giovedì 12 settembre 2013

Le memorie di Rose Bertin, "ministro della moda" di Maria Antonietta.


Quando, durante il secolo scorso, venne ristrutturata la sontuosa camera da letto della regina Maria Antonietta a Versailles, furono rinvenuti numerosi spilli incastrati tra le assi del pavimento di legno, un residuo della cerimonia che faceva parte del rito quotidiano della vestizione della regina: ogni mattina, prima che si alzasse dal letto, le veniva presentato la “gazette des atours” (la gazzetta degli abbigliamenti ), un grande album colmo di campioni di tessuto tratti da ciascuno dei suoi abiti ed ella appuntava uno spillo in quelli che aveva scelto e che voleva indossare quel giorno; dopodichè il catalogo veniva fatto scendere nel guardaroba dentro un grande cesto di vimini avvolto di taffetà verde.

Maria Antonietta si cambiava d'abito almeno tre volte nel corso della giornata: innanzitutto indossava una veste per recarsi alla Santa Messa che doveva essere di linea piuttosto formale, in seta o in velluto, successivamente vestiva un abito più leggero in mussola, batista o cotone dallo stile meno sobrio che avrebbe tenuto per il resto del 




                                   Heinrich Lossow (1843 - 1897), Marie Antoinette


giorno ed, infine, un abito da sera splendidamente elaborato per la cena, i concerti oppure i balli.

La Reine prediligeva i tessuti leggeri a fondo in tenui tinte pastello come il giallo limone chiaro, il verde chiaro, il lilla, il tortora e già qui si esprimeva la fantasia di Mademoiselle Bertin che quasi si dilettava poeticamente nell'inventare i nomi per le diverse tonalità: 'Cheveux de la Reine' ( i capelli della regina ) era un oro chiaro ispirato al colore dei suoi capelli che viravano verso il platino, 'Incendie de l' Opera' ( incendio al Teatro dell'Opera ) era il nome di un rosso arancio piuttosto acceso, e, più poeticamente, 'Caca Dauphin' era un marrone pallido.
Ma chi era Mademoiselle Bertin ?




Rose Bertin era una donna del popolo, l'unica del seguito di Maria Antonietta che non fosse nobile o aristocratica, la sola di umili natali, scelta per la sua abilità, il suo estro che la vide promuovere da umile sarta a modista ed infine a "ministro della moda" di sua Maestà.
Le loro vite s'intrecciarono e rimasero legate per più di vent'anni: Maria Antonietta avvertiva il bisogno di affermarsi e di farsi notare in un paese che non era il suo, voleva comunicare attraverso la moda ed aveva particolare affinità e gusto per lo stile ed i colori e Rose Bertin era la sola che potesse rendere possibile e che realizzò tutto ciò; ma affidiamoci alle sue stesse parole per conoscerla più da vicino:
"Nata nel 1744 da genitori conosciuti e stimati nell'ambito del commercio in Piccardia, ho ricevuto un'educazione modesta, sufficiente per i propositi che nutrivano nei miei confronti. Non essendo benestanti pensarono d'indirizzarmi verso un mestiere che avrebbe potuto compensare tale circostanza. Il commercio fu ciò cui mi destinarono e decisero di mandarmi a Parigi.
Desideravo ardentemente recarmi a Parigi; ero persuasa che vi avrei fatto grande fortuna e, per quanto futile fosse il motivo sul quale fondavo tale speranza, voglio riferirlo qui, per la sua stranezza e per l'evento che lo provocò.
Ero giovane, non avevo che nove anni, quando una zingara venne ad Amiens e si mise a predire l'avvenire. I funzionari di polizia la misero in carcere, il che mi afflisse molto. Nel frattempo, qualche giorno dopo, appresi che la presunta indovina concedeva udienza attraverso le sbarre della sua cella, che si trovava al piano rialzato della prigione; ma per consultarla occorreva denaro ed io non ne avevo. Sapevo bene che i miei genitori mai ma ne avrebbero dato per una simile follia; mi decisi allora a soffrire la fame pur di conoscere il mio destino. Col pretesto di andare a mangiare sui bastioni, prendevo ciò che mia madre mi dava per il pasto e correvo alla prigione, dove la zingara non chiedeva di meglio che scambiare le sue profezie con vivande migliori di quelle che le passavano i detenuti.
Entusiasta del mio commercio, mi sollevai sulla punta dei piedi per poter passare la mano attraverso le sbarre. La zingara osservò la mia mano per un tempo abbastanza lungo e poi, sorridendo al brillante avvenire che credette di vedermi scritto, mi disse: ' O bambina mia! Voi farete una grande fortuna; porteranno il vostro mantello a corte.' Da quel momento queste parole non mi uscirono più di mente e si vedrà, nelle successive memorie, come questa predizione si avverò. E' certo che non trovai pace finchè i miei genitori non ebbero consentito a mandarmi presso Mademoiselle Forgel, che aveva a Parigi un negozio di abbigliamento, il 'Trait Gallant', casa di moda che univa alla più vasta clientela una fama di serietà e moralità assai rara in quell'ambiente."1 


