Stampa parigina del 1811
Incoronato Imperatore nel 1804 Napoleone Bonaparte annoverava tra le sue numerose ambizioni anche quella di fare della Francia il paese leader nel campo della moda, innovatore del design e delle abilità artigianali; l'industria tessile francese, alla fine del XVIII secolo, era stata gravemente danneggiata dalla Rivoluzione, contrariamente a quanto accadde in Inghilterra, l'uso di macchine tessili era divenuto praticamente inesistente e Napoleone, bloccando l'importazione di tessuti inglesi, fu in grado di fare rivivere la produzione artigianale del pizzo Valenciennes in modo che i pregiati tulle e batista potessero essere prodotti direttamente in patria; inoltre, per indurre le dame ad acquistare più stoffe possibili, vietò loro d'indossare per più di una volta lo stesso vestito a corte e la "moda" volle che gli abiti si arricchissero d'importanti arricciature dietro e che quelli da sera riscoprissero lo strascico (pensate che l'Imperatore aveva fatto bloccare i caminetti alle Tuileries per indurre le signore ad indossare più vestiti uno sull'altro!)
Ma già l' Imperatrice Giuseppina
era divenuta un'icona della moda parigina con la sua figura sottile che ben si adattava ai fluttuanti abiti da giorno con cui era solita vestirsi, anticipando questa tendenza di stile. Bonaparte non escluse il ruolo degli uomini nella ripresa dell'economia tessile della Francia ed impose ai funzionari militari di indossare calzoni di raso bianco in occasioni formali.
Lo stile caro a Napoleone era quello classico, massima espressione di bellezza, armonia e regalità, che, rivisitato, venne chiamato Neoclassico, stile che stavano via via assumendo gli edifici, i mobili, la letteratura, in cui comparvero richiami alla mitologia latina, la scultura (come dimenticare Paolina Bonaparte immortalata dal Canova come incarnazione della "Venere Vincitrice"), la pittura (pensiamo alle "attitudes" in cui fu ritratta da George Romney Lady Emma Hamilton) e perciò anche gli abiti, abbandonando tutte le modifiche artificiose del corpo femminile previste dalla moda settecentesca, cominciarono ad assumere una linea sempre più sciolta, essenziale e naturale: in Francia ed in Italia, unificate da Napoleone, era nato lo stile Impero, in Inghilterra verrà chiamato stile Regency. (Periodo Regency può essere considerato quel decennio della storia inglese che va dal 1811 al 1820 in cui a re Giorgio III, non più idoneo a governare, succedette il figlio, il futuro re Giorgio IV, che assunse allora il titolo di principe reggente, oppure, più in generale, da un punto di vista più strettamente culturale e di costume, ci si riferisce al lasso di tempo che va all'incirca dal 1800 al 1830 costituendo una sorta di congiunzione fra l'età Georgiana e quella Vittoriana.)
Abiti del 1806 - 1820
Gli abiti divennero leggere tuniche d'ispirazione classica, dapprincipio di preferenza bianche, come le vediamo nelle statue delle divinità greche e latine, a rendere le dame quasi marmoree, lunghe fino alla caviglia, di linea dritta, ampie in fondo, con un corto strascico e strette da una sciarpa o da una cintura posta sotto il seno, la scollatura era ampia e quadrata e lasciava seducentemente scoperto il décolleté; la sola parte coperta erano le spalle, chiuse in cortissime maniche a palloncino, che lasciavano le braccia nude. Il guardaroba di una lady dell'epoca doveva comprendere molti abiti, quelli da giorno e quelli da sera, abiti da viaggio, da cavallerizza, numerosi abiti da passeggio, ecc.
(a destra un abito del 1806)
Più sofisticati, gli abiti da sera, che si indossavano per un ballo, una cena molto elegante, per l’Opera e per un’apparizione a corte erano arricchiti di ricami, spesso in argento ed in oro, pizzi e fiocchi, corredati sovente di una corta tunica aperta e sovrapposta, che ornava ma lasciava intravedere l'abito sotto.
