sabato 30 agosto 2014

Lord Byron and Marguerite, Countess of Blessington: to meet up in Genoa.



Erano conosciuti per la loro eccentricità ed ogni salotto della Londra Regency si contendeva la loro carismatica presenza; erano facoltosi, colti, brillanti, entrambi al loro secondo matrimonio, i Conti di Blessington erano la coppia più ammirata e discussa del tempo. 





La contessa, nata Marguerite Power il primo settembre del 1789, era la quarta figlia di un modesto proprietario terriero irlandese che incarnava tutti i vizi del tempo, era ribelle, rissoso, violento e perciò temuto dalla moglie e dai figli fino al giorno della propria morte; all'età di quattordici anni ella fu chiesta in sposa dal Capitano St.Legend Farmer, ma dato il suo rifiuto questi stipulò un contratto con il padre che, conquistato dalla cifra in denaro con cui sarebbe stato ripagato e dal pensiero di avere una bocca in meno da sfamare, accettò di buon grado, ignaro o forse noncurante del fatto che stava consegnando una delle proprie figlie tra le braccia di una persona ben più violenta di lui; dopo una serie di maltrattamenti che la indussero a prendere la drastica decisione di abbandonare il tetto coniugale, Marguerite tornò per qualche tempo in casa con i genitori per poi lasciare l'Irlanda alla volta dell'Inghilterra, dove la famiglia di Thomas Jenkis, un vecchio capitano di marina, la accolse e la presentò casualmente al Conte irlandese Charles John Gardiner, I°Conte di Blessington, di sette anni più vecchio di lei, già vedovo con quattro figlioli.

A quattro mesi dalla morte del marito di Marguerite, che, da accanito bevitore e dedito al gioco d'azzardo contrasse debiti fino al punto da venire rinchiuso nella King's Bench Prison dove si spense nell'ottobre del 1817, i due contrassero matrimonio e divennero a far parte del bel mondo, spendendo senza misura denaro in ogni tipo di stravaganza.

Di questa vita entusiasmante, ma dissoluta e forse un po' monotona la bella Marguerite presto si stancò e persuase il Conte suo marito a viaggiare nel vecchio continente per conoscere le capitali europee, straripanti di storia, seguendo le tracce dell'amato poeta Byron, il fascinoso spirito indomito, il sommo poeta dall'animo ribelle del quale aveva letto tutte le opere fino ad allora scritte ed aveva visitato i luoghi in esse citati: era bella, la contessa, ed era anche un po' viziata e capricciosa, come voleva il più calzante paradigma della lady facoltosa e titolata, e perciò, insieme con la sorella minore ed il marito partì alla volta di Genova, dove George Byron abitava allora dopo aver perso nelle acque del golfo spezzino l'amato amico e compagno Percy Bysshe Shelley.


Durante una delle loro tappe, per la precisione presso Avignone, incontrarono uno dei più famosi dandies dell'epoca, il Conte D'Orsay, conosciuto per la propria eleganza e classe, ammirato ed imitato in tutta Europa, che si unì a loro con grande piacere, data anche l'attrazione che avvertiva per la bellissima contessa.

E così la comitiva composta alfine di quattro aristocratici amanti della bella vita si diresse, attraversando le Alpi Marittime e raggiungendo quindi Savona, verso l'ambito capoluogo ligure, costeggiando il mare del golfo che tanto di sè già aveva fatto parlare.
Giunti a Genova Voltri lasciarono i muli a dorso dei quali fino ad allora avevano viaggiato ed entrarono in carrozza, per proseguire il loro viaggio ed entrare, infine, nella città di Genova, dove presero alloggio presso l'Hotel de la Ville; era il 31 marzo dell'anno 1823 e Marguerite annotava nel suo diario:

E così sono davvero nella stessa città in cui è Byron ! E domani potrei, forse, scorgerlo, chissà ! Non ho mai avvertito prima questo stesso desiderio impaziente di vedere qualcuno a me noto solamente dalle sue opere. Spero solo che non sia grasso, come Moore lo ha descritto quando era a Venezia, poichè per me un poeta grasso è una anomalia. Beh, domani saprò com'è: e ora a letto a riposare le fatiche del mio viaggio. -

Sì, allora viaggiare era sicuramente molto faticoso, ma leggete insieme con me quali parole usa per descrivere il capoluogo ligure raggiunto dopo giorni e giorni di viaggio ... nel Golfo di Genova l'attendeva uno spettacolo di rara amenità:

Niente potrebbe essere più bello della posizione di Genova, se non fosse per un difetto; ma anche questo, a visto a distanza, aggiunge bellezza all'effetto generale. Mi riferisco alle immediate vicinanze della audace e desolante schiera degli Appennini, che formano il suo sfondo. Quando è vista da lontano, la città, che è costruita su di un anfiteatro da cui la bella baia trae le sue fondamenta, sembra come se fosse collocata su di un'isola posta tra due mari; essendo le montagne dietro di essa blu come il Mediterraneo che ha di fronte, ed entrambi fondendosi, per così dire, con l'orizzonte. Gli edifici bianchi che si ergono quasi uno sopra l'altro tra queste vaste masse di blu, hanno un bellissimo effetto fino a quando sono visti da vicino, quando il contrasto offerto dagli splendidi palazzi e le montagne brulle e sterili, alla cui base svettano i loro tetti, è violento e quasi sgradevole; da una parte la visione della natura nel suo aspetto più rude, nella sua forma più selvaggia, dall'altra l'esibizione di esempi di ogni rifinitura, espressione di grazia di ricchezza e di arte. 2 

Il primo di aprile, la comitiva si apprestava, nel sole profumato di primavera, a raggiungere la collina di Albaro punteggiata di ville residenziali e giardini pensili, di terrazzi profumati di zagara, dove era ed è tutt'ora situata Villa Saluzzo, la dimora di George Byron; il conte di Blessington aveva già avuto modo di conoscerlo, ma molto tempo era trascorso dal loro ultimo incontro ed era ansioso di rinnovarne la conoscenza, la contessa stava per coronare uno dei sogni della sua vita:

Albaro, il villaggio in cui Casa Saluzzo, dove egli vive, è situata, 





si trova a circa un miglio e mezzo di distanza da Genova; si tratta di un antico palazzo dominante un'ampia veduta, con appartamenti spaziosi, con la facciata anteriore che guarda su di un cortile e quella posteriore sul giardino. 







Quando siamo arrivati ​​al cancello del cortile di Casa Saluzzo [ ... ] Lord Blessington e un signore della nostra compagnia lasciarono la carrozza per trasmettere i loro nomi. Sono stati ammessi immediatamente, per sperimentare un'accoglienza molto calorosa da parte di Lord Byron, che espresse il proprio compiacimento nel rivedere una sua vecchia conoscenza. Lord Byron chiese quindi di essere presentato a me; il che condusse Lord Blessington a confessare che ero in carrozza al cancello con mia sorella. Byron, immediatamente, si precipitò fuori nel cortile, ed io, nell'udire il suono dei suoi passi, guardai attraverso il cancello, e lo scorsi approssimarsi velocemente alla carrozza senza il suo cappello, e molto in anticipo rispetto agli altri due signori. "Deve aver pensato che sono così snaturato e selvaggio come la fama che mi precede mi dipinge", disse Byron, facendo un profondo inchino, "per aver lasciato Vostra Signoria ad attendermi per un quarto d'ora al mio cancello, ma è il mio vecchio amico Lord Blessington da biasimare, poichè ho appreso solo un minuto fa, che mi si faceva un tale onore. Penserò che non perdoni questa apparente scortesia a meno che non entri nella mia dimora --- e la supplico di farlo », e mi offrì la sua mano per aiutarmi a scendere dalla carrozza. Nel vestibolo si trovava il suo chasseur in alta uniforme, con due o tre altri domestici e dall'espressione di sorpresa visibile sui loro volti si evinceva che non erano abituati a vedere il loro signore manifestare tanta cordialità agli ospiti.