E dal 'Trait Gallant' la strada verso Versailles era già quasi spianata, anche se sicuramente non del tutto priva di salita: apprezzata da Madame de Conti, dalla duchessa de Chartres e successivamente anche dalla principessa di Lamballe, che si dice sarebbe divenuta amica prediletta di Maria Antonietta, Rose cominciò a lavorare creando abiti, cappelli ed acconciature per la nobiltà cosa che le consentiva di dare libera espressione al suo estro creativo e alla sua inesauribile inventività e che comincerà con il procurarle le prime soddisfazioni professionali ("Da quando Madame la principessa de Conti mi aveva nominata consulente di moda della duchessa de Chartres, Mademoiselle Forgel mi aveva fatto socia della sua impresa al cinquanta per cento, il che mi permise dopo qualche tempo di aprire un negozio in proprio."2 era il 1770 quando Rose aprì il suo negozio di abbigliamento, Il 'Gran Mogol', in rue Saint-Honoré trovando rapidamente numerosi clienti tra i più influenti a Versailles molti dei quali la seguirono da Mademoiselle Forgel, tra cui molte nobildonne in attesa dell'arrivo della principessa che avrebbe sposato il Delfino).




                                  Un modello creato da Mademoiselle Rose Bertin



"Un giorno, era verso il mese di marzo del 1770, sua altezza mi disse:' Mademoiselle Rose, voglio fare la vostra fortuna'.'Grazie alle vostre gentilezze' risposi 'non posso lamentarmi di quanto ho guadagnato con il mio lavoro, mi ritrovo introiti al di sopra della media'.'Conosco il vostro attaccamento a me e desidero ricompensarvi. Il Delfino di Francia sta per prendere moglie e Madame de Noailles sarà dama d'onore della Delfina, Madame de Misery sarà la prima cameriera e io chiederò loro di scegliervi come consigliera di moda e fornitrice del guardaroba della principessa'. Fui pervasa da un empio di riconoscenza e mi occupai di reperire i fondi necessari per questo aumento di forniture, che secondo l'uso avrebbero dovuto essere considerevoli. La duchessa de Chartres mantenne la sua parola e fui incaricata di confezionare i completi che la Delfina portò a Strasburgo, che piacquero moltissimo, lo capii subito, lessi la sua approvazione ..."

Inutile dire che la Delfina era l'arciduchessa Maria Antonietta d'Asbrurgo Lorena, ( nata nella Hofburg di Vienna il 2 novembre del 1755 e battezzata il giorno dopo con il nome di Maria Antonia Josepha Johanna, conosciuta come Antonia, figlia più giovane dell'Imperatrice d'Austria Maria Teresa ), futura infelice e sfortunata regina di Francia, tristemente condannata dalla storia e dal suo popolo, lei, spesso criticata per le sue frivolezze, lei, così indescrivibilmente bella: 
"Molte persone hanno conosciuto Maria Antonietta solo nel 1789, nel momento cioè in cui angosce devastanti erano giunte a oscurare le più belle sembianze che si possano immaginare. Bisognava averla vista al suo arrivo in Francia.