(illustrazione a sinistra)
La sera, inoltre, i guanti dovevano arrivare a coprire il gomito, mentre di giorno era sufficiente che coprissero la mano per ripararla dal sole ed impedire la formazione di antiestetiche efelidi.
Durante tutta l'epoca Regency le dame avvertirono forte il bisogno di coprirsi le spalle e per appesantire i loro leggerissimi abiti usavano sciarpe o scialli, di tulle per la sera e di lana per il giorno: agli inizi dell'ottocento si scatenò quasi una sorta di mania per tutto quanto proveniva dall'oriente e perciò si cominciarono ad importare anche gli scialli dall'India, ma presto l'Inghilterra, che possedeva un'industria artigianale nell'Essex di tradizione fiamminga per la produzione di scialli di mussola lavorata a rete tessuta a tamburo, mentre nel Norwick era ben avviata la produzione artigianale di scialli in lana e seta, prese il sopravvento sulle importazioni orientali.
Ma era soprattutto quello in Kashmire, caldo ed avvolgente, lo scialle considerato il più utile tra gli accessori della moda di questo periodo.
Ma era soprattutto quello in Kashmire, caldo ed avvolgente, lo scialle considerato il più utile tra gli accessori della moda di questo periodo.
Generalmente gli abiti in stile Impero erano di un bel batista bianco oppure di mussola, entrambi tessuti pregiati, quest'ultima meno costosa della seta, ma comunque piuttosto difficile da tenere pulita, perciò gli abiti bianchi da giorno erano espressione di un certo status sociale; con il tempo si optò per una maggiore praticità e venne riservato il bianco per la sera preferendogli tonalità pastello quali il giallo, il verde tenue, il lilla, il celeste, il rosa per le "mises" da giorno
(a destra una stampa del 1812 rappresenta l'utilizzo di una sciarpa su di un abito da giorno non più bianco, ma in tenue verde salvia),
le maniche si fecero lunghe, comparvero le prime camicette e corti bolerini per scaldare la schiena ed il petto chiamati "spencer". (Potete vedere uno dei primi spencer nell'illustrazione del 1817 posizionata sulla sinistra)
Mutuati dall'abbigliamento maschile gli spencers potevano essere in seta o in tessuto di lana chiamato "kerseymere", erano usati sia per la sera che per il giorno, come indumento per uscire e per la casa, ed in tal caso, prendevano il nome di "canazou" (spesso lavorato a maglia) e rimasero in auge per circa un ventennio finchè non si esaurì la moda degli abiti a vita alta; dapprima cortissimi, erano decorati con trecce, nappe, alamari, talvolta con ornamenti militari, tanto che in alcuni casi vennero definiti "Hussar jacket" ( giacchetto ussaro).
Mantelli e mantelline erano lunghi al massimo tre quarti di lunghezza e facilmente, se invernali, erano guarniti con inserti in pelliccia.
Nel 1808 arrivò dalla Polonia la moda del mantello Witzchoura, guarnito di pelliccia e con maniche aperte per tutta la larghezza, come espressione del puro stile Regency.
(Nell'illustrazione a destra un esempio di mantello Witzchoura)
Era il 1818 quando fece la sua comparsa la "redingote" (illustrazione a sinistra), il cui nome deriva dalla versione del XVIII secolo di un cappotto da cavallerizza (riding- coat): inizialmente utilizzata solo che per la stagione fredda, era perloppiù in panno scuro, fregiata con ornamenti in pelliccia e sostituiva il mantello, essendo molto più calda, più pratica e più adatta come sopraveste da viaggio; solamente più tardi verrà prodotta anche con tessuti primaverili ed allora sarà indossata aperta allo scopo di non penalizzare il vestito che copriva.
