"The Victorian period was an age of love. The best-remembered novels of the period, Charlotte Brontë's Jane Eyre, Charles Dicken's David Copperfield, and George Eliot's Middlemarch among them - hinge on the trials and the triumphs of love and conclude in satisfying marriages of companionate souls."1 / Il periodo vittoriano fu un'epoca di amore. I romanzi più ricordati tra cui Jane Eyre di Charlotte Brontë, David Copperfield di Charles Dickens, e Middlemarch di George Eliot appoggiano il loro cardine sulle prove ed i trionfi di un amore che si corona felicemente nel matrimonio di due anime gemelle.
Two's Company, Three's None, Marcus Stone, 1892
Epoca d'amore, sì, ma anche prodigo di rituali, di linguaggi nascosti e velati di significati simbolici (ricordate che durante uno dei nostri primi incontri vi parlai del linguaggio dei fiori detto floriography? ), di codici comportamentali, il periodo vittoriano, di conseguenza al puritanesimo che lo ammantava, è avvolto di fascino anche per tutti questi aspetti che, ahimè, sono andati caduti in disuso: ad una giovane ragazza bastava un ventaglio, un guanto, un parasole per poter parlare il linguaggio dell'amore che la "convenienza" le vietava di esprimere palesemente.
Ed ecco che perciò guanti, ombrellini, reticules, fazzoletti ricamati non sono solo più accessori di abbigliamento che fanno la classe di una young lady ma acquistano per i Victorians significati "traslati" con cui comunicare al proprio corteggiatore lontano da sguardi indiscreti.
Come sempre mi piace rifarmi ad autorevoli fonti dell'epoca che meglio di qualsiasi trattato rendono l'idea di come si svolgesse una vita così tanto differente dalla nostra; si legge nel Cassell’s Family Magazine, 1886 di cui di seguito riporto alcuni ritagli:
Ed eccovi un elenco di alcuni dei messaggi espressi da come si teneva il fazzoletto in pubblico:
Disegnare il fazzoletto sulle labbra era espressione del desiderio di amoreggiare;
The Letter, Auguste Toulmouche, 1879
torcere il fazzoletto nella mano sinistra significava: "Andate via, non sono interessata a Voi", torcerlo nella mano destra: "Sto pensando a Voi", avvolgerlo attorno al terzo dito della mano sinistra: "Sono sposata", attorno all'indice: "Sono fidanzata", disegnare il fazzoletto sulla fronte: "Attento, siamo sorvegliati", sfregarlo vicino alla guancia destra: "Sì" , vicino la sinistra: "No", passare il fazzoletto sulla guancia guardando "l'oggetto del proprio affetto": "Vi amo così tanto", piegare il fazzoletto con attenzione :"Vorrei parlare con Voi", torcerlo con entrambe le mani: "Non sono interessata, lasciamo perdere", etc...
Più vezzoso il ventaglio ha da sempre espresso già da sè femminilità:
il numero di stecche che si tenevano aperte poteva indicare il numero di giorni prima del successivo appuntamento; aprirne tre voleva dire: "Vi amo" e contarle con le dita: "Riparliamone più tardi", passarlo velocemente sugli occhi poteva significare: "Siamo osservati", fare scorrere le dita tra le stecche del ventaglio: "Vorrei parlare con Voi", posizionarlo sopra l'orecchio sinistro: "Voglio liberarmi di Voi", agitarlo sopra la sua spalla destra: "Seguitemi!", lasciarlo cadere a terra: "Incontriamoci!", agitarlo sopra la spalla sinistra: "Addio fino a quando ci incontreremo di nuovo", posare il ventaglio sul cuore: "Il mio amore per Voi sta spezzando il mio cuore!", etc...