S'immagini un colorito niveo abbagliante mescolato alle sfumature delle rose primaverili, grandi occhi d'azzurro profondo a fior di pelle, una fronte incoronata da una massa di capelli biondi, in cui la maestà s'univa al candore e che dava alla sua fisionomia la più nobile delle espressioni, alla quale contribuiva anche la forma del naso. La sola imperfezione nel viso dell'affascinante principessa era il labbro inferiore leggermente sporgente, ma era quel carattere distintivo comune alla Casa d'Austria che ricordava  a tutti ch'era figlia di Maria Teresa. La statura, piuttosto considerevole per la sua età, era ben conformata, il collo e il petto erano perfetti, la mano leggiadra, i piedi e le gambe degne della Venere medicea. Aveva una grazia, una flessuosità nei movimenti e soprattutto un'armonia in tutta la persona che incantavano. Così non si poteva vederla senza adorarla, anche perchè ella non incontrava alcuno senza volergli piacere."

E Maria Antonietta, conquistata dagli abiti di Rose Bertin la scelse come stilista personale: aveva intuito la sua creatività e la sua voglia di rinnovare la moda, e non si sbagliava, Mademoiselle Rose stava creando uno stile innovativo che coniugava la semplicità della moda inglese con i dettagli del rococò francese ( portato in voga da Madame de Pompadour che adorava i colori pastello, i motivi floreali e la luce )





                                      
    
                                François Boucher (1703 - 1770), Mme. de Pompadour


in una nuova, fresca tendenza completamente romantica ed ella, grazie a questa genialità creativa sarebbe così presto diventata leader della moda parigina.

L'autografo che Mademoiselle Rose apponeva alle sue creazioni erano i fiori di rosa (in "Nomen omen"!), preferibilmente freschi nei cappelli e nelle acconciature,




La Principessa di Lamballe, nata Principessa Maria Luisa di Savoia Carignano, vestita ed acconciata da Mme. Rose Bertin in un dipinto di Alexander Roslin (1718 - 1793)


finto secco nei pannelli degli abiti,






ricamate in seta o in velluto nelle fantasie più sgargianti e briose che mai fino ad allora si fossero viste: su broccati di raso e damasco, spesso rigati, si snodavano tralci di rose che facevano diventare gli abiti preziosi giardini da ammirare.




                                 Tessuto di un abito creato da Madamoiselle Bertin  



La tavolozza da cui partiva Mademoiselle Bertin andava dalle più tenui tonalità del rosa al rosso mai troppo acceso e visto che a Maria Antonietta non piaceva la biancheria intima, i vestiti diverranno più artificiosi e complessi: la sottoveste era decorata con un orlo a smerlo con finiture arruffate da nastri con rose; festoni in pizzo ornavano la parte anteriore legata con fiocchi di nastro che scendevano a strapiombo recando al centro fiori di velluto; la sopragonna aveva numerosi volants a zigzag di taffetà collegati da rosette e perline sui bordi esterni e si attaccava al corpetto con un'ampia plissettatura.
Il corpetto era cucito fino al pannello centrale con del taffetà increspato e bordato lungo tutta la scollatura. La sua pettorina era semplice ma elegante con finiture in oro o in un merletto rifinito con un fiocco di pizzo. Grandi polsini di pizzo finemente bordati con pieghe a plisset o nastri, perline, rose, completavano l'abito ed un ampio fiocco fatto con nastro di seta e con rametti di viole del pensiero e di rose nel centro rifinivano il bordo della manica.



                                          Dal film "Marie Antoinette" (2006)



Indispensabili gli accessori coordinati, un girocollo rosa, scarpe con bottoni e fiocchi rosa, un copricapo con piume rosa, rose e perle sparse sulla parrucca incipriata, una modesta borsa in pizzo, ed un ventaglio, tenuto da mani rivestite di un paio di guanti ( preferibilmente in rete ), che riprendeva i dettagli del vestito.
Questo era lo "stile Rose", il primo a divenire "haute couture", alta moda .. era così nata la prima vera stilista della storia.




