l'elegante orologio segnava circa l'una di notte quando uno scalpiccio di cavalli precedette l'ingresso di un giovane di un'inusitata bellezza, alto, imponente, .. al suo arrivo non passò sicuramente inosservato: con profondi occhi azzurri sormontati da folte sopracciglia scure, un'aria vagamente languida che indurrà il duca di Lévis a paragonarlo ad un eroe romanzesco, mentre, proprio per la sua straordinaria avvenenza ed i tratti del viso così aggraziati si meriterà l’appellativo di ‘The picture’ -il dipinto- da Lady Georgiana, duchessa del Devonshire ( il coiffeure della Regina, Lèonard, lo soprannominerà ‘Apollo’), stava facendo la sua comparsa nell'entourage di Versailles un conte, colto ( parlava correntemente cinque lingue) e raffinato, figlio di una nobildonna e di un famoso statista svedese, il conte Hans Axel von Fersen in visita alla città di Parigi durante il suo Grand Tour, allora fondamentale per condurre a termine l'educazione di un gentiluomo, che toccava le principali capitali europee.
Tra la folla una giovane dama con il volto coperto da una maschera attirò la sua attenzione e solo dopo alcune parole scambiate con lei capì chi aveva di fronte:
‘ La Delfina mi parlò a lungo senza che sapessi chi fosse; quando venne riconosciuta tutti le si strinsero intorno ed ella si ritirò in un palco alle tre del mattino; io lasciai il ballo ’. annoterà il conte nel suo Journal Intime quella stessa notte.
Entrambi ignoravano che quell'incontro avrebbe segnato per sempre le loro vite: gli storici non sono concordi, vi è chi sostiene che divennero amanti, chi invece, non possedendo alcun riscontro nelle fonti ufficiali, perchè la maggior parte dei carteggi e delle scritture private del conte furono distrutte a tutela della sua intimità e di quella di coloro che ivi erano nominati, ammette solamente un legame profondo, sta di fatto che nonostante le distanze, talvolta notevoli, rimarranno uniti fino a che la triste figlia della Rivoluzione, la ghigliottina, quel tragico 16 ottobre 1793, sopraggiungerà impietosa a separarli.
All'epoca il conte aveva diciotto anni, era coetaneo della Delfina, e quella che sembrò per entrambi una semplice infatuazione si tramuterà anni dopo, in un rapporto fondato su di una profonda intimità; inutile dire che quella notte anche Maria Antonietta rimarrà colpita dalla leggiadria e dal fascino emanato dal conte svedese tanto che, quando lo rincontrerà dopo quattro anni tra la folla che le verrà presentata a Versailles, divenuto Tenente Generale nel Regio Esercito svedese, nella sua tenuta di ufficiale della cavalleria - farsetto azzurro, giubba bianca e pantaloni attillati in pelle scamosciata - non mancherà di riconoscerlo:
‘ La regina, che è affascinante, quando mi vide esclamò: Ah, è una vecchia conoscenza! Gli altri membri della famiglia reale non mi dissero una parola ’ scriverà Fersen in una lettera indirizzata alla famiglia.
Nonostante l'ammirazione per la bellissima regina, egli non era ancora un assiduo frequentatore di Versailles, perciò Maria Antonietta ebbe da lamentarsene con l'ambasciatore svedese Creutz e solo allora questi entrerà a far parte della cerchia ristretta degli amici della fascinosa ed ammiccante sovrana.
‘ La regina, che è la più bella e amabile regina che io conosca, ebbe la bontà di chiedere spesso di me. Ha domandato a Creutz perché io non frequentassi le sue partite di gioco della domenica, e quando seppe che io vi ero andato un giorno in cui il ricevimento era sospeso, se ne è per così dire scusata con me ’. si legge in una lettera scritta al padre.