A prima vista la bella Marguerite rimase fortemente delusa nel vedere nel poeta una persona dall'aspetto cordiale ed animato da modi gradevoli, era preparata a trovarsi di fronte un individuo staccato, altero, burbero, come la maggior pare dei personaggi cui egli aveva dato vita nei suoi scritti; in lui trovò invece una persona dalla rara sensibilità, dall'animo delicato e generoso, ricettivo a quanto di nuovo stava il movimento letterario e culturale in genere avvertendo: non dimentichiamo che Byron può essere considerato il primo dei romantici ed infatti spesso le loro conversazioni verteranno su Madame de Staël * e sui suoi scritti che come ben sappiamo fissavano i capisaldi della nuova corrente letteraria, che Byron non solo aveva già fatto propri, ma che incarnava nel suo sentire e nel suo modo di vivere la vita.

Per coloro che conoscono Byron solamente come autore, sarebbe difficile, se non impossibile, trasmettere una giusta impressione di lui quale uomo ... La Natura non gli aveva negato il calore del cuore, e gli affetti gentili che esso genera, quelli che nascono nel ricambiare l'amicizia. 5

Mentre parlava la coscienziosità nei suoi modi, e l'aumento del colore e l'animazione del suo volto, erano palese espressione della sincerità dei sentimenti da lui espressi: era in quei momenti che la sua originaria, sorgiva bontà riemergeva. 6 




George Byron in un disegno a carboncino fatto dal Conte D'Orsay sul terrazzo di Villa Saluzzo



Affacciandomi al balcone questa mattina con Byron, osservai il suo aspetto mutare, come rapito da un'espressione di profonda tristezza. Dopo alcuni minuti di silenzio, mi fece notare una barca ancorata a destra, come quella in cui il suo amico Shelley era annegato, e disse che il vederla lo aveva angosciato. - "Avreste dovuto conoscere Shelley",  Byron disse, "per comprendere quanto io lo debba rimpiangere. Egli era il più gentile, il più amabile, la persona dalla mentalità meno mondana che abbia mai incontrato, pieno di delicatezza, disinteressato a ciò che accadeva a tutti gli altri uomini, e in possesso di un grado di genialità, unito ad una semplicità, tanto raro quanto ammirevole. Si era creato un beau idéal di tutto ciò che è bene, era dotato di un intelletto elevato, e nobile, e agì guidato da questo ideale alla lettera. Aveva una fantasia più che brillante, ma un totale desiderio di saggezza terrena. Non ho mai visto nessuno come lui, e mai mi ricapiterà, ne sono certo. 7 




Byron è uno strano mélange di bene e male e l'umore in cui si trova fa sì che domini l'uno o l'altro. Il suo è un carattere dalla Natura totalmente inadatta alle abitudini domestiche, o capace di affinare le qualità di una donna o di renderla suscettibile di felicità. Mi confessa che non è felice, ma ammette che è colpa sua, visto che la contessa Guiccioli, unico oggetto del suo amore, ha tutte le qualità per rendere ragionevolmente felice un uomo. 8 

Si dice che tale fosse il trasporto ed il piacere nello stare con Lady Marguerite che il poeta, durante i due mesi in cui i Blessingtongs soggiornarono a Genova, trascurò la sua amante che aveva affittato la villa sotto la sua, in Via Albaro 1, per essergli accanto; il piacere era sicuramente reciproco, come si deduce dal Memoir della contessa, che visitò tutti i giardini, i palazzi signorili e la maggior parte delle chiese di Genova, gioendo nel vedere il tradizionale mercato dei fiori, ancora così poco conosciuti nei mercati rionali inglesi, le antiche vie della città e gli scorci più pittoreschi, 

2 aprile -Siamo andati alle nove di questa mattina a vedere il mercato dei fiori e nei luoghi in cui gingilli sono esposti per la vendita. ( Via degli Orefici - N.d.A. )
L'aria era intrisa dei profumi dei fiori, e le loro tinte mi sembravano molto più ricche e più luminose delle stesse specie che ci sono da noi. Non avevo mai visto tuberose così belle, gelsomini spagnoli e rose e allori; e le violette napoletane e di Parma esalavano i loro deliziosi profumi tutto intorno. Non c'era mancanza di acquirenti, e sembra che i genovesi considerino i fiori come una parte delle necessità della loro vita, e, mi dicono, li acquistano regolarmente come noi facciamo con le verdure. Era una bella immagine vedere le tonalità ricche e variegate dei fiori, come erano allineati lungo linee nei vasi che li contenevano con le donne che abbassavano i prezzi dei bouquet che erano stati scelti dai clienti, in ognuno dei quali, notai, esse ponevano un mazzo di fiori d'arancio. 9  

incontrandosi con Byron in occasione del tè, del pranzo o della cena; quando i cavalli dei Blessingtons giunsero finalmente a Genova, la contessa cominciò con il compiere anche lunghe passeggiate a cavallo in compagnia del sommo poeta che la guidava verso luoghi ameni che egli ben conosceva e prediligeva, in primis la passeggiata di Nervi 

Una delle nostre prime cavalcate con Lord Byron fu quella a Nervi, un villaggio sulla costa, così romanticamente situato, e che ad ogni svolta della strada presenta varie e splendide vedute. Tutte gli erano familiari, ed egli non mancò di farle notare, ma in termini molto sobri, non consentendo a qualcosa come l'entusiasmo di trapelare dalle sue espressioni, anche se molti panorami avrebbero potuto entusiasmarlo per certo. 10 





Là dove il mare si imperla di riflessi,
su quella 'promenade' sempre scaldata in ogni stagione dai raggi del sole 
e profumata di brezza marina, 
dove il salmastro scaturisce dalla spuma in cui si sciolgono le onde 
che giocando con gli scogli, quasi sembrano cantare 
in un cadenzare lento e ritmato, sempre uguale, come uguale e leggero 
è il battito delle ali del gabbiano che, sovrano dei cieli, 
qui si lascia trasportare dalle correnti che lambiscono il litorale, 
essi amavano incontrarsi, passeggiando ...

Daniela L.





La trama delle lucciole ricordi
sul mar di Nervi, mia dolcezza prima?

 Versi a Dina, Camillo Sbarbaro ( 1888 - 1967 )





12 aprile - Cavalcata fuori Genova oggi con Lord Byron, che ci ha portato in un percorso nuovo, e quasi altrettanto bello come quello di Nervi. Era di buon umore, e ha chiesto il permesso di presentarci il conte Pietro Gamba, fratello della Contessa Guiccioli, La Dame de ses Pensées. 11 



Mentre i Blessington erano a Genova, il progetto di andare in Grecia come volontario stava crescendo in determinazione da parte di Byron, e parlò con Lady Blessington delle sue intenzioni e delle sue speranze. Lei consegnò a 'The Idler in Italy' la sostanza del suo discorso, e aggiunge alcuni commenti che sono accorti ed appropriati. Le seguenti parole sono del 12 aprile: "Byron afferma che colui che è solo un poeta ha fatto poco per l'umanità, e che cercherà di dimostrare a sè stesso che un poeta può essere anche un soldato. 12 

I Blessington rimasero a Genova circa sei settimane e quando cominciarono a fare preparativi per la partenza, Byron più volte li invitò a rimanere: il 5 maggio accompagnò la contessa a visitare una villa prospicente la sua che era in netto decadimento e perciò in vendita ad un buon prezzo; la contessa aveva espresso il desiderio di vederla perchè interessata ad acquistarla ... giunti nel parco egli prese la matita che aveva in tasca e cominciò a scrivere ... la villa si chiamava e si chiama tutt'oggi "Il Paradiso"





“ Sotto gli occhi di Lady Blessingtong 
Il Paradiso rigenerato 
Dovrebbe essere come prima che il male fosse creato; 
Ma se la nuova Eva 
Per una mela dovrebbe piangere 
Quale mortale non avrebbe recitato la parte del Diavolo? 




