E rieccoci a contemplare il nostro giardino vittoriano, avvolti dal suo fascino e dalla sua atmosfera d'altri tempi .. riuscite anche voi a vedere che, se sono punti di carisma le statue, gli arredi, l'accostamento delle piante, c'è un elemento in particolare che è la reale essenza del suo prestigio ?!
Ma certo, la conservatory, il vano verandato tramite cui la dimora ottocentesca si protendeva verso il giardino per conquistarne il verde e la luce: esposta a sud per catturare i raggi più caldi e più luminosi del sole, spesso circondata da cespugli, costituiva il tocco finale all'eclettismo romantico neogotico dell'architettura vittoriana, reso ancor più poetico dalle influenze medio-orientali ed era, al contempo, il punto di forza dell'atmosfera lirico – bucolica sprigionata dall'intero giardino.
CENNI STORICI.
La storia delle conservatories ci porta molto indietro nel tempo, fino agli antichi romani che furono i primi a tentare di costruire strutture capaci di catturare la luce e di riparare dal freddo le piante più delicate, principalmente agrumi provenienti dalle coste più calde del Mediterraneo, lunghi pergolati retti da strutture in legno o da colonnati in granito; nacquero così le prime limonaie, progenitrici delle orangeries che ritroviamo nelle regioni del centro Europa tra XVII e XVIII secolo .
Con l'inizio del XVII secolo si verificò infatti in Olanda e in tutto il territorio delle Fiandre un utilizzo più esteso del vetro ed una maggiore diffusione di tutti i manufatti vitrei ( pensiamo a questo secolo come quello che qui vide la nascita del microscopio, degli occhiali, del cannocchiale, etc. ) tanto che si cominciarono ad applicare vetrate alle strutture delle orangeries creando quindi le prime serre e le prime verande.
Ma fu proprio nell'epoca vittoriana che le conservatories conobbero la propria età d'oro.
Stampe d'epoca vittoriana
L'abolizione dell'imposta sul vetro ( introdotta nel 1746 durante il regno di re Giorgio II ) del 1845, sotto il governo di sir Robert Peel e di quella sulle finestre nel 1851 ( che gravava sui britannici da ben più tempo, datata 1696 ed introdotta da re William III ), se da un lato alleggerivano la pressione fiscale sui ceti più modesti, dall'altro permettevano alle classi sociali medio – alte di coltivare nuove specie esotiche di piante, fiori e frutti provenienti dagli angoli più remoti del vasto impero britannico e di goderne in una serra, o ancor meglio in una veranda.
Ovviamente le prime conservatories dell'800 non avevano tutti i confort di cui furono corredate in seguito, col tempo ed il progresso tecnologico che le resero comodi ed accoglienti soggiorni in cui ricevere,
Tea in the Conservatory, Harry E. J. Browne
angoli relax dove coltivare hobbies quali la pittura, ad esempio, o la lettura, la musica, pittoresche sale da pranzo, ecc.: erano troppo calde in estate e fredde in inverno per essere abitate, erano inannzitutto luoghi in cui ricoverare specie tropicali principalmente orchidee, gelsomini, howea, gardenie, felci, kenthie che mal tolleravano il gelo dei mesi dell'inverno inglese e che solo in un vano che ricreasse il loro ambiente naturale potevano avere l'opportunità di sopravvivere anche in regioni il cui clima sarebbe stato per loro estremamente ostile.
LA CONSERVATORY VITTORIANA.
L'apogeo delle conservatories si ebbe in Inghilterra nel tardo '800 come frutto dell'amore dei vittoriani per il giardinaggio sposato con il progresso nella produzione del vetro, con l'introduzione dell'impiego dell'acciaio nelle tecniche edilizie che si andava sostituendo alla ghisa e al ferro battuto anche nella molatura delle vetrate ( pioniere in questo campo fu l'ingegnoso Joseph Paxton, architetto del Christal Palace di Londra nel 1851, ma solo con l'invenzione del convertitore Bessemer nel 1856 divenne possibile la produzione di acciaio in serie a prezzi modesti poichè ottenuto direttamente dalla ghisa ) ed il clima di generale benessere economico che, soprattutto nelle campagne ed in periferia, si andava diffondendo.
Ricavata generalmente ampliando una finestra od utilizzando una porta già esistente orientata a meriodione, la tipica conservatory vittoriana esprimeva la conquista dello spazio aperto con una struttura semicircolare, a tre o cinque sfacettature,
ma fu con i dettagli architettonici che i vittoriani si sbizzarrirono, ricorrendo talvolta a quelli più disparati, tutti armoniosamente adeguati allo stile degli edifici: da quelli più semplici, con tocchi di gusto d'epoca che arricchivano ed ingentilivano la struttura dell'edificio, a quelli più elaborati, tra cui i pannelli ad arco, mensole di legno intagliate a mano rette da esili colonnine, spessi cornicioni ornati con dentellature.
