Rosa, fiore ineffabile ed imperscrutabile, senza tempo e senza età, dal fascino che non ammette descrizioni e tramonto, da sempre musa ispiratrice di maestri della pittura e della poesia, dai molteplici e spesso controversi significati, simbolo di castità e di voluttà, di vita e di morte, di pace e di guerra, di vanità e di santità …
George Stone, The Story of the Rose, 1902
Scriveva Anacreonte circa 500 anni prima di Cristo:
Senza le vaghe rose,
Qual cosa è mai gradita?
Colle rosate dita
L’Alba colora il dì.
Le Najadi vezzose
Di rose hanno le braccia;
Di rose il sen la faccia
Venere ha pur così.
Ch’è di ristoro a’ mali
La rosa io so per prova,
E che incorrotti giova
Qual cosa è mai gradita?
Colle rosate dita
L’Alba colora il dì.
Le Najadi vezzose
Di rose hanno le braccia;
Di rose il sen la faccia
Venere ha pur così.
Ch’è di ristoro a’ mali
La rosa io so per prova,
E che incorrotti giova
Gli estinti a conservar.
Invan spiegando l’ali
Va il tempo sul suo verde,
Ch’ella l’odor non perde
De’ giorni al trapassar.
Invan spiegando l’ali
Va il tempo sul suo verde,
Ch’ella l’odor non perde
De’ giorni al trapassar.
(dall'ode LVIII)
Ma vi siete mai chiesti da quanto tempo gli uomini si lasciano ammaliare da questo fiore ?
Come attestano i reperti fossili rinvenuti in Colorado, Giappone e nel centro Europa, la rosa esisteva già circa quattro milioni di anni or sono quindi la sua comparsa sulla terra è sicuramente antecedente all'uomo e noi, da sempre, ne subiamo il fascino e la annoveriamo tra i fiori che più amiamo, attribuendole spesso, nel corso della storia, significati simbolici, da quelli pagani a quelli più specificamente legati al misticismo cristiano.
Agli albori del XX° secolo, gli scavi archeologici che condussero alla scoperta della civiltà micenea ed al ritrovamento del palazzo di Minosse presso Cnosso ad opera di Sir Arthur John Evans, portarono alla luce affreschi e ceramiche raffiguranti rose, la rosa damascena, la prima ad essere dipinta: siamo nell'età del bronzo, approssimativamente 2000 anni avanti Cristo, ma la documentazione scritta è ben antecedente, risale a circa 3000 anni prima, agli antichi Sumeri che abitavano la Mesopotamia e che già coltivavano rose nei propri giardini.
Rosa damascena, Pierre Joseph Redouté (1759 - 1840)
La patria della rosa antica fu senza dubbio la Persia dove era talmente diffusa che "fiore" e "rosa" erano sinonimi; si dice infatti che proprio dall'antica Persia ci derivi l'amore per i fiori e le piante, la passione che riponiamo nel prenderci cura dei nostri giardini.
Ma facciamo ancora un salto indietro nel tempo per tornare all'epoca dell'antico Egitto, quando la rosa era considerata fiore pudìco, sacro alla dea Iside, a quando Cleopatra s'immergeva in vasche colme di petali di rose e, narra la tradizione, se ne ornasse il giaciglio, o nella Grecia classica, quando la poetessa Saffo, nel 600 a.c. nominava la rosa “regina dei fiori” e quando divenne così importante da essere consacrata ad Afrodite, simbolo della voluttà, dell'amore, della fecondità, le cui sacerdotesse, adorne di ghirlande di rose bianche, percorrevano sentieri rivestiti di petali di rose.
Nell'antica Roma la rosa continuò a crescere in popolarità, sia per l'utilizzo in campo medico che per l'impiego nella decorazione dei soffitti delle stanze in cui si tenevano riunioni in segreto ( fu coniato allora il termine sub-rosa per indicare qualcosa di estremamente riservato e si dirà, molto più avanti, nel 1400
Quidquid sub rosa fatur
Repetitio nulla sequatur.
