un piede davanti all'altro. 4 

E che dire di un certo giovane deputato e romanziere ebreo di nome Benjamin Disraeli, personaggio dall'apparenza bizzarra ( che diverrà, anni dopo, primo ministro di sua maestà la Regina Victoria, conte di Beaconsfield e lo statista che ideò la 'democrazia' tory ) che il giornalista americano Willis conobbe a Gore House, presso Lady Blessington, e che con le seguenti parole ce lo ritrae:
« Egli era seduto vicino alla finestra che dava su Hyde Park, gli ultimi raggi di sole si riflettevano sui fiori dorati ricamati sul suo magnifico gilet. Aveva una canna bianca, una giacca granata, dei pantaloni di velluto verde, scarpini di vernice, una quantità di catene gli circondavano il collo, e gli uscivano dalle tasche facendone, anche nel crepuscolo, una persona estremamente vistosa. La sua carnagione era livida, i suoi occhi neri come l'Erebo e aveva un'espressione sardonica. La sua pettinatura era altrettanto stravagante quanto il suo gilet: sulla guancia destra gli cadeva, giù fino al collo, una massa folta di riccioli di un nero di gaietto tanto che a sinistra i capelli, lucidi e impomatati, stavano incollati al cranio ... Parlava nervosamente come un cavallo purosangue al momento della partenza, con tutti i muscoli in azione ... Nessuna corifea di danza sacra fu mai animata da una tale frenesia. »


Come detto poco sopra, se le ladies si incontravano nei salotti, era ordinario per i gentleman e per i dandies ritrovarsi presso i clubs: pensate che all'epoca in cui venne eletta regina Victoria la sola Londra ne contava ben 27 e ciascuno non contava più di 2000 membri, i soci erano veri gentlemen, nel senso che ancora si attribuiva allora a tale termine, non vi facevano parte borghesi di alcun tipo.


Brook's by Rolandson and Pugin



Ogni club aveva più o meno la sua specialità: il Brook's e il White's erano i luoghi d'incontro di un'aristocrazia molto amica delle carte e molto chiusa ( il principe Luigi Napoleone non vi fu mai ricevuto ); Crockford's era un po' più aperto e vi si giocava anche di più. L'Athenaeum era il club degli eruditi, professori e dignitari della chiesa anglicana; il Clarence era letterario, il Conservative, come lo indica il nome, era tory, il Reform Club era whig di tendenza avanzata; l'Oriental radunava gli ex residenti in oriente e nei territori indiani; Garrick's era soprattutto frequentato dagli amici del teatro. Molte persone eleganti facevano parte di un club.
Le varie istituzioni avevano tutte sede nelle vaste dimore site in St.James Street o a Pall Mall. Una delle più splendide era quella dove aveva sede il Reform Club, costruita sul modello dei palazzi fiorentini. Le sue vaste cucine riscaldate a gas erano considerate una delle curiosità della capitale. Molti celibi passavano al club una parte delle loro giornate e quando non erano invitati altrove vi consumavano i pasti. Era raro che anche i membri sposati non vi si facessero vedere almeno una volta al giorno nel periodo della season. Al club, col cappello immutabilmente calcato in testa e un monocolo all'occhio si poteva distendersi, guardare a lungo, attraverso gli ampi bow-windows l'andirivieni degli equipaggi, vi si coglievano le ultime voci in fatto di politica e di ippica, vi si leggevano i giornali e le riviste, si fumava tranquillamente ( ma solo in una stanza a ciò riservata ; e il sigaro non era ancor ammesso al White's prima del 1845 ). Al club si poteva meditare al riparo di orecchie indiscrete, e abbandonarsi senza limiti al piacere del gioco. 6 

Qui si trovavano le 'vestigia' dell'alta società appartenete ad un'epoca che stava per concludersi ma che ancora emanava qualche sprazzo di vivacità che presto sarebbe stata sommersa dall'ondata di seria moralità del 'Vittorianesimo': presto scompariranno la moda del vestire accurato e del parlare bleso, dei profumi penetranti e dei gioielli vistosi e l'abito nero soppianterà definitivamente quelli colorati per accarezzare con più discrezione le forme del corpo maschile segnando l'avvento dell'eleganza del nuovo gentleman, impersonata dal Principe Consorte Albert.