E poi c'erano i guanti: "Il guanto è un tiranno di cui la mano è schiava", titola un capitolo a pagina 34 del libro di Ariel Beaujot, Victorian Fashion Accessories; " I Victorians ritenevano sconveniente per una donna l'apparire in pubblico senza i guanti e le donne di classe media e alta sono state incoraggiate a indossare i guanti prima di attraversare la soglia di casa che le portava in strada. Le donne indossavano guanti in chiesa, a teatro, durante le passeggiate, alle danze, per lo shopping e anche per dinner parties a cui erano invitate in casa d'altri." prosegue, ed erano anche questi accessori, così indispensabili per conservare inalterato il candore delle proprie mani, che aiutavano le young ladies a comunicare elegantemente e segretamente con il proprio corteggiatore:
batterli entrambi su di una spalla stava a significare: "Seguitemi!", rovesciarli sottosopra: "Vi detesto!", usarli come un ventaglio: "Presentatemi al vostro compagno"; la mano destra con il pollice nudo esposto significava: "Baciatemi!", ma se il pollice era della mano sinistra allora con ciò si domandava: "Mi amate?", tenere il guanto con le punte rivolte verso il basso voleva dire: "Spero di conoscervi", gettarlo con delicatezza: "Sono fidanzata", etc...
The Lady with the Glove, Charles Carolus-Duran, 1869
Ma pensate che persino il modo con cui venivano incollati i francobolli su di una busta o su ingenue cartoline poteva essere espressione d'amore: a seconda dell'inclinazione che avevano indicavano il grado di innamoramento !
Io trovo tutto estremamente affascinante, e voi ?
Se desiderate approfondire l'argomento, vi consiglio la lettura di questo testo che vi cala nell'epoca che tanto amiamo, accompagnandovi in un gradevole e curioso viaggio nella storia del costume dell'Inghilterra del XIX secolo, perchè non solo approfondisce i dettagli sugli accessori di abbigliamento, ma per loro tramite, percorre l'incantevole storia della cultura del tempo.
Ariel Beaujot, Victorian Fashion Accessories, Berg Publishers, 2012
Nella speranza di avervi anche oggi coinvolto con questo tema così "intrigante", curioso, e distante dalla nostra cultura, affettuosamente vi saluto.
A presto ♥
Dany
Bibliografia:
Ariel Beaujot, Victorian Fashion Accessories, Berg Publishers, 2012
Ginger Suzanne Frost, Promises Broken: Courtship, Class, and Gender in Victorian England, University of Virginia Press, 1995
Jennifer Phegley, Courtship and Marriage in Victorian England (Victorian Life and Times), Praeger, 2011
Various, Victorian Short Stories: Stories of Courtship, ValdeBooks, 2009
Citazioni:
1 - Jennifer Phegley, Courtship and Marriage in Victorian England (Victorian Life and Times), Praeger, 2011, pag. 2
See
you soon ♥
Ed ecco che perciò guanti, ombrellini, reticules, fazzoletti ricamati non sono solo più accessori di abbigliamento che fanno la classe di una young lady ma acquistano per i Victorians significati "traslati" con cui comunicare al proprio corteggiatore lontano da sguardi indiscreti.
Come sempre mi piace rifarmi ad autorevoli fonti dell'epoca che meglio di qualsiasi trattato rendono l'idea di come si svolgesse una vita così tanto differente dalla nostra; si legge nel Cassell’s Family Magazine, 1886 di cui di seguito riporto alcuni ritagli:
"Parte essenziale del complesso abbigliamento di una signora, il fazzoletto ha anche valore affascinante come elemento di corteggiamento.
... è trapelato che fazzoletto come strumento di "flirtation" stia rapidamente venendo di moda. Finora, il "codice di segnali" si limita a pochi eletti, ma non intendiamo che essi godano del monopolio più a lungo, e di conseguenza ne pubblichiamo la chiave.
Esso può essere utilizzato all' Opera, a teatro, ai balli, ma mai in chiesa, e noi speriamo con tutto ciò che tale limitazione venga osservata, e sono abbastanza sicuro che non accadrà."
... è trapelato che fazzoletto come strumento di "flirtation" stia rapidamente venendo di moda. Finora, il "codice di segnali" si limita a pochi eletti, ma non intendiamo che essi godano del monopolio più a lungo, e di conseguenza ne pubblichiamo la chiave.
Esso può essere utilizzato all' Opera, a teatro, ai balli, ma mai in chiesa, e noi speriamo con tutto ciò che tale limitazione venga osservata, e sono abbastanza sicuro che non accadrà."