‘ E’ una principessa incantevole. Mi ha sempre trattato con grande gentilezza, da quando il barone le ha parlato, mi cerca ancora di più. Passeggia quasi sempre con me ai balli e a teatro. La sua gentilezza ha suscitato la gelosia dei cortigiani più giovani, i quali non possono comprendere come mai uno straniero venga trattato meglio di loro.’ ( da una lettera del conte Fersen indirizzata al padre )
Per dissipare i pettegolezzi che numerosi circolavano a corte e per assecondare, inoltre, le proprie ambizioni in campo militare, agli inizi del 1779 Fersen decise di lasciare Versailles intenzionato ad appoggiare l'esercito francese impegnato nella Rivoluzione Americana, ma prima d'imbarcarsi alla volta del Nuovo Mondo si recò a rendere omaggio alla "sua" sovrana:
‘ Devo confessare a Vostra Maestà che il giovane conte Fersen fu ricevuto così bene dalla regina che parecchie persone ne rimasero offese. Ammetto di non potermi trattenere dal pensare che avesse un debole per lui: ne vidi segnali troppo evidenti perché rimanga il benché minimo dubbio. Il comportamento del giovane Fersen in quest'occasione è stato ammirevole per modestia e riservatezza e specialmente per la sua decisione di andare in America. Partendo, ha allontanato ogni pericolo, ma ovviamente per resistere a questa tentazione erano necessarie una saggezza e una determinazione troppo grandi per la sua età. In questi ultimi giorni la regina non riusciva a togliergli gli occhi di dosso: mentre lo guardava, le si riempivano gli occhi di lacrime. Supplico Vostra Maestà di mantenere il segreto su tutto ciò per il bene della sovrana e per quello del senatore Fersen.’ ( estratto dalla lettera scritta dall'ambasciatore Creutz al re di Svezia Gustavo III)
‘ Che Dio conceda loro di arrivare sani e salvi! ’ scriverà Maria Antonietta in una lettera indirizzata a Vienna all'Imperatrice sua madre argomentando della partenza delle truppe, ma facilmente possiamo intuire a chi ella stesse innanzitutto indirizzando i propri pensieri.
Trascorreranno altri quattro anni prima che Fersen e Maria Antonietta possano rivedersi, quattro anni durante i quali fitta s'intratterrà una corrispondenza epistolare che rafforzerà il loro legame ed alimenterà l'ansia di riabbracciarsi.
Nel 1783 Hans Haxel farà finalmente ritorno a Versailles, più maturo, più uomo, più affascinante. Durante questi anni era stato più volte spronato a prendere in considerazione l'idea di ammogliarsi, e si trattava sempre di matrimoni d’interesse, finalizzati al conseguimento di un buon guadagno, ben lontani dall'amore.
Ma proprio in quei giorni, scrivendo alla sorella, egli, constatando che le sue promesse spose sie erano già nel frattempo maritate, pone fine ad ogni dubbio:
‘ Sono così felice che quasi non riesco a crederci. Ho più di un motivo per esserlo, e vi racconterò tutto quando ci vedremo. Nonostante tutta la gioia di rivedervi, non posso lasciare Parigi senza rimpianto. Lo troverete del tutto ovvio quando apprenderete il motivo di questo rimpianto. Ve lo dirò, perché non voglio tenervi nascosto nulla... Sono molto contento che Miss Leyell si sia sposata. Non mi verrà più nominata e spero di non trovare nessun'altra. Ho preso una decisione. Non voglio contrarre legami coniugali: sono contrari alla natura ... Non posso appartenere alla sola persona alla quale voglio appartenere, quella che mi ama davvero, perciò non voglio appartenere a nessuna.’
Si stava naturalmente riferendo alla sua Toinette.
Non potendo far altro che starle vicino si fece assegnare da re Gustavo un incarico che gli consentisse di alloggiare stabilmente a Parigi e fu così nominato ambasciatore: dopo aver compiuto al fianco del re alcuni viaggi, nel 1785 il conte Fersen si trasferì definitivamente in Francia, anzi, per l'esattezza, direttamente a Versailles !
Secondo quanto registrato al Servizio degli edifici reali, Maria Antonietta aveva disposto che venisse effettuata una ristrutturazione al suo appartamento privato in modo da poter ricavare un alloggio per il conte, corredato di una grande stufa svedese, la cui installazione fu alquanto onerosa comportando necessariamente la parziale demolizione di un muro e di un tratto del pavimento.