Perdendo gli abiti la linea a vita alta, gli spencers si allungarono e le redingote acquisirono tagli sempre più ampi.
Quanto alle calzature, accantonate definitivamente le scarpe con il tacco del settecento, la moda Regency prevedeva calzature molto comode, in capretto, seta o panno, senza tacco, quasi pantofole, poco più che scarpine da ballo, sia per la casa che per uscire; i sandali avevano legacci che salivano fino al polpaccio come fossero calzari e cominciarono a comparire i primi stivaletti, molto più pratici per passeggiare e più caldi in inverno.
Si dice perciò che agli inizi dell'ottocento ogni giovane donna possedesse almeno tre paia di scarpe (solo l'Imperatrice Giuseppina ne possedeva 520 !), uno leggero per tutti i giorni, uno per il ballo, spesso decorato con rose o fiocchi ed un paio di stivali di pelle per camminare. Talvolta venivano posti sotto le scarpe pezzi di metallo che le sollevavano di qualche centimetro dal terreno ed erano utili per proteggerle da fango e pioggia.
Una curiosità: al tempo le scarpe non erano fatte in modo differente per il piede destro e per quello sinistro, ma venivano indossate in base a come risultavano più comode.
La biancheria intima
Eliminati busti, steccati e panier la biancheria si ridusse al minimo: le gonne ed i morbidi abiti di mussola del 1800 aderivano al corpo mettendone in evidenza il contorno in modo naturale a meno che le forme non fossero da nascondere (ed allora si cammuffavano con almeno tre sottogonne ed una crinolina: la prima, di cotone, era a contatto con la pelle ed arrivava all’altezza delle ginocchia, le altre, più lunghe erano di mussola o di lana) e, perciò, ben si comprende come quelli della moda Impero fossero poco più che sottili camicie da notte.
(A destra un semplice reggipetto in seta blu del 1795)
(A sinistra un corsetto del 1810)
Per quanto riguardava le gambe, la soluzione più pratica per ovviare al disagio indotto da un abbigliamento così leggero e trasparente fu quello di adottare un nuovo indumento intimo caldo chiamato "pantaloons", già indossato dagli uomini.
I pantaloons erano di maglina elastica leggera in tonalità nudo, potevano essere lunghi fino alle caviglie o arrivare appena sotto il ginocchio ed è questo è il motivo per cui le donne vestite in stile Impero sembrano spesso non indossare alcun tipo di biancheria intima quando le vediamo ritratte nei dipinti dell'epoca (solamente più tardi venne di moda indossare una sottoveste in morbida seta bianca o nei colori pastello). Per consentire alla gonna una maggior pienezza veniva aggiunto dietro un piccolo cuscinetto.
Le calze erano in seta per i balli e in lana per l’inverno, arrivavano fino al ginocchio ed erano tenute al loro posto per mezzo di una sorta di giarrettiera.
Non dimentichiamo i ventagli, fatti di legno o d’avorio e decorati con piccoli specchi, gioielli o piume; di qualsiasi forma o dimensione fossero, semplici o eleganti, dipinti o fatti di pizzo, i ventagli divennero un accessorio di estrema importanza nel mondo Regency e lo saranno ancora di più nel periodo Vittoriano.
Nel suo libro Accessories of Dress, Katherine Lester scrive: “Il grande trionfo del ventaglio nel XVIII secolo ha condotto a certe convenzioni e gesti nell' agitare un ventaglio che erano considerati di grande importanza. ... Anche se possedeva bellezza e distinzione, se (una lady) non conosceva l’arte del ventaglio, cadeva nella dimenticanza sociale”.