Portrait by Camille Silvy of Prince Albert, Consort of English Queen Victoria,
 Stampa fotografica Premium



E lasciate che concluda facendo infine menzione di una curiosità, ancora riguardo al Comte d'Orsay; era il 1830 quando egli, assecondando quella che era un'autentica fervida esaltazione per i profumi, che da sempre lo infervorava, diede vita ad una casa ed ad un marchio che li producesse,
che chiamò PARFUMS D'ORSAY - PARIS che, pensate, sopravvive tutt'oggi:


Questa passione lo infiammò a tal punto che abbandonò carta e penna e divenne creatore d'indimenticabili profumi. Tutto nacque dal desiderio di donare alla sua amata Lady Blessington un profumo degno della sua bellezza e del suo fascino. Creo così "Eau de Bouquet" che poi nel 1908 venne ribattezzato "Etiquette Bleu", un profumo che decretò l'inizio di una nuova creatività e che ancora oggi orgogliosamente esibisce la sua originalità.
La famiglia d'Orsay decise di proseguire nella tradizione, mantenendo sempre fede  allo spirito e al patrimonio olfattivo del Conte d'Orsay. Fu così che la Parfums d'Orsay, verso la fine del secolo, crebbe e divenne una delle case di profumi più prestigiose. 7 




Ringraziandovi infinitamente per avermi seguita fin qui vi giunga gradito il mio più caloroso abbraccio,

a presto 💕










BIBLIOGRAFIA:

Jacques Chastenet, LA VITA QUOTIDIANA IN INGHILTERRA AI TEMPI DELLA REGNA VITTORIA, Traduzione Maria Grazia Meriggi, Rizzoli Editore, Milano, 1985; 

James Harrison, The Victorian Age: 1837-1914 (British History), Kingfisher Books Ltd, 2002;

Ornella Pastorelli, Silvio Levi, Leggere il Profumo, Franco Angeli, 2006. pag 45



CITAZIONI:

1 - Jacques Chastenet, LA VITA QUOTIDIANA IN INGHILTERRA AI TEMPI DELLA REGNA VITTORIA, Traduzione Maria Grazia Meriggi, Rizzoli Editore, Milano, 1985, pag.96;

2 - op. cit., pag. 96;

3 - ivi, pag. 97;

4 - ivi, pag. 96;

5 - ivi, pag. 92; 

6 - ivi, pag. 94;

7 - Ornella Pastorelli, Silvio Levi, Leggere il ProfumoFranco Angeli, 2006, pag. 45.









"Beautiful of body like the Apollo of the Belvedere, six feet and three inches tall, overflowing with health, liveliness and gaiety, witty, always in a good mood, loved and admired by everybody: this was the Count d'Orsay when I made his  knowledge. He loved money not for the money itself, but for the comforts that it brought. He was extraordinarily generous and he also liked to give what he had borrowed ... "1






- picture 1





While the most famous of all the dandies, Lord George Brummell, in 1840 was expiring in the throes of misery in the soil of France where he was finally determined to escape to all his debtors, in pre-Victorian London numerous were those who would have fully deserved the title of his successors, dandies perhaps equally if not more elegant and jaunty, certainly less exuberant and more witty, ready to replace him in reality and in the collective immagination of the Londoneers : the 'demi-god' Raikes, captain Gronow, who was also a memoirist gifted with brilliant spirit, Lord Alvanley, Ball Hugues said 'all gold', Sir Saint Vincent Cotton, Lord Allen said 'king Allen' and the famous Comte d'Orsay from Paris, which is already known to us ( HERE you can read the post I'm talking about ) for having met Lord and Lady Blessington and her sister in 1823 in the neighborhood of Avignon - where they were stopping before than reaching Genoa: there they would have met the poet George Byron - and for having joining the pleasant company in order to know the then already celebrated bard, surely the most admired of the dandies of the time.

Alfred Guillaume Gabriel Grimaud, known as Comte d'Orsay (1801-1852) « He was more than six feet tall and could serve as a model for an ancient statue. He had a long neck, thin waist, broad shoulders. Nothing surpassed the beauty of his feet and his ankle. His dark brown hair, his thin mustache and his favorites were naturally curly. His features were regular, hie eyes were big and brown. » 2  this is the portrait that Captain Gronow will made of the man who became friend, companion, and probably, indeed, for sure, lover (after eight months spent together in Genoa) of the comely Duchess of Blessington, Marguerite.





-  picture 2 - Marguerite, comtesse de Blessington (1789-1849) by Deborah Docherty (?)