Dopo aver scritto queste poche righe, sorridendo disse: “In futuro la gente verrà a visitare Il Paradiso, dove Byron scrisse un 'incompiuto' dedicato alla sua 'contadinella': e ad esso i nostri nomi saranno associati anche quando noi avremo da lungo tempo cessato di esistere.” 13 


Ma ormai la data per la partenza era stata fissata dal conte, "Il Paradiso" non verrà mai acquistato da lui e la prossima tappa del loro viaggio in Italia, Napoli, attendeva la comitiva ansiosa di fare nuove ed entusiasmanti esperienze ... fu un momento malinconico, descritto da entrambi con rammarico e tristezza ... Marguerite chiese al poeta, divenuto ormai suo amico, di dedicarle alcuni versi, ed egli, contemplando il ritratto che proprio pochi giorni prima le aveva dipinto Sir Thomas Lawrence,




così scrisse:


Voi mi avete fatto richiesta di un verso --- Tale richiesta
Per un poeta è strana da negare;
Ma il mio Ippocrene non è più nel  mio seno,
Ed il mio sentire (la sua fonte) è asciutta.


Un tempo avrei in questo momento scritto
Che Lawrence ha saputo dipingere così bene;
Ma lo sforzo sarebbe scaduto sulla mia lingua,
E il tema è troppo tenero per il mio guscio.


Vi sono ceneri dove una volta vi era il fuoco,
Ed il cantore nel mio seno è morto;
Quello che ho amato un tempo ora solo ammiro,
E il mio cuore è grigio come la mia chioma.


La mia vita è senza data da anni ---
Ci sono momenti in cui agisco come un aratro;
Ma non compare alcun solco
Se non nel profondo della mia anima e sulla mia fronte.


Lascio il giovane e brillante ambire
Di cantare quello che contemplo invano;
Poichè il dolore ha strappato alla mia lira
La corda per cui lo sforzo era degno.

TO THE COUNTESS OF BLESSINGTON, 1823



2 giugno. - Byron è venuto a prendere congedo da noi la scorsa notte, e fu festa triste. Lui sembrava avere la convinzione che ci incontrassimo per l'ultima volta; e, cedevole alla malinconia causata da questo presentimento, fece quasi uno sforzo per controllare le lacrime che gli scorrevano abbondantemente lungo le guance. Mai prima di allora tanto ci fece piacere vedere un cuore affettuoso che cerca di rassegnarsi ad un impulso naturale; e siamo rimasti tutti molto commossi. Ha presentato a ciascuno di noi un ricordo amichevole di se stesso, e ci ha chiesto in cambio gages - d'amitié, che gli abbiamo donato: nuovamente lui mi rimproverava di non rimanere a Genova fino a che sarebbe salpato per la Grecia e questo ricordo mi riportò a una parte del puntiglio che avevo già sentito del nostro rifiuto a rimanere; quindi egli si asciugò gli occhi, e, a quanto sembrò, in vergogna per la sua emozione, fece qualche osservazione sarcastica sul suo nervosismo, anche se la sua voce era inarticolata ed il labbro gli tremava mentre pronunciava queste parole. Potrà il suo presentimento essere giusto, e non incontraci più ? Non smetterò di ricordarlo con gentilezza: l'idea di non vederlo più ancora mi vince con tristezza, e mi fa dimenticare tanti suoi difetti che mi avevano spesso disincantata. Povero Byron ! Non permetterò a me stessa di pensare che l'abbiamo incontrato per l'ultima volta, anche se ci ha contagiato tutti con i suoi superstiziosi presentimenti. 14 



Lord Byron saying goodbye to Countess Blessington, R. Wesley Rand, c 1880 - 1900



Il mattino seguente Lady Blessington, scesa nella hall dell'albergo per salutare definitivamente Genova, trovò un biglietto di Lord Byron a lei indirizzato che attendeva di essere letto: la sera prima lui le aveva donato come ricordo una spilla con cammeo raffigurante Napoleone che si era staccato dal petto senza pensare che gli oggetti con spilli o con punte in genere sono malauguranti; con queste righe le inviava perciò una catenella che, le assicurava, aveva portato anche per più tempo della spilla e la pregava di lasciare giù quel primo oggetto di sicuro cattivo auspicio.

George Byron perderà la vita nella battaglia di Missolungi, in Grecia, il 19 aprile 1824; affissa alla parete del civico 3 di Via Albaro, una targa che rapisce l'attenzione del viandante così lo ricorda:




Là lo spinse il suo indomito spirito romantico; là, forse, trovò finalmente pace.








La Contessa di Blessington, alla luce delle esperienze maturate durante questo viaggio e soprattutto al bagaglio di conoscenze e di cultura che gli incontri con Lord Byron fecero sì che giungessero a compimento in lei, divenne una scrittrice romantica già al suo tempo di riconosciuto prestigio.


Un caro saluto colmo di affetto a voi tutti, grazie per avermi seguita in questa passeggiata intrisa di altisonanti echi letterari nella Genova d'inizio ottocento, vi abbraccio calorosamente,


a presto 















Bibliografia: 


Baron George Gordon Byron Byron, The Complete works of Lord George Byron, Johnson, Wilson and Co., 1867

Marguerite Countess of Blessington, A journal of the conversations of Lord Byron, with the Countess of Blessington. A new edition, revised, and annotated to which is prefixed a contemporary sketch of Lady Blessington, Richard Bentley & Son, London, 1893 - https://archive.org/details/journalofconvers00blesiala

Marguerite Countess of Blessington, Conversations of Lord Byron with the Countess of Blessington, London, H.Colburn, London, 1850 - https://archive.org/details/conversationsofl00blesrich

Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, volume 1, H. Colburn, London, 1839

Joseph, Fitzgerald Molloy, The most gorgeous Lady Blessington, Downey, London, 1896 -
https://archive.org/details/mostgorgeouslad02mollgoog 




Citazioni e note:


1 Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, volume 1, H. Colburn, London, 1839, pag. 286

2 - Ibidem, pag. 291

3Marguerite Countess of Blessington, Conversations of Lord Byron with the Countess of Blessington, London, H.Colburn, London, 1850, pag. 5 

4Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, op.cit., pag. 289

* Anne-Louise-Germaine Necker, baronessa de Staël (1766-1817) ebbe il merito di esporre nelle sue opere i nuovi canoni estetici che favorirono l'elaborazione della poetica romantica entrando in contraddizione con la teoria classica della bellezza intesa come valore immutabile e universale e proponendo piuttosto la valorizzazione dei moti dell'animo.
Nel 1810 pubblicò il trattato De l'Allemagne (Sulla Germania), che Napoleone fece sequestrare e distruggere; pubblicata a Londra nel 1813 e a Parigi dopo la fine dell'Impero, l'opera proclamava il rifiuto dei canoni del classicismo affermando la spontaneità del sentire poetico, l'esaltazione del sentimento e della fantasia creatrice; venivano così rivalutate l'arte popolare e le epoche storiche fino ad allora dimenticate, quali per esempio quella medioevale. Grande fu il suo influsso sul dibattito fra classicisti e romantici che si sviluppò anche in Italia.

Marguerite Countess of Blessington, Conversations of Lord Byron with the Countess of Blessington, op. cit., pag. 245

Ibidem, pag. 237

- Ibidem, pag. 75

- Ibidem, pag. 69

Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, op. cit., pag. 293 

10 Marguerite Countess of Blessington, Conversations of Lord Byron with the Countess of Blessington, op. cit., pag. 54

11Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, op. cit., pag. 307

12Marguerite Countess of Blessington, A journal of the conversations of Lord Byron, with the Countess of Blessington. A new edition, revised, and annotated to which is prefixed a contemporary sketch of Lady Blessington, Richard Bentley & Son, London, 1893, pag. I

13 - Ibidem, pag. Iii 

14 - Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, op. cit., pag. 358













They were known for their eccentricity, and every salon of the Regency London competed each other for their charismatic presence; they were wealthy, educated, brilliant, both in their second marriage, the couple of the Earls of Blessington was the most admired and discussed at that time.