Ma la vera novità del periodo Regency furono l'invenzione della borsa da passeggio (1820), che poteva essere stretta da una culisse e legata alla cintura ed allora si chiamava "reticules", oppure fatta a pochette con legacci in stoffa o a busta con manici ad anello in legno o in osso, di piccole dimensioni, ma qualunque fosse il modello, fu comunque la prima a sostituirsi alle tasche inserite negli abiti, anche solo che per mettervi il fazzoletto e qualche moneta (a destra una toilette da passeggio del 1824 completa di borsetta) e la variegata quantità di copricapi, dalla cuffie, ai berretti, ai cappellini, ai turbanti.
Generalmente il capo veniva coperto solo durante il giorno (il turbante era l'unico copricapo ammesso per la sera), quando si usciva di casa e durante visite brevi; le cuffie erano usate dalle signore sposate, anziane e comunque non interessate al matrimonio,
Modes et Manieres du Jour, 1798 - 1808
ma, tra tutti, i cappelli di paglia furono probabilmente i più popolari perchè a causa del loro basso costo potevano essere acquistati praticamente da ogni signora o signorina e perché potevano essere decorati con tipi differenti di pizzo, nastri o piume in modo tale da adattarli all’abbigliamento.
Stampa inglese del 1817
Stampa parigina del 1812
(a destra una stampa del 1812 rappresenta l'utilizzo di una sciarpa su di un abito da giorno non più bianco, ma in tenue verde salvia),
le maniche si fecero lunghe, comparvero le prime camicette e corti bolerini per scaldare la schiena ed il petto chiamati "spencer". (Potete vedere uno dei primi spencer nell'illustrazione del 1817 posizionata sulla sinistra)
Mutuati dall'abbigliamento maschile gli spencers potevano essere in seta o in tessuto di lana chiamato "kerseymere", erano usati sia per la sera che per il giorno, come indumento per uscire e per la casa, ed in tal caso, prendevano il nome di "canazou" (spesso lavorato a maglia) e rimasero in auge per circa un ventennio finchè non si esaurì la moda degli abiti a vita alta; dapprima cortissimi, erano decorati con trecce, nappe, alamari, talvolta con ornamenti militari, tanto che in alcuni casi vennero definiti "Hussar jacket" ( giacchetto ussaro).
Mantelli e mantelline erano lunghi al massimo tre quarti di lunghezza e facilmente, se invernali, erano guarniti con inserti in pelliccia.
Nel 1808 arrivò dalla Polonia la moda del mantello Witzchoura, guarnito di pelliccia e con maniche aperte per tutta la larghezza, come espressione del puro stile Regency.
(Nell'illustrazione a destra un esempio di mantello Witzchoura)
Perdendo gli abiti la linea a vita alta, gli spencers si allungarono e le redingote acquisirono tagli sempre più ampi.
Quanto alle calzature, accantonate definitivamente le scarpe con il tacco del settecento, la moda Regency prevedeva calzature molto comode, in capretto, seta o panno, senza tacco, quasi pantofole, poco più che scarpine da ballo, sia per la casa che per uscire; i sandali avevano legacci che salivano fino al polpaccio come fossero calzari e cominciarono a comparire i primi stivaletti, molto più pratici per passeggiare e più caldi in inverno.
Si dice perciò che agli inizi dell'ottocento ogni giovane donna possedesse almeno tre paia di scarpe (solo l'Imperatrice Giuseppina ne possedeva 520 !), uno leggero per tutti i giorni, uno per il ballo, spesso decorato con rose o fiocchi ed un paio di stivali di pelle per camminare. Talvolta venivano posti sotto le scarpe pezzi di metallo che le sollevavano di qualche centimetro dal terreno ed erano utili per proteggerle da fango e pioggia.
Una curiosità: al tempo le scarpe non erano fatte in modo differente per il piede destro e per quello sinistro, ma venivano indossate in base a come risultavano più comode.
La biancheria intima
(A destra un semplice reggipetto in seta blu del 1795)
(A sinistra un corsetto del 1810)
Per quanto riguardava le gambe, la soluzione più pratica per ovviare al disagio indotto da un abbigliamento così leggero e trasparente fu quello di adottare un nuovo indumento intimo caldo chiamato "pantaloons", già indossato dagli uomini.
