lunedì 30 settembre 2013

John William Waterhouse pittore della femminilità.


Un sepalo, un petalo e una spina
In un comune mattino d’estate,
Un fiasco di rugiada, un’ape o due,
Una brezza,
Un frullo in mezzo agli alberi
Ed io sono una rosa!


Emily Dickinson



                 My Sweet Rose o The Soul of the Rose, John William Waterhouse, 1908


Lo si conosce come l'ultimo dei preraffaelliti *, forse per questo in grado di esprimere al massimo livello le tematiche che ne caratterizzavano i dipinti, quali l'ispirazione alle leggende cavalleresche medioevali, alla Bibbia, la rappresentazione della natura e la centralità della figura femminile, ma la soavità con cui, tramite il sapiente utilizzo dei colori, illuminava i volti delle sue "ladies" comunicano un'armonia ed una quiete interiore che solamente chi è capace di cogliere l'essenza ultima delle cose è in grado di trasmettere.
Waterhouse non fu solamente un poeta del colore: egli volle come protagoniste dei suoi dipinti donne bellissime, incarnazioni di grazia o donne fatali, sempre dai lunghi capelli, raccolti o sciolti, lievi ed armoniose, dallo sguardo trasognato, rapite dai loro pensieri e perciò avvolte da un impenetrabile alone di mistero che le rende oltremodo affascinanti agli occhi dell'osservatore.

Legato all'Italia che gli diede i natali (nacque Roma il 6 aprile del 1849) Nino, come fu subito soprannominato in famiglia, trascorse a Roma i suoi primi cinque anni; nel 1854 si trasferì a Londra, nel quartiere di South Kensington dove i genitori, entrambi pittori (era figlio di William ed Isabela Waterhouse), lo indirizzarono verso le arti figurative iscrivendolo nel 1870 alla Royal Academy.
L'atmosfera artistica che respirava tra le mura domestiche, la frequentazione dell'accademia e la vicinanza del Victoria and Albert Museum lo spronarono a dipingere già da giovinetto e nel 1874 cominciò a divenire celebre con l'opera allegorica Sleep and his Half-Brother Death (Il Sonno e la sua Sorellastra Morte), ma sarà intorno alla fine degli anni ottanta che andrà consolidandosi lo stile per cui ancora oggi lo ammiriamo, quando, sensibilizzato dalla mitologia classica e dalle leggende medievali oltre che dal repertorio shakespeariano, temi in cui riesce a dare piena espressione alla propria artisticità, comincerà con il trasporre sulla tela i volti e le figure femminili più ammalianti della pittura vittoriana: 




per Waterhouse le angosce, le ansie, le gioie che traspaiono dagli sguardi delle eroine che ritrae altro non sono che le varie sfaccettature di un unico complesso, enigmatico, imprevedibile, sorprendente, ineffabile ed ammaliante volto, quello della femminilità.





                                                 Study for Lady Clare, 1908 ca.



Avvolto di mistero e magia, il ciclo bretone, appartenente alla letteratura medioevale, ispirato al mito di re Artù, ai cavalieri e alle dame che ruotavano intorno a Camelot, fu per Waterhouse spesso fonte d'ispirazione, ed in primis lo fu per la figura di Lady of Shalott (Elaine di Astolat) la cui storia, triste e dal tragico epilogo era stata resa famosa pochi anni prima dall'omonimo poema di Sir Alfred Tennyson (1809 - 1892): vittima di un incantesimo di Morgana che la volle rinchiusa in una torre per tutta la durata della sua vita affinchè non potesse vedere Lancillotto, Elaine era costretta a stare seduta a tessere le immagini che dalla finestra le rimandava la superficie di uno magico specchio azzurro posto davanti i suoi occhi, (And sometimes through the mirror blue / The knights come riding two and two: / She hath no loyal knight and true,/ The Lady of Shalott. - E talvolta attraverso lo specchio azzurro / I Cavalieri giungono cavalcando a due a due: / Lei non ha alcun Cavaliere leale e fedele, / La Signora di Shalott. condannata a non rivolgere mai lo sguardo verso Camelot, pena la morte; 




                                "I am half sick of shadows", said the lady of Shalott


questo finchè un giorno, pur consapevole del proprio destino, decise di affacciarsi e seguire con lo sguardo l'affascinante cavaliere che stava rientrando al castello: 




                                        The Lady of Shalott looking at Lancelot


s'innamorò al primo sguardo di Lancillotto ed aveva anche scorto Camelot all'orizzonte, sapeva che sarebbe andata incontro alla morte, ma scelse comunque di seguirlo:

Lying, robed in snowy white
That loosely flew to left and right -
The leaves upon her falling light -
Thro' the noises of the night,
She floated down to Camelot:
And as the boat-head wound along
The willowy hills and fields among,
They heard her singing her last song,
The Lady of Shalott.

A longdrawn carol, mournful, holy,
She chanted loudly, chanted lowly,
Till her eyes were darken'd wholly,
And her smooth face sharpen'd slowly,
Turn'd to tower'd Camelot:
For ere she reach'd upon the tide
The first house by the water-side,
Singing in her song she died,
The Lady of Shalott.

The Lady of Shalott, excerpt - Sir Alfred Tennyson, 1832






Giaceva con indosso una veste bianca come le neve
Che vagamente svolazzava a dritta e a manca -
Le foglie sovrapposte alla sua luce che stava calando -
Tra i suoni della notte,
Ella fluttuava verso Camelot:
E mentre la barca ferita a prora procedeva
Tra colline flessuose e campi,
Si sentì cantare la sua ultima canzone,
La Signora di Shalott.

Una nenia triste, sacra,
Cantò a voce alta, cantò sommessamente,
Finché i suoi occhi si fecero completamente bui,
E il suo viso liscio si affinò lentamente,
Volto alla turrita Camelot:
Pria di essere raggiunta dalla corrente
Trovando albergo sulla sponda,
Canticchiando il proprio canto morì,
La Signora di Shalott.


La Signora di Shalott, estratto - Sir Alfred Tennyson, 1832


E' questo uno dei dipinti più affascinanti del periodo vittoriano, forse l'apice della pittura vittoriana, in cui in ogni pennellata Waterhouse infuse magia e poesia: Tennyson canta la drammatica storia di questa infelice creatura in una fiaba struggente e lui la traduce dipingendo le note più tristi che mai si potrebbero ascoltare coniugando la drammaticità dell'argomento con la teatralità dell'immagine (forse anche influenzato dallo stile di Sarah Bernhardt che al tempo furoreggiava nei teatri londinesi) per giungere a dar vita ad un dipinto che rabbrividisce per il fascino della sua storia e per la sua rara bellezza. 