Disegnare il fazzoletto sulle labbra era espressione del desiderio di amoreggiare;
The Letter, Auguste Toulmouche, 1879
torcere il fazzoletto nella mano sinistra significava: "Andate via, non sono interessata a Voi", torcerlo nella mano destra: "Sto pensando a Voi", avvolgerlo attorno al terzo dito della mano sinistra: "Sono sposata", attorno all'indice: "Sono fidanzata", disegnare il fazzoletto sulla fronte: "Attento, siamo sorvegliati", sfregarlo vicino alla guancia destra: "Sì" , vicino la sinistra: "No", passare il fazzoletto sulla guancia guardando "l'oggetto del proprio affetto": "Vi amo così tanto", piegare il fazzoletto con attenzione :"Vorrei parlare con Voi", torcerlo con entrambe le mani: "Non sono interessata, lasciamo perdere", etc...
Più vezzoso il ventaglio ha da sempre espresso già da sè femminilità:
il numero di stecche che si tenevano aperte poteva indicare il numero di giorni prima del successivo appuntamento; aprirne tre voleva dire: "Vi amo" e contarle con le dita: "Riparliamone più tardi", passarlo velocemente sugli occhi poteva significare: "Siamo osservati", fare scorrere le dita tra le stecche del ventaglio: "Vorrei parlare con Voi", posizionarlo sopra l'orecchio sinistro: "Voglio liberarmi di Voi", agitarlo sopra la sua spalla destra: "Seguitemi!", lasciarlo cadere a terra: "Incontriamoci!", agitarlo sopra la spalla sinistra: "Addio fino a quando ci incontreremo di nuovo", posare il ventaglio sul cuore: "Il mio amore per Voi sta spezzando il mio cuore!", etc...
Nella creazione degli ombrellini da passeggio i Victorians esibirono la loro fantasia e la loro creatività con tessuti, colori, dimensioni davvero svariate e come altri accessori di moda anch'essi, impugnati con lo sguardo diretto verso il corteggiatore, celavano frasi:
tenerlo dritto sulla testa significava che il proprio amore era inalterato, farlo oscillare e tenerlo con la mano sinistra o appoggiato sulla spalla destra poteva significare: "Possiamo incontrarci?",
tenerlo dritto sulla testa significava che il proprio amore era inalterato, farlo oscillare e tenerlo con la mano sinistra o appoggiato sulla spalla destra poteva significare: "Possiamo incontrarci?",
The Red Parasol, Joseph Caraud
se una signora lo teneva chiuso nella mano sinistra diceva che desiderava parlare ad un ammiratore e lo esortava a seguirla, tenerne l'apice della punta dell'ombrellino vicino alle labbra voleva significare: "Mi amate?", portare il parasole chiuso tenendolo al centro con la mano destra con la punta rivolta in direzione verso cui la lady stava camminando era un invito da seguire per un gentleman, chiuderlo significava: "Vorrei parlare con Voi", farlo cadere: "Vi amo", etc...
E poi c'erano i guanti: "Il guanto è un tiranno di cui la mano è schiava", titola un capitolo a pagina 34 del libro di Ariel Beaujot, Victorian Fashion Accessories; " I Victorians ritenevano sconveniente per una donna l'apparire in pubblico senza i guanti e le donne di classe media e alta sono state incoraggiate a indossare i guanti prima di attraversare la soglia di casa che le portava in strada. Le donne indossavano guanti in chiesa, a teatro, durante le passeggiate, alle danze, per lo shopping e anche per dinner parties a cui erano invitate in casa d'altri." prosegue, ed erano anche questi accessori, così indispensabili per conservare inalterato il candore delle proprie mani, che aiutavano le young ladies a comunicare elegantemente e segretamente con il proprio corteggiatore:
batterli entrambi su di una spalla stava a significare: "Seguitemi!", rovesciarli sottosopra: "Vi detesto!", usarli come un ventaglio: "Presentatemi al vostro compagno"; la mano destra con il pollice nudo esposto significava: "Baciatemi!", ma se il pollice era della mano sinistra allora con ciò si domandava: "Mi amate?", tenere il guanto con le punte rivolte verso il basso voleva dire: "Spero di conoscervi", gettarlo con delicatezza: "Sono fidanzata", etc...