- picture 1


The Countess, née Marguerite Power the 1st of September, 1789, was the fourth child of a modest Irish landowner who embodied all the vices of the time: he was rebellious, quarrelsome, violent and therefore feared by his wife and children until the day of his death; at the age of fourteen she was asked in marriage by Captain St.Legend Farmer, but given her rejection, he signed a contract with his father who was captivated by the amount of money which would have been paid off and by the thought of having a mouth in less to feed, gladly accepted, perhaps unaware or unconcerned that he was delivering one of his daughters in the arms of a person far more violent than he was; after a series of ill-treatment that caused her to take the drastic decision to leave the marital home, Marguerite returned for some time at home with her parents and then leave Ireland for England, where the family of Thomas Jenkis, an old navy captain, welcomed her and introduced her to the Irish Charles John Gardiner, Ist Earl of Blessington, seven years older than she, already a widower with four children.


- picture 2 on the left - Four months after Marguerite's husband death, who, avid drinker and addicted to gambling debts contracted up to the point of being locked in the King's Bench Prison where he died in October of 1817, the two got married and became a  part of the beautiful world, spending money without limit in every kind of extravagance

Of this exciting, but dissolute and perhaps a bit dull life, the beautiful Marguerite grew soon tired, and persuaded the Earl her husband to travel to Europe to visit the European capitals, overflowing with history, following the footsteps of the beloved poet Byron, the fascinating indomitable spirit, the great poet with a rebel soul whose works she had all read and had visited the places referred to in them: she was beautiful, the Countess, and was also a bit spoiled and capricious, as the most fitting paradigm of the wealthy and titled lady wanted, and therefore, together with her younger sister and her husband, went to Genoa, where Lord Byron, after losing in the waters of the Gulf of La Spezia his beloved friend and companion Percy Bysshe Shelley, was at that time living.


- picture 3 on the right - During one of their stages, namely at Avignon, they met one of the most famous dandy of the Regency era, Count D'Orsay, known for his elegance and class, admired and imitated throughout Europe, who joined them with great pleasure, given also the attraction he felt for the beautiful and charming countess. 

And so at last the group consisting of four aristocratic lovers of the good life reached, through the Maritime Alps and Savona, Genoa, along the coast of the gulf that so much of itsmself it had already done speaking. 
On their arrival in Genoa Voltri they left the mules on the back of which they had traveled up and entered the carriage, to continue their journey and come, finally, in the city of Genoa, where they took lodging at the Hotel de la Ville; it was March 31st of the year 1823 and Marguerite wrote in her diary:

And am I indeed in the same town with Byron ! And to-morrow I may, perhaps, behold him ! I never before felt the same impatient longing to see anyone known to me only by his works. I hope he may not be fat, as Moore described him to be at Venice, for a fat poet is an anomaly in my opinion. Well, well, to-morrow I may know what he is like: and now to bed, and sleep away the fatigues of my journey. 

Yes, traveling was definitely very tiring then, but read along with me which words she used to describe the Ligurian capital reached after days and days of travel ... in the Gulf of Genoa it was waiting for her a rare show of amenities:

Nothing could be more beautiful than the position of Genoa, were it not for one blemish; but even this, at a distance, adds to the beautiful of the general effect. I refer to the near vicinity of the bold and bleak range of the Apennines, that form its back-ground. When beheld from a distance, the city, which is built on an amphiteatre with the fine bay laving its foundation, looks as if placed on an island between two seas; the mountains behind it being as blue as the Mediterranean in front, and both mingling, as it were, with the horizon. The white buildings rising one above the other between these vast masses of blue, have a beautiful effect until viewed on the spot, when the contrast offered by the splendid palaces and the bleak sterile mountains, at whose base they rear their heads, is violent and disagreeable; the one offering a view of nature in her roughest, wildest form, and the other presenting speciments of all the refinements and graces of wealth and art. 2 

On April 1st, the party was preparing, in the sun-scented spring breeze, to reach the hill of Albaro, dotted with residential villas and terraced gardens, scented with fragrant orange blossoms, where it was, and it is still today, located Villa Saluzzo, the abode of George Byron; the Earl of Blessington had already known him, but much time had elapsed since their last meeting and was anxious to renew the acquaintance, the Countess was about to crown one of the dreams of her life:

Albaro, the village in which the Casa Saluzzo, where he lives, is situated, 


- picture 4


is about a mile and a half distance from Genoa; it is a fine old palazzo commanding an extensive view, and with spacious apartaments, the front looking in to a court-yard and the back into the garden. 


- picture 5 

- picture 6


When we arrived at the gate of the court-yard of the Casa Saluzzo [ ... ] Lord Blessington and a gentleman of our party left the carriage and sent in their names. They were admitted immediately, and experienced a very cordial reception from lord Byron, who expressed himself delighted to see his old acquaintance. Lord Byron requested to be presented to me; which led to Lord Blessington's avowing that I was in the carriage at the gate with my sister. Byron immediately, hurried out into the court, and I, who heard the sound of steps, looked through the gate, and beheld him approaching quickly towards the carriage without his hat, and considerably in advance of the other two gentlemen. " You must have thought me quite as ill-bred and savage as fame reports, " said Byron, bowing very low, " in having permitted your ladyship to remain a quarter of an hour at my gate; but my old friend lord Blessington is to blame, for I only heard a minute ago that it was so highly honoured. I shall think you do not pardon this apparent rudeness unless you enter my abode --- which I entreat you will do; " and he offered his hand to assist me to descend from the carriage. In the vestibule stood his chasseur in full uniform, with two or three other domestics; and the expression of surprise visible in their countenances evinced that they were not habituated to see their lord display so much cordiality to visitors.


At first glance the beautiful Marguerite was greatly disappointed to see the poet in a friendly-looking person and animated by pleasing ways, she was prepared to come across a detached, haughty, grumpy man, like most of the characters he had given life in his writings; instead she found in a person with a rare sensitivity, from the gentle and generous soul, receptive to the what was the new literary and in general cultural movement growing: we don't have to forget that Byron can be considered the first of the Romantics, and in fact often their conversations focused on Madame de Staël * and on her writings which, as we all know, stared at the cornerstones of the new literary movement, which Byron not only already owned, but embodied in his feelings and in his way of living life.

To those who only know Byron as an author, it would be difficult, if not impossible, to convey a just impression of him as a man ... Nature had not denied him warmth of heart, and the kind affections that beget, while they are formed to repay friendship 5

While he spoke the earnestness of his manner, and the increased colour and animation of his countenance, bore evident marks of the sincerity of the sentiments he uttered: it was at such moments that his native goodness burts forth 6



- picture 7 - George Byron in a charcoal drawing by Count D'Orsay on the terrace of Villa Saluzzo



On looking out from the balcony this morning with Byron, I observed his countenance change, and an expression of deep sadness steal over it. After a few minutes' silence he pointed out to me a boat anchored to the right, as the one in which his friend Shelley went down, and he said the sight of it made him ill. - "You should have known Shelley," said Byron, " to feel how much I must regret him. He was the most gentle, the most amiable, and least worldly-minded person I ever met; full of delicacy, disinterested beyond all other men, and possessing a degree of genius, joined to a simplicity, as rare as it is admirable. He had formed to himself a beau idéal of all that is fine,high minded, and noble, and he acted up to this ideal even to the very letter. He had a most brillant imagination, but a total want to worldly-wisdom. I have seen nothing like him, and never shall again, I am certain. 7 


- picture 8


Byron is a strange mélange of good and evil the predominancy of either depending wholly on the humor he may happen to be in. His is a character that nNature totally unfitted for domestic habits, or for rendering a woman of refinement or susceptibility happy. He confesses to me that he is not happy, but admits that it is his own fault, as the Contessa Guiccioli, the only object of his love, has all the qualities to render a reasonable being happy. 8 


It is said that such was the transport and pleasure in being with Lady Marguerite that the poet, during the two months in which the Blessingtongs lived in Genoa, he neglected his mistress who had rented the villa under his, in Via Albaro 1, for be with him; the pleasure was definitely mutual, as we may deduce from the Memoir of the countess, who visited all the gardens, the stately palaces and most of the churches of Genoa, rejoicing in seeing the traditional flower market, when flowers were still so little known in the local English markets, the ancient streets of the city and the most picturesque views,