I pantaloons erano di maglina elastica leggera in tonalità nudo, potevano essere lunghi fino alle caviglie o arrivare appena sotto il ginocchio ed è questo è il motivo per cui le donne vestite in stile Impero sembrano spesso non indossare alcun tipo di biancheria intima quando le vediamo ritratte nei dipinti dell'epoca (solamente più tardi venne di moda indossare una sottoveste in morbida seta bianca o nei colori pastello). Per consentire alla gonna una maggior pienezza veniva aggiunto dietro un piccolo cuscinetto.
Le calze erano in seta per i balli e in lana per l’inverno, arrivavano fino al ginocchio ed erano tenute al loro posto per mezzo di una sorta di giarrettiera.
Nel suo libro Accessories of Dress, Katherine Lester scrive: “Il grande trionfo del ventaglio nel XVIII secolo ha condotto a certe convenzioni e gesti nell' agitare un ventaglio che erano considerati di grande importanza. ... Anche se possedeva bellezza e distinzione, se (una lady) non conosceva l’arte del ventaglio, cadeva nella dimenticanza sociale”.
Ma la vera novità del periodo Regency furono l'invenzione della borsa da passeggio (1820), che poteva essere stretta da una culisse e legata alla cintura ed allora si chiamava "reticules", oppure fatta a pochette con legacci in stoffa o a busta con manici ad anello in legno o in osso, di piccole dimensioni, ma qualunque fosse il modello, fu comunque la prima a sostituirsi alle tasche inserite negli abiti, anche solo che per mettervi il fazzoletto e qualche moneta (a destra una toilette da passeggio del 1824 completa di borsetta) e la variegata quantità di copricapi, dalla cuffie, ai berretti, ai cappellini, ai turbanti.
Generalmente il capo veniva coperto solo durante il giorno (il turbante era l'unico copricapo ammesso per la sera), quando si usciva di casa e durante visite brevi; le cuffie erano usate dalle signore sposate, anziane e comunque non interessate al matrimonio,
Modes et Manieres du Jour, 1798 - 1808
ma, tra tutti, i cappelli di paglia furono probabilmente i più popolari perchè a causa del loro basso costo potevano essere acquistati praticamente da ogni signora o signorina e perché potevano essere decorati con tipi differenti di pizzo, nastri o piume in modo tale da adattarli all’abbigliamento.
Stampa inglese del 1817
Stampa parigina del 1812
Ed ora, salutandovi con rinnovato affetto, vi lascio con una citazione da una lettera di Jane Austen alla
sorella Cassandra, l'autrice che con i personaggi dei suoi romanzi, trasposti recentemente in pellicole, ci ha fatto realmente apprezzare lo stile
Regency .. che
dite, sarà un indizio ?!?
I have changed my mind, & changed the trimmings on my Cap this
morning, they are now much as you suggested, – I felt as if I
should not prosper if I strayed from your directions, & I think
it makes me look more like Lady Conyngham now than it did before,
which is all that one lives for now. Jane Austen to Cassandra,
December 18-19, 1798
Ho cambiato
idea, e modificato le guarnizioni sul mio cappellino questa mattina,
ora sono propio come mi hai suggerito tu, - mi sentivo come se non
avessi dovuto aver in alcun modo successo non prendendo in
considerazione i tuoi consigli, e penso che mi faccia ora sembrare
più simile a Lady Conyngham, che è tutto ciò per cui si vive per
ora. Jane Austen a Cassandra, 18-19 dicembre 1798
A presto ♥
Dany
Fonti bibliografiche:
The underwear
picture 10 on the right - Eliminated busts, fences and basket, the underwear was reduced to the minimum: skirts and soft muslin dresses of 1800 wrapped the body, highlighting his contour in a natural way unless its forms were to hide (and then they disguised themselves with at least three petticoats and a crinoline: the first, of cotton, was in contact with the skin and arrived at the knees, the other, longer, were made of muslin or of wool) and, therefore, it's easy to understand that those of fashion Empire were little more than thin nightgowns.(on the right a simple bra in blue silk, 1795)
picture 11 on the left – (on the left a corset of 1810) About legs, the most practical solution to overcome the discomfort induced by a clothing so light and transparent was to adopt a new undergarment called "pantaloons", already worn by men.