                                      Un'altra creazione di Mademoiselle Bertin


Maria Antonietta e Mademoiselle Rose si conobbero nel 1772 e da allora nacque la loro straordinaria intesa: quest'ultima si recava dalla regina due volte la settimana e trascorreva ore ed ore nel suo Cabinet, dove nessuno altro poteva entrare: la Regina adorava lo stile del suo guardaroba e la sua passione per ogni minimo dettaglio e Rose Bertin, in qualità di sua stilista, ne divenne confidente ed amica alimentando non poche invidie in tutta la corte."Era inevitabile l'invidia delle cortigiane per quella popolana che poteva stare a lungo a tu per tu con la regina e perfino seguirla nell'esclusivo Cabinet de la 





Méridienne, contravvenendo a qualsiasi norma dell'etichetta. Tra quelle pareti bianche e oro, tra un'arpa, un pianoforte e un camino di marmo rosso, la sovrana trascorreva la parte migliore delle sue giornate. I loro colloqui si protraevano talmente che la modista aveva dovuto affittare un appartamento a Versailles, vicino alla reggia, dove rimaneva per giorni senza riuscire a tornare nel laboratorio di rue Saint-Honoré."5 ( E' questo un aspetto davvero interessante che fa notare la grande influenza che riuscì a conquistarsi Rose: ogni "artista" che lavorava a corte era obbligato dall'etichetta a non prestare il proprio lavoro all'esterno della corte reale stessa. Ebbene, Maria Antonietta, in via del tutto eccezionale, a Rose permise di lavorare anche nella propria boutique onde accontentare anche le altre nobildonne francesi. E non lo fece solo che per mantenersi i suoi servigi, ma anche perché sapeva quanto fosse importante per un'artista continuare a fare esperienze in ambienti diversi da quelli di corte al fine di migliorare sempre più il proprio lavoro.)

Con lo sprone della Reine Mademoiselle Bertin inventò le "bambole della moda" che circoleranno in tutto il continente proponendo nelle corti dell'intera Europa i modelli in voga nella Parigi che della moda era capitale assoluta e del "pouf", l'acconciatura voluminosa che un po' goffamente sovrastava il capo delle dame del XVIII secolo, primo tra tutti, ovviamente, quello di sua Maestà la regina Maria Antonietta.

E fu questo profondo legame, questa stima, questa intima, preziosa, ingenua complicità, questo affetto maturato negli anni e radicato in Mademoiselle Rose che la indusse a scrivere, dopo il 1789, le sue memorie da cui ho tratto i passi che ho citato, nell'intento di rendere giustizia e riabilitare l'immagine delle sua "augusta signora e sovrana", tanto alterata o meglio deformata dalle maldicenze, osteggiata e detestata a Versailles, spesso vittima di intrighi ( non ultimo quello della famosa collana ) soprusi, angherie, tutto è stato intentato ed ordito dai cortigiani per allontanare 'l'Austriaca' da Versailles, ma invano, finchè non giunse loro in supporto 'la veuve', la vedova, la ghigliottina; da queste pagine, tra aneddoti e fatti di cui ella fu diretta testimone poichè presente, emerge il ritratto di una giovane donna dalla personalità delicata,




                             Joseph Caraud, Marie Antoinette et sa fille, 1870, (detail)


umile, generosa, gioiosa e raffinata, nobile d'animo, sempre discretamente staccata ed indifferente alle maldicenze, dotata di incredibile grazia e di regale dignità fino all'ultimo, commovente istante della sua sventurata esistenza ... "La donna che salì al patibolo era molto diversa da quella che aveva affascinato e scandalizzato Versailles e la Francia. Solo una cuffia copriva gli scarsi capelli rimasti. Ma niente era più femminile della delicatezza con cui Maria Antonietta si scusò col boia cui aveva per caso pestato un piede."




Un consiglio: se ancora non conoscete questo libello ( é in libreria dai primi giorni dello scorso luglio) ve ne suggerisco la lettura, io ho trovato talmente gradevole lasciarmi trasportare tra le pareti della reggia di Versailles ed assistere quasi come presente ai momenti più riservati della vita della regina che ha reso vitale il XVIII secolo imprimendovi la propria classe, la propria eleganza trasportando con sè in Francia tutta la grazia della storia di Vienna e degli Asburgo!