« ... He was a painter and a talented sculptor, a good musician, a superb rider, a complete athlete, and excelled in the shot and in the sword and though his tastes were distinctly masculine he cared his beauty as could have done a beautiful woman.
He had a habit of perfumed baths and his friends have not forgotten the huge golden toilet box that accompanied him in all his travels and had to be moved by two men. Peace to his ashes. The world will have to wait a lot before than seeing such a man ! » 3





- picture 3 - Alfred Count d'Orsay by Sir George Hayter (1792 - 1871)





On December 1st, 1827, the Comte d'Orsay married Lady Harriet Gardiner, the fifteen-year-old daughter of the first bed of Lord Blessington, and it must be said that if this union made his link with the Blessingtons apparently less equivocal than before, it should also be remembered that this was an union decidedly unhappy for some other aspects, so as to lead to a legal separation in 1838: Lady Harriet paid more than £100,000 to the creditors of her former husband (even if this disproportionate amount of money wasn't enough, however, to cover all his debts) and in change d'Orsay gave up any claim on the Blessingtons' estates.





- picture 4 - Portrait of Harriet Gardiner, nee Blessington by Lizinka Aimée Zoé De Mirbel (1796-1849)





It goes without saying that you can not flaunt luxury and live comfortably if you do not have an income, forthermore substantial ... you can do it only by contracting debts and the Comte d'Orsay by dint of throwing away money by the handful he contracted so many of them to be submerged and his creditors, quite many, in fact, very numerous, decided to make him imprison (only in 1870 it was abolished the law requiring the arrest for debts), but the law which provided for this arrest, definitely bizarre, allowed it only at home and forbade it at night and on Sundays, that's why he, starting from 1842, took up residence at Lady Blessington's home who had reserved him a room covered in blue silk with silver embroidery and went out only in the evening, peacefully, to go to the club and to remain there till dawn arrived.





- picture 5 - The Duke of Wellington and Mrs. Arburthnot meeting Prince de Talleyrand and  Count d'Orsay in Hyde Park by (?)





Seven years later, in 1849, he went to France with his 'protectress' who followed him after selling every possession of hers, but left him a few weeks later for she died shortly after reaching Paris, and the poor 'Comte', heartbroken and destitute, tried then to procure by himself the money he needed to survive by resorting his artistic talent with which he was naturally gifted.





- picture 6 - By Comte d'Orsay's paintbrushPortrait of Lord Byron's daughter, Ada, who would become known as the mathematician Ada Lovelace; by his pencil crayon Portrait of a Gentleman and Selfportrait.





and just thanks to his expertise he was appointed by Louis Napoleon, meanwhile become emperor as Napoleon III consequently to a coup in 1851, director of the School of Fine Arts in 1852, but a few days survived to this gesture of kindness, because his life ended on August 4th at his sister's home consequently to a spinal infection.

A fact among a thousand can give an idea of ​​the strange influences which, at the time, M. le comte d'Orsay exerted in the great British world: one day his friends from the Jockey Club in London met with sticks and forced him to pay part of his debts, and then met together that evening again to get a sum of four hundred thousand francs. It is not clear who is to be more admired, whether these generous friends of the man or he who had inspired such friendships. Since his return to France, in 1849, M. le comte d'Orsay had dedicated himself exclusively to the art worship; busts of Lamartine, Lady Blessington and his equestrian statue of Napoleon were noticed at his last exhibitions.

From: Contemporary Review. Bd. 3 1852.


But not all the dandies were personable and of pleasant company, alas, among them there was also who of the dandy seemed almost a caricature: very familiar to the Londoners was Lord Allen who was said to be tall, great, pompous, always wearing a new cylinder, shiny boots of patent leather and rings on his gloves, he looked like a parrot, both for his strongly arched nose, and for his habit of walking slowly crossing one foot before the other. 4

And what about a certain young Jew deputy and novelist named Benjamin Disraeli, a weird-looking character (who will become, years later, Her Majesty Queen Victoria's Prime Minister, Earl of Beaconsfield and the statesman who had the idea of the tory ​​'democracy' ) whom the American journalist Willis met at Lady Blessington's Gore House, and in these words so depicts him:

« He was sitting by the window looking out over Hyde Park, the last rays of sunlight reflected on the golden flowers embroidered on his magnificent gilet. He had a white cane, a grenade jacket, green velvet trousers, shoes of patent leather, a number of chains surrounded his neck, and came out of the pockets making of him, even in the twilight, an extremely showy person. His complexion was pale, his eyes blacks as Erebus and had a sardonic expression. His hair was just as extravagant as his gilet: on his right cheek was falling, down to the neck, a thick mass of the blackest curls much that the hair on the left, shiny and slicked, were glued to the skull ... He spoke nervously like a thoroughbred horse on departure, with all the muscles in action ... No coryphaea of ​​sacred dance was never animated by such a frenzy. » 

As mentioned above, if ladies met in the salons, it was ordinary for gentlemen and dandies to meet at the clubs: think that at the time when she was elected Queen Victoria the only London had 27 clubs and each didn't count more than 2000 members: they were true gentlemen in the sense that then was still attributed to that term, they were not part of the middle class at all.