Sempre legato al ciclo arturiano il dipinto Tristram and Isolde with the Potion (Tristano ed Isotta con la pozione






in cui Isotta porge la pozione che li avrebbe dovuti uccidere insieme visto che realtà negava loro di rimanere uniti: in realtà non si trattava di veleno bensì di un filtro d'amore che avrebbe ulteriormente acceso il loro amore costringendoli, quindi, a fuggire nella foresta. (Narra la leggenda che Isotta, principessa d'Irlanda, promessa sposa di re Marco di Cornovaglia, fu affidata alle cure del di lui nipote, Tristan o Tristram, che avrebbe dovuto scortarla e proteggerla durante il viaggio in Cornovaglia; questi, però, malauguratamente s'innamora di lei e da lei è ricambiato, mutando rovinosamente il corso che gli eventi avrebbero dovuto seguire.)


E' del 1886 il dipinto The Magic Circle (Il Cerchio Magico),






in cui con ogni probabilità Waterhouse vuole ritrarre Morgana mentre prepara uno dei sortilegi con cui soggiogava cavalieri e dame assoggettandoli al suo volere per realizzare i propri ambiziosi sogni, primo tra tutti quello di divenire regina di Camelot sposando Artù.


Anche al repertorio shakespeariano Waterhouse attinse con ispirazione profonda, sensibilizzato e soggiogato, come altri preraffaelliti, dal fascino soprattutto della fragile figura di Ophelia, vittima degli eventi al punto di raggiungere la follia ...
Tra i protagonisti della tragedia The Tragical History of Hamlet, Prince of Denmark (Amleto), Ophelia, che vive alla corte di Danimarca essendo il padre ciambellano comincerà ad abbandonarsi alla follia perchè, dopo aver ceduto alle lusinghe di Amleto ed essersene innamorata perdutamente, crederà, equivocando, l'amore di Amleto non genuino e disinteressato e a cedervi definitivamente dopo aver visto il padre assassinato dallo stesso Amleto che lo credeva lo zio Claudio, usurpatore del suo trono.

« O, what a noble mind is here o'erthrown!
The courtier's, soldier's, scholar's, eye, tongue, sword;
The expectancy and rose of the fair state,
The glass of fashion and the mould of form,
The observed of all observers, quite, quite down!
And I, of ladies most deject and wretched,
That suck'd the honey of his music vows,
Now see that noble and most sovereign reason,
Like sweet bells jangled, out of tune and harsh;
That unmatch'd form and feature of blown youth
Blasted with ecstasy: O, woe is me,
To have seen what I have seen, see what I see! »


The Tragical History of Hamlet, Prince of Denmark, Ophelia's monologue, Act III, Scene I






« Oh, qual nobile mente è qui sconvolta!
Occhio di cortigiano,
lingua di dotto, spada di soldato;
la speranza e la rosa del giardino
del nostro regno, specchio della moda,
modello d'eleganza,
ammirazione del genere umano,
tutto, e per tutto, in lui così svanito!...
E io, la più infelice e derelitta
delle donne, ch'ho assaporato il miele
degli armoniosi voti del suo cuore,
debbo mirare adesso, desolata,
questo sublime, nobile intelletto
risuonare d'un suono fesso, stridulo,
come una bella campana stonata;
l'ineguagliata sua forma, e l'aspetto
fiorente di bellezza giovanile
guaste da questa specie di delirio!...
Me misera, che ho visto quel che ho visto,
e vedo quel che seguito a vedere! »

Amleto, monologo di Ofelia, Atto III scena I






Il nulla, il vuoto nello sguardo, l'assenza di ogni forma di pensiero, il dominio assoluto del dolore conduce la disperata fanciulla a vagare per il bosco, ad adornarsi i capelli in prossimità dell'acqua, dove, per imperizia, l'attenderà la morte.

GERTRUDE: There is a willow grows aslant a brook,
That shows his hoar leaves in the glassy stream;
There with fantastic garlands did she come
Of crow-flowers, nettles, daisies, and long purples
That liberal shepherds give a grosser name,
But our cold maids do dead men's fingers call them:
There, on the pendent boughs her coronet weeds
Clambering to hang, an envious sliver broke;
When down her weedy trophies and herself
Fell in the weeping brook. Her clothes spread wide;
And, mermaid-like, awhile they bore her up:
Which time she chanted snatches of old tunes;
As one incapable of her own distress,
Or like a creature native and indued
Unto that element: but long it could not be
Till that her garments, heavy with their drink,
Pull'd the poor wretch from her melodious lay
To muddy death.

The Tragical History of Hamlet, Prince of Denmark, Act IV, Scene VII






GERTRUDE: C'è un salice che cresce di traverso
a un ruscello e specchia le sue foglie
nella vitrea corrente; qui ella venne,
il capo adorno di strane ghirlande
di ranuncoli, ortiche, margherite
e di quei lunghi fiori color porpora
che i licenziosi poeti bucolici
designano con più corrivo nome
ma che le nostre ritrose fanciulle
chiaman "dita di morto"; ella lassù,
mentre si arrampicava per appendere
l'erboree sue ghirlande ai rami penduli,
un ramo, invidioso, s'è spezzato
e gli erbosi trofei ed ella stessa
sono caduti nel piangente fiume.
Le sue vesti, gonfiandosi sull'acqua,
l'han sostenuta per un poco a galla,
nel mentre ch'ella, come una sirena,
cantava spunti d'antiche canzoni,
come incosciente della sua sciagura
o come una creatura d'altro regno
e familiare con quell'elemento.
Ma non per molto, perché le sue vesti
appesantite dall'acqua assorbita,
trascinaron la misera dal letto
del suo canto a una fangosa morte. »

Amleto, Atto IV scena VII 


Ed ancora la bellissima, ingenua, emotiva Miranda dalla fulva chioma agitata dalle folate di un vento selvaggio, protagonista del dramma shakespeariano The Tempest (La Tempesta) che assiste tristemente all'ira del padre, Prospero, vero duca di Milano, esiliato con lei su di un'isola del Mediterraneo, che scatena artifici e magie per riportare la figlia al posto che le spetta:

If by your art, my dearest father, you have
Put the wild waters in this roar, allay them.
The sky, it seems, would pour down stinking pitch,
But that the sea, mounting to the welkin's cheek,
Dashes the fire out. 