2nd -  Went out at nine this morning to see the flower market and the places where trinkets are exposed for sale. ( Via degli Orefici - N.d.A. )
The air was redolent with the perfumes of the flowers, and their tint seemed to me to be far richer and brighter than the same species are with us. Never had I seen such tuberoses, Spanish jessamines, and laurel roses; and the Neapolitan and Parma violets exhaled their delicious odours all around. there was no lack of buyers, for the Genoese seem to consider flowers as a portion of the necessaries of life, and, I am told, purchase them as regularly as we do vegetables. It was a pretty picture to see the rich and varied hues of the flowers, as they were ranged along in lines in the vessels that contained them with women cheapening and assorting the bouquets they had selected, each of which I observed they placed a bunch of orange flowers. 9


meeting with Byron for tea, lunch or dinner; when the horses of Blessingtons finally arrived in Genoa, the countess began with doing even long rides on horseback in the company of the great poet who was driving her toward pleasant places he knew well and preferring, primarily the promenade in Nervi


One of our first rides with Lord Byron was to Nervi, a village on the sea-coast, most romantically situated, and each turn of the road presenting various and beautiful prospects. They were all familiar to him, and he failed not to point them out, but in very sober terms, never allowing any thing like enthusiasm in his expressions, though many of the views might have excited it. 10 



- picture 9



Where the sea grows pearled with reflections, 
on the promenade heated all year long by the rays of the sun 
and scented of the sea breeze, 
where the salt comes from the foam in which waves are dissolved 
that, playing with the rocks, almost seem to sing 
in a slow and rhythmic way , always the same, as equal and rhytmic
is the beating of the wings of the seagull, ruler of these heavens, 
here carried by the currents lapping the shoreline, 
they loved to meet

Daniela L.



- picture 10



Do you remember the plot of the fireflies 
on the Sea of Nervi, my former sweetheart? 

 Versi a Dina, Camillo Sbarbaro ( 1888 - 1967 )


12th - Rode out to-day with Lord Byron, who led us to a new, and nearly as pretty aroute as that of Nervi. He was in good spirits, and asked leave to introduce to us the Comte Pietro Gamba, brother to La Contessa Guiccioli, la dame de ses pensées. 11 


While the Blessingtons were in Genoa, the project of going to Greece as a volunteer was growing into a resolve on Byron's part, and he talked with Lady Blessington of his intentions and hopes. She gives in 'The Idler in Italy' the substance of his talk, and she adds some comments of her own which are shrewed and just. The following entry was made on April 12: “ Byron asserts that he who is only a poet has done little for mankind, and that he will endeavour to prove in his own that a poet may be a soldier. 12 


The Blessington remained in Genoa about six weeks, and when they began to make preparations for their departure, Byron repeatedly asked them to stay: on May 5th he accompanied the countess to visit a villa far too near his one that was in sharp decline and therefore sold at a good price; the countess had expressed the desire to see it because she sayd was interested in buying it ... as soon as they reached the park, he took a pencil from his pocket and began to write ... the villa was and still is called "Il Paradiso" ( The Paradise)


- picture 11



“Beneath Blessingtong's eyes
The reclaimed Paradise
Should be as the former from Evil;
But if the new Eve
For an apple should grieve
What mortal would not play the Devil ?”




- picture 12


Having written the lines, he laughing said: “In future time people will come to see Il Paradiso, where Byron wrote an impromptu on his country-woman: thus our names will be associated when we have long ceased to exist.” 13 

But now the date for their departure had been fixed by the Count, "Il Paradiso" will never be bought by him, and the next leg of their trip to Italy, Napoli, was waiting for the party eager to do new and exciting experiences; this was a moments filled with melancholy, described by both with regret and sadness ... Marguerite asked the poet, who has become her friend, to dedicate her some verses, and he, contemplating the portrait that just a few days before had painted Sir Thomas Lawrence,



- picture 13


so began to write:



You has ask'd for a verse; --- the request
In a rhymer 't were strange to deny;
But my Hippocrene was but my breast,
And my feelings ( its fountain ) are dry.


Were I now as I was,  I had sung
What Lawrence has painted so well;
But the strain would expire on my tongue,
And the theme is too soft for my shell.


I am ashes where once I was fire,
And the bard in my bosom is dead;
What I loved I now merely admire,
And my heart is as grey as my head.


My life is not dated by years ---
There are moments which act as a plough;
And there is not a furrow appears
But is deep in my soul as my brow.


Let the young and the brilliant aspire
To sing what I gaze on in vain;
For sorrow has torn from my lyre
The string which was worthy the strain.


TO THE COUNTESS OF BLESSINGTON, 1823




June 2nd. - Byron came to take leave of us last night, and a sad party it was. He seemed to have a convinction that we met for the last time; and, yelding to the melancholy caused by this presentiment, made scarcely an effort to check the tears that flowed plentifully down his cheeks. He never appeared to greater advantage in our eyes than while thus resigning himself to the natural impulse of an affectionate heart; and we were all much moved. He presented to each of us some friendly memorial of himself, and asked from us in exchange corresponding gages - d'amitié, which we gave him: Again he reproached me for not remain at Genoa until he sailed for Greece: and this recollection brought back a portion of the pique he had formerly felt of our refusing to stay; for he dried his eyes, and, apparently ashamed of his emotion, made some sarcastic observation on his nervousness, although his voice was inarticulate and his lip quivered while uttering it. Should his presentiment be realized, and we indeed meet no more, I shall never cease to remember him with kindness: the very idea that I shall not see him again overpowers me with sadness, and makes me forget many defects which had often disenchanted me with him. Poor Byron ! I will not allow myself to think that we have met for the last time, although he has infected us all by his supertitious forebodings. 14 



- picture 14 - Lord Byron saying goodbye to Countess Blessington, R. Wesley Rand, c 1880 - 1900


The very morning after, Lady Blessington, when came down the stairs and reached the hall of the Hotel to greet definitely Genoa, found a note addressed to her by Lord Byron waiting to be read: the night before he had given her, as a memento of his friendship, a brooch with a cameo depicting Napoleon, that he had detached from his chest without thinking that objects with pins or spikes are usually ominous; with these lines he sent her a chain that, assured her, he had also woren for more time of the brooch and begged her to let down the first object for sure bad omen. 

George Byron lost his life in the battle of Missolonghi, in Greece, on April 29th,1824; affixed to the wall of the Civic 3 in Via Albaro, a plaque that captivates the attention of the traveler thus remembers him:


- picture 15



His indomitable, romantic spirit drove him there; there, maybe, he finally found peace. 


- picture 16

- picture 17


The Countess of Blessington, given the experience gained during this tour, and especially the baggage of knowledge and culture that the meetings with Lord Byron brought to fulfillment in her, became a romantic writer even in her time of recognized prestige. 


My best greetings full of love to you all, thanks for having followed me in this walk imbued with lofty literary echoes in the early XIXth century Genoa, I embrace you warmly, 


see you soon 












Bibliography: 

Baron George Gordon Byron Byron, The Complete works of Lord George Byron, Johnson, Wilson and Co., 1867

Marguerite Countess of Blessington, A journal of the conversations of Lord Byron, with the Countess of Blessington. A new edition, revised, and annotated to which is prefixed a contemporary sketch of Lady Blessington, Richard Bentley & Son, London, 1893 - https://archive.org/details/journalofconvers00blesiala

Marguerite Countess of Blessington, Conversations of Lord Byron with the Countess of Blessington, London, H.Colburn, London -  https://archive.org/details/conversationsofl00blesrich

Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, volume 1, H. Colburn, London, 1839

Joseph, Fitzgerald Molloy, The most gorgeous Lady Blessington, Downey, London, 1896
https://archive.org/details/mostgorgeouslad02mollgoog 




Quotations and notes:


Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, volume 1, H. Colburn, London, 1839, page 286

2 - Ibidem, page 291

3 - Marguerite Countess of Blessington, Conversations of Lord Byron with the Countess of Blessington, London, H.Colburn, London, 1850, page 5 

4 - Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, op.cit., page 289

* Anne-Louise-Germaine Necker, Baroness de Staël (1766-1817) had the merit of exhibit in her works the new aesthetic principles that favored the development of the Romantic poetry coming into contradiction with the classical theory of beauty as immutable and universal value and proposing rather the enhancement of the motions of the soul. 
In 1810 she published the treatise De l'Allemagne (About Germany), which Napoleon did seize and destroy; published in London in 1813 and in Paris after the end of the Empire, the work proclaimed the rejection of the canons of classicism stating the spontaneity of poetic feelings and the exaltation of lofty sentiments and creative imagination; were revalued folk art and historical epochs hitherto forgotten, such as the medieval one. Great was her influence on the debate between classicists and romantics that grew up in Italy too.