Con il tempo, il gotico rivisitato dall'architettura vittoriana ha, gradatamente, aggiunto altri elementi, sovrapponendo pinnacoli, merlature, guglie e colonne sempre più complesse
a creare risultati di sempre maggior fascino, in cui ancor oggi, con una certa facilità, ci si può imbattere, percorrendo le campagne della verde, incantata Inghilterra: vecchie case, cottages, vicariati, continuano a raccontarci, con le loro conservatory, del loro prestigioso passato vittoriano.
A presto ♥
Dany
And here we are to contemplate our Victorian garden again, surrounded by the charm and the atmosphere of times gone by .. can you also feel that, if statues, furnishings and the combination of plants are points of charism, there is one item in particular that is the real essence of its prestige?! The conservatory, of course, the space through which the nineteenth-century residence jutted out into the garden to conquer the green and the light: facing south to catch the warmer and brighter rays of the sun, often surrounded by bushes, it was the final touch of romantic neo-Gothic eclectism of Victorian architecture, made even more poetic from the Middle East influences and it was, at the same time, the strength of the lyric - bucolic atmosphere that the entire garden gave off.
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BACKGROUND.
The history of conservatories brings us back a long way till the ancient Romans who were the first to try and build structures able to capturing light and shelter from cold delicate plants, mainly citrus fruits from the hottest coasts of the Mediterranean , long pergolas supported by wooden structures or granite pillared ; so born the first lemon houses, progenitor of the orangeries we can find in the regions of central Europe among the seventeenth and eighteenth century.With the beginning of the seventeenth century, in fact, in Netherlands and throughout the territory of Flanders a more extensive use of glass and a higher prevalence of all types of glassware took place ( we have to think of this century as the one that saw the birth of the microscope, spectacles, the telescope, etc.) so that they began to apply glass to the structures of orangeries to create the first greenhouses and the first verandas. But it was during the Victorian era that conservatories knew their golden age.
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The abolition of the Glass tax (introduced in 1746 during the reign of King George II) in 1845, under the government of Sir Robert Peel and the Window tax in 1851 (which weighed on the United Kingdom for much more time dating back to1696, introduced by King William III), while lightened the fiscal burden on the more modest classes, on the other hand allowed the middle - high classes to cultivate new exotic species of plants, flowers and fruits coming from the remotest corners of the vast British Empire and to enjoy them in a greenhouse, or even better, on a verandah. Obviously the first conservatories didn't have all the comforts of which were later accompanied with time and technological progress that made them comfortable and cozy living room where receiving,
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relaxation corners where cultivate hobbies such as painting, for example, or reading, music, quaint dining rooms, etc.; they were too hot in summer and cold in winter to be inhabited, were above all places where protecting tropical species such as orchids, jasmine, howea, gardenias, ferns, kenthia who resented the cold months of English winter and that only in a compartment that recreate their natural environment could have an opportunity to survive even in regions where the climate would have been extremely hostile to them.
THE VICTORIAN CONSERVATORY.
The apogee of conservatories took place in England in the late '800 as fruit of the Victorians' love for gardening married with the progress in the production of glass, with the introduction of the use of steel in construction techniques that was replacing the cast iron and wrought iron also in grinding of the glass ( pioneer in this field was the ingenious Joseph Paxton, architect of the Christal Palace in London in 1851, but it was the invention of the Bessemer converter in 1856 which enabled to produce steel series at modest prices extracting it directly from cast iron ), and with the climate of general economic well-being that, especially in the countryside and in the outskirts, was spreading.
Generally obtained by changing a window or using an existing door oriented to South, the typical Victorian conservatory expressed the conquest of the open space with a semicircular structure, with three or five facets,
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but it was in the architectural details that Victorians indulged themselves resorting occasionally to the most disparate ones, all harmoniously adapted to the style of their houses: from simple details, which gave touches of taste of epoch that enriched and made more graceful the structure of the building, to the more elaborate ones, including arched panels, hand-carved wooden shelves held up by slender columns, cornices adorned with thick indentations.
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With time, the Victorian gothic revival architecture has gradually added other elements, overlapping pinnacles, battlements, spiers and columns of growing complexity
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o create ever more fascinating results, that even today, quite easily, we can meet walking along the countryside of the green, enchanted England: old houses, cottages, vicariate, still keep telling us, with their conservatory, their prestigious Victorian past.
See you soon ♥
che invidia... una conservatory, un sogno!!!! però che bello sognare...
RispondiEliminas
@s
Eliminaanche io amo sognare, come ben sai e ...
penso che sognare sia un diritto sacrosanto che nessuno possa mai solo che pensare di contestarci, è tra le cose più belle ed ingenue che abbiamo saputo conservare della nostra infanzia ..
Non smettere mai di sognare!!
Un forte abbraccio e buona serata carissima ✿