A presto ♥
Dany
Fonti bibliografiche:
Sarah Jane Downing, Fashion
in the Time of Jane Austen, 2010, Shire Editions
Lady of Distinction, Regency
Etiquette: The Mirror of Graces, 1811, R.L. Shep Editor
Romantic Era Gowns - Regency fashion (1795
- 1820)
picture
1
Crowned
Emperor in 1804 Napoleon Bonaparte had among his several ambitions
also that to make France the leading country in the field of fashion,
able to suggest an innovative design and craftsmanship: the French
textile industry, in the late eighteenth century, had been severely
damaged by the Revolution, contrary to what happened in England, the
use of textile machinery had become practically non-existent and
Napoleon, stopping the import of English fabrics, has been able to
make revive the workmanship
production of Valenciennes lace so that the fine tulle and
batiste could be produced directly
at home; in addition, to induce the ladies and buy as much
fabrics as pssible, forbade them to wear for more than once the same
dress at court and "fashion" wanted clothes to be enriched
with important curlinesses on
the back and those for the evening rediscovered the train (just think
that the Emperor had done block fireplaces at the Tuileries to induce
the ladies to wear more clothes on each other!) But already Empress
Josephine
picture 2
had
become an icon of Parisian fashion with her slim figure that well
suited to the fluctuating day dresses
which she used to wear, anticipating this trend of style. Bonaparte
didn't exclude the role of men in the recovery of the textile
industry of France and ordered his military officials to wear
trousers in white satin during formal occasions.
The
style dear to Napoleon was the classic one, highest expression of
beauty, harmony and majesty, which, revised, was called neo-classical
style, the style that were gradually assuming buildings, furniture,
literature, in which appeared references to Latin mythology,
sculpture (who can forget Pauline Bonaparte immortalized by Canova as
the embodiment of the "Venus Victrix") and therefore also
the clothes, abandoning all arful changes of the female body provided
by the eighteenth-century fashion, began to assume a loose - fitting,
essential and natural style: in France and Italy, unified by
Napoleon, was born the Empire style, in England it will be called
Regency style. (Regency Period can be considered the decade of
English history going from 1811 to 1820 when King George III, no more
able to govern, was succeeded by his son, the future King George IV,
who assumed the title of regent prince, or, more generally, from a
more closely cultural and custom point of view, we refer to the
amount of time that goes roughly from 1800 to 1830 constituing a sort
of connection between the
Georgian and the Victorian age.)
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3
At
that time it was possible to keep up with new models and new trends
by reading magazines such as La Belle Assemblies, The
Lady's Magazine and Ackerman's Repository.
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4 on the right - Clothes became far
too light tunics inspired by classic models, preferably white
at first, as we can see in the statues of Greek and Latindivinities,
with the result of making the ladies almost marble, ankle-length,
with a straight line, wide at the bottom, with a short train and
holding tightly with a scarf or a belt placed under the breasts, the
neckline was large and square and, quite tempting, left exposed the woman’s
décolleté; the only part covered were the
shoulders, closed by very short puff sleeves, leaving bare - armed. A
lady of the time's wardrobe included many clothes, those for the day and for the evening supper, for travel, riding , several promenade
clothes, etc..(on the right a dress of 1806)
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5 on the left - More sophisticated the evening gowns, that
were wore for a ball, a very elegant dinner, the Opera and for an
appearance at court, were enriched with embroidery, often in silver
and gold, laces and bows, often accompanied by a short tunic open and
overlapped, which adorned the dress without hiding it completely
(picture on left).