The Tempest, Act I, Scene II




                                               

Se con la vostra arte, amatissimo padre, avete
sollevato questo urlo dalle onde selvagge, ora calmatele.
Sembra che l'aria voglia rovesciare fetida pece,
ma che il mare, alzandosi fino al volto del cielo,
ne attenui il fuoco. 

La Tempesta, Atto I. Scena II


Nel 1897 un'altra opera di Tennyson scosse il genio artsitico e la creatività di Waterhouse, il poema Marian in the South (Marianna al Sud), tratto dalla commedia shakespeariana Measure for Measure (Misura per Misura) in cui Marianna, promessa sposa ad Angelo, viene ripudiata quando questi viene a sapere che la sua dote è andata persa in un naufragio; a questa figura letteraria viene delegata l'espressione di tutta l'angoscia della solitudine e la malinconia che ne scaturisce connota i suoi giorni interamente trascorsi nell'isolamento ed in un questionarsi lamentoso ed infatti l'immagine che di lei Waterhouse vede riflessa nello specchio appare con uno sguardo interrogativamente languido, quasi cercasse gli occhi negli occhi per dialogare almeno con sè stessa:


Till all the crimson changed, and past
Into deep orange o’er the sea,
Low on her knees herself she cast,
Before Our Lady murmur’d she:
Complaining, “Mother, give me grace
To help me of my weary load.”
And on the liquid mirror glow’d
The clear perfection of her face.
“Is this the form,” she made her moan,
“That won his praises night and morn?”
And “Ah,” she said, “but I wake alone,
I sleep forgotten, I wake forlorn.”…


…And, rising, from her bosom drew
Old letters, breathing of her worth,
For “Love”, they said, “must needs be true,
To what is loveliest upon earth.”
An image seem’d to pass the door,
To look at her with slight, and say,
“But now thy beauty flows away,
So be alone for evermore.”
“O cruel heart,” she changed her tone,
“And cruel love, whose end is scorn,
Is this the end to be left alone,
To live forgotten, and die forlorn?”






Fino a che tutto il cremisi delcielo volse, e divenne passato
In arancio profondo sopra 'l mare,
Bassa in ginocchio lei si gettò,
Prima di mormorare a Nostra Signora:
Lamentevole, "Madre, datemi la grazia
Perchè mi aiuti a trasportare il  mio carico stanco. "
E sullo specchio liquido scintillò
La chiara perfezione del suo viso.
"E 'questa la forma," proseguì il suo lamento,
"Che ha vinto le sue lodi notte e giorno?"
"Ah," mormorò, "mi sveglio sola,
Dormo dimenticata, mi sveglio sconsolata. "...


... E, con impeto crescente, dal seno trasse
Vecchie lettere, pulsanti del suo valore,
Per "Amore", dicevano, "deve necessariamente essere vero,
Per ciò che vi è più bello sulla terra."
Un'immagine sembrò attraversare la porta,
Per guardarla con leggerezza e dire:
"Ma ora la tua bellezza scorre via,
Quindi, sii sola per sempre. "
"O crudele cuore", mutò il suo tono,
"E amore crudele, il cui fine è il disprezzo,
È questo il fine, essere lasciata sola,
Per vivere dimenticata, e morire sconsolata?  



Ispirandosi all'incantevole e seducente repertorio di John Keats, Waterhouse ritrasse la sua Belle Dame Sans Merci, protagonista dell'omonima ballata, una dama che, questa volta, non è vittima degli eventi, non li subisce, bensì, a causa della propria infinita bellezza, ne è piuttosto artefice:



Ah, what can ail thee, wretched wight,
Alone and palely loitering;
The sedge is wither'd from the lake,
And no birds sing.

Ah, what can ail thee, wretched wight,
So haggard and so woe-begone?
The squirrel's granary is full,
And the harvest's done.

I see a lily on thy brow,
With anguish moist and fever dew;
And on thy cheek a fading rose
Fast withereth too.

I met a lady in the meads
Full beautiful, a faery's child;
Her hair was long, her foot was light,
And her eyes were wild.

I set her on my pacing steed,
And nothing else saw all day long;
For sideways would she lean, and sing
A faery's song.

I made a garland for her head,
And bracelets too, and fragrant zone;
She look'd at me as she did love,
And made sweet moan.

She found me roots of relish sweet,
And honey wild, and manna dew;
And sure in language strange she said,
I love thee true.

She took me to her elfin grot,
And there she gaz'd and sighed deep,
And there I shut her wild sad eyes--
So kiss'd to sleep.

And there we slumber'd on the moss,
And there I dream'd, ah woe betide,
The latest dream I ever dream'd
On the cold hill side.

I saw pale kings, and princes too,
Pale warriors, death-pale were they all;
Who cry'd--"La belle Dame sans merci
Hath thee in thrall!"

excerpt - La Belle Dame Sans Merci, 1819 - John Keats






‘Oh cosa ti affligge, cavaliere armato, 
Solo e pallido vagando?
Il giunco è avvizzito (in riva) al lago,
E nessun uccello canta.

‘Oh cosa ti affligge, cavaliere armato,
Così sparuto e così desolato?
Il granaio dello scoiattolo è pieno,
 Ed il raccolto è fatto. (è stato fatto)

‘Vedo un giglio sulla tua fronte
Umido di angoscia e rugiada di febbre;
E sulle tue guance una rosa (che sta) appassendo
Velocemente avvizzisce pure.’

‘Incontrai una dama nei prati, 
Molto bella – la figlia di una fata,
I suoi capelli erano lunghi, il suo passo (piede) era leggero,
Ed i suoi occhi erano selvaggi.

‘Feci un ghirlanda (di fiori) per la sua testa,
E braccialetti pure, ed una cintura fragrante;
Lei mi guardò come se mi amasse,
E fece un dolce lamento.

 ‘La posi sul mio destriero al passo (che andava al passo)
E non vidi altro durante tutto il giorno,
Perché si piegava sul fianco, e cantava
Una canzone di fata

Mi trovò radici di dolce sapore
E miele silvestre e rugiada di manna, 
E sicura in una strana lingua mi disse,
“Ti amo veramente!”

‘Lei mi portò alla sua magica grotta, 
E lì pianse e sospirò molto addolorata;
E lì io chiusi i suoi selvaggi, selvaggi occhi
Con quattro baci.