 La sarta di Maria Antonietta. Memorie di Rose Bertin, a cura di Giuseppe Scaraffia, traduzione di Vittoria Ronchey, Edizioni Clichy, Firenze, 2013




A presto 





Dany



Bibliografia:

Antonia Fraser, Marie Antoinette: The Journey, Phoenix Press, London, 2006

Carolly Erickson, Il diario segreto di Maria Antonietta, Mondadori, Milano, 

Juliet Grey, Il diario proibito di Maria Antonietta, Newton Compton, 2011

La sarta di Maria Antonietta. Memorie di Rose Bertin, a cura di Giuseppe Scaraffia, traduzione di Vittoria Ronchey, Edizioni Clichy, Firenze, 2013.




Citazioni:

1 - La sarta di Maria Antonietta. Memorie di Rose Bertin, a cura di Giuseppe Scaraffia, traduzione di Vittoria Ronchey, Edizioni Clichy, Firenze, 2013, pag. 20 - 21

2 - op. cit., pag. 32

3 - op. cit., pag. 34 - 35

4 - op. cit., pag. 35 - 36

5 - op. cit., pag. 7

6 - op. cit., pag. 11










The memories of Rose Bertin, Marie Antoinette's "Minister of fashion".


When, during the last century, Queen Marie Antoinette's magnificent bedroom at Versailles was restored, several pins were founded stuck between the wooden floorboards, a remnant of the ceremony that was part of the daily ritual of the Queen's dressing: every morning, before she got up, she was presented the "gazette des atours" (the gazetta of clothing), a great album filled with tissue samples taken from each clothes of hers and she pinned a pin in those who had chosen and wanted to wear that day; then the catalog was sent down in the wardrobe in a large wicker basket wrapped in green taffeta.
Marie Antoinette changed clothes at least three times a day: first she dressed a quite formal robe to go to Holy Mass in silk or velvet, then wore a less sober style lighter dress in muslin, cotton or lawn that would have kept for the rest of the day, and finally , an evening gown beautifully elaborated for dinner, concerts or balls.


- picture 1


The queen's preference was for light fabrics with background in soft pastel colors like lemon yellow, light green, lilac, dove and here already Mademoiselle Bertin's fancy was expressed just because she delighted almost poetically in inventing names for different shades;' Cheveux de la Reine '(queen hair) was a light gold inspired by the color of her hair that veered towards the platinum,' Incendie de l 'Opera' (fire at the Opera Theatre) was the name of a bright orange red, and, more poetically, 'Caca Dauphin' was a pale brown.
But who was Mademoiselle Bertin?


- picture 2


Rose Bertin was a woman of the people, the only of Marie Antoinette's suite who wasn't noble or aristocratic , the only one of humble birth, chosen for her skill, her talent that saw to promote her from humble seamstress to milliner and then to her Majesty's "Minister of fashion".
Their lives intertwined and were tied for more than twenty years : Marie Antoinette felt the need to succeed and be noticed in a country that wasn't hers, she wanted to communicate through fashion and had particular affinity and flair for style and the colors and Rose Bertin was the only one who could make it possible and who realized it all; but let's trust her own words to know her more closely.


" Born in 1744 by parents known and respected in the whole trade in Picardy , I received a modest education, sufficient for the purposes we had of me. Because they weren't well-off they directed me to a job that might have compensated for that fact. They intended me to join the trade and decided to send me to Paris.
I longed to go to Paris, I was convinced that I would have made a great fortune there, and however futile was the ground on which I founded this hope, I will report it here for its strangeness and for the event that caused it.
I was young, I was only nine years old, when a gypsy came to Amiens and began to predict the future. Police officers put her in jail, and it irked me a lot. Meanwhile, a few days later, I heard that the alleged guess granted hearing through the bars of her cell, which was at the first floor of the prison, but to consult her it was necessary having money, and I hadn't at all. I knew that my parents would have never given me for such a folly reason and so I decided to go hungry just to know my fate. On the pretext of going out to eat on the ramparts, I took what my mother gave me for the meal and I ran to the prison, where the gypsy asked nothing better than to share her prophecies with food better than that the detainees gave her.
Enthusiastic about my business, I raised on tiptoe in order to pass my hand through the bars. The gypsy looked at my hand for quite a long time and then, smiling at the bright future that she thought to see writing for me, said, 'O my child ! You will make a great fortune; they'll take your coat at court. ' From that moment those words won't came out from my mind and you will see in these subsequent memories, as this prediction came true . That's true that I didn't find peace until my parents weren't allowed to send me to Mademoiselle Forgel, who had a clothing store in Paris, the Trait Gallant, a fashion house that connected to the largest customer a reputation of reliability and morality very rare in that circle.
" 1