In
the evening ladies used to wear long gloves for covering their elbows
, while during the day it was sufficient covering their hands to
repair them from the sun and prevent the formation of unartistic freckles.Throughout the Regency period the ladies felt a strong need
to cover their shoulders and to weight their lightweight clothes they
used scarves or shawls, made of tulle for the evening and of wool for
the day: in the early nineteenth century erupted
almost a kind of mania for everything coming from East and so
they began to import shawls from India too, but soon England, that
owned a craft industry in Essex with a Flemish tradition for the
production of muslin shawls knitted as grid woven by drum, while
Norwick was well underway in the production of handmade woolen and
silk shawls, took over Eastern on imports. But it was especially the
one made of Kashmir, warm and enveloping, that became considered the
most useful among the accessories of the fashion of this period.
picture
6 on the right - In general, the Empire style dresses were
made of a beautiful white batiste or muslin, both rich fabrics, the
latter less expensive than silk, but still pretty hard to keep clean,
that's why white day dresses were the expression of a certain social
status; by the time they opted for more practical solutions and white
became reserved for the evening while for the day they prefered
pastel shades such as yellow, light green, lilac, blue, light pink
(on the right a print of 1812 showing the use of a scarf on a day
dress, no more white, but in soft sage green),
picture
7 on the left - sleeves became longer, the first blouses
apeeared and short bolero jackets to warm up the back and the chest
called "spencer" too. (You can see one of the first spencer
in the illustration of 1817 positioned on the left).
Borrowed
from men's dressing spencers could be made of silk or of wool fabric
called "kerseymere", were used for the evening and for the
day, for outdoor and indoor, and in that case, often knitted, they were called "canazou", and remained in vogue for about twenty years until the fashion of
high waistlines clothes run out; at first very short, they were
decorated with braids, tassels, frogs, sometimes with military
ornaments, and in that's why they sometimes took the name of "Hussar
jacket".
picture
8 on the right - Cloaks
and mantels were long at most three quarters of length and
easily in winter were trimmed with fur inserts. In 1808 came from
Poland Witzchoura fashion mantel, trimmed with fur and with open
sleeves along the entire width, as expression of pure Regency style.
(The illustration at right is an example of Witzchoura Mantel)
picture
9 on the left - It was 1818 when the "redingote” made
its appearance (picture on the left), whose name derives from the
eighteenth century version of a coat riding (riding-coat): initially
used only for the cold season, it was in most part made of dark
woollen cloth, adorned with fur trim, and replaced the mantel, being
much warmer, more practical and more suitable as travel surcoat;
later it will be produced also with lighter fabrics and then it will
be worn open in order not to penalize the dress that it covered.
Losing
clothes high waistline, the spencer became longer and the redingote
acquired larger and larger.
As
footwears, permanently set aside the shoes with the heel of the XVIII
century, Regency fashion footwear provided very comfortable
footwears, in kid, silk or wollen cloth, without heel, almost
slippers, little more than dancing shoes, both for the house to go
out; sandals had ties climbing up to the calf as if they were "calzari" and began to appear the first booties, much more practical for
walking and warmer in winter. They say therefore, that the in early
nineteenth century every young woman had at least three pairs of
shoes (only Empress Josephine possessed 520!), a light one for
everyday, one for dancing, often decorated with roses or flakes and a
pair of leather boots for walking. Sometimes there were placed under
the shoes pieces of metal that raised a few inches from the ground
and were useful to protect them from mud and rain.
A
curiosity: at that time shoes weren't made in a different way for the
right foot and the left one, but they were worn in base on how they
were more comfortable.