‘E lì lei mi cullò fino al sonno,
E lì io sognai – Ah! mal me ne incolse!
L’ultimo sogno che ho mai sognato
Sul fianco della fredda collina

‘Vidi pallidi re e principi pure,
Pallidi guerrieri, con pallore mortale erano tutti loro;
Loro gridavano – “La Belle Dame Sans Merci”
Ti ha reso schiavo!”

estratto da La Belle Dame Sans Merci, 1819 - John Keats



Ed ammirate, silenziosamente, infine, quanto egli attinse alla mitologia classica ...




Psyche Opening the Door into Cupid's Garden (Psiche apre la porta del giardino di Cupido), 1904





                                       Hylas and the Nymphs (Ila e le ninfe), 1896





                                        Apollo and Daphne (Apollo e Dafne), 1908





                                          Echo e Narcissus (Eco e Narciso), 1903
  




Flora and the Zephyrus (Flora e Zefiro), 1898





                           The Awakening of Adonis (Il Risveglio di Adone), 1900 ca.

  

La Natura con i suoi elementi, soprattutto l'acqua e l'aria, ed i fiori, tanto cara ai preraffaeliti, in Waterhouse quasi divinizzata, lo avvicinò persino ad una sorta di panteismo ...




                                                         Boreas (Bora), 1913





Spring Spreads One Green Lap of Flowers (La Primavera sparge un verde tappeto di fiori), 1910 

  



                                              Sweet Summer (Dolce Estate), 1912




                                    

                     Spring - The Flower Picker (Primavera - Raccoglitrice di fiori), 1894



Essa, con le sue forze incontenibili ed incommensurabili, i suoi profumi, i suoi colori, i suoi chiaroscuri, della femminilità altro non è che un riflesso ...




                                                  The Shrine ( L'altare), 1895


Vi lascio dopo avervi intrattenuto per un così lungo tempo, e me ne scuso, ma il repertorio di Waterhouse è talmente vasto ed affascinante che non è stato davvero semplice trovare modo di antologizzarlo ..

A presto 






Dany




Fonti bibliografiche:

Hobson Anthony, JOHN WILLIAM WATERHOUSE, PHAIDON, 2002



 Note:

* quella dei preraffaelliti si può considerare una sorta di confraternita sorta a Londra nel 1848 di cui furono iniziatori William Holman Hunt, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti, cui si aggiunsero James Collinson, William Michael Rossetti, Frederic George Stephens e Thomas Woolner; essi erano accomunati dagli argomenti che li ispiravano e dall'antiaccademicità del loro approccio pittorico cui si deve il nome che scelsero per il loro gruppo poichè il loro stile si collocava, artisticamente, prima del manierismo che succedette alla pittura dell'italiano Raffaello Sanzio da Urbino.












I apologize to my English readers if with no putting the whole translation I have got you in trouble, but this time I felt it was more appropriate to attach the paintings to the writing of literature that has inspired them in the original language .. If I have put you in difficulty please forgive me, I did it trying to give more expressiveness to the reading, saw that in this post mainly the images "speak".

An affectionate hugh.

See you soon 




Dany


Bibliografic sources:

Hobson Anthony, JOHN WILLIAM WATERHOUSE, PHAIDON, 2002



 Notes:

* the one of Pre-Raphaelite can be considered a sort of brotherhood born in London in 1848 initiators of which were William Holman Hunt, John Everett Millais and Dante Gabriel Rossetti, to whom were added James Collinson, William Michael Rossetti, Frederic George Stephens and Thomas Woolner; they were united by the arguments which inspired them and by their anti - academic pictorial approach which must be the name they chose for their group because their style can be placed, artistically, before mannerism who succeeded to the painting of Italian Raffaello Sanzio da Urbino.

martedì 24 settembre 2013

A proposito di Jane Austen ...


Ho trascorso una serata molto piacevole, comunque. Probabilmente scoprirai che non ce n'è stato alcun motivo; ma non penso che valga la pena di divertirsi solo quando se ne ha una reale opportunità.

Da una lettera a Cassandra del 1799






Una riproduzione ad alta risoluzione della foto della tela risalente al 1910 che ritrae una giovane ragazza: con ogni probabilità trattasi di Jane Austen.


Chi non conosce la Jane Austen scrittrice tra le più amate e celebate di ogni tempo, splendidamente e candidamente rivoluzionaria in un'epoca, quella Regency, ancora governata da una rigida etichetta, che, scrivendo a cavallo tra la corrente letteraria del neoclassicismo e quella romantica, di cui anticipa stili narrativi e mode, conquista un posto tutto suo nel panorama della letteratura in lingua inglese conservandosi unica, intramontabile ed inimitabile per il proprio modo di narrare e per i personaggi cui diede vita nei suoi romanzi, alcuni dei quali divenuti simboli immortali dell'immaginario collettivo di ognuno di noi ?
Ma di lei, della Miss Jane di Chawton, della sua vita privata sappiamo davvero molto poco o quasi nulla..
Qualche perplessità continua ad avvolgere i ritratti  che di lei ci sono pervenuti (l'unico certo è quello autografato dalla sorella) le lettere sono quasi andate tutte bruciate dalla sorella Cassandra che decise di eliminarle alcuni anni prima della propria morte (di circa 3000 ne rimangono 161), nessun diario, solo i ricordi della nipote Caroline, e la biografia del di lei fratello James Edward, pubblicata nel 1870 dal titolo "A Memoir of Jane Austen" in cui riprende in parte anche quanto scritto della sorella .. 


Jane Austen nacque il 16 dicembre del 1775 a Steventon, nello Hampshire,





piccolo villaggio situato nel sud-est dell'Inghilterra, figlia del pastore anglicano George Austen e di Cassandra Leigh, penultima di otto figli, sei maschi e due femmine (James, George, Edward, Henry Thomas, Francis William Frank, Charles John, Jane e Cassandra Elizabeth); particolarmente legata alla famiglia Jane rimarrà vincolata da profondo affetto soprattutto alla sorella Cassandra di tre, quattro anni più grande di lei, che come lei non si mariterà e che si prenderà cura di lei durante la sua malattia fino alla morte prematura (Jane, affetta dal morbo di Addison, allora incurabile, che cominciò a manifestarsi nel 1816, non riuscirà a compiere 42 anni). 