Il 7 aprile 1787 Fersen annotava nel suo diario dell'esistenza di un ‘ progetto per alloggiare al piano di sopra ’ due settimane dopo di ‘ quello che lei deve escogitare per farmi vivere al piano di sopra ’ . La stufa, e l'alcova che la sua installazione aveva consentito di ricavare, furono menzionate più esplicitamente nel successivo ottobre.
Il risiedere direttamente a Versailles forniva a Fersen la possibilità di concedersi lunghe cavalcate fino al Petit Trianon,
dove spesso l'attendeva
o lo raggiungeva a cavallo la regina .. si potrebbe dire in segreto,
ma in realtà vi era sempre qualcuno della corte ad osservare .. e di conseguenza a vociferare sulla fisicità sempre più verosimile di questa loro relazione:
‘ Quegli incontri erano motivo di grande scandalo nonostante la modestia e la riservatezza del favorito, il quale esteriormente non lasciava mai capire quale fossero i suoi sentimenti, e di tutti gli amici della regina era il più discreto ’ scriverà il conte Saint-Priest; erano ormai in pochi a non credere che Maria Antonietta e Fersen fossero amanti
e quando ella, nel gennaio del 1788 rimarrà incinta del futuro Delfino di Francia, i pettegolezzi trarranno da ciò ulteriore incentivo: vignette satiriche, pornografiche, epiteti della folla quando si mostrava in pubblico, l'Austriaca aveva dovuto adeguarsi a tutto questo, ma con più cresceva il malcontento dei francesi e la sua impopolarità, che culminò con lo storico affare della collana,
con più, per converso, aumentava la stima che Fersen nutriva per lei e l'intimità che li legava, ‘Elle’ era per lui un'eroina incompresa, maltrattata, sensibile e sofferente:
‘ Non si può fare a meno di lodare la Regina, se si conoscono il suo desiderio di fare il bene e la bontà del suo cuore.’ scriverà in una lettera il bel conte svedese.
Se è vero che un amore è grande quando, nonostante la distanza, sopravvive e diventa sempre più intenso nel tempo, e, come scriveva Shakespeare,‘ L'amore non è amore se si altera di fronte a degli ostacoli. Oh no, è un punto fissato per sempre che osserva le tempeste e non ne è mai scosso. È la stella cui si riferisce ogni barca alla deriva ’, questo credo che davvero fosse tale: Fersen era divenuto il suo cavalier servente per dirla con un termine mutuato dall'amor cortese, fedele e devoto, amante discreto e riservato e si dice che quasi adorasse la sua Joséphine la quale si fece coinvolgere molto intimamente e passionalmente da questo amore per il proprio ‘ favorito ’, basti solamente pensare al calco di cera del suo sigillo personale, recante l'insegna di famiglia di Fersen - un colombo che torna al nido - che alla fine dei propri giorni, dopo la già avvenuta esecuzione del marito, consegnerà al Generale Jarjayes, per mezzo di Toulan, perchè fosse recapitato al suo Hans, su cui era impressa la scritta in italiano ‘ Tutto a te mi guida ’ dicendogli di assicurare a Fersen che tali parole ‘ non sono mai state più vere ’ e pregandolo di consegnarli anche un biglietto su cui era scritta la frase ‘ Le nostre anime si toccano in ogni punto… Il destino può davvero separarci, ma mai dividerci.’ tratta dalla Novelle Heloise di Jean Jacques Rousseau ... gli amanti restano legati da un filo invisibile ed indistruttibile che neppure la storia, con i suoi eventi, è in grado di recidere ...