Sint vera vel fincta
Sub rosa tacita dicta.
Repetitio nulla sequatur.
Sint vera vel fincta
Sub rosa tacita dicta.
) e banchetti, per adornare i tavoli ed i pavimenti nella convinzione che avesse potere afrodisiaco e fosse un antidoto contro l'ubriachezza ed infine, le rose si sostituirono alle foglie di alloro nelle corone con cui venivano fregiati i valorosi.
Si rivestivano di petali di rose le strade prima che le percorresse l'imperatore e tra Maggio e Luglio si tenevano delle festività nominate Rosalie, durante le quali si offrivano rose alle divinità protettrici del focolare domestico; si cominciò inoltre a deporle sopra le tombe dei cari scomparsi.
E furono probabilmente i commercianti romani ad introdurre le prime rose Alba in Inghilterra, ( Nella Naturalis historia, trattato naturalistico enciclopedico scritto da Plinio il Vecchio tra il 23 ed il 79, sembra che quelle menzionate siano proprio le rose alba)
Acquerello di rosa alba x alba di autore sconosciuto
mentre si suppone che la rosa Damascena sia stata portata in occidente più tardi dai reduci delle prime crociate, ma fu sempre la terra di Gran Bretagna che vide la vera grande diffusione della rosa durante il periodo medioevale.
Ogni monastero possedeva un roseto perchè ai significati che la rosa aveva acquistato nel tempo si sovrappose quello mistico .. basti pensare ai rosoni con cui furono fregiati gli edifici di culto in stile romanico prima e gotico più tardi, che sposavano l'unione della rosa con la croce, al fatto che le bacche di rosa canina furono utilizzate per “comporre” i primi rosari ( da cui, appunto, mutuarono il nome), e che la rosa bianca divenne il fiore della Madre di Cristo, Maria, e alla rosa selvatica rossa si associò la passione: il colore rappresenterebbe il sangue di Cristo, i cinque petali le sue cinque piaghe e le spine i peccati di cui si fece carico morendo sulla croce; ma pensiamo anche all'araldica,
e alla Guerra delle Rose che impegnò l'Inghilterra del XV° secolo facendo nascere un nuovo simbolo araldico,dato dall'unione della rosa rossa con quella bianca, la rosa Tudor
ed una nuova rosa, nominata appunto York and Lancaster.
Rosa York e Lancaster, Pierre Joseph Redouté (1759 - 1840)
Sempre nel periodo che corrisponde al nostro Medio Evo, torniamo in Persia per scoprire Sa’di, personaggio carismatico, poeta, filosofo, saggio, uomo di grande talento, figura cardine della cultura islamica antica, che scrisse, a cavallo tra il XII ed il XIII secolo un poema dal titolo “Il Roseto”, in lingua originale “Golestàn”, in cui, come in affresco, ci consegna uno spaccato della società e della cultura del tempo e definisce il giardino delle rose il luogo in cui poter raggiungere il livello più elevato della contemplazione.
Il nostro viaggio, per il momento, si ferma qui, ma lo riprenderemo presto trattando delle rose antiche e di quelle inglesi..
E sempre con l'appoggio della poesia voglio congedarmi da voi, ricorrendo, questa volta, al romanticismo dei versi dei sonetti di William Shakespeare, ed al dipinto della Venere di Urbino del Tiziano, entrambi figli della cultura del cinquecento europeo, che rappresentano due modi d'interpretare la sensualità del fiore della rosa, uno in poesia, l'altro in pittura.
Quanto più bella appare una bellezza
quando s’adorna d’una vita piena:
bella la rosa, e più bella s’apprezza
per quel dolce profumo che l’invena.
Rosa canina ha fiamma d’ugual fuoco
quant’è nel fior di serra, più odoroso:
pari le spine, pari il lieto gioco
d’alito estivo al bocciolo ritroso.