And from the 'Trait Galant' the road to Versailles was almost flattened, although certainly not entirely free from uphill; appreciated from Madame de Conti, the Duchess de Chartres and later by the Princess de Lamballe, who is said to become Marie Antoinette's closest friend, Rose began work on creating clothes, hats and hairstyles for the nobility, thing that allowed her to give free expression to her creativity and her inexhaustible inventiveness and that will start by giving her the first professional satisfactions ("Since Madame la Princesse de Conti had me appointed fashion consultant of the Duchess de Chartres, Mademoiselle Forgel had made me a partner of her firm to fifty percent, which allowed me after some time to open a shop of my own. "2; it was 1770 when Rose opened her clothing store, the Gran Mogol, in the Rue Saint-Honoré and quickly found many clients among the most influential in Versailles many of whom followed her from Mademoiselle Forgel, among which many noblewomen awaiting for the arrival of the princess that would have marry the Dolphin)


- picture 3 - A model created by Mademoiselle Rose Bertin


"One day, it was towards the end of March 1770, her highness told me: 'Mademoiselle Rose, I want to make your fortune'. 'Thanks to your kindness' I replied' I cannot complain about what I have gained through my work, I'm meeting income above the average. '' I know your attachment to me and I want to reward you. The Dauphin of France is going to get marry and Madame de Noailles will be maid of honor of the Dauphine, Madame de Misery will be the first maid and I will ask them to choose you as counselor and supplier of the princess fashion wardrobe '. I was filled with a wicked of gratitude and I took charge of the funds necessary for this increase in supply, which according to the use it should be considerable. The Duchess de Chartres kept her word and I beacame responsible for the complete package that the Dauphine brought to Strasbourg, which pleased her so much, I knew it immediately, I read her approval .. "3


Needless to say, that the Dauphine was the Archduchess Marie Antoinette Asbrurgo Lorraine (born in Vienna Hofburg on November 2, 1755 and baptized the day after with the name of Maria Antonia Josepha Johanna, Empress Maria Theresa's youngest daughter), future unhappy and unfortunate queen of France, sadly condemned by history and by her people, she who was often criticized for her frivolity, she who was so indescribably beautiful, "Many people have known Marie Antoinette only in 1789, ie at the time when devastating anxieties had come to obscure the most beautiful appearance imaginable. You had to have seen her on her arrival in France.


- picture 4


Imagine a snow-white complexion mixed with the dazzling shades of spring roses, large deep blue eyes than skin deep, a face crowned by a mass of blond hair, in which the majesty joined the whiteness and which gave her physiognomy the noblest expression, to which also contributed the shape of her nose. The only imperfection in the fascinating princess's face was the slightly protruding lower lip, but it was the distinctive character common to the House of Austria, who reminded everyone that she was the daughter of Maria Theresa. The stature, rather considerable for her age, was well formed, neck and chest were perfect, graceful hands, feet and legs worthy of the Medici Venus. She had a grace, a suppleness of movement and especially harmony in the whole person who enthralled. So you couldn't see her without adoring her at first sight, partly because she didn't meet anyone without loving to pleasure him. "4

And Marie Antoinette, conquered by Rose Bertin's clotings chose her as her personal stylist: she perceived by intuition her creativity and her desire to renew fashion, and she was right, Mademoiselle Rose was creating an innovative style that combined the simplicity of British fashion with the details of the French Rococo (brought into vogue by Madame de Pompadour who loved the pastel colors, floral motifs and light)