E veniamo alla storia, quella ufficiale: sappiamo che i reali si trasferirono alle Tuileries e da qui, la notte del 19 giugno del 1790, tentarono la fuga verso l'Austria; ebbene, nessun libro di storia ce lo dice, ma Fersen di tale fuga fu uno degli organizzatori: egli spese una cifra da capogiro, pagò cinquemila livres per la berlina a sei posti con cui la famiglia reale avrebbe dovuto raggiungere i Paesi Bassi austriaci e s'improvvisò persino cocchiere, lasciando la compagnia, come da accordo, alla prima poste. Purtoppo, però, la fuga si concluderà tragicamente il giorno seguente nei pressi di Varennes-en-Argonne dove i reali vennero riconosciuti, arrestati e ricondotti a Parigi.
Da allora il conte, bandito dalla Francia e rifugiatosi in Belgio, rivedrà la propria amata solamente una volta, circa sei mesi dopo la fuga a Varennes, introducendosi, con il favore dell'oscurità e sotto mentite spoglie, negli appartamenti delle Tuileries: esiste prova certa del fatto che trascorsero questa loro ultima notte insieme nel suo Journal Intime:
‘ Lunedì 13, andai dalla regina; presi la mia solita strada; paura della Guardia Nazionale; i suoi appartamenti meravigliosi. Rimasto lì.
Martedì 14, vidi il re alle sei di sera ’.
Il redattore del diario di Fersen, tentò invano d'occultare la breve frase ‘ Rimasto lì -Resté là ’ che non lascia spazio ad alcun dubbio.
Maria Antonietta, rimarrà in contatto con colui che considerava ‘ il più amato e il più amoroso tra gli uomini ’ per tramite di lettere cifrate, scritte valendosi di un codice segreto tratto da un libro comune Paul et Virginie di Bernardin de Saint-Pierre.
Fersen seppe della morte dell'amata solo mesi più tardi quando Jarjayes riuscì a consegnargli la missiva;
Fersen seppe della morte dell'amata solo mesi più tardi quando Jarjayes riuscì a consegnargli la missiva;
‘ Colei per la quale vivevo, poiché non ho mai smesso di amarla, colei che amavo così tanto, per la quale avrei dato mille vite, non c'è più. Oh, mio Dio! Perché distruggermi così, cosa ho fatto per meritare la Tua ira? Lei non c'è più. Sono in un'agonia di dolore e non so come faccia a sopportare la mia sofferenza. È tanto profonda e nulla la cancellerà mai. Lei sarà sempre presente nella mia memoria e non smetterò mai di rimpiangerla.’ ( lettera alla sorella Sophie )
Nel 1878 furono pubblicate circa sessanta lettere appartenenti al rapporto epistolare intercorso tra Maria Antonietta e Fersen, colme di sospette lacune; in seguito il barone Klinckowström pronipote di Fersen, che delle lettere era curatore, decise di darle alle fiamme. Nell'unica sfuggita al rogo ritrovata dal traduttore ed esperto in lingue scandinave Lucien Maury, si legge:
"POSSO DIRTI CHE TI AMO E ANZI QUESTO È TUTTO CIÒ PER CUI HO TEMPO... FAMMI SAPERE A CHI DOVRÒ INDIRIZZARE LE NOTIZIE CHE POTREI MANDARTI, PERCHÈ SENZA QUESTO NON POTREI VIVERE. ADDIO, MIO AMATISSIMO E AMOROSISSIMO TRA GLI UOMINI. TI BACIO CON TUTTO IL MIO CUORE".
Questa la storia di un amore vero, vero e grande, tanto grande quanto straziante, struggente, segnato da un fatale e crudele destino, lo stesso che ha dominato l'intera, breve, esistenza di questa incantevole, sventurata regina ...
Un affettuoso saluto ed un caloroso abbraccio a voi tutti.
A presto ♥
Dany
Fonti bibliografiche:
André Castelot, Maria Antonietta - La vera storia di una regina incompresa, Fabbri Editori, Milano, 2000.
Evelyn Farr, Marie-Antoinette and Count Axel Fersen: The Untold Love Story, Allison & Busby, Limited, 1998
Antonia Fraser, Maria
Antonietta - La solitudine di una regina, Mondadori, Milano, 2003
Wikipedia
Note:
tutte le immagini sono tratte dal film "Marie Antoinette" (2006) di Sofia Coppola.
Maria Antoinette and Fersen, story of a great love.