Era il dicembre del 1800 quando il Reverendo Austen decise di lasciare Steventon per trasferirsi a Bath portando con sè la famiglia ( e qui Jane cominciò a lavorare ad alcuni dei suoi romanzi, I Watson, rimasto incompleto, e alcune modifiche di Susan ) ma, improvvisamente, nel 1805, questi morì lasciando la moglie e le due figlie in precarie condizioni economiche seppur aiutate dai figli maschi già accasati. 
Nel 1806 la vedova Mrs. Austen, Jane e Cassandra si trasferirono a Southampton, dal fratello Frank, e successivamente, nel 1809, a Chawton, poco distante dal loro luogo di origine, dove il fratello Edward mise loro a disposizione un cottage di sua proprietà, Chawton Cottage: qui vissero con la di lui cognata Miss Lloyd fino alla fine dei loro giorni.
Fu questo il luogo che vide la nascita dei più famosi romanzi di Jane Austen ("Sense and Sensibility" / "Ragione e sentimento" pubblicato nel 1811, "Pride and Prejudice" / "Orgoglio e pregiudizio" pubblicato nel 1813, "Mansfield Park" pubblicato nel 1814, "Emma", pubblicato nel 1815, "Northanger Abbey" / "L'abbazia di Northanger" pubblicato postumo nel 1818, "Persuasion" / "Persuasione" pubblicato postumo nel 1818), ma qui non voglio parlarvi della Jane immortale romanziera, sapete ormai quanto mi appassioni approfondire aspetti della storia e dei personaggi che l'hanno animata che sono generalmente poco noti, e perciò voglio presentarvi la Jane .. intima, familiare, farvela conoscere come si conosce un'amica.





Lasciamo che Jane ci dischiuda l'uscio di Chawton Cottage e ci inviti ad entrare: le stanze perloppiù piccole e basse d'aria, ma molto luminose, ben arredate ed in ordine, i soffitti con travature in legno poco rifiniti, tutto così garbatamente ben tenuto ci suggerisce immediatamente un'atmosfera intima ed accogliente, ma cerchiamo di osservarlo più attentamente, nei dettagli, come era al tempo in cui Jane lo abitava, appoggiandoci al "Memoir" di Caroline:" .. era all'origine una locanda di passaggio, ed era in una buona posizione per esserlo, proprio dove la strada da Winchester incrociava quella per Londra e Gosport [...] 

La porta d'ingresso si apriva sulla strada ed una staccionata molto stretta da entrambe le parti proteggeva la casa da possibili urti dei veicoli di passaggio. Un atrio di discrete dimensioni e due salotti chiamati sala da pranzo e soggiorno si estendevano per tutta la lunghezza della casa; tutte le stanze erano originariamente affacciate sulla strada, ma la grande finestra del soggiorno fu chiusa e trasformata in libreria quando Mrs. Austen ne prese possesso, e un'altra fu aperta di fianco, dalla quale si vedevano solo il prato e gli alberi; un alto recinto di legno la separava dalla strada (quella di Winchester) per tutta la lunghezza della piccola proprietà, e all'interno furono piantati degli alberi che formarono un boschetto dove passeggiare, che, correndo intorno al recinto, permetteva spazio sufficiente per fare esercizio fisico; non ci si doveva sentire rinchiusi in casa; e lì c'era un misto piacevole ed irregolare di siepi, prato erboso, un vialetto di ghiaia, erba da tagliare, e il frutteto, che immagino era stato ricavato da due o tre piccoli recinti messi insieme e sistemati al meglio
per permettere alle signore di lavorarlo. C'erano inoltre un orto accanto alla cucina, un ampio cortile e diversi edifici annessi, non molto utilizzati ..." 1
"La sala da pranzo non poteva affacciarsi se non sulla strada e lì mia nonna si sedeva spesso per un'ora o due, con il lavoro di cucito o a scrivere, godendosi l'aspetto luminoso e la scena movimentata che permetteva di vedere.
Credo che l'estrema vicinanza della strada per lei non fosse in realtà un male più di quanto lo fosse per i suoi nipoti: la diligenza giornaliera di Collyer a sei cavalli era uno spettacolo!" 






Era con la musica che Jane cominciava ogni sua giornata, esercitandosi al pianoforte seguendo un'inclinazione innata, suonando motivi che nessuno le aveva mai insegnato e facendo riecheggiare per tutte le stanze la sua gioia 






   Dal film  "Sense and Sensibility" di Ang Lee, 1995, dall'omonimo romanzo di Jane Austen. 



e poi era suo compito preparare la colazione, alle 9 .. il momento del primo tè della giornata ("Alle nove preparava  la colazione, era quella la sua parte di faccende domestiche. La provvista di tè e zucchero, era compito suo, oltre al vino. Tutto il resto lo faceva zia Cassandra, perchè ma nonna aveva accettato di essere rimpiazzata dalle figlia prima di quanto io potessi ricordare; e subito dopo smise persino si sedersi a capotavola.").3 


Non immaginate quanto piacesse a Jane il tè! Si dice che ne fosse davvero appassionata, lo deduciamo anche dal fatto che spesso è menzionato nelle lettere e nei suoi romanzi, dove al centro di quasi ogni situazione sociale si beve il tè e soprattutto sembra lo amasse molto zuccherato e poichè allora lo zucchero era molto costoso, sicuramente non meno del tè essendo entrambi importati dalle colonie, lo tenesse nella credenza situata accanto il camino nella sala da pranzo rigorosamente sotto chiave .. e sotto chiave, proprio in quella medesima credenza, era riposto anche il servizio da tè "Bone China". 