- picture 5 and  picture 6 - François Boucher (1703 - 1770), Mme. de Pompadour



in a new, fresh completely romantic trend and she, thanks to Rose's creative genius would so soon become the leaer of Parisian fashion.
The autograph Mademoiselle Rose with which she signed her creations were the flowers of rose ( in "Nomen omen"!), preferably fresh in hats and hairstyles



- picture 7 - The Princess of Lamballe born Princess Maria luisa di Savoia Carignano, dressed and coiffed by Rose Bertin in a painting by Alexander Roslin (1718 - 1793)



fake dry in the clothes panels



- picture 8



embroidered in silk or velvet in the most flamboyant and lively fantasies that until then they had never seen: on brocade satin and damask, often ruled, shoots of roses came untied to make clothes become beautiful gardens to admire.



- picture 9 - Fabric of a dress created by Mademoiselle Bertin



The palette from which Mademoiselle Bertin ran went from the most muted shades of pink to red never too turned and just because Marie Antoinette didn't like the underwear, clothes become more factitious and complex: the petticoat was decorated with a scalloped hemline trimmed with ribbons and roses, lace garlands adorned the front pannel tied with bows of ribbons overhanged with  velvet flowers in the center, the overskirt had numerous taffeta zigzag serpentine connected with rosettes and beads on the outer edges and clung to the corset by a wide pleating.
The bodice was sewn to the central panel with ruched taffeta and edged along the whole neckline. The stomacher was simple but elegant with gold trim or a lace finished with a lace ribbon. Large finely edged with lace or pleats pleated ribbons, beads, roses cuffs, completed the outfit and a large bow made of silk ribbon with sprigs of pansies and roses in the center was the finishing touch on the edge of the sleeve.



- picture 10 - From the movie "Marie Antoinette" (2006)



Coordinated accessories were essentials: a pink necklace, shoes with pink bows and buttons, a hat with pink feathers, roses and pearls scattered on the powdered wig, a modest small lace bag, and a fan held by hands coated with a pair of gloves,(preferably in net), which reproduced the details of the dress. This was the "Rose's style", the first to become "haute couture", high fashion .. so it was born the first designer in history.



- picture 11 - Another Mademoiselle Bertin's creation.



Mademoiselle Marie Antoinette and Rose first met in 1772 and since then their extraordinary understanding was born: the latter went by the Queen twice a week and spent hours and hours in her Cabinet, where no one else could enter: the Queen loved the style of her wardrobe and her passion for detail and Mademoiselle Bertin, as her stylist, became her confidant and friend than a few fueling not few envy in the whole court."It was inevitable envy of courtesans for that commoner who could stay for a long time face to face with the Queen, and even follow her in the exclusive Cabinet de la Méridienne,



- picture 12



transgressing any standard label. Among those white and gold walls, among an harp, a piano and a red marble fireplace, the Queen spent the better part of her days. Their talks dragged on so that the milliner had to rent an apartment in Versailles, close to the palace, where she remained for days without being able to return to her laboratory in rue Saint-Honoré."5 (This is a really interesting aspect that points out the great influence that Rose managed to win: every "artist" working at the court was bound by the label not to work outside of the royal court itself. Well, Maria Antoinette, in a very exceptional case, allowed Rose to work in her boutique in order to satisfy even the other French noblewomen. And she did it not only just for keeping her services, but also because she knew how important it was for an artist to continue to gain experience in areas other than those of the court to improve continously his own art.)

With the Reine's spur Mademoiselle Bertin invented the "fashion dolls" that will circulate throughout the continent of Europe proposing in the courts the models in vogue in Paris that of the fashion was absolute capital and the "pouf" the massive hairstyle that a little clumsily hung over the head of the ladies of the XVIII century, first of all, of course, on her Majesty the Queen Marie Antoinette's ones.