It was the night of January 30th, 1774 and at the Opéra in Paris was held a masked ball, one of the several masked balls which the nobility was looking for diversions to the commitments of the court with, one of the many masked balls which, with much amusement and in great secret, the Dauphine of France, Marie Antoinette, used to take part, with always the inseparabile friend Yolande de Polignac by her side;
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the elegant clock stricked about one in the morning when one clatter of horses preceded the entrance of a young man by an unusual beauty, tall, imposing, ... his arrival wasn't definitely unnoticed: with deep blue eyes topped by thick dark eyebrows, with a vaguely languid look that induced the Duke of Lévis to compare him to a fictional hero, while, due to his extraordinary attractiveness and so graceful facial features he'll deserve the title of ‘ The picture ’ by Lady Georgiana, Duchess of Devonshire ( the Queen's coiffeure, Lèonard, will nickname him ‘ Apollo ’), was doing his appearance in the entourage of Versailles a count, handsome, learned ( he spoke fluently five languages) and refined, son of a noblewoman and of a famous Swedish statesman, he was the Count Hans Axel von Fersen visiting the city of Paris during his Grand Tour, in order to refine the education of a gentleman, keeping in touch with the culture of the major European capitals.
Among the crowd a young lady with her face covered by a mask caught his attention and only after exchanging a few words with her, he realized who he faced:
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‘ The Dauphine talked to me quite long without I knew who she was; when she was recognized all tightened around her, and she retreated to a stage at three in the morning; I left the ball.’ the count will write down in his Journal Intime that same night.
Both were unaware that the meeting would have marked their lives forever: historians don't agree, there is someone supporting that they became lovers, but those who, not having any kind of support in the official sources because most of the count's correspondence and private writings were destroyed to protect his privacy and that of the people who were appointed therein, admits only a deep bond, the fact is that despite the distance, sometimes significant, they'll remain tyed until the Revolution
'sad daughter', the guillotine, the tragic October 16th, 1793, will merciless supervene to separate them.
At the time the count was eighteen years old, coetaneous of the Dauphine, and what seemed to both a simple infatuation will turn, years later, in a relationship based on a deep intimacy, needless to say, that night also Marie Antoinette will be affected by the grace and appeal issued by the Swedish count so much that when she, four years later, will meet him again among the crowd that was presented her in Versailles, became General Lieutenant in the Royal Swedish Army, wearing his tenure as cavalry officer - doublet blue jacket and white tight, suede leather pants - won't fail to recognize him:
‘ The Queen, who is charming, when saw me said: Ah, he's an old acquaintance ! The other members of the royal family didn't say a word ’ Fersen wrote in a letter to his family.
Despite his admiration for the beautiful Queen, he wasn't yet a frequent visitor of Versailles, that's why Marie Antoinette had to complain about with the Swedish ambassador Creutz and only then he will become part of the inner circle of the fascinating and alluring sovereign's friends.
‘ The Queen, who is the most beautiful and loving Queen I know, was kind enough to ask often about me. She asked Creutz why I don't attended her Sunday's matches game, and when she knew that I had gone one day when the party was suspended, she has, so to speak, apologized to me.’ we read in a letter written to his father.
- picture 3 on the left - The Queen didn't bother to hide her penchant for the ‘ beau Fersen ’, she loved having him next to her during her private dinners in her personal apartment, loved his conversation, loved to see him dressed in the uniform that added charm to his already impressive and athletic figure: their bond was enriched with moments of intimacy and more and more ‘Elle’ discovered in his new friend a person like her, hostile to such formalities, sincere, loyal, .. she was finding her knight, her soul mate ... Marie Antoinette and Hans Haxel were becoming inseparable.