Marguerite Countess of Blessington, Conversations of Lord Byron with the Countess of Blessington, op. cit., page 245

Ibidem, page 237

- Ibidem, page 75

Ibidem, page 69

Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, op. cit., page 293 

10 Marguerite Countess of Blessington, Conversations of Lord Byron with the Countess of Blessington, op. cit., page 54

11 - Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, op. cit., page 307

12 - Marguerite Countess of Blessington, A journal of the conversations of Lord Byron, with the Countess of Blessington. A new edition, revised, and annotated to which is prefixed a contemporary sketch of Lady Blessington, Richard Bentley & Son, London, 1893, page I

13 - Ibidem, page Iii 

14 - Marguerite Countess of Blessington, The Idler in Italy, op. cit., page 358



sabato 23 agosto 2014

VICTORIAN TOYS.



L'immagine di un bimbo che gioca è generalmente assunta come espressione dell'aura di spontaneità e spensieratezza con cui sogliamo etichettare l'infanzia, senza pensare che è nel gioco e col gioco che il bambino esplora, conosce, comunica, cresce.

Un bambino che gioca è un bambino che crea mondi e che abita i mondi che crea; è un bambino che esprime più di quanto possa l'adulto con l'utilizzo del linguaggio parlato; è un bambino impegnato in un difficile compito quale quello di esplorare la realtà che lo circonda e ripensarla e riprodurla alla luce delle proprie categorie interpretativo - creative; è un bambino che vive il proprio ambiente e lo modifica con le proprie mani di artista inesperto; è un bambino che diverrà adulto.

Il gioco è l'anello di congiunzione tra intelligenza che lavora sulle cose ed intelligenza che astrae dalle cose; è ricerca di un senso per le cose e le esperienze che individui un punto di contatto tra mondo interiore e realtà oggettiva esterna, che sia unità della frammentarietà e discontinuità dei fatti e dei dati dell'esperienza; è fantasia di onnipotenza che si fa azione fiabescamente magica.


Daniela Lasagnini, Il giuoco nella vita del bambino dai tre ai sei anni, Tesi di Laurea in Psicopedagogia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Filosofia ad indirizzo psicopedagogico e Storia, Università degli Studi di Genova, Anno Accademico 1993-1994









Da che la Regina Victoria decise di promulgare la Elementary Education Act nel 1870 che rendeva obbligatoria l'istruzione per i bambini di età compresa tra i 5 ed i 13 anni in tutto il Regno Unito e la Scozia, fu, almeno in parte, restituita all'infanzia la sua autenticità, visto che prima di allora i bambini appartenenti alle classi meno abbienti già da piccoli lavoravano per almeno 5 - 6 ore il giorno senza neppure sapere che cosa la fanciullezza fosse.
Vero è che se da allora cominceranno con il vivere da bambini ed a conoscere, perciò, il gioco, è altresì vero che i loro giocattoli saranno sicuramente diversi da quelli dei bambini appartenenti alle famiglie facoltose: le bambole, per esempio, nelle città erano probabilmente tra i giocattoli più costosi - fatte di legno, con corpo e testa snodabili, la testa spesso fatta di cartapesta, porcellana o cera - ed erano queste in assoluto le più pregiate - perchè la lavorazione ed i materiali erano di prestigio ( spesso avevano capelli veri ) mentre chi abitava in campagna o comunque era di umili origini si doveva accontentare di pupazzi in pezza, con capelli in lana o di bambole fatte con pannocchie e mele essiccate; in ogni caso è interessante notare come fino al tardo XIX secolo le bambole rappresenteranno figure femminili adulte con abiti adeguati all'età e solamente con gli inizi del XX secolo ad esse subentreranno bambole che raffigureranno piccoli bimbi.

Tutto ciò trova probabilmente la propria più plausibile spiegazione nel fatto che le madri vittoriane utilizzavano le bambole spesso per impartire lezioni educative sulla vita da adulte alle loro figliole, sovente era anche un pretesto per insegnare loro il ricamo ed il cucito, necessari per confezionarsi gli abiti a loro volta, una volta cresciute.

Va detto che i giocattoli ed i giochi vittoriani erano tutti molto costosi per l'epoca e perciò anche ai bambini più ricchi ne potevano essere concessi pochissimi ... pensate che il costo di molti giocattoli a quel tempo superava quanto mediamente un padre poteva guadagnare la settimana, e questo nonostante fossero materie prime molto semplici e facilmente reperibili quelle che con cui venivano fabbricati, poichè era comunque il legno - insieme con il cartone - il materiale prediletto per creare giocattoli sia che fossero essi da tavola, sia che fossero 'da movimento', intesi come giochi motori che come giochi che riproducevano il movimento con un minimo gesto ( da libri che si animavano, a caleidoscopi, etc. ): era questa la categoria di giocattoli che in assoluto godeva di maggior successo presso i fanciulli del tempo, ... ma vediamoli in dettaglio, sono davvero affascinanti ai nostri occhi perchè per la maggior parte ci sono del tutto sconosciuti.

I più piccoli giocavano con i cubi in legno




NESTLING BLOCKS
cubi con disegni differenti a seconda delle facce per creare storie di fantasia  o parole quando recavano sopra stampate le lettere dell'alfabeto




JACK IN THE BOX
spesso azionati da una molla che si caricava a chiave





 BUILDING BLOCKS
pezzi in legno per costruire torri, ponti, edifici



 o con giochi che consentivano loro di acquistare familiarità con lo spazio




WOODEN ROCKING HORSE



Non essendovi auto nell'epoca vittoriana erano, come ben sapete, i cavalli il principale mezzo di trasporto. Questo rese il Rocking Horse o l'Hobby Horse molto popolari. I fanciulli nati in famiglie abbienti potevano permettersi il Rocking Horse, molto costoso, mentre i bambini più poveri giocavano con l'Hobby Horse che poteva essere costruito con facilità in casa considerato che il corpo consisteva in un'asta di legno; talvolta venivano applicate all'estremità inferiore delle piccole ruote per render più agevole il movimento del legno sul terreno. In effetti, anche se erano ben più economici dei Rocking Horses, gli Hobby Horses avevano il vantaggio di essere mobili e di potere perciò essere utilizzati sia in casa che all'aperto, mentre il Rocking Horse, pur potendo essere cavalcato, doveva rimanere fermo in un punto e generalmente in una stanza.




HOBBY HORSE



I fanciulli in età scolastica e persino ancor più grandi trascorrevano il loro tempo libero deliziandosi con giochi come questi:




CLOCKWORK TRAINS

Questi trenini non divennero popolari fino alla tarda epoca vittoriana quando una società denominata Marklin produsse per prima un set completo interamente di latta saldata. Poteva essere acquistata la locomotiva e poi poco per volta si potevano acquistare i singoli vagoni da aggiungere, ma, seppure acquistato in pezzi, si trattava di un giocattolo assai costoso tanto da renderlo di esclusivo appannaggio dei fanciulli appartenenti alle famiglie vittoriane più abbienti: i fanciulli più poveri potevano solamente sognare di possedere un Clockwork Train. 





JACOB'S LADDER

Si trattava di un mazzo di blocchetti di legno legati insieme da nastri che andavano ruotati nella giusta dimensione per comporre immagini, in questo caso quella della Regina Victoria da una parte e quella del Principe Albert dall'altra.