The Lady with the Glove, Charles Carolus-Duran, 1869
Ma pensate che persino il modo con cui venivano incollati i francobolli su di una busta o su ingenue cartoline poteva essere espressione d'amore: a seconda dell'inclinazione che avevano indicavano il grado di innamoramento !
Se desiderate approfondire l'argomento, vi consiglio la lettura di questo testo che vi cala nell'epoca che tanto amiamo, accompagnandovi in un gradevole e curioso viaggio nella storia del costume dell'Inghilterra del XIX secolo, perchè non solo approfondisce i dettagli sugli accessori di abbigliamento, ma per loro tramite, percorre l'incantevole storia della cultura del tempo.
Ariel Beaujot, Victorian Fashion Accessories, Berg Publishers, 2012
Nella speranza di avervi anche oggi coinvolto con questo tema così "intrigante", curioso, e distante dalla nostra cultura, affettuosamente vi saluto.
Dany
Bibliografia:
Ariel Beaujot, Victorian Fashion Accessories, Berg Publishers, 2012
Ginger Suzanne Frost, Promises Broken: Courtship, Class, and Gender in Victorian England, University of Virginia Press, 1995
Jennifer Phegley, Courtship and Marriage in Victorian England (Victorian Life and Times), Praeger, 2011
Various, Victorian Short Stories: Stories of Courtship, ValdeBooks, 2009
Citazioni:
1 - Jennifer Phegley, Courtship and Marriage in Victorian England (Victorian Life and Times), Praeger, 2011, pag. 2
VICTORIAN LESSONS: how to
flirt with a fan, a glove, a parasol.
"The Victorian period was an age of love. The best-remembered novels of the period, Charlotte Brontë's Jane Eyre, Charles Dicken's David Copperfield, and George Eliot's Middlemarch among them - hinge on the trials and the triumphs of love and conclude in satisfying marriages of companionate souls."1
- picture 1 - Two's
Company, Three's None, Marcus Stone, 1892
Age of love, yes, but also prodigal
of rituals, of hidden languages and of veiled symbolic meaning (do
you remember that during one of our first meetings we talked about
the language of the flowers called floriography ?), of behaviour
codes, the Victorian period, owned to the puritanism that cloaked it,
is wrapped of fascination also for all these aspects which, alas!,
have gone fallen into disuse: a young girl had only to get a fan, a
glove, a parasol to be able and speak the language of love that the
"convenience" prohibited her to express clearly.
And
so, thereby, gloves, umbrellas, reticules, embroidered handkerchiefs
aren't only clothing accessories that make the class of a young lady
anymore, but earn for
Victorians "translated" meanings to communicate with the
suitor far from prying eyes.
As
always I like to refer back to authoritative historic sources that
better than any treaty give an idea of how a such different from
nowadays life would be making; we read in Cassell's Family Magazine,
1886 of which you will find some clippings below:
“An essential portion of the ensemble of lady, gentleman, or child, the handkerchief also has charming value as flirtation prop."
-
picture 3 - The Letter, Auguste Toulmouche, 1879
More
charming the fan has always been expressing, already by itself, femininity:
the number of cues that were held open could indicate the number of days before the next appointment; open three cues wanted to say, " I love you " and counting them with the fingers, "Let's talk later." passing it quickly over the eyes could mean: " We are observed ", sliding the fingers between the slats of the fan: " I would like to talk to you ", place it over the left ear: " I want to get rid of you ", shaking it over the right shoulder:" Follow me! ", letting it fall to earth: " Let's meet! ", shaking it over thr left shoulder: " Bye until we meet again", laying the fan on the heart: "My love for you is breaking my heart!" ...
the number of cues that were held open could indicate the number of days before the next appointment; open three cues wanted to say, " I love you " and counting them with the fingers, "Let's talk later." passing it quickly over the eyes could mean: " We are observed ", sliding the fingers between the slats of the fan: " I would like to talk to you ", place it over the left ear: " I want to get rid of you ", shaking it over the right shoulder:" Follow me! ", letting it fall to earth: " Let's meet! ", shaking it over thr left shoulder: " Bye until we meet again", laying the fan on the heart: "My love for you is breaking my heart!" ...