‘ She's a charming princess. She has always treated me with great kindness, since the Baron talked to her, she looks for me even more. She almost always walks with me at the balls and at the theater. Her kindness has aroused the younger courtiers's jealousy, because they cannot understand why a foreigner is treated better than them. ’ (From a letter addressed from Count Fersen to his father)
To dispel the rumors that numerous circulated at court and to comply with, in addition, his military ambitions, in the beginning of 1779 Fersen decided to leave Versailles willing to support the French army engaged in the American Revolution, but before embarking to the New World went to pay homage to "his" sovereign:
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‘ I must confess to your Majesty that the young Count Fersen was so well received by the queen that several people were left offenses. I admit that I cannot keep from thinking that she had a soft spot for him: I saw too obvious signals that may abide the slightest doubt. The behavior of the young Fersen on this occasion was admirable for modesty and reserveness, and especially for his decision to go to America. Starting out, he dismissed any danger, but of course to resist this temptation were necessary wisdom and determination too big for his age. During these recent days, the queen couldn't take hes eyes off him: as she watched him, her eyes filled with tears. I beseech your Majesty to keep secrecy about it all for the sovereign's good and that of Senator Fersen.’ (Extract from a letter written by Ambassador Creutz to the Swedish King Gustav III)
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‘ May God grant them to arrive safely ! ’ Marie Antoinette wrote in a letter to the Empress her mother in Vienna arguing the troop's departure, but we can easily guess whom she was primarily directing their thoughts to ...
Four years will spend before Fersen and Marie Antoinette could meet again, four years during which they will be tyed by a dense correspondence that will strengthen their bond and feed the anxiety of embrace themselves again.
In 1783 Hans Haxel will finally come back to Versailles, more mature, more 'man', more fascinating. During these years he had been repeatedly urged to consider the idea to marry, and they were always marriages of convenience, designed to achieve a good profit, so far from love.
But in those days, writing to his sister, he, noting that his promises ladies were already married in the meantime, puts end to any doubt:
‘ I'm so happy that I can hardly believe it. I have more of a reason to be, and I'll tell you everything when we'll meet. Despite all the joy to see you again, I cannot leave Paris without regret. You'll find it quite obvious when you'll know the reason for this regret. I'll tell you, because I won't keep anything hidden to you ... I am very glad that Miss Leyell is married. She won't be mentioned again and I hope not to find anyone else. I made a decision. I do not want to contract marital ties: they are contrary to the nature ... I cannot belong the only person I want to belong, the one that really loves me, so I do not want to belong to anyone. ’
Of course he was referring to his Toinette ...
- picture 6 on the right - Not being able to do anything but stay close to her he made assign by King Gustav a job that would allow him to stay permanently in Paris and was so named ambassador: after making a few trips beside the king, Count Fersen in 1785 settled in France, indeed, to be exact, directly in Versailles !
As recorded in the service of the royal buildings, Marie Antoinette had ordered to be carried out a renovation to her private apartment so to be able and get a small flat for the count, accompanied by a large Swedish stove, the installation of which was quite expensive involving necessarily partial demolition of a wall and a section of the floor.
On April 7th, 1787 Fersen wrote in his diary of the existence of a ‘ project to dwell upstairs ’ and two weeks later ‘ what she must contrive to let me live upstairs ’. The stove, and the alcove that its installation was allowed to obtain, were mentioned more explicitly in the following October.
Residing directly in Versailles provided to Fersen the chance of long rides up to the Petit Trianon,
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where often the queen was waiting for him
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ore reached him by horse ... we should say secretely
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but in reality there was always someone of the court to observe ... and consequently to rumor on the physicality of this increasingly likely of their relationship:
‘ Those meetings were a source of great scandal despite the favourite's modesty and privacy, who outwardly never left figure out what his feelings were, and among all the queen's friends he was the most discreet ’ will write the Count Saint-Priest; now were few who didn't believe that Marie Antoinette and Fersen were lovers
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and when she, in January 1788 will remain pregnant for the future Dauphin of France, the rumors will further incentive: satiric and pornographic cartoons, epithets of the crowd when she appeared in public, the Austrian had to adjust to all this, but with more growing the French's discontent and her unpopularity, which culminated with the historic affair of the necklace,
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with more, conversely, increased the estimate that Fernsen had for her and the intimacy that bound them, ‘Elle’ was for him a misunderstood heroine, abused, sensitive and suffering:
‘ You cannot avoid but praise the Queen, if you know her desire to do good and the goodness of her heart. ’ wrote in a letter the handsome Swedish count.