THAUMATROPE

Consisteva di un disco di cartoncino con due cappi di filo legati ai lati e con un'immagine su ciascuna faccia; tendendo tali cappi il disco di cartoncino ruota su sè stesso per far sì, infine, che le due immagini, per effetto di un'illusione ottica, si sovrappongano e il nostro occhio ne percepisca una che è l'unione di entrambe.






PRAXINOSCOPE

Abbiamo già avuto modo di comprendere quanto fosse il prestigio ed il successo che al tempo riscossero un po' tutti i giocattoli ottici, ovvero quelli in cui la luce e lo scorrimento delle immagini generavano illusioni percettive; ebbene, questo forse rappresenta il modello più sofisticato di giocattolo di quel genere: una striscia con su stampate immagini di figure in differenti pose di movimento - uccelli, farfalle, pugili, acrobati - veniva fatta aderire all'interno del cerchio più ampio, in modo che guardassero il dodecagono fatto di sottili lastre di vetro o specchio su cui si reggeva il lume; la luce avrebbe qui fatto riflettere le figure che, azionando la manovella sotto, si sarebbero percepite in un 'unicum' animato. Guardando al passato, come spesso accade, si riesce a dare giustificazione al presente ... pensate alle pellicole cinematografiche ed ai cartoons.







PHENAKISTOSCOPE

Fissato ad un perno e fatto scorrere velocemente, questo disco in legno con le immagini che riporta, avrebbe fatto sì che l'occhio del bambino percepisse la rondine che spiccava il volo sopra di una distesa di fiori.
Anche in giocattoli di questo tipo è facile individuare le origini del cinema moderno.







CUP AND BALL

Questo giocattolo constava di un bicchiere di legno, retto da un manico da impugnare, e di una piccola sfera, sempre in legno, ad esso legata da un cappio; lo scopo era quello di fare entrare la sfera nel bicchiere dopo averla fatta saltare in alto.
Da giochi come questo è facile comprendere quanta importanza fosse data a quel tempo allo sviluppo delle facoltà percettive - cognitive.








SAND TOYS

I giochi fatti con la sabbia erano estremamente delicati e perciò custoditi in apposite teche di legno e vetro; essi venivano azionati dal mutamento del tasso di umidità presente nell'aria, funzionando come da segnatempo ( questo è francese, 1850-1870, costruito da Gerard Camagni e custodito oggi presso The Victoria & Albert Museum )






CALEIDOSCOPE

Si poteva guardare attraverso una estremità e vedere un'immagine dai colori vivaci e dalla forma affascinante all'altra estremità. Quando veniva torto o scosso il Kaleidoscope mutava disegno e colori ed era perciò considerato nell'epoca vittoriana questo uno dei giocattoli più  prestigiosi.






THE MAGIC LANTERN

La Lanterna Magica era molto simile a un proiettore per diapositive, solo che invece che alimentarsi con l'energia elettrica ed utilizzare una lampadina, illuminava le immagini e quindi le proiettava grazie ad una lampada ad olio, a petrolio oppure più semplicemente ancora, ad una candela. Le diapositive, illustrate con immagini diverse, poste di fronte alla fonte luminosa, venivano così proiettate sul muro con dimensioni maggiori.

                                             



                                            YO - YO

Conosciuto già dall'antichità - un'antica urna greca reca un dipinto raffigurante un
ragazzo che gioca con uno yo-yo ed è documentato che anche Romani ed Egizi vi giocassero - esso fu uno dei giocattoli che più conobbero celebrità durante il periodo vittoriano. Nel 1866 venne rilasciato a James L. Haven e Charles Hittrick di Cincinnati un brevetto per il migliore yo-yo conosciuto a quel tempo, ma la prima produzione di massa e la conseguente commercializzazione negli Stati Uniti è legata al nome di Pedro Flores, risalente sempre a quel periodo del XIX secolo.





                           POP UP OR MOVABLE BOOKS

Nati nel 1700 ma di sicuro e particolare successo solo durante l'epoca vittoriana, i libri che per tramite di una linguetta vedevano muovere scenari e figure che componevano le immagini, giocando con le prospettive e con il movimento, raggiunsero in questo periodo l'apice della propria produzione tanto da divenire alcune delle autentiche opere d'arte ( quello nell'immagine qui accanto è la rappresentazione di un teatro, di proprietà di The Victoria and Albert Museum )










A GAME OF DIABOLO, Leopold Franz Kowalski (1856-1931)

Su di un filo teso tra due bacchette in legno doveva scorrere un rocchetto, sempre in legno, senza che mai cadesse in terra: facendolo saltare da una parte all'altra, lo si doveva lanciare in aria e riprenderlo con il filo teso; il nome deriva dal fatto che quasi sembra che dentro la spoletta vi fosse uno spiritello, poichè fatta muovere con velocità, date le acrobazie che le si riesce a far compiere, sembra che neppure tocchi il filo e si muova per opera di un qualche sortilegio.
Questo giocattolo ebbe anticamente origine in Cina, ma divenne molto popolare in Gran Bretagna durante il 1800. In realtà molti sono i trucchi che potevano essere perfezionati con pratica ed abilità.




Ammetto che è qualcosa di realmente inverosimile pensare di esaurire un argomento così vasto come quello cui appartengono i giochi ed i giocattoli dell'epoca vittoriana in un solo post, per cui rimando ad uno dei nostri prossimi incontri la trattazione dei giochi da farsi in gruppo e per strada e .. perchè no, dei pop up books, mi si è aperto un mondo innanzi quando ho fatto le ricerche che mi erano necessarie per portare a termine questo mio scritto !

Lasciate quindi che vi saluti tutti con immenso affetto, ricordandovi di conservarvi, se potete, sempre un po' fanciulli ... indipendentemente dalla vostra età ... è uno tra i doni più belli che possiamo fare a noi stessi ...



I grandi sono una razza ambigua e traditrice,
non hanno quella serietà terribile nei giochi propria
dei ragazzi, pure anno anch'essi i loro giochi,
sempre più seri, un gioco dentro l'altro che non si
riesce mai a capire qual'è il gioco vero.


Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, Garzanti, Milano, 1987, p. 51




A presto












Fonti bibliografiche:


Daniela Lasagnini, Il giuoco nella vita del bambino dai tre ai sei anni, Tesi di Laurea in Psicopedagogia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Filosofia ad indirizzo psicopedagogico e Storia, Università degli Studi di Genova, Anno Accademico 1993-1994

Siliprandi, Victorian Life: Victorian Toys and Games, Wayland Editions, 1994










The image of a child playing is generally taken as an expression of the aura of spontaneity and thoughtlessness with which we use to label childhood, without thinking that it's in the game and with the game that a child explores, knows, communicates, grows. 

A child playing is a child who creates worlds and inhabits the worlds he creates; is a child who expresses more than an adult with the use of spoken language can; is a child engaged in a difficult task such as that to explore the reality that surrounds him and rethink it and play it in the light of his own interpretive - creative categories; is a child who lives his environment and modify it with his own hands of inexperienced artist; is a child who will become adult.

The game is the link connecting the intelligence that abstracts from things and intelligence working on the things; is research of a sense for things and experiences able to identify a point of contact between the inner reality and the external objective reality, which is unity of fragmentation and discontinuity of the facts and data of the experience; it's fantasy of omnipotence that becomes fabolously magic action



Daniela Lasagnini, The game in the child's life aged from three to six years, Thesis in Educational Psychology, Faculty of Humanities, University degree of Philosophy ( with educational psychology address ) and History, University of Genova, Academic Year 1993-1994



- picture 1


Since when Queen Victoria decided to promulgate the Elementary Education Act in 1870 which made education compulsory for children between the age of 5 and 13 years throughout the United Kingdom and Scotland, it was, at least in part, returned to childhood its authenticity, because before then children belonging to the poorer classes worked for at least 5-6 hours a day, even at early age, without knowing what their childhood was.
It is true that if since then they began to live as children and get to know, therefore, the magic of game, it is also true that their toys had surely to be different from those of the children belonging to wealthy families: dolls, for example, in the city were probably among the most expensive toys - made of wood, with jointed body and head, the head often made of papier mache, porcelain or wax  ( and these were by far the most valuable ) - because the work and the materials were of prestige ( they often had real hair ), while those who lived in the countryside or in any case was of humble origins had to settle for rag puppets, with hair made of wool or for dolls made with corncobs and dried apples; in any case it is interesting to note that until the late XIXth century dolls represented adult female figures with dresses appropriate at their age and only with the beginning of the XXth century will apear on the market dolls representing small children. 