Essendo suo il compito di provvedere alla colazione dell'intera famiglia, Jane non pensava solo al tè ma anche a preparare muffins, toasts, panini, burro, marmellata di lampone fatta in casa e miele che venivano disposti sul tavolo in occasione del primo momento in cui la famiglia si riuniva. Dovete sapere che proprio all'epoca in cui visse Jane si stava consolidando il rito del tè, il "tea time" stava diventando parte integrante della "British way of life", un momento fondamentale della vita britannica: stavano nascendo le "Tea Rooms", le "sale da tè", venivano importati direttamente dalla Cina anche le porcellanerie e, se  conversare davanti una tazza di tè era considerato un momento topico del pomeriggio, era diventato ormai imprescindibile non solo per cominciare, ma anche per concludere la giornata: "Si incontravano tutti per cena e si riunivano in salotto per il tè che diventava così solo un pretesto per stare insieme e chiacchierare. L'ora alla quale veniva servita la cena era segno di distinzione tra classi sociali. Quando i genitori di Jane erano giovani la cena veniva servita a metà pomeriggio. Le persone altolocate cenavano alle 3 o alle 4. All'epoca Regency si cenava comunque alle 6, alle 7 e anche più tardi.[...] All'epoca il tè veniva servito un po' ovunque, ai balli, a teatro, alle cene.".4

Jane s'intratteneva generalmente in soggiorno fino all'ora di pranzo, amava cucire e 
ricamare, era esperta di punto croce e vi si dedicava soprattutto quando vi erano ospiti, amava leggere anche se non era facile vederla aggirarsi per casa con in mano un libro, e sicuramente amava scrivere ed intrattenere rapporti epistolari, come era usanza del tempo, con i familiari .. sembra quasi di vederla mentre siede al suo tavolino sotto la finestra e, 






avvolta dalla luce del mattino, verga proprio quelle pagine che oggi sono diventate intramontabili: "Diceva ... come lo ricordo bene! che sapeva come fosse divertente scrivere storie, e che lei non lo riteneva un male, anche se molti, ne era consapevole, la pensavano in un modo diverso ... " 

Accadeva di sovente vedere nel pomeriggio Jane e Cassandra passeggiare per le strade di Chawton: esse dedicavano le ore del doporanzo ai lavori all'aria aperta, alle visite, talvolta alle compere .. già, Cassandra, quanto era importante per Jane! "Quando ero una bambina mi diceva spesso, quando ce n'era l'occasione, che la zia Cassandra poteva insegnarmi tutto meglio di quanto potesse fare lei. Zia Cass. ne sapeva di più. Zia Cass. poteva dirmi meglio quello che avrei dovuto sapere. Tutto ciò lo accolsi sempre in rispettoso silenzio. Forse pensava che la mia mente avesse bisogno di essere rivolta in quella direzione, ma credo sinceramente che abbia davvero sempre ritenuto la sorella superiore a lei. Tra di loro ci fu sempre una affetto e una fiducia assoluti, e grande e duraturo fu il dolore della sopravvissuta quando avvenne la separazione definitiva." 

Jane era di ottimo carattere, era facile innamorarsi della dolcezza dei suoi modi ("Si vedeva che ti amava, e tu naturalmente in cambio la amavi." 7 ), della sua grazia, della sua voce gioiosa e squillante, "eloquente", si diceva allora, con cui spesso leggeva ai familiari brani di poesia e di letteratura tratti dai testi conservati nella libreria di famiglia, voluta dalla levatura culturale del padre, della brillantezza con cui sapeva condurre una conversazione, della sua sottile, garbata, entusiasmante ironia:


"Non voglio che la gente sia gradevolissima, perché ciò mi salva dal problema di piacerle molto."
Da una lettera a Cassandra scritta la vigilia di Natale del 1798


"Abbiamo incontrato il dottor Hall che era così vestito a lutto che sua madre, sua moglie o lui stesso dovevano essere morti."
Da una lettera a Cassandra del 1799


"Avrai la possibilità di parlare a lungo e senza riserve di questo argomento con la signora Knightley, così come di molti altri che riguardano la nostra famiglia. Parla male di tutti tranne che di me."
Da una lettera a Cassandra del 1807


"Non potrei scrivere un romanzo storico o un poema epico. Non potrei veramente sedermi a comporre un romanzo serio se non nell'eventualità che ne andasse della mia vita; e se fosse necessario che da qual momento in poi, non potessi più rilassarmi e ridere di me e degli altri, sono sicura che mi sarei impiccata prima di finire il primo capitolo."
Da una lettera del 1816 scritta a James Stanier Clark, libraio del Principe Reggente


.. e, perchè no, anche del suo amabile aspetto " .. il suo è il primo volto grazioso che mi ricordi, non che all'epoca usassi questa parola, ma so che la guardavo con ammirazione. Il suo viso era più rotondo che allungato, aveva un colorito luminoso, ma non roseo, una carnagione scura e trasparente e bellissimi occhi color nocciola.[...] I capelli, di un castano scuro erano ricci in modo naturale, con dei riccioli intorno al viso ( poichè a quei tempi i cerchietti non c'erano). Portava sempre una cuffia. Così usavano fare le signore non più giovani , almeno al mattino, ma io non l'ho mai vista senza, per quanto possa ricordarmi, nè di mattina nè di sera. Credo che le mie zie non fossero reputate molto eleganti nel vestire, e si riteneva che avessero adottato troppo presto un abbigliamento da donne di mezza età; ma erano particolarmente curate, ritenevano molto inappropriata la trascuratezza." 8 

Come non adorare una persona così incantevole, come non desiderare di incontrarla, conoscerla .. anzi, sapete che vi dico: una sera d'autunno o, ancor meglio, in inverno, quando fuori fa molto freddo e le giornate si fanno presto brevi e buie, perchè non ci ritroviamo tutti a bere una tazza di tè a Chawton Cottage ?!?





"Now stir the fire, and close the shutters fast,
Let fall the curtains, wheel the sofa round,
And, while the bubbling and loud-hissing urn
Throws up a steamy column, and the cups,
That cheer but not inebriate, wait on each,
So let us welcome peaceful ev’ning in.!!"


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"Ora attizza il fuoco, e chiudi velocemente le persiane,
Lascia cadere le tende, ruota il divano,
E, mentre gorgoglia e sibila fortemente il bricco,
E genera una colonna di vapore, e le tazze,
Che rallegrano, ma non inebriano, aspettano ciascuno di noi,
Diamo allora il benvenuto ad una serata d'intima armonia! "


William Cowper (1731 - 1800), poeta inglese amato e celebrato da Jane Austen.






Allora siamo d'accordo, vi aspetto per andare insieme !