If it's true that love is great when, despite the distance, survives and becomes more and more intense over time, and, as Shakespeare wrote, ‘ Love is not love if alters when faces obstacles. Oh no, it's a fixed point always looking at the storms without being ever shaken by them. It is the star which relates each boat adrift ’, I think this really was such: Fersen had become his ‘ servante cavalière ’, to use a term borrowed from the courtly love, faithful
and devoted, discreet and confidential lover and it's said that he almost adored his Joséphine who got involved very intimately and passionately by this love for her ‘ favorite ’, just only think about the wax cast of her personal seal, bearing the insignia of Fersen's family - a dove returning to its nest - that at the end of her days, after her husband has already been run, will deliver to the General Jarjayes, by means of Toulan, because it was delivered to her Hans, on which was engraved the inscription in Italian ‘ All drive me to you ’ telling him to ensure Fersen that such words ‘ have never been truer ’ and asking him to deliver a paper on which was written the phrase ‘ our souls are touching at every point ... the fate can really separate us but never divide.’
taken from the Novelle Heloise by Jean Jacques Rousseau ... lovers are bound together by an invisible and indestructible tye that even history, with its events, is able to cut off ...
And now we let's come to history, the official one: we know that the sovereign and his family moved to the Tuileries, and from there, on the night of June 19th, 1790, tried to escape to Austria; well, no history book tells us, but of that escape Fersen was the main organizer: he spent a staggering amount of money, paid five thousand livres for the six-seater sedan with which the royal family would have to reach the Austrian Netherlands and even act as coachman, leaving the company, as by agreement, at the first poste.
Unfortunately, however, the flight will tragedly end the next day near Varennes -en -Argonne where teh sovereigns were recognized, arrested and brought back to Paris.
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Since then, the Count, sponsored by France and refuged in Belgium, will review his beloved only once, about six months after the flight to Varennes, breaking into, under the cover of darkness and in disguise, the apartments of the Tuileries: there's certain evidence that they spent their last night together in his Journal Intime:
‘ Monday 13, I went to the Queen; took my usual route, fear of the National Guard, her wonderful apartments. I stood there.
Tuesday 14, I saw the King at six o'clock in the evening ’.
The Fersen's diary editor tried in vain to conceal the short sentence ‘ I stood there - Restè là ’ which leaves no room for doubt.
Marie Antoinette will remain in contact with whom she considered ‘ the most loved and the most loving of men ’ through encrypted letters, written relieing on a secret code based on a common book Paul et Virginie by Bernardin de Saint-Pierre.
Fersen knew about his beloved's death only months later when Jarjayes was able to give him the letter;
‘ The one which I lived for, because I never stopped loving her, the one who loved me so much, for whom I would have given a thousand lives, there's no more. Oh, my God ! Why destroy me this way, what have I done to deserve Your wrath ? She isn't alive anymore. I'm in an agony of pain and don't know how manage to bear my suffering. It's so deep and nothing will ever erase it. She will always be in my memory and I will never stop mourning her.’ ( Letter to his sister Sophie )
will spend the rest of his life wandering around Europe also as a diplomat at King Gustav IV's service, but aimlessly, celebrating October 16th as a mourning day until, wrongly accused of the assassination of the heir to the throne of Sweden, will end up victim of the crow in Stockholm: the fate, once again mocking and merciless, will put so sadly an end to his existence ... it was June 20th, 1810, exactly twenty years after the attempt of escape plotted to rescue his Toinette.
In 1878 were published about sixty letters belonging to the correspondence between Marie Antoinette and Fersen, full of suspicious gaps; later Baron Klinckowström, Fersen's great son, who was curator of those letters, decided to give them the flames. In the only one escaped the fire, found by the translator and expert in Scandinavian languages Lucien Maury, we read:
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" I CAN TELL YOU THAT I LOVE YOU AND EVEN THAT IS ALL WHAT I HAVE TIME FOR ... LET ME KNOW WHO I HAVE TO DELIVER THE NEWS THAT I WANT SEND TO YOU, BECAUSE I COULDN'T LIVE WITHOUT THIS . FAREWELL, MY DEAREST AND MOST LOVING AMONG MEN. I'M KISSING YOU WITH ALL MY HEART. "
This is the story of a true love, true and great, as great as heartbreaking, poignant, marked by a fatal and cruel destiny, the same that has dominated the entire, short, existence of this charming, hapless queen ... ...