All of this has probably its most plausible explanation in the fact that Victorian mothers often used dolls to impart educational lessons about life as adults to their daughters, often it was also an excuse to teach them embroidery and sewing, so that they would have been able to make their clothes in their turn, once grown. 

It must be said that Victorian toys and games were all very expensive for the time and therefore also to rich children could be granted very few ... just think the cost of many toys at that time exceeded what a father could earn in a week, in spite of the raw materials with which they were manufactured were very simple and easily available ones, as it was wood along with cardboard the favorite raw materials which they create toys with, wether they were table games, or they were motion toys, understood both as moving games and games that reproduced the movement with a minimum gesture ( such as animated books, kaleidoscopes, and so on ): this was the category of toys that absolutely had the greater success with the children of the time, but ... let's see them in detail, they're so fascinating to our eyes because most of them are completely unknown to us. 

The little ones were playing with wooden cubes


- picture 2 - NESTLING BLOCKS
cubes with different designs on their sides to create fantasy stories or words when they had printed the letters of the alphabet;


- picture 3 - JACK IN THE BOX
often operated by a spring which was loaded to key;


- picture 4 - BUILDING BLOCKS
pieces of wood to build towers, bridges, buildings;



 or with games that allowed them to become familiar with the space



- picture 5 - WOODEN ROCKING HORSE

Since there were no cars in the Victorian era, as you well know, horses were the main mean of transport. This made Rocking Horses and Hobby Horses very popular. The children born into wealthy families could afford a Rocking Horse, so very expensive, while the poorest children were playing with the Hobby Horse that could be built easily at home considering that the body consisted of a wooden pole; at the lower end they were sometimes applied small wheels to render easier the movement of the timber on the ground. In fact, even though they were much cheaper than Rocking Horses, Hobby Horses had the advantage of being mobile and therefore able to be used both indoors and outdoors, while the Rocking ones, although they could be ridden, had to remain stationary in a point and generally inside a room.

- picture 6 - HOBBY HORSE



The children of school age and even older delighted themselves spending their free time with games like these:



- picture 7 - CLOCKWORK TRAINS

These trains didn't become popular until the late Victorian era when a company called Marklin produced as first a complete set of fully welded tin. You could start by purchasing the locomotive and then, little by little, you could buy individual cars to add, but, even if bought in pieces, it was a very expensive toy so as to make it an exclusive prerogative of the children belonging to the wealthy Victorian families: poorest children could only dream of owning a Clockwork Train, alas !



- picture 8 on the right - JACOB'S LADDER

It was a bunch of wooden blocks, tied together by ribbons, that had to be rotated in the right size to compose images, in this case, that of Queen Victoria on one side and that of the Prince Albert on the other.



- picture 9 on the left - THAUMATROPE

It consisted of a disc of cardboard with two loops of thread or leather at their sides and with an image on each face; tending these loops the disc would wheel on itself to make, finally, that the two images, due to an optical illusion, overlapped themselves, and the child's eye perceived an image made of the union of them both.


- picture 10 on the right - PRAXINOSCOPE

We've already understood what was the prestige and success at that time that all the optical toys met, in particular those in which the light and the slide of the images generated a perceptual illusion; well, this is perhaps the most sophisticated model of that kind of toy: a strip of printed images of figures in different poses of movement - birds, butterflies, boxers, acrobats - was made to adhere to the inside of the larger circle, so that they watched the dodecagon made of thin sheets of glass or mirror on which it held the lamp; the light would have made reflect the figures there and, operating the handle placed beneath, would have been perceived in a 'unique' cartoon. Looking back at our past, as it often happens, we can give justification to the present ... just think about the films and the cartoons.



- picture 11 on the left - PHENAKISTOSCOPE

Fixed to a pin and made quickly slide, this wooden disc, with the images that has depicted, would have caused in the baby's eye the perception of a swallow that flew over an expanse of flowers.
Even in toys of this kind it's easy to identify the origins of the modern cinema.



- picture 12 on the right - CUP AND BALL

This toy consisted of a wooden glass, supported by a handle to grip, and a small ball, always in wood, linked to it by a noose; the purpose was to catch the ball into the glass after it has been blown up.
From games like this is easy to understand how much importance was given at that time to the development of perceptual and cognitive abilities.



- picture 13 on the left - SAND TOYS

Toys made of sand were extremely delicate and therefore kept in special thecas of wood and glass; they were driven by the change of the moisture present in the air ( this one is French, 1850-1870, built by Gerard Camagni and now kept at The Victoria & Albert Museum )



- picture 14 on the right - CALEIDOSCOPE

You could look through one end and see a colorful and charming form at the other end. When it was twisted or shaken the Kaleidoscope modified the colors and shape of its images and was therefore considered this one of the toys in the Victorian era's most prestigious.



- picture 15 on the left - THE MAGIC LANTERN

It was very similar to a slide projector, except that instead of electrical supply and of using a light bulb, the images were illuminated and then projected through an oil lamp, or even more simply, by a candle. The slides, illustrated with pictures, placed in front of the source of light, were projected on the wall with a larger size.



- picture 16 on the right - YO - YO

Known since the antiquity - an ancient Greek urn has a painting depicting a boy playing with a yo-yo and it is documented that even Romans and Egyptians  played with it - it was one of the toys that most knew celebrity during the Victorian period. In 1866 it was released to James L. Haven and Charles Hittrick of Cincinnati a patent for the best yo-yo known at that time, but the first mass production and subsequent marketing in the United States is linked to the name of Pedro Flores, dating back to the same period of the XIXth century.



- picture 17 on the left - POP UP OR MOVABLE BOOKS

Born in 1700 but of sure and particular success only during the Victorian era, the books that by means of a label of sheet made move scenes and figures that made up the images, playing with perspectives and with the movement, reached during this period the peak of their production so as to become some of them authentic works of art ( the one in the image beside is the representation of a theater, owned by The Victoria and Albert Museum)



- picture 18 - A GAME OF DIABOLO, Leopold Franz Kowalski (1856-1931)

On a wire stretched between two wooden sticks had to scroll through a reel, always in wood, without ever falling to the ground: making it jump from one side to the other, you had to throw in the air and take it back with the taut wire; its name is drawn from the fact that it almost seems that inside the reel there was a sprite, for if you made it move with speed, given the stunts that you can perform with it, it seems that doesn't even touch the wire and moves through the work of some spell.
This toy came originally from China, but became very popular in Britain during the 1800s; actually it was needed much practice and skill to use lots of tricks in this game.

I admit that it is something really far-fetched to think of exhaust in a single post a subject so vast as that to which the games and toys of the Victorian era belong, for I do prefer to delay to one of our next 'meetings' the topic of group-and-street games .. and why not, that of movable books too, a huge world opened in front of my eyes when I first did the research that was necessary for me to complete this writing ! 

So let me greet you all with great affection, remembering to preserve you, if you can, always a little children ... regardless of your age ... it is one of the most beautiful gifts we can do to ourselves ... 


Adult people are an ambiguous and treacherous breed,
they don't have that terrible earnestness in their games
that boys have, well, they also have their games,
more and more serious, a game inside the other, so as that you  cannot understand what the real game is. 



Italo Calvino, ( Il sentiero dei nidi di ragno / The path of the nests of spiders ), Garzanti, Milano, 1987, p. 51



See you soon 













Bibliographic sources:


Daniela Lasagnini, Il giuoco nella vita del bambino dai tre ai sei anni, Tesi di Laurea in Psicopedagogia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Filosofia ad indirizzo psicopedagogico e Storia, Università degli Studi di Genova, Anno Accademico 1993-1994

Siliprandi, Victorian Life: Victorian Toys and Games, Wayland Editions, 1994