A presto 





Dany




Bibliografia:

Jane Austen, Lettere a cura di Giuseppe Ierolli, Utelibri, Bergamo, 2013 (http://www.jausten.it/jalettere.pdf)

Caroline AustenMia zia Jane Austen. Ricordi, titolo originale dell'opera My Aunt Jane Austen. A Memoir by Caroline Austen, 1867, traduzione di Giuseppe Ierolli; 

Giuseppe Ierolli, Jane Austen si racconta, Utelibri, Bergamo, 2012

Federica Marchetti, A proposito di Jane Austen. Orgoglio e pregiudizio compie 200 anni, Edizioni Il Foglio, Livorno, 2013




Citazioni:

1 - Caroline Austen, Mia zia Jane Austen. Ricordi, titolo originale dell'opera My Aunt Jane Austen. A Memoir by Caroline Austen, 1867, traduzione di Giuseppe Ierolli, pag 3

2 - op. cit., pag. 4

3 - op. cit., pag. 6

4 - Federica Marchetti, A proposito di Jane Austen. Orgoglio e pregiudizio compie 200 anni, Edizioni Il Foglio, Livorno, 2013, pag. 129

5 - Caroline Austen, Mia zia Jane Austen. Ricordi, op. cit., pag. 9

6 - op. cit., pag. 10

7 - 8 - op. cit., pag 5









By the way of Jane Austen ...

I spent a very pleasant evening, however. Probably you'll find that there was not any reason why, but I do not think it's worth to have fun only when you have a real opportunity.


From a letter to Cassandra of 1799



- picture 1 - A high resolution reproduction of the photo of the canvas dating back to 1910, depicting a young girl, believed to be Jane Austen.



Who doesn't know Jane Austen writer among the most loved and celebrated of all time, beautifully and candidly revolutionary in an era, the Regency, still governed by a rigid etiquette, who, writing at the turn of the literary movement of Neoclassicism and the Romanticism, of which anticipates narrative styles and fashions, wins a place of her own in the landscape of English-language literature preserving herself unique, undying and inimitable for her way of telling and for the characters to which he gave life in her novels, some of which have become immortal symbols of the collective imagination of each of us?

But about her, Miss Jane of Chawton, her private life, we really do know very little or almost nothing ..

Some perplexities goes on wrapping the portraits of hers that have come to us (the only one certain is autographed by her sister), the letters are almost all gone burned by her sister Cassandra who decided to eliminate them a few years before her death (of about 3000 only161 are left), no diary, only the memories of her niece Caroline, and the biography of her brother James Edward, published in 1870 by the title "A Memoir of Jane Austen" which also incorporates part of what has been written from her sister ..

Jane Austen was born on December 16, 1775 in Steventon, Hampshire,


- picture 2


a small village situated in the south - east of England, daughter of the Anglican clergyman George Austen and of Cassandra Leigh, the penultimate of eight children, six boys and two girls ( James, George, Edward, Henry Thomas, Francis William Frank, Charles John, Jane and Cassandra Elizabeth); particularly close to the family Jane will remain bound by deep affection especially to her sister Cassandra of three, four years older than her, who, like her, wouldn't get married, and will take care of her during her illness until her untimely death ( Jane, who suffered from Addison's disease, then incurable, which began to manifest itself in 1816, fails to accomplish her 42th birthday).

It was December of 1800 when the Reverend Austen decided to leave Steventon and moved to Bath bringing his family with him (and here Jane began working on some novels of hers, The Watsons, remained incomplete, and about some changes of Susan ), but suddenly in 1805, he died leaving his wife and two daughters in precarious economic conditions albeit aided by male sons already settled.
In 1806 the widow Mrs. Austen, Jane and Cassandra moved to Southampton, to her brother Frank, and later, in 1809, to Chawton, not far from their place of origin, where her brother Edward put at their disposal a cottage of his own property, Chawton Cottage: here they lived with his sister-in-law, Miss Lloyd, to the end of their days.
This was the place that saw the birth of Jane Austen's most famous novels ( "Sense and Sensibility"  published in 1811, "Pride and Prejudice"  published in 1813, "Mansfield Park" published in 1814, "Emma" published in 1815, "Northanger Abbey" published 
posthumously in 1818, "Persuasion" published posthumously in 1818 ), but here I don't want to tell you about the Jane immortal novelist, you know how I'm passionate to investigate aspects of the story and characters of peolpe that have lived it remaining largely unknown, and so I want to introduce you to the .. intimate, familiar Jane, I want to let you all know her how we know a friend.


- picture 3


Let us Jane from Chawton Cottage open us the door and invites us to enter: rooms mostly small and all with low ceilings, but very bright, well furnished and tidy, wooden beams just finished, all so politely well kept, immediately suggests us an intimate and welcoming atmosphere, but let's try to observe it more carefully, in detail, as it was at the time in which Jane lived there, relying to the "Memoir" by Caroline: "... it had been originally a roadside Inn - and it was well placed for such a purpose - just where the road from Winchester comes into the London and Gosport line [...]


- picture 4 on the left - The front door opened on the road, a very narrow enclosure of each side protected the house from the possible shock of any runaway vehicle - A good sized entrance, and two parlours called dining and drawing room, made the length of the house; all intended originally to look on the road - but the large drawing room window was blocked-up and turned into a bookcase when Mrs. Austen took possession and another was opened at the side, which gave to view only turf and trees - a high wooden fence shut out the road (the Winchester road it was) all the length of the little domain, and trees were planted inside to form a shrubbery walk - which carried round the enclosure, gave a very sufficient space for exercise - you did not feel cramped for room; and there was a pleasant irregular mixture of hedgerow, and grass, and gravel walk and long grass for mowing, and orchard - which I imagine arose from two or three little enclosures having been thrown together, and arranged as best might be, for ladies' occupation 


- picture 5 on the right - There was besides a good kitchen garden, large court and many out-buildings, not much occupied " 1
"The dining room could not be made to look anywhere but on the road - and there my grandmother often sat for an hour or two in the morning, with her work or her writing - cheered by its sunny aspect and by the stirring scene it afforded her.
I beleive the close vicinity of the road was really no more an evil to her than it was to her grandchildren. Collyer's daily coach with six horses was a sight to see! 2


- picture 6


It was with the music that Jane began her day, practicing the piano following an innate inclination, playing motifs that none had ever taught her and echoing her joy through all the rooms 


- picture 7 and 8 - From the movie "Sense and Sensibility" by Ang Lee, 1995 from homonym Jane Austen's novel.


and then it was her duty to prepare the breakfast, at 9 .. the time of the first tea of the day ("At 9 o'clock she made breakfast - that was her part of the household work - The tea and sugar stores were under her charge - and the wine - Aunt Cassandra did all the rest - for my Grandmother had suffered herself to be superseded by her daughters before I can remember; and soon after, she ceased even to sit at the head of the table" 3)
You cannot imagine how much Jane liked tea! They say that she was really passionate, we deduce it also from the fact that it's often mentioned in her letters and in her novels, where in the middle of almost every social situation they drink tea, and especially she seems to love it very sweet and, saw that sugar was very expensive at that time, definitely not less than tea both being imported from the colonies, she kept it in the sideboard located next to the fireplace in the dining room strictly under lock and key .. and under lock and key, in the very same sideboard, was also placed the "Bone China" tea service.