And it was just this deep connection, this estimate, this affection gained over the years and rooted in Mademoiselle Rose, that made her write these memories, from which I took the steps I mentioned, in order to return justice and rehabilitate the image of her "august lady and sovereign"so altered or even deformed by slander, opposed and hated in Versailles, often victim of intrigues (not least that of the famous necklace) abuse of power, everything has been filed by the courtiers and warp to ward off 'the Austrian' from Versailles, but in vain, until 'the veuve', the widow, the name by which the French called it the guillotine came them in support; from these pages emerges the portrait of a young woman's gentle personality,



- picture 13 - Joseph Caraud, Marie Antoinette et sa fille, 1870, (detail)



humble, generous, joyful and refined, with a noble mood, always fairly detached and indifferent to gossip, with incredible grace and regal dignity until the last, poignant moment of her wretched existence ...
"The woman who went to the gallows was very different from the one that had fascinated and shocked Versailles and France. Only a cap was covering her remained scarce hair . But nothing was more feminine than the delicacy with which Marie Antoinette apologized with the Executioner after stepping on his foot. "6



- picture 14 on the left - A suggestion: if you don't know this little book yet (it is in the bookstore since the early days of last July) I suggest you this reading, I found it so nice letting me carry between the walls of the palace of Versailles and attend almost as present to the most reserved moments of the life of the Queen who has made vital the eighteenth century impressing her class, her elegance in France carrying with her all the grace of Vienna and the Hapsburgs's history!

La sarta di Maria Antonietta. Memorie di Rose Bertin, a cura di Giuseppe Scaraffia, traduzione di Vittoria Ronchey, Edizioni Clichy, Firenze, 2013

in English you can find : 
Emile Langlade, Rose Bertin, the creator of fashion at the court of Marie-Antoinette, Nabu Press Publisher, 2010



See you soon 






Dany



Bibliography:

Antonia Fraser, Marie Antoinette: The Journey, Phoenix Press, London, 2006

Carolly Erickson, Il diario segreto di Maria Antonietta, Mondadori, Milano, 

Juliet Grey, Il diario proibito di Maria Antonietta, Newton Compton, 2011

La sarta di Maria Antonietta. Memorie di Rose Bertin, a cura di Giuseppe Scaraffia, traduzione di Vittoria Ronchey, Edizioni Clichy, Firenze, 2013.




Quotations:

1 - La sarta di Maria Antonietta. Memorie di Rose Bertin, a cura di Giuseppe Scaraffia, traduzione di Vittoria Ronchey, Edizioni Clichy, Firenze, 2013, p. 20 - 21

2 - op. cit., p. 32

3 - op. cit., p. 34 - 35

4 - op. cit., p. 35 - 36

5 - op. cit., p. 7

6 - op. cit., p. 11

8 commenti:

  1. So much elegance between the walls of the Palace of Versailles ! :) It must have been such a romantic time. Thanks for another enjoyable post. Happy Monday to you, Daniela.

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    1. @ Kia
      oh, yes, I think that in the late XVIIIth century, expecially during Maria Antoinette's age, Versailles was the cradle of elegance of the whole Europe, also thanks to Miss Bertin.
      We had to suppose that behind such a great style there was an original woman which, honestly, I didn't know so much until I read these books :)
      Thank to you, my dear friend, and enjoy the rest of this week just begun ღ

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  2. This must have been such a wonderful time.
    I so love to visit you here, Dany.
    Your writing and photographs are always so wonderful, and I always learn something new.
    Thank you for that, my friend! xo.

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    1. @ Lisa
      you know I'm rather curious and I like working among "old papers" and therefore to acquire a profound knownledge about aspects of the past that are often neglected by history books fascinates me!
      Thank you dear Lisa, your words make me very very glad !!
      Good day to you ❀

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  3. Dany, Your posts are incredible! Each is like an entire book filled with wonderful details.

    (and I love Mozart) :)

    Thank you and best wishes,

    Georgianna

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    1. @ Georgianna
      your words are so important for me, they truly make me very pleased and fill my heart with a great joy!!!
      Thanking you a lot for your far too welcome visit I wish you a lovely weekend ♡

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  4. How interesting this is! I love all the little details. Hope you're having a wonderful weekend :)

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    1. @ Tricia
      I'm so glad you like it !!
      I truly thank you for your beautiful words and for your kindness and wish you a joyful new coming week ♥ !!

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I THANK YOU WHOLEHEARTEDLY FOR YOUR THOUGHTS AND WORDS, SO PRECIOUS TO ME.