- picture 7 - Brook's by Rolandson and Pugin





Each club had more or less his specialty: the Brook's and White's were the meeting places of an aristocracy friend of cards and very closed ( Prince Louis Napoleon was never received there ); Crockford's was a bit more open and there they played even more. The Athenaeum was the club of scholars, professors and dignitaries of the Anglican Church; Clarence was literary, the Conservative, as its name indicates, was Tory, The Reform Club was Whig, of advanced trend; the Oriental rallied the former residents of the East and the Indian territories; Garrick's was frequented mostly by friends of the theater. Many elegant people were part of a club.
The various institutions were all based in the vast mansions located in St. James Street and Pall Mall. One of the most beautiful was that which housed The Reform Club, built on the model of the Florentine palaces. Its vast gas heated kitchens were considered one of the curiosities of the capital. Many unmarried people spent at the club their days, and when they were not invited anywhere else they even ate meals there. It was rare not to see at least once during the season even married members. At the club, with his hat immutably pulled down on his head and a monocle at his eye a man could relax, looking for long, through the wide bow windows, at the comings and goings of crews, there were picking the latest rumors in terms of politics and horse racing, there you read the newspapers and magazines, you smoked quietly (but only in a private room reserved at this, and the cigar wasn't admitted at the White's before than 1845). ). At the club you could meditate in the shelter from prying ears, and indulge without limits to the pleasure of the game.

Here were the 'vestiges' of the high society belonging to an era that was about to end but that was still giving off some spark of vitality which would soon have been submerged by the wave of serious morality of the 'Victorianism': soon will  disappear the fashion of accurate dresses and of speaking lisping, of piercing scents and showy jewelry and black dress will displace permanently the colored ones to stroke with more discretion the forms of the male body, marking the advent of the new gentleman's elegance, embodied by Prince Consort Albert.




- picture 8 - Portrait by Camille Silvy of Prince Albert, Consort of English Queen Victoria,




And finally, let me conclude this writing of mine by mentioning a curiosity, still about the Comte d'Orsay; it was 1830 when, favoring what was an authentic fervent exaltation for perfumes, he gave birth to a house and a brand that could produced them, and he called it PARFUMS D'ORSAY - PARIS, whic, think, is still surviving today:

- picture 9 on the left - This passion inflamed him so much that he abandoned pen and paper and became the creator of unforgettable scents. Everything was born from the desire to give to his beloved Lady Blessington a perfume worthy of her beauty and her charm. So he create "Eau de Bouquet" which in 1908 was renamed "Etiquette Bleu", a scent that decreed the beginning of a new creativity and that still today proudly exhibits its originality.
The Orsay family decided to continue this tradition, always keeping faith with the spirit and to the olfactory heritage of the Count d'Orsay. Thus the Parfums d'Orsay, at the end of the century, grew up and became one of the most prestigious perfume houses. 7


Thanks most sincerely for having followed me up to this point and hope you'll enjoy my warmest hug, I'm wishing you all my best till the next time,

see you soon 💕













BIBLIOGRAPHY:

Jacques Chastenet, LA VITA QUOTIDIANA IN INGHILTERRA AI TEMPI DELLA REGNA VITTORIA, Traduzione Maria Grazia Meriggi, Rizzoli Editore, Milano, 1985; 

James Harrison, The Victorian Age: 1837-1914 (British History), Kingfisher Books Ltd, 2002;

Ornella Pastorelli, Silvio Levi, Leggere il ProfumoFranco Angeli, 2006. pag 45



QUOTATIONS:

1 - Jacques Chastenet, LA VITA QUOTIDIANA IN INGHILTERRA AI TEMPI DELLA REGNA VITTORIA, Traduzione Maria Grazia Meriggi, Rizzoli Editore, Milano, 1985, p.96;

2 - op. cit., p. 96;

3 - ibid., p. 97;

4 - ibid., p. 96;

5 - ibid.p. 92; 

6 -  ibid., p. 94;

7 - Ornella Pastorelli, Silvio Levi, Leggere il ProfumoFranco Angeli, 2006, p. 45.