Rosa di campo è bella né pregiata,
vien disamata in boccio, umile in fiore,
sfiorisce a sé. La rosa coltivata
muore soave in suo soave odore:
così di te, giovane bell’amica,
sfiorito il boccio, la poesia ridica.
William Shakespeare, sonetto LIV
A presto ♥
Dany
Fonti bibliografiche:
THE ROSE - A JOURNEY THROUGH HISTORY, MITH AND SYMBOLISM.
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Dany
Rose, ineffable and inscrutable flower, with timeless and ageless charm that doesn't allow descriptions and sunset, since always muse of masters of painting and poetry, from the multiple meanings and often controversial symbol, of chastity and lust, of life and death, peace and war, of vanity and holiness ...
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About 500 years before Christ Anacreon wrote:
Without the vague roses,
What thing is ever acceptable?
With rosy fingers
The Dawning colors on the day.
The flirty Najadi
Of roses have their arms;
Of roses brest faceVenus has even so.
That is remedy to illness
The rose I know for test,
And that it is useful to save yourself
from corrupted instinct.
In vain explaining the wings
The time runs on her green
She doesn't loose her smell
With the passing of the days
(From Ode LVIII)
But Do you wonder how long men let themselves be enchanted by this flower? As proven by the fossils found in Colorado, Japan and central Europe, the rose was present on Earth already about four million years ago, so her appearance is definitely before the man's, and we, since always, undergo her charm and number her among the flowers that we mostly love, often giving her, throughout history, symbolic meanings, from pagan to those more specifically related to Christian mysticism.
At the dawn of the twentieth century, the archaeological excavations that led to the discovery of the Mycenaean civilization and of the palace of Minos at Knossos by Sir Arthur John Evans, unearthed pottery and frescoes depicting roses, damask rose, the first to be painted; we are in the Bronze Age, about 2000 years before Christ, but the written documentation dates even before, it dates back to about 3000 years ago: the ancient Sumerians, who lived in Mesopotamia, already cultivated roses in their gardens.
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The home of ancient rose was undoubtedly the ancient Persia where it was so widespread that "flower" and "rose" were synonymous and they said that we derive from here love for flowers and plants and passion that we put in taking care of our gardens.
But let's jump back in time till returning to the ancient Egypt, when the rose was considered a modest flower, sacred to the goddess Isis, and when Cleopatra plunged into tanks full of rose petals and, according to tradition, with them she embellished her bed, or in classical Greece, when the poet Sappho, in 600 BC, appointed the rose "queen of flowers" and when the rose became so important to be consecrated to Aphrodite, the symbol of lust, love, fertility, whose priestesses, adorned with garlands of white roses, walked along paths covered with rose petals.
In ancient Rome the rose continued to grow in popularity, both for use in the medical field and for use in the decoration of the ceilings of rooms where, in secret, meetings were held (that's the age when was coined the word "sub-rosa" to indicate something of highly confidential and it will be said, much later, in 1400
In ancient Rome the rose continued to grow in popularity, both for use in the medical field and for use in the decoration of the ceilings of rooms where, in secret, meetings were held (that's the age when was coined the word "sub-rosa" to indicate something of highly confidential and it will be said, much later, in 1400
Quidquid sub rosa fatur
Repetitio nothing sequatur.
Sint real speed fincta
Sub rosa tacit dicta
Repetitio nothing sequatur.
Sint real speed fincta
Sub rosa tacit dicta
) and banquets, to adorn the tables and floors believing that she had aphrodisiac power and she was an antidote against drunkenness effects and finally, the roses took the place of laurel leaves in the crown with which they embellished brave people.
Romans covered the street with petals rose before the passing of the emperor and from May to July took place festivities named "Rosalie" during which they offered roses to the home deities; it also began the usual of laying them over the graves of disappeared beloved.
It was probably Roman merchants that introduced the first roses Alba in England, (In his Naturalis Historia, naturalistic encyclopedic treatise written by Pliny the Elder between 23 and 79, it seems that those mentioned are just the rose alba)
Romans covered the street with petals rose before the passing of the emperor and from May to July took place festivities named "Rosalie" during which they offered roses to the home deities; it also began the usual of laying them over the graves of disappeared beloved.