- picture 9


Beeing her responsibility to provide for the whole family breakfast, Jane didn't think only about tea but also to prepare muffins, toast, rolls, butter, homemade raspberry jam and honey that were placed on the table at the first time when the family gathered. You should know that at the time in which Jane lived was consolidating the ritual of tea, "tea time" was becoming an integral part of the "British way of life", a fundamental aspect of British life: they were born the "Tea Rooms" , the "tea rooms", were imported directly from China also porcellanerie and, if converse in front of a cup of tea was considered a defining moment in the afternoon, it had become imperative not only to begin with, but also to end the day. "They met for dinner and everyone gathered in the living room for tea thus becoming just an excuse to get together and chat. The time at which dinner was served was a sign of distinction between social classes. When Jane's parents were young dinner was served in mid-afternoon. highly placed people dined at 3 or 4. Regency at the time, however, we had dinner at 6, at 7 am and even later. [...] By the time the tea was served a bit 'everywhere, dances, theater, dinners. "4

Jane generally remained in the living room until lunchtime, she loved sewing and embroider, was an expert in cross stitch and there she devoted herself especially when there were guests, loved reading though it wasn't easy to see her wandering around the house with a book in hand, and definitely loved to write and maintain a correspondence, as the custom of the time wanted, with family members .. we can almost see her sitting at her table under the window and,


- picture 10


enveloped by the light of the morning, rods precisely those pages that have become timeless today: "She said - how well I recollect it! that she knew writing stories was a great amusement, and she thought a harmless one - tho' many people, she was aware, thought otherwise .." 5
It happened quite often to see in the afternoon Jane and Cassandra strolling along the streets of Chawton: they devoted the afternoon to outdoor works, visits, sometimes to the shopping .. Of course, Cassandra, how important she was for Jane! "When I was a little girl, she would frequently say to me, if opportunity offered, that Aunt Cassandra could teach everything much better than she could - Aunt Cass. knew more - Aunt Cass. could tell me better whatever I wanted to know - all which, I ever received in respectful silence - Perhaps she thought my mind wanted a turn in that direction, but I truly beleive she did always really think of her sister, as the superior to herself. The most perfect affection and confidence ever subsisted between them - and great and lasting was the sorrow of the survivor when the final separation was made." 6
Jane was of good character, it was easy to fall in love with the sweetness of her ways ("She seemd to love you, and you loved her naturally in return." 7) of her grace, her ringimg and joyful voice, "eloquent", they said then, with which she often read to family members passages of poetry and literature drawn from the texts preserved in the family library wanted by her father's cultural level, with the brilliance with which she could carry on a conversation, with her thin, graceful, exciting irony:


"I don't want people to be pleasant, because it saves me the trouble of please them a lot."
From a letter to Cassandra written on Christmas Eve of 1798


"We met Dr. Hall, who was so dressed in mourning that his mother, his wife or himself had to be dead."
From a letter to Cassandra in 1799


"You'll have the opportunity to speak at length and unreserved of this argument with Ms. Knightley, as well as many others concerning our family. Speak ill about evreyone but not about me."
From a letter to Cassandra of 1807


"I couldn't write an historical novel or an epic poem. I couldn't really sit down to compose a serious novel except in the event that my life depended on it, and if it were necessary that from that moment on, I couldn't relax and laugh anymore about me and the others, I'm sure that I would be hanged before finishing the first chapter. "
From a letter written in 1816 to James Stanier Clark, bookseller of the Prince Regent


.. and, why not, her amiable appearance " .. her's was the first face that I can remember thinking pretty, not that I used that word to myself, but I know I looked at her with admiration - Her face was rather round than long - she had a bright, but not a pink colour - a clear brown complexion and very good hazle eyes [...]Her hair, a darkish brown, curled naturally - it was in short curls round her face (for then ringlets were not.) She always wore a cap - Such was the custom with ladies who were not quite young - at least of a morning but I never saw her without one, to the best of my remembrance, either morning or evening.
I beleive my two Aunts were not accounted very good dressers, and were thought to have taken to the garb of middle age unnecessarily soon - but they were particularly neat, and they held all untidy ways in great disesteem. "8

How cannot we adore a so lovely person, not wanting to meet her, to know her .. in fact, do you know what I say? In an autumn evening or, even better, in winter, when it becomes very cold and the days are short and soon dark, why don't we all come together to drink a cup of tea at Chawton Cottage?!?


- picture 11


"Now stir the fire, and close the shutters fast,
Let fall the curtains, wheel the sofa round,
And, while the bubbling and loud-hissing urn
Throws up a steamy column, and the cups,
That cheer but not inebriate, wait on each,
So let us welcome peaceful ev’ning in.!!"


William Cowper (1731 - 1800), English poet loved and celebrated by Jane Austen.


- picture 12


So we agree, I'm waiting for you to go there together!

See you soon 





Dany




Bibliography:

Jane Austen, Lettere a cura di Giuseppe Ierolli, Utelibri, Bergamo, 2013 (http://www.jausten.it/jalettere.pdf)

Caroline Austen, Mia zia Jane Austen. Ricordi, titolo originale dell'opera My Aunt Jane Austen. A Memoir by Caroline Austen, 1867, traduzione di Giuseppe Ierolli; 

Giuseppe Ierolli, Jane Austen si racconta, Utelibri, Bergamo, 2012

Federica Marchetti, A proposito di Jane Austen. Orgoglio e pregiudizio compie 200 anni, Edizioni Il Foglio, Livorno, 2013




Quotations:

1 - Caroline Austen, Mia zia Jane Austen. Ricordi, titolo originale dell'opera My Aunt Jane Austen. A Memoir by Caroline Austen, 1867, traduzione di Giuseppe Ierolli, p. 3

2 - op. cit., p. 4

3 - op. cit., p. 6

4 - Federica Marchetti, A proposito di Jane Austen. Orgoglio e pregiudizio compie 200 anni, Edizioni Il Foglio, Livorno, 2013, p. 129

5 - Caroline Austen, Mia zia Jane Austen. Ricordi, op. cit., p. 9

6 - op. cit., p. 10

7 - 8 - op. cit., p. 5