An affectionate greeting and a warm hug to you all.
See you soon ♥
Dany
Bibliografic sources:
André Castelot, Maria Antonietta - La vera storia di una regina incompresa, Fabbri Editori, Milano, 2000.
Evelyn Farr, Marie-Antoinette and Count Axel Fersen: The Untold Love Story, Allison & Busby, Limited, 1998
Antonia Fraser, Maria Antonietta - La solitudine di una regina, Mondadori, Milano, 2003
Wikipedia
Notes:
all the pictures are taken from the movie "Marie Antoinette" (2006) by Sofia Coppola.
Notes:
all the pictures are taken from the movie "Marie Antoinette" (2006) by Sofia Coppola.
Truly a story of love and devotion, Dany, and you have expressed that so beautifully here.
RispondiEliminaI wish you a wonderful week, my dear friend. xo.
@ Lisa
Eliminait's such a lovely good morning to me reading your comment my dear!
Happy day to you ♥
They sure knew how to write letters back the, didn't they? :)
RispondiEliminaFascinating tidbits, I've always believed that while they may not have consummated the relationship, there was a true love affair between Marie Antoinette and Fersen.
Have a lovely day, Daniela. xo
@ Kia
EliminaI fully agree with your thoughts, my dear, from reading these old letters and diary pages it emerges a strong bond that definitely was able to fill both their lives.
❦ A hug full of sympathy, admiration and affection ❦
The romance of letters! From which we have all we know of this beautiful, and tragic love story. Your retelling is poignant, Dany. Have a blessed week!
RispondiElimina@ June
EliminaI'm so glad you've come and visit me my friend! Yes, ancient love letter, full of romanticism and dramatism ... I love to re-read the pages of the past!
Thanks for your words dear June, have a continuation of the week full of joy ❀
ancora nuovamente amori intensi e sigillati da promesse sacrifici ...storia ..cosa irripetibile oggi, manca il fascino , il mistero, la negazione, le trame difficili.... non che un amore oggi valga meno ma al solo pensiero di quanto si nascondeva anche dietro alla piu' semplice delle storie e' una parte di questo momento della vita che mi e' sempre mancata, forse ho sbagliato era.di certo carta e penna erano intrise di lacrime e tremori....invisibili ai giorni nostri.... spero tutto bene per te carissima
RispondiEliminaSusanna
@ Susanna
Eliminain tutta onestà la sensazione di essere nata nel secolo sbagliato spesso la ho anche io e perciò mi concedo volentieri queste 'passeggiate' nel passato cui avrei voluto essere partecipe cercando in qualche modo compensazione a questa .. defaillance, come chiamarla ?!? , e ti posso assicurare che un po' funziona!
Da che coltivo questa passione qui sul blog è come se mi sentissi più .. completa, non so se riesco a spiegarmi, ho trovato quella parte di me che mi mancava!
Allora l'amore era quello con la A maiuscola, hai perfettamente ragione: senza essere retorici, la sola lettura di questi documenti, così come quella delle lettere che si scambiarono Keats e Fanny che lessi in occasione di uno dei mie primi post, sono intrise di un sentimento totalizzante, assoluto, che ai giorni nostri non conosciamo più .. forse allora anche l'amore, come la maggior parte dei sentimenti, era vissuto in maniera più intensa, l'emotività era qualcosa di estremamente prestigioso e dare voce ai propri sentimenti un atto di nobiltà, è questa la sola spiegazione che riesco a darmi ..
E' talmente bello leggere i tuoi commenti .. Sì, grazie mia dolcissima Susanna, tutto bene, spero di cuore altrettanto per te ❤