It was probably Roman merchants that introduced the first roses Alba in England, (In his Naturalis Historia, naturalistic encyclopedic treatise written by Pliny the Elder between 23 and 79, it seems that those mentioned are just the rose alba)
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and we know that the rose Damascena was later brought to the West by veterans of the first crusades, but it was always the land of Great Britain which saw the real big spread of the roseduring the medieval period.
Every monastery had a rose garden because at the meanings that the rose had acquired over time they overlapped the mystical one: just think of the roses with which were embellished the religious buildings in Romanesque before and Gothic style later marrying the union of the rose with the cross, to the fact that rosehips berries were used to "compose" the first rosary ( from which, in fact, borrowed the name), and that the white rose became the flower of the Mother of Christ, Mary, and the wild red rose ment the passion: the color represents the blood of Christ, the five petals His five wounds and plugs the sins he took charge of dying on the cross, but we also think of heraldry, the white rose of York
Every monastery had a rose garden because at the meanings that the rose had acquired over time they overlapped the mystical one: just think of the roses with which were embellished the religious buildings in Romanesque before and Gothic style later marrying the union of the rose with the cross, to the fact that rosehips berries were used to "compose" the first rosary ( from which, in fact, borrowed the name), and that the white rose became the flower of the Mother of Christ, Mary, and the wild red rose ment the passion: the color represents the blood of Christ, the five petals His five wounds and plugs the sins he took charge of dying on the cross, but we also think of heraldry, the white rose of York
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and the red rose representing the House of Lancaster
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and the Wars of the Roses that engaged England of the XVth century, giving birth to a new heraldic symbol, the union of the red rose with the white one, the Tudor Rose
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and a new rose, named precisely Lancaster and York.
and a new rose, named precisely Lancaster and York.
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Also during the period that corresponds to our Middle Ages, let's come back to Persia to discover Sa'di, charismatic personality, poet, philosopher, wise man of great talent, pivotal figure of the ancient Islamic culture, who wrote, at the turn of the XII th and XIIth century a poem entitled "The Rose Garden", in the original language "Golestan", in which, as in a painting, he gives us an insight into the society and culture of the time and defines the rose garden the place where people can reach the higher level of contemplation.
For the moment, our journey stops here, but we'll treating soon of old and English roses .. And with the support of the poetry again, I want to take my leave of you, appealing, this time, to the romance of William Shakespeare's sonnets verses, and the painting of Venus of Urbin by Titian, both sons of the XVIth century European culture, which represent two different ways of interpretate the sensuality of the rose flower, one in poetry, the other in painting.
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O! how much more doth beauty beauteous seem
By that sweet ornament which truth doth give?
The rose looks fair, but fairer we it deem
For that sweet odour, which doth in it live.
The canker blooms have full as deep a dye
As the perfumed tincture of the roses,
Hang on such thorns, and play as wantonly
When summer's breath their masked buds discloses:
But, for their virtue only is their show,
They live unwoo'd, and unrespected fade;
Die to themselves. Sweet roses do not so;
Of their sweet deaths, are sweetest odours made:
And so of you, beauteous and lovely youth,
When that shall fade, by verse distills your truth.
- William Shakespeare, Sonnet LIV
See you soon ♥
Bibliographic sources:
Taylor, Barbara Lea, OLD - FASHIONED AND DAVID AUSTIN ROSES, New Zealand, Firefly Books Ltd, 2004.
Bello, interessante, poetico,cosa si vuol di più da un articolo??? Bravissima Daniela!!!!!
RispondiElimina@Maria
Eliminabenvenuta sul mio blog !!
Ogni blog nasce da una o più passioni, ma scoprire di essere seguiti è sempre di sprone e d'incitamento a proseguire con crescente entusiasmo e motivazioni.
Un grazie di cuore per i sempre graditissimi complimenti ♥