- picture 5
Making parasols Victorians performed their imagination and
their creativity with fabrics, colors, size really varied and
like other fashion accessories, them also, taken while directing the
gaze towards the suitor, concealed phrases:
... and keeping
it straight on the head meant that love was unaffected ...
- picture 7 - The Red Parasol, Joseph Caraud
And
then there were the gloves: ” The
glove is a tyrant of which the hand is slave ”
headlines a chapter on page 34 of the book by Ariel Beaujot,
Victorian Fashion Accessories; “
Victorians considered it to improper for a woman to appear in public
wiyhout her gloves and women of middle and upper class were
encouraged to put on their gloves before crosssing the thereshold
into the street. Women wore gloves in church, at the theatre, on
promenade, to dances, while shopping and even to dinnerparties
hostied in other people's homes.” it continues, and
they were also these accessories, so essential to keep intact the
purity of their own hands, that helped the young ladies in
communicating with their suitor with elegnace and secretness:
- picture 9 - The Lady with the Glove, Charles Carolus-Duran, 1869
But
do you know that even the way in which stamps were pasted on an envelope or on a naive postcard could be expression of love? Depending on
the angle they had they indicated the degree of falling in love!
I
find it all very fascinating, and you?
- picture 11 - If you want to know more about this lovely topic, I recommend
you the reading of this text that takes you back in the age that we
love so much, in a a pleasant and curious journey through the
history of the XIX century England costume, because it doesn't only
deepens accessory details of clothing, but, through them, it takes
you along the enchanting story of the culture of the time.
Ariel
Beaujot, Victorian Fashion Accessories, Berg Publishers, 2012
Hoping
that also today I've involved you with this issue so "intriguing",
curious, and far away from our culture, I greet you very affectionately.
Dany
Bibliography:
Ariel Beaujot, Victorian Fashion Accessories, Berg Publishers, 2012
Ginger Suzanne Frost, Promises Broken: Courtship, Class, and Gender in Victorian England, University of Virginia Press, 1995
Jennifer Phegley, Courtship and Marriage in Victorian England (Victorian Life and Times), Praeger, 2011
Various, Victorian Short Stories: Stories of Courtship, ValdeBooks, 2009
Quotations:
1 - Jennifer Phegley, Courtship and Marriage in Victorian England (Victorian Life and Times), Praeger, 2011, page 2
Ariel Beaujot, Victorian Fashion Accessories, Berg Publishers, 2012
Ginger Suzanne Frost, Promises Broken: Courtship, Class, and Gender in Victorian England, University of Virginia Press, 1995
Jennifer Phegley, Courtship and Marriage in Victorian England (Victorian Life and Times), Praeger, 2011
Various, Victorian Short Stories: Stories of Courtship, ValdeBooks, 2009
Quotations:
1 - Jennifer Phegley, Courtship and Marriage in Victorian England (Victorian Life and Times), Praeger, 2011, page 2
Oh my goodness, Dany, I LOVE this!
RispondiEliminaNow I am going to have to pull out my fan!!! :-)
It is always such a pleasure to visit you here, dear friend.
I wish you a beautiful week ahead! xo.
@ Lisa
Eliminaso you're an "old-fashioned lady" aren't you ?!?
You're simply lovely !!
Happy week end to you too sweet Lisa... and thanks so much for your beautiful words, it's always a great joy for me answer to your comments, believe me ღ
This is just wonderful! I often think it wold have been so much fun being born in that period. :)
RispondiElimina@ Kia
Eliminayou know, that's what I think me too !!
I often say to myself that I was born in the wrong century, but probably I'm not alone, I see ;)
Well, let's have a bit of fun dreaming a little, at least !
Spend a lovely week end my dear and nice friend ♡
This is so charming, Dany! Incredible that there were so many ways to use a fan!
RispondiEliminaThank you for your recent visit. It's lovely to connect up with you. :)
Georgianna
@ Georgianna
Eliminawhat a great honour having you here !!
I know and love your photographs since I first began and surf the net about two years ago and I'm deeply thankful to you for your unexpected and far too welcome visit.
Have a great day and ... all the best ✿⊱╮