The underwear
picture 10 on the right - Eliminated busts, fences and basket, the underwear was reduced to the minimum: skirts and soft muslin dresses of 1800 wrapped the body, highlighting his contour in a natural way unless its forms were to hide (and then they disguised themselves with at least three petticoats and a crinoline: the first, of cotton, was in contact with the skin and arrived at the knees, the other, longer, were made of muslin or of wool) and, therefore, it's easy to understand that those of fashion Empire were little more than thin nightgowns.(on the right a simple bra in blue silk, 1795)
picture 11 on the left – (on the left a corset of 1810) About legs, the most practical solution to overcome the discomfort induced by a clothing so light and transparent was to adopt a new undergarment called "pantaloons", already worn by men.
The
pantaloons were made of light stockinet in
a toned nude colour could be ankle-length or reach just below
the knee and that's the reason why women dressed in Empire style
often seem not to wear any kind of underwear when we see them
portrayed in the paintings of that time (only later became
fashionable to wear a petticoat in white or pastel colours soft
silk). To allow a greater fullness to the skirt a small pillow was
added behind the dress.
Stockings
were made of silk for ball toilettes and of wool for winter
dresses, came up to the knee and were held in place by a kind of "giarrettiera".
Let's
don't forget the fans, made of wood or ivory and decorated with small
mirrors, jewels or feathers. Of any shape or size they were, simple
or elegant, painted or made of lace, fans became an accessory of
extreme importance in the Regency world and are going to be even more
important during the Victorian period. In her book Accessories of
Dress, Katherine Lester writes: "The great triumph of the
fan in the eighteenth century led to some conventions and gestures in
shaking a fan that were considered of great importance. ... Although
possessed beauty and distinction, if (a lady) did not know the art of
the fan, fell into social oblivion."
picture
12 on the right - But the real news of the Regency period
were the invention of the walking handbag (1820), that could be closed with a pull string and worn about one’s wrist (reticules), or shaped as a "pochette" with fabric handles , or as an envelope with loop handles made
of wood or of bone, small in size, but, anyway, whatever was the model, it was the first to
substitute pockets inserted in clothes, even just to put the
handkerchief and some coins (on the right a walking dress complete
with handbag of 1824) and the varied amount of headdresses, from
hats, bonnets, caps, and turbans.
Generally head was covered only during the day (the turban was worn at
night), when ladies left the house and during short visits; caps were
used only by married women, eldest and not interested in marriage
ladies,
picture
13
but
among all, straw hats were probably the most popular because, due to
their their low cost could be bought from almost any lady or young
lady, and because they could be decorated with different types of
lace, ribbons or feathers in order to adapt them to every kind of
clothing.
picture 14
picture 15
And
now I'm leaving you with a quote from a Jane Austen's letter to her
sister Cassandra, the writer who, with her novels's characters recently transposed in films, made us really appreciate the Regency
style .. what do you think, will it be a clue?!?
"I
have changed my mind, & changed the trimmings on my Cap this
morning, they are now much as you suggested - I felt as if I should
not prosper if I strayed from your directions, & I think it makes
me look more like Lady Conyngham now than it did before, Which is all
that one lives for now."
Jane
Austen to Cassandra, December 18-19, 1798
See you soon ♥
Dany
Bibliografic sources:
Bibliografic sources:
Sarah Jane Downing, Fashion in the Time of Jane Austen, 2010, Shire Editions
Lady of Distinction, Regency Etiquette: The Mirror of Graces, 1811, R.L. Shep Editor
Interessante. Romantici gli abiti di inizio 800! Non sapevo che la borsetta da passeggio fosse un'invenzione del periodo Regency. :)
RispondiElimina@ Kia
Eliminatalvolta viaggiando sul web si viene a conoscenza di curiosità .. accade spesso anche a me ed è uno dei motivi per cui mi sembra di avere sempre troppo poco tempo da dedicargli .. o forse sono io che ho troppi interessi .. ;) !!
Buona serata e buona permanenza nella magica terra di Scozia ♡